Verona, festa parrocchiale per contratto

Ringraziamo la nostra lettrice di Borgo Milano per averci fatto avere la determina dirigenziale n.3636 del 30/6/2008 a firma del dott. Alessandro Marani, che qualche nozione di diritto amministrativo e di diritto civile dovrebbe pur averla. La sostanza è questa: in data 23/5/08 la parrocchia di San Massimo – comitato festa del patrono – ha chiesto alla terza circoscrizione un contributo di 1.500 euro per organizzare l’annuale festa patronale il 31/8/08. Con un triplo salto mortale giuridico il dott. Marani ha steso la suddetta determina che ha per oggetto: “Affidamento diretto servizio organizzazione di una giornata dedicata alla famiglia in data 31 agosto 2008 e denominata ‘Domenica in Famiglia’ alla Parrocchia di San Massimo-Comitato Festa del Patrono, nell’ambito dell’annuale Festa del Patrono. Impegno di spesa di euro 1.500-IVA esente”. Il dirigente considera “l’opportunità di provvedere all’organizzazione di iniziative socio-ricreative, tra le quali, quelle a sostegno della famiglia, il cui ruolo di primo insostituibile ruolo di ammortizzatore sociale rappresenta il pilastro su cui si fondano le comunità locali, il sistema educativo, il benessere sociale ed economico ed il contenimento delle forme di bisogno legate alle fasi stesse della vita”. Il fine giurista continua: “si rende pertanto, necessario provvedere alla realizzazione di una giornata in data 31 agosto 2008 dedicata al ruolo della famiglia e nella quale siano coinvolti: bambini, genitori, nonni e parenti denominata ‘Domenica in Famiglia’ in collaborazione con la Parrocchia di San Massimo-Comitato Festa del Patrono, nell’ambito dell’annuale Festa del Patrono”. Avete ragione, anche i genitori ed i nonni sono parenti. Data questa necessità della Terza Circoscrizione, il dott. Marani considera che “conseguentemente, per garantire il pieno raggiungimento dello scopo, è indispensabile individuare nell’ambito del tessuto associazionistico della Circoscrizione, il soggetto al quale affidare il servizio di organizzazione di una giornata dedicata alla famiglia in diretta applicazione del principio di sussidiarietà fatto proprio dalla Costituzione repubblicana e dallo Statuto comunale”. Sia chiaro che ciò è “per valorizzare la partecipazione dei cittadini alla realizzazione di iniziative di pubblico interesse.” La cosa più spiccia è considerare la richiesta di finanziamento da parte della parrocchia di San Massimo come un’offerta contrattuale per produrre un’iniziativa di pubblico interesse. Di conseguenza il dott. Marani ritiene di procedere “all’assegnazione diretta in economia del servizio in oggetto citato alla Parrocchia di San Massimo-Comitato Festa del Patrono” con la corresponsione di euro 1.500. Il regalo diventa il prezzo di un servizio.

Dalla Newsletter del circolo UAAR di Verona (verona@uaar.it)

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13 commenti

Stefano Bottoni

Quante parole sprecate!
Non sarebbe stato più semplice questo:
Parroco: -Uscite i soldi e muti!-
Marani: -Comandi, vossia! Bacio le mani!-

MetaLocX

“realizzazione di una giornata in data 31 agosto 2008 dedicata al ruolo della famiglia e nella quale siano coinvolti: bambini, genitori, nonni e parenti”

Immagino che sia un modo come un altro per far sentire ancora peggio chi non ha un genitore, uno o più nonni e così via.
Avanzo una proposta: cambiamo il cognome agli orfani, in modo che tutti possano sapere che tal bimbo non possiede uno o entrambi i genitori.
Perché una proposta simile?
I motivi sono spiegati in questo stesso post:
“sostegno della famiglia, il cui ruolo di primo insostituibile ruolo di ammortizzatore sociale rappresenta il pilastro su cui si fondano le comunità locali, il sistema educativo, il benessere sociale ed economico ed il contenimento delle forme di bisogno legate alle fasi stesse della vita”
Ovvero: se non hai una famiglia molto probabilmente sei un criminale, sicuramente sei fuori dalla società, privo di educazione, straccione, un parassita e magari anche contrario alla vita stessa!

HCE

se riuscirò ad andarmene dall’itaglia, temo che questi capolavori dell’ingegno mi mancheranno!

Mauro Ghislandi

@MetaLocX
Mi spiace, ma l’idea l’hanno già avuta. Non ti sei mai chiesto da dove derivano moltissimi cognomi quali il diffusissimo Esposito? La CCAR è arrivata (come sempre) molto prima di tutti!

Mauro Ghislandi

Tornando al tema della notizia riportata, devo dire che la questione è in realtà molto complessa. Chi vuole impegnarsi politicamente nei numerosissimi (troppi) enti locali che questa nazione mantiene deve scendere sempre a compromessi, se non vuole partire già sconfitto. Parrocchie ed oratori sono serbatoi di voti da cui non si può scappare. E se la maggioranza, o anche solo una consistente minoranza, ritiene giusto che un ente locale finanzi una parrocchia, democraticamente l’ente locale deve finanziarla. Ma dovrebbe anche finanziare altre realtà (per esempio l’UAAR) che siano rappresentative di una significativa parte della popolazione.
Quello che mi pare scorretto è che un burocrate possa disporre del pubblico denaro. Mi pare di capire che il Marani non sia un rappresentante eletto, ma un funzionario. La scelta di chi deve ricevere pubblico denaro è SEMPRE, dico SEMPRE una scelta politica e deve spettare solo a chi poi sarà chiamato a risponderne di fronte ai propri elettori.
Purtroppo l’estrema frammentazione degli enti locali ha portato molti di quelli più piccoli ad essere gestiti in modi poco ortodossi, da parte di pubblici amministratori che considerano la “cosa pubblica” come “cosa loro” (dal loro punto di vista: “cosa nostra”).

MetaLocX

@ Mauro G.
Umh… Per “Esposito” no,invece di cognomi come “Di Dio” e simili in realtà ne conosco l’origine

Popinga

Ai bambini abbandonati si davano cognomi convenzionali, con varianti da città a città. Comune era dare cognomi dal significato religioso, che proteggessero i bambini (Diotisalvi, Diotaiuti, Servadio). A Napoli era tipico il cognome Esposito (“esposto”), a Firenze il cognome Innocenti (o Degl’Innocenti e così via).

wirtak

Il problema dei soldi pubblici che finiscono per una ragione o l’altra nelle tasche di parroci e compagnia bella è spaventosa ma questo si sa.
Il problema che dobbiamo porci, a mio parere, è come costruire noi una alternativa a questo stillicidio, perché non basta dire che le sacoccie dei preti sono senza fondo ma riflettere su chi e cosa deve lavorare sul sociale.

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