Il regista iraniano Bahman Motamedian, autore di Khastegi, ha rifiutato di ricevere il Premio Brian, assegnato dagli atei italiani al film più laico tra quelli presentati alla Mostra del Cinema di Venezia.
L’UAAR, nel ribadire il valore di un film che ha saputo trattare delicatamente il tema dell’identità sessuale in un contesto difficile come quello della società iraniana, non nasconde la propria amarezza: «è la dimostrazione che, quando si deve agire in un ambito fortemente intriso di religione, il rispetto e il dialogo possono venire meno, anche da parte di chi ha saputo esprimere questa sensibilità sul grande schermo».
La vicenda, concludono gli atei italiani, finisce per evidenziare una volta di più la necessità di affermare a ogni livello i valori della laicità e li incoraggia a proseguire il loro impegno. Per questo motivo, l’UAAR sarà lieta di assegnare il Premio Brian anche il prossimo anno.
Comunicato stampa UAAR
Mostra di Venezia: regista iraniano rifiuta il premio degli atei
45 commenti
Commenti chiusi.
ma perchè la rifiutato, qual’è stata la motivazione?
@ Daniela
Abita in Iran?
Forse la paura!
Probabilmente è un regista che si muove in un armadio pieno di statuine di cristallo. Credo però che l’UAAR abbia fatto una mossa temeraria. Parlare di laicità nel mondo mussulmano è come cercare di inculcare i principi delle relatività alle scimmie dello zoo. Credo che ci siano dei limiti di natura neurologica. L’impronta religiosa fa parte del DNA di tutte le popolazioni che vanno dall’Indo fino al mediterraneo. Non c’entra il fatto culturale. Tutti i profeti e i fondatori di religione vengono da lì. Deve essere quindi un fatto genetico.
CVD
Non era gratuito il mio dubbio espresso nei commenti alla notizia dell’assegnazione. È maligno sospettare che i giurati dell’UAAR abbiano fatto “un po’ apposta”, in modo da dare risalto al premio Brian attraverso la notizia del rifiuto di accettarlo? Personalmente, intendiamoci, penso che se hanno fatto questo conto hanno pure fatto bene.
Spero che il premio sia stato passato ad un altro, per non vanificarne la sostanza. Del tipo: “Non lo vuoi? Buon pro ti faccia!”. E’ andata così? Si è trovato un premiato alternativo? Quale?
@ Otto Permille
Non ne farei assolutamente una questione genetica! Si potrebbe argomentare altrettanto che gli italiani sono tutti papalini. Non è vero.
Anche in Iran, come in tutto il mondo, ci sono laici e miscredenti che hanno bisogno di tutto l’appoggio possibile.
Prendiamo atto che il regista ha rifiutato il premio e cerchiamo di contribuire fattivamente a migliorare la situazione!
Persona non libera, deludente e scortese. Così appare.
Considerate la paura e l’area di provenienza che hanno probabilmente determinato il rifiuto, avrebbe dovuto scegliere da regista altri temi da portare sul grande schermo.
Molto meglio che rimediare brutte figure:l’autore che con il comportamento contraddice il significato dell’opera.
Se poi -come si dice-un premio oggi non si nega a nessuno, chi lo rifiuta ne esprima almeno la motivazione.
E che sarà mai!
Secondo me aveva strizza per quello che gli sarebbe successo al ritorno a casa.
Questo rifiuto dice molte cose…
Propongo che i premi Brian vengano dati “alla carriera”. Una nomination? Ciprì e Maresca.
E’ un mio cruccio di lunga data: perché chi assume forti posizioni innovative per se medesimo poi fatica a farsi riconoscere o a riconoscersi simile ai suoi “uguali”?
Ritengo, al di là del valore del film che non conosco ma per il quale mi fido della giuria che so essere seria, che sia stata una scelta ovvia quella dell’uaar nell’assegnazione del premio.
Mi pare ancora che ci sia stata una ulteriore dimostrazione di come le teocrazie siano solo regimi incivili da superare con la democrazia alla quale loro si oppongono- anche la nostra teocrazia si oppone alla democrazia-, così come le religioni debbono essere relegate nell’ambito puramente privato e non mi meraviglierei se il regista avesse rifiutato il premio senza addurre motivazioni per non essere costretto a dire il falso.
Speriamo che la notizia arrivi in Iran.
Esiste un’ altra interpretazione.
Il regista è sostenitore della teocrazia in Iran. Lui ha l’ obiettivo, attraverso la sua opera cinematografica, di dimostrare che in Iran non esiste un regime totalitario.
Della serie: “visto, in Iran esiste la pluralità, se non esistesse, il regime avrebbe inpedito al regista di realizzare un film del genere.”
…forse molto più semplicemente, ha avuto paura di ritornare in patria con la statuetta dell’ UAAR.
un conto è dichiarare sè stesso ateo,
un altro è dichiarare l’opera di qualcuno in sintonia con l’ateismo,
che equivale, per chi ha le fette di salame sugli occhi (ossia la stragrande maggioranza), attaccargli l’etichetta di ateo.
Il premio Brian, da questo punto di vista, potrebbe essere imbarazzante quanto il premio Maria Immacolata.
Ma veramente la motivazione del premio non è l’ateismo ma la sintonia coi valori dell’associazione, prima fra tutte la laicità.
@ rolling stone
Occhio ai termini che usi: ateismo e laicità non sono affatto la stessa cosa.
Credo che accettare il premio avrebbe messo in serissima difficoltà il regista persiano e la sua famiglia. Le notizie sul regime, che arrivano attraverso i persiani residenti in Italia sono a dir poco spaventose.
A mio parere ha rifiutato per una comprensibilissima paura.
Non comprendo l’amarezza della UAAR. Un premio è come un dono. La libertà di accettarlo o di rifiutarlo dovrebbe essere tra i diritti di base dell’individuo.
La prossima volta forse conviene informarsi, e il premio è gradito 😉
Mi viene da pensare a certi regali di nozze, accettati per cortesia, che poi non si sanno dove nascondere 😆
Errata corrige:
La prossima volta forse conviene informarsi prima se il premio è gradito.
Scusate, e se fosse musulmano e avesse considerato poco rispettoso il premio riservatogli da un’associazione atea?
Potrebbe benissimo essere uno di quei religiosi illuminati che vogliono cambiare le cose all’interno dell’Islam, e ce ne sono molti. Conosco bene le religioni, l’Islam è sotto ALCUNI ASPETTI migliore del Cristianesimo. Calcolate che mentre l’Europa si flagellava nel buio del Medioevo cristiano, il il mondo islamico viveva la sua età dell’oro, tra un brulicare di artisti, intellettuali e Mille e Una Notte.
Splendida la lotta tra Rosalba Sgroia e la nuova fantastica ministra Mariastella Gelmini ciellina fortissima ,cattolicissima di ferro. Dai Rosalba che con tutti noi ce la fai!!!!!!!!!!!!!!!! In bocca al lupo e augurissimi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Segnalo La Stampa un pezzo di Carla Reschia che parla proprio di questo rifiuto.
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=90&ID_articolo=301&ID_sezione=163&sezione=
quoto lady godiva, magari ha rifiutato il premio perchè non sopporta i monthy pithon. 🙂
@ rolling stone : mi permetto di intervenire a sproposito in questo post (grazie ai moderatori se vorranno passarmi) perché mi hai citato a sproposito nel post di Crisafulli: il suo caso personale non c’ entra con la visione filosofica sul dolore nella vita, di cui si discuteva nel post su Mancuso. Il suo caso è anche abbastanza diverso da quello di Eluane. Vedo che le mie parole, più che colpirti, hanno offeso la tua sensibilità. Se pensi che il dolore nella vita sia il protagonista assoluto, non pretendo certo di convincerti, mi dispiace solo per te. Per mia esperienza sono stata ad assistere, solo nell’ ultimo anno, due amici malati di tumore, poi morti. A casa mia sono morti sia i miei genitori che mia suocera, questa dopo sette mesi di coma vigile. A Crisafulli, che non conosco, non scrivo certo una lettera. Se gli fossi vicina cercherei di dargli conforto. Da lontana, prego perché le sue sofferenze siano accorciate. E prego perché non vengano strumentalizzate da nessuno, men che mai da chi si crede credente.
Ehi, ma alla fine potete dirci perché ha rifiutato il premio?
Se non l’ha dichiarato si può almeno sapere se questo tizio vive in Iran oppure no?
Non mi va di fare e leggere congetture.
In effetti sull’articolo de “La Stampa” c’è scritto qualcosa in più e che il regista vive in Iran.
A questo punto le ipotesi sono due:
-è musulmano convinto
-ha avuto paura a ritirare il premio temendo conseguenze in patria
@ Andrea P
Pare che in Iran creino appositamente scene di normalità per calmare le acque e rassicurare almeno in parte i cittadini e gli stranieri di passaggio. Questo è quanto affermano diversi persiani che ho sentito in Italia e che temono le spie del regime anche qui. Forse il regista, anche senza appoggiare la teocrazia, ha potuto girare il film perché questo conveniva all’immagine che il regime vuole dare di sé.
Inoltre una persona può essere atea, agnostica e razionalista ma non sentirsi necessariamente rappresentata dalla UAAR o altre associazioni.
@ Fabrizio:
se la UAAR ha fatto “un po’ apposta”, per dare risalto al premio Brian, non mi trova d’accordo. Non si mette in pericolo di vita una persona e la sua famiglia per farsi conoscere.
Ma voglio sperare che non sia stato assegnato per questo motivo.
Cmq un premio si può rifiutare anche senza motivazione, esattamente come si può rifiutare la benedizione natalizia della propria casa senza dovere giustificare nulla.
Forse è stato spaventato dalla parola “atei”. In un paese dove si è condannati a morte per un blog che parli di ateismo, tutto questa libertà è troppa persino per lui.
Per informazione essere ateo oggi e’ come essere anarchico 100 anni fa,nessun schieramento politico locale o internazionale ha il coraggio oggi di sostenere una causa portata avanti dagli atei,troppo pochi e poco potenti.
Sostenete l’UAAR,perche’ possa diventare visibile,con ogni mezzo.
Comunque poteva essere furbo, sollevare il premio e dire: “A-teo gratias !”
secondo me per un iraniano ritirare quel premio equivale ad un suicidio.
Ma probabilmente rifiutare il premio non basta perchè il fatto stesso che l’opera sia stata giudicata in linea con l’ateismo potrebbe esporre il regista a numerose conseguenze.
cosa avrebbe fatto un ateo a cui fosse stato attribuito un ipotetico premio “paolo VI” per la migliore opera di fede?
a lorenzo: avrebbe dovuto accettare il premio chiedendo di discuterne la motivazione e i presupposti che l’hanno determinata; magari solo un accenno dopo ricevuto il premio, così a caldo, visto che li lasciano parlare.
@ Anonimo
Dovresti piuttosto tu calcolare che mentre tu oggi fai lo sponsor dell’islam su questo sito gli omosessuali in Iran vengono impiccati in nome dell’islam. Alla fine il tuo discorso è simile a quello della lega, la differenza è che tu sei filoislamico e loro filocristiani.
Il regista avrebbe avuto dei seri problemi in patria, ma voglio pensare che almeno in cuor suo abbia apprezzato il riconoscimento UAAR.
Una fresca fresca:
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronaca/italia/28229/suore-rivolsero-alla-camorra-ritrovare-statuina-rubata.htm
@ noone
Dovresti segnalare le notizie a ultimissime@uaar.it , qui nei commenti sono offtopic.
Ha rifiutato semplicemente perché non è ateo, ma credente.
UAAR promuove la laicità solo sulla carta del suo statuto; in realtà siete una associazione che fa propaganda atea, anticlericale e libertina.
Il vostro premio per la laicità è un furbo specchietto per le allodole e non rappresenta la vostra vera natura.
Stando alla vostra reale natura, dovreste premiare il miglior film antireligioso o anticlericale, ma nessuno vi permetterebbe di farlo in occasioni così importanti, come il Festival di Venezia.
Scusate, partendo dal presupposto che non ho visto la Mostra, compresa l’opera di questo regista iraniano, e che quindi non posso dare giudizi critici: ma davvero tra tutti i film l’unico meritevole era il suo? No, perché se è così c’è da preoccuparsi…
@ Anonimo
lettura consigliata: “Perchè non sono musulamo” di ibn warraq.
Brutti ateacci comunisti,
pensate che J.P. Sartre rifiutò il Nobel (1975), ben più importante del vostro premiucolo…
pensate che voi rifiutate la grazia divina, elargita per voi dalla croce del Golgota…
così vi passerà la voglia di porvi simili domande
(una risata ogni tanto fa bene e allenta la tensione).
Anonimo: L’età d’oro dell’islam è finita da un pezzo, ora sono loro ad essere ripiombati nel nostro medioevo…
Grande J.P. Sartre , fu uno dei pochi uomini colti che non si fece contaminare dall’ intelletualismo e dal divismo e mantenne per tutta la vita una coerenza ammirabile.
@SanGennaro
@lucio
Libertino? in che senso? mi pice molto la definizione ma ne conosci il significato?
[…] merito all’assegnazione del premio Brian da parte dell’UAAR, al successivo rifiuto del regista di riceverlo e ai commenti postati dai navigatori, Maria Turchetto, direttrice de L’Ateo e […]