Il presidente della sezione feriale della corte d’appello di Milano, Roberto Pallini, ha detto di no alla richiesta della procura generale di sospendere, prima dell’udienza di comparazione delle parti, l’efficacia esecutiva del decreto che consente di non nutrire più Eluana Englaro, in stato vegetativo permanente da sedici anni (cfr. Ultimissima del 10 settembre). La richiesta di sospensiva, presentata da Maria Antonietta Pezza, era stata motivata con ragioni di “eccezionale urgenza”. Ragioni che, secondo Pallini, non sussisterebbero, perché il padre di Eluana non avrebbe alcuna intenzione di ‘staccare le spine’ senza l’autorizzazione della magistratura. La decisione del giudice è stata motivata anche dall’inconsistenza della documentazione fornita da Pezza: un articolo pubblicato sul Corriere della Sera un mese prima.
Eluana, il giudice ha detto no alla sospensiva
28 commenti
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Speriamo che questa agonia termini in fretta.
Per lei e per noi, che siamo costretti a soffrire con lei e con il padre perchè possa andarsene in pace.
E’ un tetro teatro a cui la chiesa ci obbliga!
@ Antonio
condivido pienamente!
Per fortuna, c’è ancora una magistratura indipendente…
Sembra una tragica partita a scacchi…
Ci sarebbe da ridere se la situazione non fosse drammatica.
“La decisione del giudice è stata motivata anche dall’inconsistenza della documentazione fornita da Pezza: un articolo pubblicato sul Corriere della Sera un mese prima”
LA DOCUMENTAZIONE ERA UN ARTICOLETTO SU UN GIORNALE? SIAMO ALL’APOTEOSI. ALL’ANTITESI DEL BUON SENSO. C’E DA RIMANERE AGGHIACCIATI. !!!
La magistratura non è indipendente: come tutte le “forze” in gioco di una società e di uno stato, anche la magistratura è influenzata da vari fattori, tant’è che l’ ultima parola spetta al giudice che può anche esprimere un parere che non sempre è consono a quello di un suo collega. Insomma anche la giustizia è , alla fine, consegnata alla interpretazione delle leggi che il magistrato chiamato a esprimersi può dare.
Premesso questo provate a pensare a che pressioni debbono/possono subire questi uomini e questi ambienti.
Ragazzi bisogna aprire gli occhi e ragionare con la propria ragione e col proprio cuore:
non solo la chiesa è madre di pressioni, ma anche il pensiero comune, il “politicamente corretto” e l’ obiettivo che il “vero potere” ha in quel momento storico.
Detto questo ribadisco che se il padre di Eluana avesse voluto veramente “liberarla” lo
avrebbe già fatto. E’ evidente, invece, che nessuno si vuole “sporcare le mani”, per cui
si sta facendo una bagarre che è più un marketing che un azione di amore.
La magistratura non è indipendente: come tutte le “forze” in gioco di una società e di uno stato, anche la magistratura è influenzata da vari fattori, tant’è che l’ ultima parola spetta al giudice che può anche esprimere un parere che non sempre è consono a quello di un suo collega. Insomma anche la giustizia è , alla fine, consegnata alla interpretazione delle leggi che il magistrato chiamato a esprimersi può dare.
Premesso questo provate a pensare a che pressioni debbono/possono subire questi uomini e questi ambienti.
Ragazzi bisogna aprire gli occhi e ragionare con la propria ragione e col proprio cuore:
non solo la chiesa è madre di pressioni, ma anche il pensiero comune, il “politicamente corretto” e l’ obiettivo che il “vero potere” ha in quel momento storico.
Detto questo ribadisco che se il padre di Eluana avesse voluto veramente “liberarla” lo
avrebbe già fatto. E’ evidente, invece, che nessuno si vuole “sporcare le mani”, per cui
si sta facendo una bagarre che è più un marketing che un azione di amore.
La magistratura non è indipendente: come tutte le “forze” in gioco di una società e di uno stato, anche la magistratura è influenzata da vari fattori, tant’è che l’ ultima parola spetta al giudice che può anche esprimere un parere che non sempre è consono a quello di un suo collega. Insomma anche la giustizia è , alla fine, consegnata alla interpretazione delle leggi che il magistrato chiamato a esprimersi può dare.
Premesso questo provate a pensare a che pressioni debbono/possono subire questi uomini e questi ambienti.
Ragazzi bisogna aprire gli occhi e ragionare con la propria ragione e col proprio cuore:
non solo la chiesa è madre di pressioni, ma anche il pensiero comune, il “politicamente corretto” e l’ obiettivo che il “vero potere” ha in quel momento storico.
Detto questo ribadisco che se il padre di Eluana avesse voluto veramente “liberarla” lo
avrebbe già fatto. E’ evidente, invece, che nessuno si vuole “sporcare le mani”, per cui
si sta facendo una bagarre che è più un marketing che un azione di amore.
Scusate la tripla messaggistica, non è colpa mia ma di un blocco di connessione che non mi faceva vedere che il messaggio era già stato pubblicato!
Spero che la tremenda vicenda degli Englaro si concluda come loro desiderano e al più presto possibile, ma vorrei sollevare una piccola questione, non sarebbe meglio anche fermare il cuore della povera ragazza invece di lasciare che il suo corpo si spenga per fame e sete?
@terzo: “Detto questo ribadisco che se il padre di Eluana avesse voluto veramente “liberarla” lo avrebbe già fatto.” certo, accettando l’umiliazione della clandestinità avrebbe potuto farlo. quindi è per il diritto, non per “marketing”, come un po’ volgarmente suggerisci, che ha condotto e coduce la sua battaglia.
@ivo: “fame” e “sete” sono termini non applicabili al caso di eluana, che non avendo coscienza di sè non può neanche avvertire questi stimoli. se mai “denutrizione” e “disidratazione”.
andrea pessrelli
“fame” e “sete” sono termini non applicabili al caso di eluana, che non avendo coscienza di sè non può neanche avvertire questi stimoli. se mai “denutrizione” e “disidratazione”.
Certo che è tutta un’altra cosa….o no?
@Andrea P.
…
accettando l’umiliazione della clandestinità avrebbe potuto farlo. quindi è per il diritto, non per “marketing”, come un po’ volgarmente suggerisci, che ha condotto e coduce la sua battaglia.
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Puttanate….un vero padre, per il bene dei figli, non si fa fermare dalla “umiliazione della clandestinità”, perchè quello che conta è sua figlia.
Il resto del mondo può andare dove vuole e fare quello che vuole, ma per un padre quello che conta è che sua figlia finisca di soffrire per uno stato vegetativo che lei ha espressamente chiesto di evitare !!!!
Questa è la verità: magari può non piacere, ma è così !!!!
E’ inutile cambiare il nome alle cose o farci dei ragionamenti: lei ha chiesto di essere “liberata” e questo desiderio va esaudito subito da chi ne ha la responsabilità.
e non dalla burocrazia.
Un no alla cultura della morte atea e comunista!
Ecchene n’antra, và !
@papagirl
prima o poi si schiatta tutti, te compresa.
Semmaì diciamo un sì alla cutura democratica e progressista, se fosse per voi giovani balilla del papa alle donne verrebbe ancora messa la cinturà di castità , si brucerebbero gli eretici e le streghe. La cultura della morte è una prerogativa di voi cattolici romani di cui io comunista faccio volentieri a meno.
@Papagirl
@ papagirl
Noi si sarà anche comunisti (a leggere molti commenti, anche vecchi, ne dubito), ma su nessuna nave atea sono saliti nazisti per la loro crociera in sud America…
capisco che tu possa amare la cultura della morte cattolica e conservatrice e detestare quella atea e comunista; sarà perchè avete fatto più punti voi?
@tutti: lasciamo stare la povera piccola papagirl, non sa quel che dice, prima o poi il prosciutto sui suoi occhi marcirà e arà costretta a vedere il mondo come gira
@vito “Certo che è tutta un’altra cosa….o no?”
proprio così, è tutta un’altra cosa: “fame” e “sete” evocano, in chi non abbia nozione di cosa sia uno stato vegetativo permanente da oltre 16 anni, l’idea di una sofferenza consapevole, e danno così un’idea errata delle condizioni nelle quali si è chiamati a decidere nel caso di eluana. fame e sete sono sensazioni e presuppongono perciò lo stato di coscienza; sono funzioni vitali solo indirettamente, in quanto inducono l’organismo a procacciarsi l’energia e l’acqua necessari alla sopravvivenza. far credere che una persona incosciente di sè soffra fame e sete significa disinformare, mestare nel torbido sulla pelle degli altri.
@terzog: se tu non sai cosa sia uno stato di diritto, non è detto che altri non lo sappiano, e come te si accontentino del sotterfugio, accettando la morale di stato purchè – di nascosto – disobbedibile.
stavolta son d’accordo con la bambina papista, NO ALLA CULTURA DELLA MORTE, QUELLA LENTA, INUMANA E PIENA DI TERRIBILI SOFFERENZA FISICHE INSOMMA QUELLA FASCIOCATTOLICA! eutanasia libera per tutti, tranne che per i preti.
@ stefano
aggiungici pure papaboys e papagirls.
x tomaraya
nella categoria preti ci sono anche loro… 🙂
e allora lunga vita attaccata ad una macchina ai preti
@Papagirl
Ultimamente ho avuto un rapporto sessuale con una Papagirl. Il risultato è stato che per riavere indietro il mio “spirito santo” che gli avevo momentaneamente donato (Così ingenuamente pensavo io) ho dovuto mettere di mezzo l’avvocato.
Io credo che il ginepraio cui ci si ritrova parlando di eutanasia e concetto di morte, sia generato da un vecchio equivoco cui incappa la società quando voglia mescolare scienza e fede, che invece sono profondamente inconciliabili tra loro. “Fides et ratio” non sono le due gambe su cui si basa la conoscenza e l’evoluzione, ma due modi diametralmente opposti di concepire il cammino umano. Ora, senza ombra di ironia da parte mia che ragiono da biologo qual sono, la Chiesa concepisce ancora l’essere umano come un insieme di anima e corpo ed essendo depositaria dei beni dell’anima, si deve preoccupare del destino cui essa va incontro nel corso della vita terrena essendo, finche risiede in un corpo, suscettibile di salvazione o condanna. Insomma il vecchio quesito di cartesiana memoria tra res cogitans e res extensa riaffiora in chi non sposa la tesi, molto più terrena e pragmatica, che sensazioni, dolori, percezioni, insomma la COSCIENZA, abbia un riscontro materiale e ben determinato in” loci” cerebrali ormai quasi del tutto localizzati e sottoposti alle leggi della chimica ed elettromagnetismo. Quel “homunculus di Penfield” che gli studenti di medicina o di biologia usano a scopo didattico per evidenziare la correlazione tra attività cerebrale e vita di relazione, è l’uovo di colombo per trovare l’anello di congiunzione tra le due “res” cui si dibatteva l’animo di Cartesio. Ed accettare che un uomo privo della sua attività cerebrale non è più uomo ma un ammasso di cellule vegetative è più facile che lo accetti un biologo che un teologo. La Stato decida quindi una volta per tutte, se le sue leggi debbono seguire gli insegnamenti della Scienza o della Fede perché altrimenti ci si dibatterà sempre in un confronto impossibile ed in un inconciliabile dualismo.
Cosa fanno le papagirl? Sculettano intorno a Paparazzin?
@Dino Licci
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accettare che un uomo privo della sua attività cerebrale non è più uomo ma un ammasso di cellule vegetative è più facile che lo accetti un biologo che un teologo
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Puttanate !!!
Anche un padre e una madre con la P e la M farebbero fatica ad accettarlo: un genitore che per 10-20-30 anni (ma anche per pochi giorni) ha avuto in famiglia un figlio o una figlia che a un certo punto va in stato vegetativo, NON vedrebbe solo un ammasso di cellule vegetative !!!! QUELLO RESTA LORO FIGLIO/A ANCHE SE IN STATO VEGETATIVO, E L’ AFETTO NON VERREBBE MENO PERCHE’ TRATTASI SEMPRE DI PERSONA !!!!!
E che ca..o, stiamo scherzando: non si può passare da “persona” ad “ammasso di cellule”
solo perchè qualcosa di inaspettato ci tra “mutilato” il corpo.
Quando ami una persona non permetti a nessuno di chiamarla “ammasso di cellule”,
tant’è che il suo nome lo continui a pronunciare anche quando lui/lei non ti risponde !!!
Stiamo dando i numeri !!!!
Tu DINO ce l’ hai un figlio o una figlia in stato vegetativo ???