Palazzo Maffei Marescotti: Maurizio Turco presenta un’interrogazione parlamentare

Non accenna a diminuire l’intensità delle polemiche innescate dalla costruzione di un nuovo edificio sul tetto dello storico  palazzo Maffei Marescotti, di proprietà del Vicariato di Roma. Dopo che, venerdì scorso, ai vigili inviati dal sindaco Gianni Alemanno è stato impedito di ispezionare i lavori, ieri il parlamentare radicale Maurizio Turco ha presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, con la quale ha chiesto di sapere quali iniziative sono state prese dal governo “nei confronti dello Stato Città del Vaticano”. Turco ha anche reso noto che il palazzo non godrebbe dell’extraterritorialità, quanto piuttosto “delle immunità riconosciute dal diritto internazionale alle sedi degli agenti diplomatici di Stati Esteri”.

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13 commenti

Popinga

Non ho capito: se il palazzo appartiene al Vicariato di Roma, che cosa c’entrano le immunità riconosciute dal diritto internazionale alle sedi degli agenti diplomatici di Stati Esteri? Devo dedurne che se entro in una chiesa devo portare il passaporto? Devo dedurne che i preti con l’ordinazione cessano di essere cittadini italiani? O semplicemente che i concordati sono bestialità giuridiche, diplomatiche, economiche, ambientali, ecc.?

Stefano Grassino

Andrà a finire che il sindaco si recherà personalmente presso palazzo Maffei Marescotti con la carriola ed il cappello di carta in testa e Rutelli e Veltroni lo seguiranno con un sacchetto di calce, i mattoni e la cazzuola.

enrico mini

Comanda il vaticano. Gli italiani, politici in testa, sono solo comparse.

Manlio Padovan

Un momento: io la comparsa non la faccio e ne subisco le conseguenze ogni giorno e prendo del presuntuoso, mi tolgono il saluto…e li mando a ‘ffanculo.

raphael

Riposto ciò che ho scritto in fine commento ieri…..

Per quanto riguarda i rapporti tra lo Stato italiano e la Santa Sede, la questione che lato sensu potremmo ricondurre al tema della extraterritorialità è assai complessa. Dobbiamo infatti accennare sia allo statuto giuridico di alcuni luoghi, sia a quello di alcuni rapporti, sia a quello di alcuni enti.

In particolare, cominciamo col dire che si usa parlare di diversi gradi di extraterritorialità. Per dovere di precisione – come si vedrà – soltanto nel primo grado (SCV) si può parlare di vera e propria condizione di extraterritorialità. Negli altri gradi si tratta piuttosto di immunità, che di volta in volta vanno precisate in base all’interpretazione delle fonti (per lo più il Trattato, uno dei testi che fanno parte dei Patti Lateranensi del 1929).

I gradi dunque sono i seguenti:

a) Lo Stato Città del Vaticano considerato a tutti gli effetti territorio di uno Stato estero (art. 3 e 4 del Trattato). Poiché si tratta di una enclave, lo stesso Trattato che lo ha costituito ha altresì previsto oneri per l’Italia affinché ne sia garantita la sussistenza e i rapporti con l’esterno (cfr artt. 5, 6, 7, 19 e 20 del Trattato).

b) Piazza San Pietro: fa parte dello Stato Città del Vaticano, normalmente aperta al pubblico, soggetta ai poteri della polizia italiana 11.

c) Alcuni edifici della Santa Sede in territorio italiano indicati negli artt. 13, 14 e 15 e altri in cui in futuro la Santa Sede crederà di sistemare altri suoi dicasteri: piena proprietà alla Santa Sede, godranno delle immunità riconosciute agli agenti diplomatici di Stati esteri (art. 15).

d) Chiese in cui si celebrino, a porte chiuse, funzioni con l’intervento del Papa (art. 15, § 2): le stesse immunità di cui sopra.

e) Altri edifici, in qualche modo collegati con la Santa Sede e situati in territorio italiano, per i quali sono previste alcune immunità di cui all’art. 16 del Trattato: non sono assoggettati a vincoli o a espropriazioni per causa di pubblica utilità; esenti da tributi sia ordinari sia straordinari tanto verso lo Stato quanto verso qualsiasi altro ente; ESENTI da autorizzazioni o consensi da parte di autorità governative per quanto riguarda l’assetto da dare a detti edifici.

Insomma col trattato del ‘29 e poi con l’art 7 della costituzione e poi con la revisione del 1984 di Craxi ci hanno legati mani e piedi

Elettra

Potranno mai incidere sulla vicenda quei quattro parlamentari radicali spelacchiati (come li definisce simpaticamente Bruno Gualerzi)?
Urge la revisione del concordato, vero cappio al collo per l’Italia, ma con questo governo e questa opposizione c’è poco da sperare.

Stefano Bottoni

Un sogno: dall’UAAR nasce il PAAR (Partito degli Atei e Agnostici Razionalisti). Grazie alla legge sulla par condicio riesce a farsi conoscere dal popolo italiano che, ammettiamolo, in maggioranza non conosce minimanente l’organizzazione.
L’unica promessa elettorale è questa: abolizione del concordato. Ogni organizzazione confessionale dovrà pagare le tasse come ogni altra società. La CCAR dovrà auto-sostenersi, come ogni altra organizzazione religiosa. Dunque, immediata abolizione dell’8×1000 (che resterà nelle tasche dei contribuenti!). Si potrà considerare una tassa speciale per chi appartenga ad una organizzazione religiosa, per il suo sostentamento. Dunque, chiunque sia battezzato cattolicamente dovrà pagare una tassa alla CCAR. Tuttavia, chiunque sia stato battezzato ma si sia fatto sbattezzare è esentato da tale tassa, non facendo più parte della CCAR.
Eh eh… provate a immaginare la più grande apostasia di tutti i tempi… Rimarrebbero quattro gatti…
Naturalmente ciò varrebbe per tutte le altre confessioni che beneficiano dell’8×1000 (non sono mica razzista: per me tutte le religioni pari sono).
Che ne dite? Ci facciamo un pensierino?
Questa domanda è rivolta non solo a tutti gli iscritti all’UAAR, nè solo ai frequentatori del blog.
Prof. Odifreddi? Dott.sa Hack? Sig. Staino?
C’è nessuno?

vincent vega

Più si va avanti e più le loro pretese si moltiplicano. Questi qui sono liberi di sputare in faccia alle leggi italiane e a tutti noi italiani. Il vaticano è un grandissimo pericolo per la nostra democrazia, ma quasi nessuno se ne è ancora accorto, anzi la clazze politica e i media sono sempre a difenderlo, Avete sentito la notizia sui media? Io per niente. Se si continua di questo passo, quando gli italiani se ne accorgeranno sarà troppo tardi.

Aldo

La proposta di Stefano Bottoni mi ha fatto per un momento brillare gli occhi. Di certo lo voterei un partito con questo programma. Si tratta di stabilire che lo Stato deve essere governato con spirito laico. Tutte le confessioni religiose devono essere autosufficienti, costruire le proprie chiese con propri fondi su suoli acquistati sul libero mercato…Tutto ciò è lineare e logico eppure c’è chi lo vedrebbe come un attacco proprio perchè fermerebbe privilegi ed elargizioni. Che mondo ragazzi, c’è da lavorare di scure.

Stefano Grassino

@Stefano Bottoni
@Aldo

Ma quale partito d’Egitto…….un battaglione di bersaglieri con la baionetta in canna come il XX Settembre del 1870. Mica dico d’ammazzarli….quello no ma ve l’immaginate che svolazio di sottane rosse e nere e quante punzecchiature in quelle grasse natiche.

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