McCain e Obama a confronto dal reverendo Warren

I due candidati alle presidenziali statunitensi, il repubblicano McCain e il democratico Obama, sono stati intervistati ieri sera – separatamente ma con le stesse domande – per un’ora ciascuno dal reverendo evangelico Rick Warren, presso la sua megachurch californiana di Saddleback, su temi di carattere etico e religioso. Solo alla fine i due si sono incontrati per una cordiale stretta di mano. Il tutto in diretta su Fox News e CNN. L’importanza della componente evangelica nelle elezioni è riconosciuta e i candidati sono molto attenti a ricercarne il consenso, dato che Warren ancora non ha dichiarato ufficialmente chi sosterrà. Secondo un sondaggio recente della CNN, il 67% degli evangelici sarebbe comunque pro-McCain, nonostante egli sia meno esplicito di Obama nell’affermare la propria fede e ci siano ombre sulla sua “saldezza” nei temi etici.

Warren ha introdotto il dibattito affermando che “come Americani crediamo nella divisione tra Chiesa e Stato, ma non in quella tra fede e politica”.
Alla domanda di definire da quando un bambino inizi a detenere dei diritti, McCain ha risposto prontamente “dal momento del concepimento” – anche per rassicurare l’auditorio sulle sue aperture a favore del diritto di scelta e della ricerca sulle staminali (per la sua amicizia col senatore progressista Morris Udall, malato di Parkinson). Obama ha invece glissato, affermando che la questione era “oltre le mie possibilità [above my pay grade]” e che ci sono due approcci diversi per rispondere (quello “teologico” e quello “scientifico”), insistendo sul fatto che è necessario ridurre il numero degli aborti.
Obama ha confessato di aver fatto uso di droghe e alcool da giovane, mentre McCain ha giudicato uno sbaglio il suo primo matrimonio – celebrato poco prima della sua partenza per il Vietnam e naufragato dopo il suo ritorno, quando ha iniziato una relazione con un’altra donna prima di separarsi.
Sul tema dei matrimoni gay, hanno insistito sull’inadeguatezza del termine “matrimonio” – per entrambi “unione sacra tra uomo e donna”. Obama ha aggiunto che “Dio è nel miscuglio [di sessi diversi]” e che però egli è contrario all’emendamento costituzionale che avalli tale definizione di matrimonio, dicendosi invece a favore delle unioni civili per i gay, da definire nell’ambito di ogni stato (“il fatto che i gay possano andare a visitare i loro compagni all’ospedale non urta la mia credenza di fondo su cosa sia il matrimonio”). McCain ha disapprovato la decisione a favore dei matrimoni gay dei tribunali californiani, ma “ciò non significa – ha affermato con vaghezza – che la gente non possa fare degli accordi legali” in merito.
Sull’esistenza del male, Obama ha affermato che “lo vediamo tutti i giorni” ma che gli individui non possono “cancellare il male dal mondo. E’ compito di Dio”. McCain, ex soldato che ha combattuto in Vietnam, è più esplicito: “deve essere sconfitto […]. Se fossi presidente andrei a prendere Osama Bin Laden fino alle porte dell’inferno. […] Il male è anche in Iraq, dove stiamo facendo progressi e dobbiamo vincere”.

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52 commenti

Jeeezuz

ho visto un po’ dell’intervista a mccain stanotte. sconcertante. è una nazione fondata sulla relgione. c’è chi sta peggio di noi.

Popinga

In Italia Veltrusconi, negli USA McCobama. Sempre la solita commedia delle finte democrazie borghesi, dove il potere lo esercita il capitale. Non a caso molte multinazionali americane hanno finanziato entrambi i contendenti.

Bruno Gualerzi

Del peso reale delle religioni nella vita civile americana so molto poco, e conosco solo quanto emerge dalle dichiarazioni ufficiali riportate dlla stampa e dai TG. Ebbene – proprio anche in realazione a questo confronto tra i due candidati posti sotto esame dal guru della chiesa evangelica e dalla sua dichiarazione molto ambigua (“Come americani crediamo nella divisione tra Chiesa e Stato ma non in quella tra fede e politica”) – non mi pare che là stiano poi tanto meglio di noi. Non parliamo di ateismo, che sembra proprio una sorta di riserva indiana, ma anche in tema di laicità i due candidati sembrano stare molto attenti a non essere troppo ‘liberali’. Sarà dovuto alla circostanza, ma era troppo ‘europeo’ aspettarsi qualcosina in più?

San Gennaro

La capacità giuridica si acquista al momento della nascita. I diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita. (art. 1 c.c.).
Se i concepiti non hanno diritti, nulla vieta che i già nati abbiano doveri nei loro confronti (ad es. chi fuma in presenza di una donna incinta rischia sanzioni più severe).

Elettra

Il male su male in Iraq :la guerra .Per “esportare la democrazia”… per il controllo dei pozzi .
Nessuno dei due si è pronunciato a favore del ritiro delle truppe ,il che la dice lunga su come intendono governare l’impero.
Sui temi etici molta vaghezza nè capacità di differenziarsi.
Entrambi tirano in ballo Dio quando i problemi sono di natura economica e civile -in America più gravi che in Europa-L’America puritana ed evangelica che non persegue la pace e non vince le guerre,che non può esprimere candidati diversi. Tutti prodotti con lo stampo.

Augusto

Sull’esistenza del male i due sono proprio vaghi: Obama, dicendo che gli individui non possono cancellare il male dal mondo ed è compito di dio, annulla qualsiasi responsabilità dell’essere umano, di fatto l’unico vero autore e l’unico che può trasformarlo. Il secondo continua a cercarne le responsabilità in Bin Laden & co. continuando la linea di Bush ed evitando di guardarsi in casa propria.
Se Sparta piange, Atene non ride!

Lucia

@ Bruno Gualerzi

Se ti interessa approfondire la conoscenza del ruolo della religione nella società statunitense secondo me potrebbe interessarti molto “Le sette protestanti e lo spirito del capitalismo” di Max Weber.
Comunque negli stati uniti (god’s belt a parte) si sta relativamente meglio che in italia per il semplice fatto che almeno li è riconosciuta una pluralità religiosa.

@ Elettra

Nessuno dei due si è pronunciato sul ritiro delle truppe semplicemente perché sarebbe la cosa più demente da fare in un momento politico mondiale come questo.

Bruno Gualerzi

@ Lucia
Conosco, sia pure per grandi linee, la tesi di Max Weber sul rapporto tra protestantesimo e capitalismo. Io mi riferivo alla situazione attuale.
In quanto alla pluralità religiosa – argomento già più volte dibattuto su questo sito – a partire dalla costituzione americana, al ruolo ufficiale della bibbia in qualsiasi istituzione pubblica, dai tribunali, alla Corta suprema, al giuramento previsto per ogni nuovo presidente – non si vede alcuno uno spazio ‘ufficiale’ per l’ateismo. Che non è una religione, d’accordo (almeno si spera), ma che con la libertà religiosa qualcosa penso abbia a che fare…

Massi

Male del presidenzialismo: più si stringe tutti i significati in uno più sono costretti a tenersi sul generico.
Ma i falchi: “quelli che risolvono tutto con i muscoli, facendo filare gli altri” ci guadagnano, più di chi è costretto a tenere “la barra al centro”.
Perché la parsimonia e il senso della misura non è degli “uomini”.

Lucia

@ Bruno Gualerzi

Facevo riferimento al testo di Weber perché ritengo sia una chiave di lettura fondamentale per gli USA del presente. E’ alla luce di quei presupposti che ora la politica statunitense è così legata alle chiese.
L’ateismo negli Stati Uniti non ha praticamente nessuno spazio, ma c’è da dire che negli Stati Uniti gli atei sono veramente una percentuale trascurabile della popolazione (il 2.35% secondo una stima del 2005).

Lucia

Cioè, certamente questo non significa che non debbano essere tutelati in quanto minoranza, ma con numeri di questo genere è normale che la politica si disinteressi di loro e punti sulle grandi maggioranze religiose…

Massi

Loro vanno dal reverndo Warren qui da noi da Vespa (sempre di “reverendi” si tratta).

Bruno Gualerzi

@ Lucia
D’accordo, ma le religioni negli USA costituiscono una ‘pluralità’ dove vige, anche qui, la regola del ‘libero mercato’ (ognuna cerca di rubare fedeli alle altre), che però viene abbandonata subito per trasformarsi in una ‘santa alleanza’ quando si tratta di contrastare l’ateismo, obbligando qualsiasi candidato a prendere le distanze da quest’ultimo.Per cui l’ateismo non potrà mai essere presente come tale in una qualsiasi carica elettiva.
In Italia – senza che questo abbia minimamente scalfito il ruolo predominante della CCAR, lo sappiamo (v. su L’ATEO una brece ma illuminante analisi dei discorsi di insediamento della seconda e della terza carica dello stato) – abbiamo avuto anche presidenti della repubblica atei.

Lucia

@ Elettra

Quindi ti piaceva il regime di Saddam? Neanche le sue vittime erano figli miei.
E tu vorresti consegnare un intero stato come l’Afghanistan in mano ai talebani? Questo si che è buon senso…

@ Bruno Gualerzi

Assolutamente daccordo su tutta la linea.
Quello che intendevo dire è che si tratta di una questione di consensi più che di una questione di giustizia.

spapparo

lucia, semmai “l ‘etica protestante e lo spirito del capitalismo”, non le sette…..

studiare un po’ di piu’ i libri di sociologia,per favore……

Elettra

@Lucia

Non conosci la storia recente,chi ha armato chi e perchè si sia arrivati a tanto.Evidente.
Il regime di Saddam poteva essere abbattuto già ai tempi del Presidente padre e non è stato fatto.Ti sei chiesta per quali motivi?
Sappi comunque che- mancando io di buon senso- ho in odio la guerra,che non dovrebbe essere mezzo di elezione per risolvere i problemi del mondo,stanti le terribili conseguenze per i civili, i militari,l’ambiente.Per tutto.

Massi

Se, umanamente parlando, c’è chi crede in dio, può essere creduto tutto: anche che vi siano “guerre umanitarie” fatte “per esportare la democrazia”.

Lucia

@ Elettra
@ Massi

Non penso che la guerra sia una bella cosa e non sono una fanatica delle militarizzazioni.
Dico solo che a prescindere dal perché si sia arrivati a certi punti, quando ci sono milioni di persone che ogni giorno sono costrette a sopportare le oppressioni di un regime, è giusto fare il possibile per liberarle. Prima con la diplomazia, e se non è abbastanza anche con la forza.
Non ci dimentichiamo che gli americani hanno salvato anche noi…

Massi

@ Lucia
Le sintesi di pensiero sono asimmetriche (nel senso che non tengono conto di tutte gli elementi che concorrono ad un certo risultato in ugual misura, bensì selezionano gli elementi in modo da asservirli alla tesi sostenuta).
Questo per dire che da noi gli alleati che passarono per primi furono neozelandesi ed indiani “col turbante” (come ricordano gli anziani che la guerra la subirono e la videro).
Qesto senza nulla togliere al merito dei soldati staunitensi: che in gran numero morirono per liberarci dall’obrobrio nazi-fascista.
Questo per precisare quanto sia improprio anche oggi ricavare da quegli avvenimenti un “lasciapassare” valido per ogni occasione.

Lucia

@ Massi

Non sono un lasciapassare valido per ogni occasione.
Semplicemente non capisco perché rendiamo grazie per aver salvato noi e poi ci infuriamo se cercano di salvare gli altri.

tomaraya

@ lucia
in afghanistan non è che la situazione sia molto migliorata, semplicemente si sono sonstituiti i fanatici religiosi talebani con altri fanatici religiosi. per farsi un’idea di che gentiluomini siano i nuovi governanti afghani basta farsi un giro sul sito http://www.rawa.org , l’organizzazione di coraggiose donne afghane, unica e sola vera resistenza, che si battono per uno stato realmente democratico e secolarizzato. se le cose continuano così in quella terra disgraziata i talebani il potere lo riconquistano comunque, poche le truppe, pochi i fondi, poco il personale addetto alla ricostruzione, troppa corruzione, aiuti che non arrivano. per un’esaustiva e obiettiva visione di quello che succede in afghanistan:
http://news.bbc.co.uk/2/hi/in_depth/south_asia/2004/afghanistan/default.stm.

tomaraya

@ elettra
bush padre e clinton non hanno abbattuto saddam per non creare il disastro annunciato che bush figlio ha creato. un saddam indebolito non spaventava nessuno, a cominciare dai paesi confinanti. solo realpolitik comunque c’è un bel libro di thomas e. ricks, grande giornalista usa chiamato “il grande fiasco” che spiega bene come si è arrivati alla guerra in iraq.

Massi

“… … … … . E già del caro
sangue dé suoi non asterrà la mano
la generosa stirpe: anzi coverte
fien di stragi l’Europa e l’altra riva
dell’atlantico mar, fresca nutrice
di pura civiltà, sempre che spinga
contrarie in campo le fraterna schiere
di pepe o di cannella o d’altro aroma
fatal cagione, o di melate canne,
o cagione qual si sia ch’ad auro torni.”

(G. Leopardi, Palinodia al marchese Gino Capponi, 1835)

RedGod

Chiese stile azienda che hanno solo uno scopo economico spolpando i portafogli della gente ma che non annunciano il Regno di Dio e la salvezza che tuttà l’ umanità avrà in esso ma che minacciano le persone con il fuoco dell’ inferno. Pagare per essere minacciati…

In quanto alla parte politica della questione ritengo che negli USA l’ unica scelta valida sia l’ astensione , infatti il 50% degli americani lo ha già capito…………

Massi

“… … … … . E già del caro
sangue dé suoi non asterrà la mano
la generosa stirpe: anzi coverte
fien di stragi l’Europa e l’altra riva
dell’atlantico mar, fresca nutrice
di pura civiltà, sempre che spinga
contrarie in campo le fraterna schiere
di pepe o di cannella o d’altro aroma
fatal cagione, o di melate canne,
o cagione qual si sia ch’ad auro torni.”

(G. Leopardi, da “Palinodia al marchese Gino Capponi”, 1835)

Laurentia

A me è piaciuto che entrambi confessassero qualcosa (droga, incapacità come marito) e mi piacerebbe che anche i nostri politici confessassero le loro colpe e i loro errori in pubblico, almeno alle elezioni. Non occorre farlo davanti a un sacerdote. Mi piacerebbe che sapessero chiedere scusa dei loro errori e che sapessero dimettersi quando perdono o vengono colti con le mani nel sacco. In questo, pur non avendo mai amato gli statunitensi, credo potrebbero insegnarci qualcosa. Ma l’ ostentazione della propria fede religiosa davanti agli elettori per carpire voti non piace a Dio ed è inutile, sia per vincere le elezioni sia per evitare a quella grande nazione la condanna che è già in corso di esecuzione.

Lucia

@ spapparo

Studia tu di più.
Weber ha scritto in proposito:
– L’etica protestante e lo spirito del capitalismo
– Chiese e sette nel Nord America
– Le sette protestanti e lo spirito del capitalismo
Tre testi distinti (anche se l’ultimo è una riedizione, con aggiunte e integrazioni, del secondo).

Vai a fare un ripassino.

Bruno Gualerzi

@ Massi
Io, purtroppo (sia perché non auguro a nessuno di vivere quanto è costato l’arrivare a quel punto, sia perchè… vuol dire che sono vecchio), anche se poco più che bambino, ‘c’ero’. E i primi ‘liberatori’ visti (dei partigiani noi ragazzini – almeno dove vivevo io – sentivamo parlare ‘di nascosto’, e abbiamo saputo del loro ruolo solo dopo) erano inglesi, e subito dopo americani, e certamente significò uscire finalmente da un incubo. Ma, e qui mi rivolgo a
@ Lucia
né quella situazione è minimamente paragonabile all’Iraq, né mi pare che i civili iracheni siano usciti dal loro incubo. Sono solo piombati in un altro, e concordo in tutto e per tutto con Massi in merito al ‘lasciapassare’ che non può essere valido per ogni occasione. (Un pò come per il buon Pannella che ha inteso respingere le critiche a certe sue scelte ‘berlusconiane’ e filo interventiste in Iraq richiamandosi agli indiscussi grandi meriti delle sue battaglie pro divorzio e pro aborto).

Elettra

@ Lucia

Non è come pensi.
La politica da cartoni animati :buoni da una parte,cattivi dall’altra.
Non è nemmeno la salvezza di chicchessia che ci si prefigge, armi in pugno. E’altro.E’ sempre stato ALTRO.
Quelle armi che dovrebbero essere usate dunque,seguendo il tuo ragionamento,in ogni angolo del mondo, contro tutte le situazioni di pericolo per la democrazia o contro tutti i regimi dittatoriali esistenti….
Ma ora basta!
Saluti.

gigetta

tra Chiesa e Stato, ma non in quella tra fede e politica”.

qualcuno mi spiega questa frase? separiamo la chiesa dallo stato ma la chiesa attraverso la fede che non è separata dalla politica entra nello stato?
queste ombre dei politici… edueballe!

RedGod

Ha ragione Lucia, di Weber Max oltre al pià famoso Etica Protestante e spirito del capitalismo esiste anche sette protestanti e spirito del capitalismo, d’ altra parte l’ analisi di Weber si può dire che si stia avverando con la costruzione di questi grandi chiese in cui Dio serve solo per svuotare i portafogli dei fedeli magari minacciandoli anche con l’ Inferno, io ho avuto una simile esperienza in un gruppo di evangelici pentecostali che mi ha lasciato dei segni che non è facile togliere e far gonfiare quelli dei vari reverendi guaritori ecc…….
Il vero Dio è ben altro.

Per quanto riguarda l’ italia esiste il libro le Trombe dell’ apocalisse scritto dal dottor Gabbrielli Sergio che parla di argomenti simili
@spapparo

Bruno Gualerzi

@ Elettra
D’accordo con quanto scrivi, vorrei aggiungere – in un discorso più generale – che il ricorso alle armi… nel mondo moderno sempre più, ma io ritengo da sempre nella storia dell’umanità, al massimo può essere stato indispensabile di fronte ad una emergenza che non presentava alternative, ma anche in questo caso non ha mai veramente risolto il problema che ha portato al ricatto dell’emergenza. Altrimenti, se anche solo in parte qualcosa avesse risolto, non saremmo al punto in cui siamo, cioè costretti ad assistere impotenti all’esplosione di sempre nuovi – e in prospettiva con le armi di distruzione di massa a disposizione sempre più ‘apocalittici’ – conflitti.

Massi

Max Weber
può comunici molto anche con una sola sua frase: “Dall’unitario indistinto all’eterogeneo distinto.”
Grande!!!!!!

Popinga

Noto l’autocompiacimento di alcuni/e commentatori/trici nel fare citazioni colte (non tu Massi). Più che il rispettabile ma un po’ antiquato Weber, sul rapporto tra religione e politica in America segnalerei:
· Emilio Gentile, La democrazia di Dio. La religione americana nell’era dell’impero e del terrore, Laterza, 2006
E, soprattutto:
· Marco Nese, Gli eletti di Dio. Lo spirito religioso dell’America, Editori Riuniti, 2006.
Di questo testo riporto un brano della quarta di copertina:
“Gli americani vivono nella convinzione che gli Stati Uniti siano un paese speciale, la terra promessa che irradia luce sul mondo. Dio stesso gli ha affidato una missione da compiere. Ieri bisognava sconfiggere il comunismo, l’impero del male, oggi si tratta di esportare la democrazia e annientare gli «Stati canaglia». È una mentalità ereditata dai padri fondatori che crearono il mito di un’America protetta dal Cielo. Questo libro ricostruisce la storia affascinante di come è nata l’idea del popolo americano che marcia con Dio al suo fianco. È l’idea dei puritani che si è trasmessa nel corso delle generazioni e ha formato lo spirito nazionale”.

Otto Permille

Gli US non hanno una “chiesa” nella specie di un “faraone” seduto su uno scranno che stabilisca ciò che è il bene o ciò che è il male, dal quale è anche possibile correre per cancellare, sepellendoli con l’ipocrisia, i propri “peccati”. Anche per questo esiste una maggiore responsabilizzazione individuale sul piano etico ed è assai difficile scindere l’etica dalla religiosità.

stefano

che vinca obama o mccain non cambierà nulla per i poveri statunitensi.
gli homeless continuerano a morire di influenza sotto i ponti e i poveri continueranno a mangiare cibo per cani.
this is the american dream.
incredibile a dirsi ma a nord dell’equatore c’è chi sta peggio di noi…

enrico mini

Abito troppo vicino alla base miltare usa di aviano e alle sue testate nucleari per sentirmi “liberato”.

stefano

io abito vicino a quella di Camp Derby tra Livorno e Pisa, decine di ettari di bellissima macchia mediterranea inaccesabile agli italiani perchè sotto giurisdizione militare americana dal 1946.

Bruno Gualerzi

@ Laurentia
“Ma l’ostentazione della propria fede religiosa davanti agli elettori per carpire voti non piace a Dio ed è inutile, sia per vincere le elezioni sia per evitare a quella grande nazione la condanna che è già in corso di esecuzione”

E’ una frase che mi suona alquanto strana.
Che l’ostentazione della propria fede religiosa… per carpire voti ‘non piaccia a Dio’, pur non essendo credente, lo posso capire;
che sia inutile per vincere le elezioni… permettimi di dubitarne fortemente;
quello che proprio non ho capito in alcun modo è cosa intendi affermando che è inutile ‘per evitare a quella grande nazione la condanna che è già in corso di esecuzione’!
C’è un intento ironico che non ho capito, o si tratta di una condanna… biblica?

spapparo

e’ vero mi correggo, e pensare che e’ presente pure nella mia vastissima bibliotechina personale……
anche se egli stesso piu’ che un testo lo considero’ un saggio in appendice all’ etica protestante………e infatti e’, in questa edizione, all’interno di quest’ultimo libro, ecco perche’ lo avevo considerato tutt’uno, e tra le altre cose e’ cosi’ che all’ università ce lo insegnano.
(Sansoni, Firenze, addirittura stampa del 1975)

In pillole: per l’etica calvinista il fatto di avere successo a livello commerciale o finanziario e’ un segno di benevolenza divina. Maggiore e’ il guadagno maggiore viene considerata la soddisfazione ricevuta da Dio come ringraziamento dovuto alle imprese economiche che elevano il grado di potenza della sua immagine. Egli pone una cosiddetta omologia strutturale (aggancio di due variabili, in questo caso direttamente proporzionale ) tra il comportamento tipico del protestante del Nord Europa di dedica a forte lavoro e il fatto che il capitalismo sia una forma di sviluppo derivante da tali pratiche. Secondo questo tipo di logica, lavorare tanto e guadagnare parecchio e’ un giusto premio ai propri sacrifici ma che tale guadagno sia frutto, oltre che del proprio sudore, soprattutto dell’ opera divina. Weber lo spiegava cosi’, prendendo come studio anche le osservazioni di Alexis De Tocqueville ( la democrazia in America), cercando di capire come l’economia capitalista si sia potuta radicare cosi’ fortemente nei nuovi Stati Uniti.

Ma tornando alla questione dell’articolo vi e’ da dire amaramente che e’ gia’ stato un atto pregiudizievole quello di confrontarsi presso un sacerdote. E’ chiarissimo che MCain facesse la figura del cattolico esacerbato e Obama il moderato che non vuole compromettersi. Da notare che soprattutto laddove era vegeto negli anni 50 e 60 il ku klux klan i catto-ferventi pendono molto dalla parte repubblicana. La famiglia come istituzione stereotipata da mantenere (ma almeno sanno che esistono, nella sola società occidentale, almeno 5 tipologie?) e la patria come feticcio irrinunciabile da difendere (si,ma da chi?)

Bruno Gualerzi

Chi sta meglio (peggio) in termini di sudditanza alla religione (alle religioni): noi italiani o gli statunitensi? Opterei, considerato tutto, per un pareggio, perché, anche se i livelli di sudditanza sono di natura diversa, alla fine non saprei dire quale sia il peggiore e il più pervasivo socialmente.
Degli USA si è già ampiamente parlato, ma se a qualcuno – me compreso – fosse venuto il dubbio che tutto sommato stiamo meglio noi, lo inviterei a gettare un occhio sulle prime pagine dei principali quotidiani nazioneli oggi in edicola. Prendiamo i soliti, Corsera e Repubblica. Ebbene, con tutto quello che succede nel mondo, rischio di rilancio della guerra fredda incluso, su quale notizia aprono? Sì, avete indovinato, sul papa! Perché, cosa ha detto? Ha detto (già questo ‘ha detto’ dispone all’ascolto di un oracolo) che bisogna stare all’erta contro il rischio razzismo!
Lasciamo perdere da che pulpito viene l’ammonimento, ma possibile che dopo tutte le polemiche che da settimane sono alimentate dalle misure governative per la sicurezza, una assoluta banalità come quella pronunciata dal papa meriti tanto rilievo, sia pure (o anche proprio per questo, il che èancora peggio) per le ripercussioni che avrà nella polemica?
S’, è possibile… come è purtroppo possibile che ormai solo qualche sparuta minoranza, naturalmente bollata come settaria e prevenuta (in analogia con il 2,35% di atei rilevati negli USA) avverta l’indecenza di tanta sudditanza.

Andrea

Rispetto alla religione può sembrare una situazione simile alla nostra.
Ma, secondo me, hanno un vantaggio. Il pluralismo religioso. Potrebbe fungere da autocontrollo sulla laicità dello stato.

Marco.g

Sì, anche la distinzione che fa Warren tra “divisione tra Chiesa e Stato” e “fede e politica” non è poi così ambigua come qualcuno ha detto (gli americani non amano le ambiguità). In pratica significa che negli USA i credenti distinguono tra questioni come l’aborto, il divorzio, i matrimoni gay, l’eutanasia ecc., sulle quali ritengono di avere il diritto di intervenire, e altre come i finanziamenti pubblici alle chiese (l’8xmille per intenderci), l’insegnamento della religione di nuovo finanziato con soldi pubblici, l’esposizione di simboli religiosi in luoghi ed edifici pubblici ecc., tutte cose che la grande maggioranza dei fedeli anche più tradizionalisti e politicizzati considerano una violazione del principio di separazione.

tomaraya

@ gigetta
la separazione tra stato e chiesa negli usa è principio costituzionale, contenuto nel primo emendamento, confermato da numerose sentenze di corti federali e della corte suprema, tutte ispirate a quanto affermato da thomas jefferson, il padre della costituzione americana, che ha sostenuto la necessità di erigere ” a wall between state and church”. non potendo fare degli stati uniti una teocrazia ispirata alla bibbia se ne sono usciti con l’espressione usata da mccain, molto familiare ai cristiani americani, mistificatori per natura. in più obama deve continuamente parare i colpi bassi dell’apparato mediatico repubblicano, fox in testa, che lo accusa di aver legami con l’islam ( avendo pure la iella di chiamarsi hussein come secondo nome) di essere troppo liberal e così via. comunque da quelle parti a secondo del posto in cui uno va a fare campagna elettorale dice quello che gli ascoltatori vogliono sentirsi dire.

Marco.g

Dal punto di vista dei non credenti, comunque, la cosa indiscutibilmente preoccupante che emerge da questo dibattito è: non potremo mai sapere come si sarebbe svolto se uno dei due candidati fosse stato ateo.

Lucia

@ Marco.g

Qualsiasi americano te lo potrebbe dire: negli Stati Uniti di oggi è IMPOSSIBILE che ci sia un candidato ateo.
Se anche lo fosse non lo ammetterebbe MAI.

Bruno Gualerzi

@ Marco.g
Il credere nella ‘divisione tra Chiesa e Stato’ ma non in quella tra ‘fede e politica’ forse sarà una distinzione non ambigua per gli americani, ma lo è, e come, in linea di principio… e, a mio parere – vista la ‘sudditanza psicologica’ della stragrande maggioranza degli americani verso i principi religiosi – non solo in linea di principio. In modo diverso rispetto a noi, certamente, come è certo che determinate istanze – come giustamente ricordavi – in tema di aborto, matrimoni gay, eutanasia ecc. – possono trovare là soluzioni impensabili da noi, ma ciò non toglie che alla base di tutta una cultura ci sia un legame viscerale con la visione biblica del mondo e della storia che ha riflessi fondamentalistici molto più radicati che da noi, e non meno inquietanti dei fondamentalismi più smaccati, come qello islamico.
Cosa vuol dire, in pratica che, come americani, ‘non si deve credere nella divisione tra fede e politica’? Lasciamo perdere il ruolo totalmente emarginato proprio in termini di gestione della cosa pubblica da parte di chi si professa ateo, e guardiamo per esempio solo all’impossibilità, sempre da parte della politica, di abolire la pena di morte… guardiamo alla convinzione radicata della classe dirigente americana di rappresentare – per mandato popolare – il Bene della storia, cosa che legittima l’uso di qualsiasi mezzo per combattere il Male ovunque e comunque individuato… e non dimentichiamo che – a differenza che da noi – sono passati non poi tanti anni dalla eliminazione per legge della segregazione razziale. E tante altre cose ancora.
Queste, e altre, sono a mio modo di vedere (e sicuramente non solo mio) le dirette conseguenze di questa ‘non separazione’ tra fede e politica. E per questo, confrontate le due situazioni, in Italia e in USA, affermavo che in tema di sudditanza religiosa – anche se si tratta di una sudditanza senza dubbio diversa – non saprei proprio dire chi sta meglio (peggio).

c.d.

“tutte cose che la grande maggioranza dei fedeli anche più tradizionalisti e politicizzati considerano una violazione del principio di separazione.”

stai scherzando vero? hanno scritto che confidano in dio PERFINO SUI SOLDI. hanno messo dio nel pledge of alliance. davanti ai tribunali hanno messo i 10 comandamenti. danno soldi a pioggia ad iniziative religiose, hanno pure un dipartimento apposta nel governo per questo, nell’esercito viene fatto vero e proprio reclutamento religioso. potrei continuare per pagine e pagine. quella gente non ha idea di cosa sia la separazione tra stato e chiesa. i loro “intellettuali” sono a parole favorevoli della separazione, ma in pratica fanno tutto l’opposto, e perfino i loro presidenti a volte si lasciano scappare di essere esplicitamente CONTRARI alla separazione. e purtroppo c’e poco da rallegrarsi su quanto meglio stiamo noi rispetto agli americani, dalle nostre parti c’e una forte iniziativa di fondamentalisti e opportunisti per allineare l’italia a quel livello di demenza. e siccome noi non contiamo niente ci riusciranno in brevissimo tempo.

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