I mezzi di informazione avevano fatto di lui l’anti-Welby, il detrattore dell’eutanasia, il sostenitore della voglia di vivere a ogni costo. Ora anche Salvatore Crisafulli dice che è difficile andare avanti. Ha scritto una lettera al primo ministro, Silvio Berlusconi, lamentando che l’assistenza che gli viene prestata non sia assolutamente adeguata ai suoi bisogni, nonostante le tante promesse dei sostenitori della sacralità della vita. Crisafulli afferma ora di essere stato “costretto a scrivere una lettera indirizzata allo stesso Welby, supplicandolo di lottare per la vita”. Oggi la sua disperazione è sfociata “in una domanda di eutanasia e di fine vita”: “non ce la faccio più”.
Crisafulli: “non ce la faccio più”
35 commenti
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toh guarda cosa salta fuori… perchè non sono sorpresa?
Tanta pena…sotto tutte le sfumature!
“costretto a scrivere una lettera indirizzata allo stesso Welby, supplicandolo di lottare per la vita”….da chi?
Gli si ritorce contro!!!! Mi spiace umanamente per il malato, ma è un vero trionfo contro la Chiesa!!!
Il loro portabandiera, l’esempio morale di vita a tutti i costi getta la spugna!
Avevano investito su di lui, lo avevano pubblicizzato, lo avevano esposto come un trofeo contro i cattivi-assassini-atei-contro-la-vita… e il loro portabandiera si arrende al nemico!
Giubilo!
Però, che tristezza per la sofferenza del singolo.
eh Crisafulli… vedi che succede, ad affidarsi alle mani sbagliate?
Prima o poi doveva venire alla luce la differenza abissale tra chi soffre veramente e chi soffre in terza persona.
Ma temo che le strumentalizzazioni non siano ancora finite.
“costretto a scrivere una lettera indirizzata allo stesso Welby, supplicandolo di lottare per la vita”
Se questo fosse vero, bisognerebbe fare nomi e cognomi di chi ha avuto quella trovata.
http://www.salvatorecrisafulli.it/stampa/vanity_12-06.jpg
E’ un dovere cercare in ogni modo di ottemperare affinché un malato non debba giungere mai ad affermare come Crisafulli “che l’assistenza che gli viene prestata non sia assolutamente adeguata ai suoi bisogni”.
Mi dolgo sinceramente per lui come è accaduto per Welby. Ritengo tuttavia, che anche qualora il paziente sia assistito nel miglior modo possibile, possa capitare che ciò non sia sufficiente a lenire le sue sofferenze, e quand’egli si trovi ad invocare l’interruzione delle terapie non si possa esser sordi, si diventerebbe automaticamente degli spietati torturatori.
@ Flavio
…bisognerebbe fare nomi e cognomi…
See! Figurati! Forse nel mondo di fruttolo! 😉
La notizia è stata ripresa in maniera non conforme alla sua reale richiesta. La lunghissima e toccante lettera e visibile online proprio nel sito di Crisafulli http://www.salvatorecrisafulli.it
i mezzi di informazione devono essere molto più precisi, ma soprattutto veritieri.
Mah. Francamente non so cosa pensare. Devo dire che questo “appello” può essere strumentalizzato da una parte e dall’altra. Potrebbe anche essere un altro modo per dire: «Avete visto? Chi è abbandonato a sé stesso e non riceve adeguata assistenza desidera di morire».
Leggetevi tutta la lettera pubblicata sul suo sito, a scanso di equivoci:
Laurentia
sii gentile. Scrivila tu una lettera a Crisafulli per ricordargli, con le tue belle parole:
“…la presenza pur sempre minoritaria del dolore, non solo negli esseri umani, ma in tutti gli esseri viventi, vegetali compresi. Così come le giornate di sole sono la maggioranza, altrettanto la gioia, nella vita, è prevalente … Se frequentaste ammalati gravi, carcerati, poveri, emarginati, vi accorgereste che nella maggior parte delle ore del giorno sono occupati nelle normali attività e addirittura scherzano e ridono. In molti di loro la gioia di vivere è sorprendente ed educativa … Dio si comporta nella maggior parte della nostra vita come padre affettuoso, solo ogni tanto ci tira gli schiaffi e sempre dopo aver fatto di tutto per correggerci”.
Dio tira schiaffi, così, ogni tanto, per correggerci?
Vediamo di capire: il Padre, tra due figli, punisce l’innocente (il neonato, il poveretto che passa per strada ed è investito, i bambini nei lager, le donne accusate di stregoneria ecc. ecc.) per correggere il colpevole (l’assassino, il dittatore, il torturatore ecc. ecc., che di solito muore nel suo letto)?
Ammazza, che genitore equo…
Da sola, questa idea rende Dio il massimo esempio dell’ingiustizia.
“Se lo Stato riuscisse a garantire pienamente la tutela della vita, in ogni fase della malattia e della disabilità ed anche nella fase insostenibile, credo non esisterebbe alcun fenomeno di eutanasia.”
crede male il crisafulli, se la malattia è insostenibile e senza possibilità di ritorno nessuno può negarmi la possibilità di andarmene dolcemente.
Mi sono letta la lettera sul suo sito e credo proprio di avere gli stessi timori di Jean Meslier.
Chissà se si verificherà quest’auspicato incontro con Berlusconi e come verrà comunicato.
Perché andare in USA per la terapia ossigeno iperbarica? Non è una terapia nuova ed è disponibile in Italia.
Se ciò può sensibilizzare sui problemi inerenti l’assistenza in questi casi, ben venga, ma ho l’impressione che ci sia dell’altro.
@ Jean
“Dove, invece, c’è volontà di vivere le cose stanno in modo inverso.”
Questa è la frase importante, e vera.
Che lo stato non aiuti adeguatamente chi è “paralizzato in casa” è una triste realtà, ma non è questa la motivazione che deve far ragionare sull’eutanasia.
Ma quando si ragiona sul dolore, sulla mancanza di attività cerebrale, sull’impossibilità di ritorno dei malati terminali di cancro o altro che chiedono di poter morire dignitosamente e non sformati dal dolore stesso o in putrefazione (scusami la brutalità…ma è la realtà) c’è poco da strumentalizzare e da discutere, basterebbe assistere ad una loro agonia, una volta sola, e ascoltare la voce della pietà umana.
Perchè se ti aspetti la pietà cristiana…!
Esiste invece la burocrazia, il menefreghismo, l’abbandono e l’indifferenza totale da tutte le istituzioni competenti, nessuno sa niente, nessuno agisce, nessuno si muove.
Questo è un discorso che sfocia inevitabilmente in politica…ma i poteri politici a chi sono in mano?
Quindi la lettera è indirizzata perfettamente!
Poi naturalmente verrà strumentalizzata ad oc…da chi di competenza.
Jean , è vero.
Sembra che il messaggio di Crisafulli sia proprio:
“Chi è abbandonato a sé stesso e non riceve adeguata assistenza desidera di morire”.
Ma, con tutto il rispetto per lui che sta soffrendo, è piu’ esatto dire:”ANCHE chi è abbandonato a sé stesso, e non riceve adeguata assistenza, POTREBBE DESIDERARE di morire”.
Purtroppo ci sono situazioni in cui non c’è assistenza che tenga. La soglia del dolore e la concezone della vita sono personali, che come tali, vanno rispettati. Non si puo’ pretendere eroismo e coraggio da nessuno, e tantomeno che uno si adegui a concezioni teologiche della vita che non sono sue.
Mi pare di capire che questo Crisafulli sia cattolico. Quand’era pieno di vita protestava per quelli che volevano morire per none ssere torturati dai dolori. Ora che capita a lui, invece, vuole lui morire…maledetti cattolici, ipocriti, falsi, senza un minimo di fantasia, tirapiedi, leccaculo, ciucciamentine,…che c…o posso aggiungere ancora per dare l’idea?
@Manlio
basta solo dire cattolico. tutto il resto è sottinteso
Ho ripreso da Jean Meslier. “Se lo Stato riuscisse a garantire pienamente la tutela della vita…” ma è quello che lo Stato sta facendo per Eluana Englaro? Oppure no?
Concordo pienamente con Manlio Padovan.
Ma cari, ragioniamoci sopra, quest’uomo in questi lunghissimi anni ha dato tanto contributo al coma, un uomo giudicato dalla scienza medica un vegetale “una foglia d’insalata” un quasi morto invece questo poveraccio sentiva e capiva tutto, da anni lotta per essere aiutato, per poco tempo la sicilia gli tappa la bocca, dopo ritorna al suo abbandono alla sua solitudine. Ed in questo caso è palese la sua richiesta, e tale richiesta è dettata dalla disperazione, la disperazione porta alla morte, ed in questo caso lo stato italiano è responsabile di questa scelta obbligata. spero sia stato chiaro.
provo pena per crisafulli, ma vorrei che alla notizia venisse dato massimo risalto
http://www.exititalia.it
La libertà di scegliere della propria vita è un fondamento della costituzione
Se ho ben capito il concetto è incentrato sulla qualità di vita. Secondo Crisafulli solo per la malattia non c’è motivo di voler morire, ma se l’assistenza è carente allora si.
No. Non credo di aver capito molto bene, perché è un concetto del tutto arbitrario.
E al termine della lettera c’è anche un comunicato sul caso Englaro.
Quoto Manlio
Come si permette questo Crisafulli di parlare di “egoismo” riferendosi a Beppino Englaro?
Sono felice del fatto che il loro congiunto non fosse alla fine una “foglia di latuga”, ma qui si dimentica che Eluana una “vita” così non la voleva e suo padre è tutto meno che egoista, visto che vuole semplicemente che sia fatta rispettare la volontà della figlia.
ho letto la lettera di Crisafulli a Mister B, a me più che una ritrattazione della sua posizione anti-eutanasia, sembra una strategia per spingere lo stato a pagargli le spese per la cura sperimentale negli Stati Uniti
il fatto che è rimasto in apparente stato vegetativo per 2 anni, senza poter comunicare ai medici e ai familiari le sue esigenze di uomo cosciente, mi terrifica, è un motivo in più per chiedere di non essere rianimati, meglio morire che fare un’esperienza del genere.
Inviterei crisafulli a vedere questo film http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=7306,perche‘ non capisco se ha deciso di donarsi alla scienza per fare un salto di qualita’ oppure di rendere la vita ai propri familiari un inferno.
Macabra ironia, sia per il fatto in sé, sia per i risvolti “pratici”.
Chi vorrebbe una dolce morte è ostacolato; chi vorrebbe restare fino all’ultimo non è messo nelle condizioni di farlo, malgrado la legge e l’onnipresente fazione conservatrice, che tanto parla di sacralità della vita.
Ci sono persone che finiscono in situazioni cliniche tremende e possono non scegliere tra diritti negati: fine della sofferenza (negatissima) e un adeguato supporto sanitario atto a soddisfare la volontà di lottare fino alla fine, qualunque sia il motivo (in Italia è fantascienza, ma un paese civile dovrebbe garantirlo, per essere considerato tale). In ogni caso è il paziente a rimetterci.
I soliti noti non garantiscono nemmeno per chi aderisce alle proprie battaglie. Che stronzi!
A Crisafù!……ci credo che non ce la fai più!
cosa credevi, di passare le giornate in compagnia di berluskà e padre pio, con nazinger che ti dice bravo, e tutta la bella compagnia che và a lourdes!? poi magari un bel giorno, un fascio di luce, e appare cristo con le braccia aperte che ti dice: vieni caro.
Ho letto ora la lettera del Crisafulli.
Mi pare di avere capito che se lo aiutassero (come? in che?) lui sarebbe disposto a continuare a vivere (sic!) in quelle condizioni.
Come catolico dovrebbe essere contento che lo fanno soffrire per essere più vicino alle pene di Gesù. Ricordate quella infame di madre Teresa di Calcutta che faceva lo stesso con i suoi pazienti?
Eppoi la gioia che proverebbe ad incontrare Berlusconi, per passare qualche minuto assieme! Andiamo almeno non faccia il ruffiano, chieda di morire e basta. Chieda i diritto al testamento biologico.
Dalle parole di Crisafulli, si capisce che non vuole morire. Ciò che chiede è una migliore assistenza, che possa rendere la sua vita migliore, e credo che ne abbia diritto.
Ciò che non condivido è il suo voler decidere anche per gli altri. Solo perché lui non vuole morire anche se è messo male, si sente autorizzato a non rispettare le decisioni altrui? Che ne sa di come Welby si sentiva? Magari stava peggio di lui. L’assistenza è fondamentale, ma può non essere sufficiente a garantire una vita dignitosa e degna di essere vissuta. Criticare le scelte altrui, su una questione così personale, mi sembra segno di arroganza e di mancanza di sensibilità.
Signori, vi prego.
Non imitiamo la controparte.
Questa persona, a quanto si legge, vive una tragedia terribile che la porta a mettere in dubbio le cose in cui ha creduto per una vita, per quanto insensate possiamo ritenerle noi. Penso che davanti a cio’ occorra tacere, a meno di non essere esplicitamente chiamati in causa (o in aiuto).
Non strumentializzamola, queste cose lasciamole fare a preti ed ai loro scherani.