Savona: ricorso di valdesi al Tar su questione Irc

Una famiglia valdese di Calizzano (Sv) si è rivolta due anni fa al Tar ligure perché considerava minati i diritti dei figli, che di fatto frequentavano l’ora di religione nonostante la scelta di “non avvalersi”, presso una scuola elementare di Millesimo (Sv). Tra pochi giorni si attende il pronunciamento del Tar.

I genitori, alla consegna delle pagelle del primo quadrimestre, hanno notato che alla materia “religione” era assegnato un voto, come se i figli avessero frequentato. Accade molto spesso, soprattutto in scuole piccole e carenti di organico, che i bambini “non avvalentisi” siano comunque obbligati a seguire l’Irc al posto delle materie alternative, di fatto inesistenti. Addirittura, sulle pagelle del secondo quadrimestre, qualcuno della scuola avrebbe cancellato col bianchetto il voto alla voce “religione”.
La madre dei ragazzi, Silvana Ronco, chiarisce: “Abbiamo rifiutato la scheda del primo quadrimestre e fatto diffida qualora il voto non fosse espresso a parte a fine anno e riferito a materie alternative, come previsto dalla legge vigente e dal concordato. Purtroppo però anche la scheda finale si presentava in questa maniera, ed era addirittura rimaneggiata a mano, a quel punto il ricorso è stato praticamente automatico. Noi comprendiamo appieno le difficoltà economiche in cui versano le scuole, ma non si può ragionare solo in termini economici, altrimenti c’è la lesione dei diritti di libertà di coscienza e di educazione da parte dei genitori. […] Inoltre i miei figli venivano portati in altre classi ma non svolgevano l’ora alternativa. Capiamo che questo sia problematico per una scuola, ma tutto l’insieme rischia davvero di diventare discriminante”
A Savona è stato quindi fondato il gruppo “Scuola e laicità”, di cui fa parte anche la signora, perché “in questo periodo in Italia purtoppo assistiamo a continue violazioni di questi diritti sulla libertà di coscienza […] la normativa vigente magari non è il massimo, ma se fosse rispettata quella noi saremmo già contenti perché tutelerebbe molti diritti”.

7 commenti

Manlio Padovan

Non capita solo in scuole piccole. Anche all’IPSIA di Rovigo, che il figlio di amici frequenta, si è invitati ad avvalersi del corso di indottrinamento cattolico oppure si lasciano i figli per strada sotto la responsabilità degli ( assenti ) genitori. I genitori, ovviamente, abbozzano come dicono a Roma per non rischiare conseguenze sul piano dei rapporti tra insegnanti (delle altre materie ) ed i loro figli.

Manlio Padovan

A Rovigo non è possibile fondare un circolo “Scuola e laicità” perché qui, come in tutto il Polesine, ogni iniziativa è in mano ai preti ed ai loro coglioni.

gigetta

tranquilli simili disguidi con la riforma della scuola non ci saranno mai più. non si potrà più scegliere di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica perchè sarà parte integrante e obbligatoria del programma!

Paolo

nulla e’ cambiato da quando anche io frequentavo la scuola, 20 anni fa. Allora, certo, non c’era questa normativa, peraltro disattesa, come abbiamo visto. Pero’ quello che e’ palese da queste testimonianze e’ che la normativa e’ chiaramente boicattata.
C’e’ di peggio, purtroppo, o almeno c’era, essendo la mia una memoria storica riferentesi a 20 anni fa. “Ai miei tempi” il parere del docente di religione pesava sul voto in condotta, eccome. Nessuno, me compreso che ero abbastanza serio e molto secchione, ha mai avuto problemi per questo, anche chi mostrava una certa insofferenza, ma oggi, col clima di restaurazione in atto sotto molteplici livelli (e per i simpaticoni come preti, digos e faccendieri che sorvegliano cosi’ attentamente questo ed altri siti, faccio notare che lo dico da non-comunista), oggi tutto cio’ assume altri significati.

RedGod

Onore ai compagni Valdesi morti sotto la barbarie papista! La vostra fiaccola della libertà splenderà in eterno.
Onore ai valdesi di oggi per le loro battaglie a favoro del popolo GLBT!

longinous

io ero stato costretto dai miei a frequentare l’odiata ora di religione

facevo presenza e leggevo Harry Potter e ogni volta che il “professore” mi domandava perché non seguissi io candidamente rispondevo “perché sono tutte cazzate”

Il bello era che lui mica mi lasciava in pace, ogni volta partiva in quarta cercando di spiegarmi perché fosse logico che quello che diceva fosse vero.

Lo lasciavo parlare finché non cadeva in contraddizione da solo (3-4 minuti di blaterare al massimo) dopodiché lo guardavo con aria di sufficienza e mi rimettevo a leggere senza rispondergli, ci pensava la fragorosa risata dei miei compagni a farlo tornare alla cattedra con la coda fra le gambe.

In fondo a me quelle ore sono servite, in qualche modo: ho imparato qualche rudimento di logica 😀

paniscus

“Anche all’IPSIA di Rovigo, che il figlio di amici frequenta, si è invitati ad avvalersi del corso di indottrinamento cattolico oppure si lasciano i figli per strada sotto la responsabilità degli ( assenti ) genitori.”

Ma alle superiori questo è perfettamente normale, quella di uscire dalla scuola è una delle opzioni previste per legge. In teoria dovrebbero essere offerte ANCHE le attività alternative, ma questo non avviene quasi mai, e anche se vengono offerte non le sceglie quasi nessuno. Però sul modulo ci sono indicate, in modo assolutamente legale e trasparente, quattro scelte:

– seguire religione,
– seguire le attività alternative (se esistono),
– svolgere attività di studio individuale senza uscire dalla scuola,
– uscire dalla scuola.

Se i genitori firmano l’autorizzazione per la quarta possibilità, non c’è nessun problema, i ragazzi escono tranquillamente. Altrimenti, è previsto che se ne stiano in una stanza a studiare da soli (da noi c’è una vecchia aula adibita a biblioteca, e stanno lì), senza andarsene a fare gli scemi in giro per la scuola. Magari i controlli sono un po’ meno stretti che in classe, però la scuola è obbligata a offrire questa possibilità, ci mancherebbe. Non ho mai conosciuto nessun caso di genitore che spingesse il figlio a fare religione per paura che altrimenti uscisse: quello dipende dai genitori stessi, se non vogliono autorizzare l’uscita, basta non mettere la firma su quella casella!

saluti
Lisa

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