L’educazione civica è realmente tornata?

La scorsa settimana (cfr. Ultimissima del 29 agosto) abbiamo dato notizia del ‘ritorno’ dell’educazione civica: stando alle dichiarazioni del ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini, il consiglio dei ministri del 28 agosto avrebbe deciso di istituire un’ora di educazione alla cittadinanza, come disciplina a sé stante. La notizia è stata presa per buona non solo da noi: l’assessore all’educazione della Regione Veneto, Elena Donazzan, aveva già proposto di ‘cattolicizzarla’ (cfr. Ultimissima del 6 settembre).
La lettura del testo del decreto-legge n. 137/2008, emanato il primo settembre, lascia invece supporre qualcosa di diverso. Ne pubblichiamo un estratto:

Cittadinanza e Costituzione. 1. A decorrere dall’inizio dell’anno scolastico 2008/2009, oltre ad una sperimentazione nazionale, ai sensi dell’articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all’acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse. Iniziative analoghe sono avviate nella scuola dell’infanzia. 2. All’attuazione del presente articolo si provvede entro i limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Gli insegnanti – soci UAAR ci stanno in effetti confermando che, a quanto risulta alle autorità scolastiche, nulla è sostanzialmente cambiato rispetto al passato: l’educazione civica va insegnata all’interno di altre materie. Il decreto del governo non individua peraltro nemmeno i contenuti di “Cittadinanza e Costituzione”.

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18 commenti

Antonio

Come al solito tante parole di facciata ma nessun contenuto.
“Il nulla nulleggia!”

CandyFruit

L’unica cosa reale e tangibile di questa riforma della scuola saranno i tagli ai fondi e la decurtazione delle ore di lezione e del personale docente….

Alessandro Bruzzone

La Gelmini sta facendo gran casini (che fa pure rima).

Loryz91

Ma non cambia niente :|. L’anno scorso non abbiamo fatto neanche un minuto, questo al massimo qualche ora perché obbligati dalla ” nuova ” legge, ma sempre nell’ora di storia. Ma che inutilità, stanno solo sprecando carta e inchiostro allora :|.

Manlio Padovan

Io non sono mai stato insegnante, non sono un esperto di educazione od istruzione, salvo avere avuto 4 figlie splendide, intelligenti, brave, con le idee che mia moglie ed io abbiamo trasmesso loro in modo assolutamente democratico…; ma quando un comunicato è infarcito di parole e non è immediatamente comprensibile, ciò che dovrebbe essere la prima regola per fare educazione civica perché in democrazia tutti devono capire, come il testo della minestra (sì: minestra) presentato qui sul post, è certo che si tratta di una gran cazzata o di una presa in giro.

Lucia

Scommettiamo che l’ora in più per la lettura della bibbia invece la trovano??

zarathustra

Meglio così…quell’ora in più l’avrebbero tolta sicuramente a discipline come matematica o fisica.

#Aldo#

Manlio: “[…] quando un comunicato è infarcito di parole e non è immediatamente comprensibile, ciò che dovrebbe essere la prima regola per fare educazione civica perché in democrazia tutti devono capire, come il testo della minestra (sì: minestra) presentato qui sul post, è certo che si tratta di una gran cazzata o di una presa in giro.”

O di una truffa.

Polemiche a parte, Manlio, stai proponendo di (tentare di) insegnare a leggere e capire. Attenzione: il tuo comportamento potrebbe essere classificato come istigazione a svolgere attività sovversive.

cataf

Naturalmente è un’operazione di facciata.
Vi immaginate cosa penseranno gli alunni, tra cui io, che leggeranno la costituzione a scuola e tornati a casa sentiranno al telegiornale le nuove proposte di legge del governo (come il Lodo Afano o il bloccaprocessi).

Luca Alessandro Borchi

La scuola primaria italiana è (o era) la migliore esistente, quale
formazione di base infantile (riconoscimento europeo, più volte
affermato). Non parlo, sia ben chiaro, della scuola in generale,
ma delle nostre “elementari”. Ecco però (bontà loro) che arriva,
dopo la quinquennale devastante tromba d’aria Letizia, il caraibico
tifone Mariastella.
La scuola pensata dalla Gelmini sotto dettatura di Tremonti, è la scuola
del maestro unico; la scuola affidata agli sponsor dove glisponsor non ci
saranno; del sette in condotta e delle aule fatiscienti; del grembiulino e
della progressiva scomparsa del tempo pieno e del modulo; della repressiva
lotta al “bullismo” e della privazione, sempre più quantificabile, di un sostegno
per i bambini/e portatori di handicap. Insomma la scuola della retorica senza
istruzione; pubblica ma screditata dal modello gelminiano che di fatto la smantella,
al contrario delle scuole private, rese, da controriforme simili, più appetibili.
Soli resteranno, a questo punto, tutti coloro (se il decreto legge verrà approvato)
che all’istruzione pubblica ci hanno creduto, come luogo di crescita e riscatto sociale.
Ma nel buco nero non misurabile della solitudine e dello smarrimento, resteranno
proprio coloro che dovrebbero essere i protagonisti e i diretti beneficiari di qualsiasi provvedimento in materia; i bambini.

Luca Alessandro Borchi

La scuola primaria italiana è (o era) la migliore esistente, quale
formazione di base infantile (riconoscimento europeo, più volte
affermato). Non parlo, sia ben chiaro, della scuola in generale,
ma delle nostre “elementari”. Ecco però (bontà loro) che arriva,
dopo la quinquennale devastante tromba d’aria Letizia, il caraibico
tifone Mariastella.
La scuola pensata dalla Gelmini sotto dettatura di Tremonti, è la scuola
del maestro unico; la scuola affidata agli sponsor dove gli sponsor non ci
saranno; del sette in condotta e delle aule fatiscienti; del grembiulino e
della progressiva scomparsa del tempo pieno e del modulo; della repressiva
lotta al “bullismo” e della privazione, sempre più quantificabile, di un sostegno
per i bambini/e portatori di handicap. Insomma la scuola della retorica senza
istruzione; pubblica ma screditata dal modello gelminiano che di fatto la smantella,
al contrario delle scuole private, rese, da controriforme simili, più appetibili.
Soli resteranno, a questo punto, tutti coloro (se il decreto legge verrà approvato)
che all’istruzione pubblica ci hanno creduto, come luogo di crescita e riscatto sociale.
Ma nel buco nero non misurabile della solitudine e dello smarrimento, resteranno
soprattutto coloro che dovrebbero essere i protagonisti e i diretti beneficiari di qualsiasi provvedimento in materia; i bambini.

rosalba sgroia

Tra l’altro, nell’ottima Scuola Primaria l’educazione civica si fa SEMPRE, specialmente nell’approfondimento diciplinare in Studi Sociali. In quarta e quinta si parla di leggi, costituzione ecc…La mia classe di due anni fa è stata anche in Senato per fare delle simulazioni e dei gruppi di lavoro.

gigetta

“Assessore Donazzan, che fa? Riapre le guerre di religione?
«Io vorrei che l’ora di religione cristiana cattolica diventasse obbligatoria all’interno dell’orario dedicato all’educazione civica italiana. Cito Benedetto Croce, filosofo idealista, laico, che diceva: non possiamo essere italiani senza dirci cristiani»”

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=288566

mi guarderei molto bene dal fare i salti di gioia per quest’ora di “educazione civica”.

#Aldo#

Benedetto Croce: “non possiamo essere italiani senza dirci cristiani”

Si noti la finezza da parte di uno che di lingua italiana se ne intendeva: “Non possiamo essere Italiani senza DIRCI cristiani”. Quel che conta, stando alle parole di Croce (e, visto il personaggio, non credo che siano state buttate lì a casaccio) non è ESSERE cristiani, ma dichiararsi tali. Non approfondisco oltre, tanto credo d’essere tra persone intelligenti (anche se il dettaglio del “dirsi” piuttosto che “essere”, magari, v’era sfuggito).

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