“La sensibilità religiosa degli atei”

L’ultimo numero di Civiltà Cattolica, quindicinale realizzato dai gesuiti e pubblicato con l’approvazione della segreteria di stato vaticana, ha dedicato l’editoriale a La sensibilità religiosa degli atei.
A quanto si afferma nell’abstract, l’editoriale ne ammette la possibilità di esistere “in quegli atei che identificano l’assoluto con un ideale terreno, ma sentono la limitatezza della ragione e conservano il senso del mistero. Nega quella possibilità per gli atei pregiudizialmente e problematicamente trincerati nell’ateismo categoriale. L’ateo che vive dolorosamente e senza ostentazione l’assenza o il silenzio di Dio sperimenta un’angoscia che, a modo suo, è prossima alla «notte oscura» dei mistici e, perciò stesso, lo sappia o no, vive una sua spiritualità, una sensibilità che ha del «religioso», assuma o no nella vita pratica un proprio terreno”.

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75 commenti

Bruno Gualerzi

Ma perché questi teologi così sensibili ai turbamenti esistenziali degli atei, non provano ogni tanto – si fa per dire – a considerare che proprio questa esperienza del mistero della vita, se vissuta senza filtri consolatori, troverebbe nella fede la risposta più sbagliata? E che in ogni caso – se proprio si vuole parlare di ‘religiosità’ intesa, appunto, come senso del mistero della vita e del tutto – questa avrebbe tutte le possibili connotazioni meno quelle proprie delle religioni positive?
E come risulta offensivo quel “che lo sappia o no”, applicato evidentemente ad una sorta di minorato mentale che non sa guardare dentro se stesso e trovare quello che invece loro sanno benissimo che c’è.
Quanto povera deve essere la loro vita se, scrutandola, vi hanno trovato solo le povere risposte della fede!

Silvio Manzati

Civiltà Cattolica ammette la possibilità di esistere? Gli atei esistono, basta guardarsi attorno. Perché tanti problemi? Uno è ateo come è adrago, afolletto, aippogrifo, asatana, ecc. Nel suo cervello non ci sono queste fantasiose figure.

Aldissimo

ateismo “senza ostentazione”…
sono più di 2000 anni che ce la menano con sta storia dello stolto che “in cuor suo” nega dio, può farlo, ma silenziosamente.

Arcturus

Ancora una volta, è tristemente evidente che c’è una radicale, insormontabile, inamovibile impossibilità di dialogo. I due linguaggi, nonostante che il codice sia (più o meno) lo stesso, sono diversi, diametralmente diversi. E diacronici, non sincronizzati. A voler essere benevolo verso costoro (capisco che è solo un abstract, ma va bene lo stesso…), è evidente che essi, costretti a riconoscere una configurazione perimetrale all’ateismo, parlano con le palpebre socchiuse e la testa rivolta all’indietro, e cercano di aprire uno spiraglio solo verso ciò che essi vogliono che sia visto. Mi pare evidente che, seppure con parole pedestri e maldestre, nell’individuare la “sensibilità religiosa degli atei”, che “sentono la limitatezza della ragione e conservano il senso del mistero”, guardano, con più di 40 anni di ritardo, al Pasolini più mistico, quello degli anni 60, quello di “L’Usignolo della Chiesa Cattolica”, di “La Ricotta”, “Uccellacci e uccellini”, e molte altre pagine di quel periodo (l’allusione “lo sappia o no” viene proprio dalle pagine di Pasolini). Non cito il Vangelo di Matteo perché è un’altra faccenda. All’epoca Pasolini fu massacrato dalla chiesa (e non solo) proprio per questa sua posizione dolorosamente “misterica”, e ora che fa comodo, tale atteggiamento viene sapientemente recuperato e spolverato. Naturalmente è una sciocchezza, per vari motivi: a parte il fatto che Pasolini supererà a modo suo quella condizione, approdando a progetti nient”affatto dolorosamente “misterici”, come Salò e Petrolio, ma soprattutto perché quella condizione, che dialogava dialetticamente con un certo esistenzialismo e francese e tedesco, è ROBA VECCHIA! Di mezzo secolo fa. L’ateismo attuale si è emancipato dai sensi di colpa e dal complesso della mancanza: soffrire per il silenzio di dio è cosa inattuale, e da un altro punto di vista è un fenomeno isterico. Se ne facciano una ragione, i poveri fideisti: l’ateismo contemporaneo non è categoriale (roba da pazzi!), ma è fondamentalmente postmoderno: come insegna Lyotard, per la condizione postmoderna le grandi narrazioni, le cosiddette metanarrazioni che spiegano il mondo, sono morte! Dio è morto! Ma dobbiamo mettere un necrologio sul giornale?

rosalba sgroia

Ma che stanno a di’? IO sono felice e non avverto la necessità di un dio. Mi basto io e chi mi sta intorno, se vuole farlo 🙂
Per dirla con il titolo di un libro che ho recensito: D’IO c’è !

Jean Meslier

Concordo su quanto dice Bruno Gualerzi, del resto l’affermazione arrogantemente inclusiva “che lo sappia o no l’ateo ricerca Dio” (o sciocchezze affini) non e’ certo nuova ne’ sara’ l’ultima volta che la sentiremo. Oltre tutto essa sarebbe efficacemente ribaltabile in senso opposto.

ma sentono la limitatezza della ragione

Due parole su questo. Bisognerebbe leggere l’intero editoriale ma cio’ che leggo mi sembra sia sufficiente per capire che si ribadisce, ancora una volta, che la ragione non basta, non e’ sufficiente a scalfire il Mistero o come lo vogliono chiamare loro.

Benissimo, sarei persino pronto a sottoscrivere il riconoscimento che la ragione ha dei limiti, ma questo implica la tacita ammissione che, al contrario con quanto ce la stanno menando da secoli (e quanto si ostina a ribadire Ratzinger in continuazione) la fede religiosa non ha alcuna base razionale, e anzi si fonda su una mutilazione della ragione umana.

Dopo di che liberi di credere che i limiti della ragione possano essere scavalcati, ma per favore evitateci le panzane della “razionalita’ estesa”. O si crede per fede o si ragiona, stop.

Angela Marino

Secondo me è importante che queste cose non ce le diciamo solo tra noi ma le facciamo presenti anche a loro, così si rendono conto che esistiamo veramente e non siamo affatto comeloro ci descrivono (o cxome sperano che siamo). Io ho scritto a Civiltà Cattolica per esprimere la mia opinione e invito tutti a fare altrettanto.

fabris

Si può anche formulare diversamente:

(L’ateo)–> IL CREDENTE che vive dolorosamente e senza ostentazione l’assenza o il silenzio di Dio sperimenta un’angoscia che, a modo suo, è prossima alla «notte oscura» dei mistici e, perciò stesso, lo sappia o no, vive una sua (spiritualità)–> CONCEZIONE ATEA della vita, una sensibilità che ha (del «religioso»),–> DELL’ATEISTICO, assuma o no nella vita pratica un proprio terreno”.

CS

enrico matacena

ATEO E’ BELLO ! eSSERE ATEI SIGNIFICA SEMPLICEMNETE USARE IL CERVELLO PER CAPIRE LA REALTA’ CHE CI CIRCONDA.
A me l’unica cosa che angoscia è la stupidità e l’ignoranza di chi crede in certe vecchie leggende.

Pax76

E la sensibilità atea dei religiosi?

L’ipotetica rivista “Civiltà laica” ne potrebbe ammettere l’esistenza
“in quei credenti che identificano il relativo con un ideale superiore, ma sentono la limitatezza della fede e conservano il senso dell’evidenza. Nega quella possibilità per i credenti pregiudizialmente e problematicamente trincerati nella religiosità categoriale. Il credente che vive dolorosamente la discrepanza tra la credenza in Dio e la realtà quotidiana sperimenta un’angoscia che, a modo suo, è prossima alla riflessione dei filosofi e, perciò stesso, lo sappia o no, vive una sua ragionevolezza, una sensibilità che ha del «filosofico», assuma o no nella vita pratica un proprio terreno.

E’ il bello della retorica della verità, si può sempre ribaltare.

Manlio Padovan

Possono affermare quello che vogliono; ma finché non ci saranno vera ed effettiva parità di trattamento, vera ed effettiva laicità dello Stato e delle sue istituzioni, vero ed effettivo diritto alla cultura e non indottrinamento, vera ed effettiva libertà di scelta, veri ed effettivi diritti della persona veramente ed effettivamente rispettati, e tante altre cose che al momento sarebbe lungo elencare o che possono sfuggire in un veloce commento, ma che noi facciamo presenti ogni volta che possiamo, tra atei e credenti, tra ragione ed irrazionalità non può esserci, come non c’è, alcuna confusione di idealità, di programmi, di impegno, e noi lo sappiamo perfettamente. L’onestà non è del credente che sempre si mette la coscienza a posto e lor signori lo sanno bene. Ad ascoltare i gesuiti, io sarei ancora all’alfabeto e, si badi bene, solo se loro avessero avuto la gentilezza di concedermelo.
Io sono ateo e lo sono orgogliosamente e nel modo più convinto e razionale. La sicurezza che l’ateismo mi dà, nessun pensiero irrazionale me l’ha mai data. Né l’UAAR, né persone dell’UAAR, mai mi hanno chiesto di fare da sgabello come invece succede da quelle parti.

Giovanni Angelo Meles

Si puo’ essere atei in centomila modi diversi.
Si puo’ essere atei, perchè semplicemente non si riesce a credere, nonostante lo si voglia.
Si puo’ essere atei, perchè semplicemente non si crede, e puo’ capitare che questo non comporti alcun turbamento.
Ateo è chi non crede: non limitiamo ulteriori attributi.

Daniela

mi fanno pena questi di civilità cattolicam se la cantano e se la suonano da soli.

Nifft

Da quando ho smesso di credere a certe sciocchezze mi sento molto meno angosciato.

DENIS_1

Non sono scemo premetto ma ho dovuto rileggere piu volte la notizia. Mi chiedo se quando parlano o scrivono si rendono conto delle immane sciocchezze che dicono. in maniera molto forbita ma sciocchezze immani. Nascoste da concetti che “sembrano” di alto livello ma che si riducono a niente.

“Nega quella possibilità per gli atei pregiudizialmente e problematicamente trincerati nell’ateismo categoriale.” mi spiega qualcuno cosa è l’ateismo categoriale?

In ogni caso la “LIMITATEZZA DELLA RAGIONE” E’ TUTTA DA VEDERE. qualcuno potrebbe vedere invece la limitatezza di una fede solo aquisita per nascita e non per libera scelta. PErchè in mia opinione uno puo avere fede in un dio ma solo dopo una ricerca personale e non per acquisizione genitoriale.

tomaraya

l”’ateo che vive dolorosamente e senza ostentazione l’assenza o il silenzio di Dio sperimenta un’angoscia che, a modo suo, è prossima alla «notte oscura»”
mi sa che l’unico ateo messo così è l’ex presidente della camera nella scorsa legislatura.

mianonna

Ah adesso siamo passati a due tipi di ateismo. Ci sono pure gli atei che sentono la limitatezza della ragione e conservano il senso del mistero. Quelli dovrebbero definirsi agnostici. Allora potremmo fare una tassonomia dei cattolici. Potremmo parlare di quei cattolici che sentono la limitatezza della fede. Evidentemente non provano angoscia. Ah e poi è vero…quel “che lo sappia o no”…. Voglio far notare come alla domanda “Può esistere negli atei e negli agnostici una «spiritualità» o una sensibilità «religiosa»?” si risponda “L’editoriale ne ammette la possibilità…”. Se non avessero ammesso questa possibilità di una spiritualità o sensibilità religiosa, saremmo stati delle bestie?

darkzero

Tradotto: ci credete anche se pensate di no.

Non sanno più che inventarsi…

Druso

Ammettiamolo: sono teneri quando si preoccupano di noi. Verrebbe voglia di stringerli forte, finché non smettono!

Massi

Ovvia, via, ateo di prima categoria (speriamo però che non ci dividano perchè non gli basta la legna per tutti).

tomaraya

la presenza degli atei mette in crisi alcuni loro convincimenti; ammettere infatti che delle persone possano non credere convintamente vuol dire ammettere che dio si è scordato di far loro il dono della fede. non possono mica dire che il loro dio onnosciente fa le cose a metà.

Masque

A me sembra invece che, da ateo, io tragga godimento dal mondo e lo apprezzi per quello che è in modo molto maggiore di quanto non faccia una persona che, per sentirsi completa, ha bisogno di credere in qualcosa che non potrà mai vedere.
L’ateo vede il mondo e lo prende per ciò che è, ora e qua, il religioso non è in grado di accontentarsi di questo. Non capisce che c’è bellezza in tutto ciò che esiste, nella semplice materia, in quello che può sentire, vedere e toccare, ed ha bisogno di credere che ci sia qualcos’altro dietro.
Non capisce la perfezione della natura e del suo auto-organizzarsi come sistema dinamico complesso. Ha bisogno di pensare che ci sia qualcosa dietro che ha mosso o muove i fili.
Io penso che, fra i due, sia proprio il religioso, quello che ha più bisogno di aiuto e supporto, quello meno in pace con se stesso e col mondo.

corrado

Se sentono il bisogno di parlare di noi, sia pure esponendo le loro convinzioni deliranti, vuol dire che gli diamo fastidio. Questa è solo una piccola soddisfazione, ma meglio che niente.

Python

Non so voi, ma io la dolorosa angoscia la avverto quando vedo masse di plebe adorante prostrarsi ai piedi di un omino vestito con dei buffi cappelli rossi, o altre masse di invasati che girano intorno ad un cubo situato nel cortile della moschea della Mecca, schiacciandosi l’uno con l’altro.
Poi però, riflettendoci sopra, provo un gioioso senso di superiorità rispetto a costoro, e mi sento ben felice di essere ateo.

ignazio

Cioè siamo (gli atei) dei poveri esseri infelici semi deficienti!
Se queste non sono offese!
(mi fermo qui perché non trovo più parole decenti, se esprimo ciò che penso il commento non passa)

RedGod

L’ occulta fede cattolica del compagno Marx, in anteprima sul prossimo numero della civiltà cattolica.

Lucia

Qualcuno di voi è angosciato?? O_O

A me sembra che siano loro angosciati dalla nostra esistenza!

Rudy

Buaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! L’ateismo categoriale….ahahahahahahaha

marcolfo

credo che il loro cruccio peggiore non e’ che esistano degli atei, anzi avere un nemico cementa sempre il legame tra i tuoi subordinati, ma il fatto che esistano degli atei che conducono una vita normale, che lavorano, sono felici, che aiutano la vicina a buttare la spazzatura , che sono “buoni”, magari altruisti senza bisogno di credere in un aldila’ o in una ricompensa. Questo e’ un brutto esempio per i subordinati

rosalba sgroia

@ DENIS_1

Il loro linguaggio cerca di colpire, di imbambolare… Ma a chi????? 🙂

E poi scrive. ” Che lo sappia o no…” Della serie: IO LO SO, MA TU NON PUOI SAPERLO.

E ancora, confondono la spiritualità, la religiosità con LA PSICHICITA’, con la capacità di provare SENTIMENTI di qualsiasi genere. Come a sottolineare l’aridità dell’ateo ed elevare questi fenomeni ovvi, della nostra potenzialità e capacità cerebrale, a fenomeni religiosi.

Ma a chi???

rosalba sgroia

@ Marcolfo

Hai colpito nel segno!

clap, clap

Mi disse un catechista, ma come fai a essere atea se scrivi poesie così sublimi? Di sicuro sei religiosa e non lo sai! ah ah ah 😀

marcolfo

@rosalba
a me capita spesso con i vicini di casa provenienti da paesi musulmani, quando cominciano a conoscerti e vedono che sei gentile con loro (che gia’ di questi tempi..) e poi quando scoprono che sono ateo stentano a crederlo. Per loro e’ un bel disorientamento eheheh

Paolo

pero’… essere psicoanalizzato (categorialmente, s’intende) da un gregge di cortocircuitati mentali come gli autori di siffatto articolo mi mancava.

@Daniela
si, e’ proprio divertente vedere come se la suonano e cantano da soli, ed ancor piu’ sapere che tante anime pie li leggono e sospirano per le nostre anime perdute 🙂

@Druso
vero, fan tenerezza, io ho gia’ i lucciconi…

Toptone

Civiltà Cattolica è quell’ineffabile pubblicazione che, ai tempi dello scandalo Dreyfuss (primi del secolo scorso), si lanciò in una serie di libelli antiebraici da far rizzare i capelli.

Alcuni anni dopo arrivarono ‘notti dei cristalli’ e piacevolezze assortite.

Quando il Vaticano parla per bocca di questi burattini ammaestrati, leggiamo sciocchezze colossali come quelle proferite ieri e quelle proferite oggi.

“Civiltà Cattolica”? Quale? I due termini sono incompatibili. Messi insieme fanno un ossimoro.

un uomo

@ marcolfo

“vedono che sei gentile con loro […] e poi quando scoprono che sono ateo stentano a crederlo”

Probabilmente perchè i tuoi vicini si sono fatti una certa idea leggendo molte opinioni dei commentatori UAAR sui credenti.
Ma mica tutti gli atei sono così, lo giuro.

chris

Siamo tutti cattolici anche se non lo sappiamo !!!
Noi crediamo di essere atei, agnostici, musulmani, luterani, ortodossi, buddhisti ecc… ma in realtà siamo tutti cattolici !!!
Ecco perché la Chiesa ha tutto il diritto di prendere il 100% dell’ 8 per mille !!! Ed ecco perché le statistiche dicono che i cattolici sono tipo il 99 % (mi chiedo chi sia qull’1 % rimasto, forse i bambini ancora non battezzati… sì devono essere loro, infedeli !!!)

Ronny Rock

Povere pecorelle smarrite…ecco come ci vedono…ma in
realta’ chi di noi atei non ha pensato mai una volta che anche
il papa ,cardinale ,vescovo etc. chiusi nei loro pensieri sappiano
che non c’e’ nessuno aldila’ che li l’ascolta…anzi chi meglio di loro
dovrebbe saperlo ???

fabrizio

@ Arcturus

Bravo, bella analisi, davvero, illuminante. Questi preti sono proprio così, mi ricordano il mio insegnante di religione, gesuita, al liceo: si può essere solo atei dolenti, traditi da dio, e dolorosamente feriti dal non aver fede… allora va bene, fa fino, perfino, e soprattutto non fa danni alla loro sovrastruttura. Non per niente ci leggeva sempre Pasolini e Nietsche, e li interpretava a modo suo, ovvio…

marco

“in quegli atei che identificano l’assoluto con un ideale terreno…”, sarebbe a dire? Che sono ateo anch’io che non credo agli oroscopi, ai maghi, ai miracoli? Accidenti, sono condannato al buio dell’anima!

Massi

E’ classico (classicamente proprio delle religioni), è il classico rapporto che intercorre fre pastore e gregge, è l’estensione del sé agli altri: “lo sò io e tu zitto perché non capisci un tubo” (così estesa da non risparmiare neppure noi).

Otto Permille

Magari credono di cercare Dio, mentre invece cercano il diavolo. Non è comunque da escludere, visto che intendono Dio come un dispensatore di favori, grazie e fortune mondane ecc.

Giovanna

@ marcolfo

Ti quoto in pieno a proposito della bizzarra incredulità che i religiosi di qualunque fede mostrano verso gli atei che si comportano da persone educate, oneste e generose. Del resto per un religioso ben indottrinato il vero bene può essere ispirato solo dalla propria fede. Personalmente mi hanno sempre infastidita frasi del tipo “comportati da cristiano”, “mangia da cristiano”, (dove cristiano è sinonimo di essere umano civile, onesto, educato, ecc.), ancora piuttosto diffuse e rivolte in particolare ai bambini. E’ molto probabile che le altri religioni abbiano formule simili per esortare i pargoli ad essere “bravi musulmani”, “pii induisti”, ecc.

Stefano

“La sensibilità religiosa degli atei”, ovvero, prendendo spunto da Odifreddi, il goal di chi non gioca a calcio…

Maurizio D'Ulivo

Il fatto di riconoscere che la ragione abbia dei limiti (cosa che qualsiasi ateo o agnostico in buona fede sa benissimo anche senza ricevere le lezioncine dei fideisti) non significa però non vedere quelli che sono i limiti, molto più radicali, delle religioni.

Che esista uno spazio non conosciuto, dove per adesso la ragione non è arrivata, è evidente; che parte di questo spazio possa essere inarrivabile dalla ragione in futuro, è anche possibile.

Ammesso questo, è però sotto gli occhi di tutti che perlomeno la ragione spiega, fin dove può arrivare, utilizzando argomenti riscontrabili, confrontabili, confutabili ma comunque che fanno parte del linguaggio condivisibile da tutti gli esseri umani e sulla base di osservazioni percepibili a questi ultimi.

I limiti della religione invece sono ben peggiori: solo per citarne due, l’assoluta indimostrabilità delle affermazioni (in realtà un qualsiasi visionario potrebbe fondare una religione nuova dall’oggi al domani, come peraltro Maometto, fra tanti altri, ha già fatto a suo tempo) e, peggio ancora, l’utilizzo di ancoraggi e di punti fermi unicamente di parte che, in quanto tali, impediscono a priori il dialogo con chi non condivide tali dogmi sulla base di un linguaggio condiviso.

Francamente, fra due convinzioni limitate, preferisco tenermi quella che riesce ad essere inclusiva e convincente perlomeno negli ambiti in cui riesce ad arrivare.

Maurizio D'Ulivo

Aggiungo infine che nel riconoscere che ateismo o agnosticismo non arrivano a spiegare tutto, non c’è niente che induca ad essere “dolenti”.

Dolersi di non arrivare a conoscere il tutto è solo una dimostrazione di presunzione: forse è per questo che un ateo non se ne duole mentre invece certi religiosi, che predicano umiltà ma che invece ritengono presuntuosamente di avere in pugno tutte le verità, ritengono che il “non sapere” qualcosa debba causare un dolore incoercibile…

Lo chiamano “mistero”, e subito dopo pretendono di spiegarci che cos’è…

oxyuranus

é evidente che per scrivere una cosa simile si devono essere rifatti a ciò che disse Woody Allen (credo) “Siamo atei grazie a dio”.

Popinga

@ Arcturus
Pasolini aveva il complesso della madre, sia essa quella biologica o quella spirituale. E’ diifficile staccarsi dalla madre, diventare adulti, e spesso si provano sensi di colpa. Tempo fa scrissi una delle mie solite poesiole demenziali:

Ballata delle madri

Mi domando che madri Pasolini aveva in mente:
vili, servili, mediocri, feroci, borghesi, opulente,
allineate, conformiste
ipocrite, qualunquiste.
Mai pensato a una madre intelligente?

Un mese fa è morta mia madre. Essere diventato adulto, aver maturato la consapevolezza che la fede è solo una consolazione che si cerca per spiegare la morte, mi ha aiutato molto ad affrontare il dolore. Da ateo ho accettato la morte di una persona cara come un passaggio inevitabile della mia maturazione personale. Nessun “mistero”: si nasce, si vive, si muore. Siamo atei, siamo adulti.

RedGod

Libertà vo cercando che si cara sa chi per lei vita rifiuta( Mao Zedong traendo spunto da Dante)

I veri Cristiani ammirano gli Atei.

denis

questi dovrebbero psicanalizzarsi da soli prima di farlo con realtà che non conoscono… beh almeno non ci demonizzano, è un sostanziale passo avanti!

PS: civiltà cattolica è un ossimoro o una balla?

Giovanna

Sottoscrivo in pieno gli interventi di Maurizio d’Ulivo. Mi sembrano molto ben calibrati ed efficaci per ribattere alle “ragioni” dei credenti.

Bruno Gualerzi

Questa citazione l’ho già utilizzata altrove su questo blog, ma ritengo che – per quanto datata – abbia una sua attualità, oltre che attinenza con ciò che qui si commenta.

“A tutti i fondatori di religioni e simili è rimasta estrinseca una certa specie di onestà: delle loro esperienze di vita essi non hanno mai fatto una questione di coscienza del conoscere. ‘CHE COSA HO EFFETTIVAMENTE VISSUTO? CHE COSA ACCADDE ALLORA IN ME, INTORNO A ME? LA MIA RAGIONE ERA CHIARA ABBASTANZA? ERA RIVOLTA LA MIA VOLONTà CONTRO TUTTE LE FRODI DEI SENSI, E AGI’ DA VALOROSA NEL DIFENDERSI DALL’IMMAGINARIO?’ – nessuno di loro lo ha chiesto, anche tutti i buoni religiosi di oggi non si sono ancora posti queste domande: essi sono piuttosto assetati di cose che sono contro la ragione, e non vogliono crearsi troppe difficoltà nella soddisfazione di questa sete – così le loro esperienze vissute sono quelle del ‘miracolo’ e delle ‘rianscite’ e ascoltano le voci degli angioletti! Ma noi, noialtri assetati di ragione vogliamo guardare negli occhi le nostre esperienze di vita così severamente come se fossero un esperimento scientifico, ora per ora, giorno per giorno! Vogliamo essere noi stessi i nostri esperimenti e le nostre cavie.
(F. Nietzsche – par. 319 da ‘La gaia scienza’)

Bruno Gualerzi

@ Popinga
Sì, il problema è proprio quello di diventare adulti… e di restarlo di fronte alle scadenze veramente cruciali.
(PS. Non ho mai letto una poesia meno demenziale di questa)

valentina

Non riescono ad evitare di mettere il pensiero cristiano ovunque: la sofferenza come bene supremo, quindi se come ateo soffri, in fondo va bene lo stesso, Dio o non Dio.

Ivo Mezzena

Sono ATEO, ma se anche dio esistesse, questo fatto non scagiona la Chiesa dal crimine umano di assumersi il diritto assoluto di gestire il rapporto tra noi e Dio, soprattutto attraverso il denaro, quindi perchè arrestare Wanna Marchi e non il Signor Ratzinger?

massimo fortis

Mi chiedo: perchè mai un individuo che volesse credere in dio dovrebbe poi aderire ad una morale così violenta, insultante, illiberale ed evidentemente stupida come quella , ad esempio, cattolica? E’ possibile che costoro nn si accorganp della differenza che c’è tra l’avere una fede e l’accettare dei codici di condotta (come qlli cattolic) che rappresentano un insulto all’intelligenza? Qualsiasi persona a questo mondo cn un pò di sale in zucca dovrebbe essere in grado di giudicare del tutto dannoso e stupido contrastare la diffusione dei profilattici in africa… ad esempio! Personalmente sono contro tutte le religioni e colgo la strategia: prima ti dimostro che tanto ateo non sei e da qui a convincerti che il mio dio è qllo vero..in fondo il passo è breve… Occorre difendersi, come?..cn la conoscenza…perchè CONOSCERE E’ POTERE…

zarathustra

Prima la messa su Nietsche. Ora questo. La chiesa ha cambiato tattica: è passata dall’inquisizione alla persuasione occulta.

Il Filosofo Bottiglione

loro partono dal presupposto che, se hai un sussulto di ordine filosofico, ecco, allora lì c’è dio. anche se non vuoi ammetterlo.
gli altri sarebbero invece solo dei tifosi di ateismo, senza strutture di vero pensiero.

ahimè, concordo con chi dice che con un tal pretume non possa esserci dialogo.

Alessandro Bruzzone

Il “senso del mistero” (pessima espressione) ce l’abbiamo tutti. L’assurdità è pensare di edificare la realtà percepita o quantomeno “verificabile” su qualcosa che “sentiamo” confusamente e su cui concretamente non abbiamo nulla.
Il “senso del mistero” in sé non ha, poi, nulla a che vedere con una religiosità istituzionalizzata a livello sociale; anzi, oserei dire che le 2 cose stanno agli antipodi, poiché la religione istituzionale è educazione e quindi manipolazione del “senso del mistero”. Sarebbe un po’ come se io, ateo, parlassi di “ateismo latente” ogni volta che sento un credente dubitare di un qualche elemento della sua fede. Il dubbio in sé è un atteggiamento frequente nell’essere umano, da solo non corrisponde né ad uno scetticismo metodico né tantomeno a un ateismo consapevole.

Valentino Salvatore

Cioè, come al solito dicono che noi “in fondo crediamo”, solo che siamo troppo cattivi o superbi per accettarlo. Solita fuffa, che sa tanto di minestra riscaldata da svariati millenni.

Stefano Grassino

@ Valentino Salvatore

Quando faccio il cattivo è perchè sono ateo. Quando sono buono è dio che mi illumina.
Per noi atei dio deve pagare un sacco di soldi per la bolletta visto che non siamo così cattivi come i credenti.

Giacomo

sì ah…sì….vedo la luce, finalmente sto diventando ateo-devoto!
meno male che c’è Civiltà Catto-talebana.
complimenti a tutti per i vs.messaggi, è un’iniezione di ateismo
che mi fa stare troppo bene!

Stefano Bottoni

Ateo. Dichiaratamente.
Da circa otto mesi.
Prima sono stato agnostico. Da circa venticinque anni.
In ogni caso apostata.
Da marzo sbattezzato. Dunque apostata e scomunicato ufficialmente.
Totalmente soddisfatto di esserlo.

“L’ateo che vive dolorosamente e senza ostentazione l’assenza o il silenzio di Dio sperimenta un’angoscia che, a modo suo, è prossima alla «notte oscura» dei mistici e, perciò stesso, lo sappia o no, vive una sua spiritualità, una sensibilità che ha del «religioso», assuma o no nella vita pratica un proprio terreno”.

Nonsense, direbbe un anglosassone (o “Nunsense”, divertentissimo musical sulle suore al cui confronto “Sister Act” è uno spettacolino per bambini… e in fondo lo è).
La “notte oscura dei mistici” è effettivamente tale: una brutta malattia psichica. Al giorno d’oggi riconosciuta come tale, ma un tempo riconosciuto come “santità” oppure “servitù al demonio” a seconda dei casi.
Bastava poco.
-Da quale orecchio senti le voci?- domandava l’inquisitore.
-Da destra!-
Ed eri santo/a.
-Da sinistra!-
E subito si accatastavano le fascine per il rogo.
-In stereofonia!-
E, per precauzione, si accatastavano le fascine per il rogo. Tanto il signore in caso di innocenza ti avrebbe accolto…

“Sensibilità”, dicono.
Ma noi che invochiamo una degna morte per Eluana Englaro (e per tutte le altre 3000 persone in Italia che sono nella sua stessa situazione), non saremmo sensibili?
E loro che si oppongono, sono sensibili?
La domanda è retorica. Ma non fa mai male ripeterla.

Stefano Bottoni

@ Stefano Grassino

“Quando faccio il cattivo è perchè sono ateo. Quando sono buono è dio che mi illumina.”

Pensa, purtroppo, anche a questa cosa che spesso accade negli ospedali:

“Se il paziente guarisce, si ringrazia dio. Se il paziente muore, si fa causa al medico”.

Tiziano

Non so voi, ma ho l’impressione che stiano cercando di far passare gli atei come persone che seguono una fantomatica “moda”, e che questa (come ogni moda) sia destinata a passare. Se si tratta di usare un fenomeno rafforzativo nei confronti dei cattolici, devo dire che è piuttosto debole; se invece pensano davvero questo, allora s’accorgeranno troppo tardi che la moda non è passeggera proprio perché non è una moda: si può definire un rifiuto di credere, una presa di posizione politica e/o intellettuale, un pensiero che possiede fondamenta più solide e verificabili di qualunque dogma, ma si accorgeranno troppo tardi del loro errore…

fab

Il bello è che non c’è credente che, quando perde qualche caro, non pianga come una fontana, pienamente consapevole che non è un “arrivederci fra qualche tempo e poi c’è l’eternità per stare insieme”.

Sono proprio quelli che si illudono di credere che in realtà sono atei inconsapevoli.
Sono loro che sentono la limitatezza della fede e conservano il senso dell’evidenza.

Nell’abstract di “Civiltà Atea” si legge: “Il credente che vive allegramente e senza ostentazione la presenza o il frastuono di Dio sperimenta una serenità che, a modo suo, è prossima al ‘progetto collaudato’ degli ingegneri e, perciò stesso, lo sappia o no, vive una sua materialità, una sensibilità che ha dell’ ‘irreligioso’, assuma o no nella vita pratica un proprio terreno.”

gigetta

@ Chris
no sono le morule salvate dalla pillola del giorno dopo grazie ai MPV 😀
e gli aborti spontanei che entrano lo stesso nel novero

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