Il caso: nel 1990 un testimone di Geova era stato trasportato, in gravissime condizioni, all’ospedale di Pordenone, dove aveva ricevuto delle trasfusioni di sangue nonostante portasse un cartoncino con scritto “no sangue” (visto che la sua dottrina vieta pratiche mediche di questo tipo). In seguito alla trasfusione però il giovane contrasse l’epatite B.
La terza sezione civile della Cassazione, chiamata a giudicare il ricorso del testimone di Geova, ha oggi sentenziato che la legge italiana riconosce “al paziente un vero e proprio diritto a non curarsi, anche se tale condotta lo esponga al rischio di morte”; tale diritto è “di indubbia rilevanza costituzionale, che emerge tanto dal codice di deontologia medica, quanto dai documenti del Comitato nazionale di bioetica del 1992”.
La corte chiarisce però che tale volontà di non sottoporsi a cure deve essere comunicata con dichiarazione “articolata, puntuale ed espressa” del paziente (che il paziente deve avere con se quando non può esprimersi e che possa così orientare in maniera chiara i medici in casi di emergenza), oppure questi deve nominare un “rappresentante ad acta” che possa confermare di fronte ai sanitari la decisione del rappresentato. Nel caso in cui non ci fossero questi due requisiti, il medico è tenuto a salvare la vita del paziente.
La Cassazione non ha ritenuto sufficiente la dichiarazione del giovane (un semplice cartoncino) quindi non gli ha riconosciuto il danno morale, comunque risarcendogli il danno biologico per la malattia contratta (che sarà quantificato dalla Corte d’appello di Trieste).
Secondo Ignazio Marino è necessario distinguere tra la situazione in cui il paziente discute col medico e chiarisce le sue posizioni e quella di emergenza: “Nel primo caso il medico deve attenersi alle volontà espresse dalla persona ammalata ed è deontologicamente e legalmente vincolato a quanto deciso assieme. Se però una persona arriva in pronto soccorso in stato di incoscienza, in seguito ad un grave trauma, il medico non può omettere il soccorso ed è obbligato a intervenire subito per salvare la vita di quella persona. Ci sono situazioni in cui in meno di un minuto bisogna fare una trasfusione di sangue o quel paziente morirà. Quando la persona recupera la coscienza potrà decidere se continuare a sottoporsi alle cure oppure no”.
Cassazione: su caso di un testimone di Geova ribadisce diritto a non curarsi
20 commenti
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Mi pare che, per una volta, la Corte di Cassazione abbia emesso una sentenza sensata e ben argomentata.
Ovviamente, però, si deve fare un’eccezione per i bambini, al fine di proteggerli dalle decisioni di genitori invasati. Ma questo già si fa negli ospedali: quando arriva un figlio di Testimoni di Geova che necessita di trasfusione, esiste un iter già ben rodato per evitare problemi al bambino (e spesso anche i genitori, sotto sotto, sono d’accordo).
“tale volontà di non sottoporsi a cure deve essere comunicata con dichiarazione “articolata, puntuale ed espressa” del paziente (che il paziente deve avere con se quando non può esprimersi e che possa così orientare in maniera chiara i medici in casi di emergenza)”
E uno dei motivi per cui serve il testamento biologico direi..
E’ paradossale, ma credo che in Italia (ma non solo) verrà prima o poi riconosciuto il diritto di autoderminazione dell’individuo, tra cui “diritto a non curarsi”, ma solo in seguito a motivazioni di tipo religioso (la mia fede mi impedisce di curarmi), mentre qualsiasi motivazione di tipo laico viene prontemente cestinata.
Ma come??
Eluana DEVE essere tenuta in vita fino allo stremo e un pazzo testimone di Geova può fare quello che vuole?
Ma perchè queste favolette-religioni danno alibi che la gente comune non ha?
Sentenza giusta, il testamento biologico e l’affermazione del diritto di autodeterminazione individuale diventano sempre necessari.
Giusta la sentenza della Cassazione, che non fa riferimento alcuno a motivazioni religiose. Con un precedente del genere se il caso di Eluana arriva in Suprema Corte, la decisione non potrà che essere positiva.
I testimoni di Geova se continuano così si estingueranno da soli e questo è un bene. Non vuoi la trasfusione? Crepa.
Ma lasciate l’autodeterminazione anche a chi invece è capace di intendere e volere (al contrario dei TDG) come Beppino Englaro che lotta da anni per dare una fine dignitosa alla sua Eluana.
Per autodeterminbarsi bisognerà dire che lo si fa per questioni religiose…. Siamo alla follia, neppure liberi di scegliere (se non appartenenti ad un’organizzazione religiosa…)
Forse qualcuno dimentica che le persone hanno una COSCIENZA grazie alla quale possono decidere se abortire, togliersi la vita, non farsi curare.
Purtroppo alcune “coscienze collettive” credono che chio non “appartiene ” a loro è privo di coscienza individuale….
@ Francesca:
Credo che non gli abbiano riconosciutro la questione morale solo perchè non “articolata, puntuale ed espressa” . In tal caso il fattore religioso avrebbe avuto il suo peso.
Saaluti
N2RT
Non era per francesca ma per Wov.
Scusate.
Un plauso alla mia “corregionale” Francesca.
Se la religione dei testimoni di geova prevede questo non fargli trasfusioni.
Non li condivido ma almeno sono coerenti, cosa che non sono i cattoipocriti.
La questione è – nel caso non lo sia abbia capito o non lo si vuol capire poichè l’idealismo liberale è duro a crepare (anche senza emotrasfusione…) – che chi manifesta una credenza religiosa riceve dall’ordinamento un trattamento privilegiato rispetto a chi non la manifesta. E’ chiaro? quando si dice “religione di Stato”…porca l’ocheta…Quando si prenderà atto di codesto? ovvero, quando si imposterà la battaglia per la laicità dell’ordinamento sociale sulla base dello smascheramento di tale privilegio fideistico?
Soni anni e anni che si discute su un’ottima legge sul testamento biologico e su un’ottima legge sull’eutanasia,ma si chiacchiera invano,tanto chi COMANDA VERAMENTE E’ LA CHIESA CATTOLICA. NON C’E’ NULLA DA FARE. MALEDETTA CHIESA CATTOLICA!!!!!!!!!!!!!!!!!! Chiesa cattolica che vuole imporre a tutti i suoi valori,unavera e propria dittatura!!!!!!!!!!!!!!!!!! Saluti anticlericali a tutti.
be io credo che ognuno deve esere libero di decidere sulla sua salute…
MA SI PUO DEFINIRE “LIBERO” UNA PERSONA CHE LO FA X MOTIVI RELIGIOSI ED è QUINDI RICATTATO DA DOTTRINE KE LO “COSTRINGONO” ALTRIMENTE NN VA IN PARADISO E PERDE IL FAVORE DI DIO?!
credo ke nn è una scelta libera quella di un testimone di Geova..e morire da martire cosi nn è bello neanke per un credente fanatico!
l’eutanasia invece credo si possa definire scelta “libera”…oltre a farla a mente fredda con tutta la calma possibile!
Condivido appieno la sentenza: non solo sancisce un princio liberale importante, ma permette ai testimoni di Geova di suicidarsi e liberare il mondo dalla loro ingombrante presenza! Contenti loro, contenti tutti (specialmente noi)!
quoto Cataldo!
…esistono ancora in Italia i “più liberi”….
il principio va bene quando si parla di adulti. ma come la mettiamo se chi ha bisogno della trasfusione è un bimbo di pochi mesi? può un genitore decidere di lasciare morire il proprio figlio in nome della sua religione?
E ancora un altra obiezione? Se un medico professa la fede dei Testimoni di Geova può rifiutarsi di fare una trasfusione ad un paziente non testimone?
Bisogna che ci siano delle leggi chiare e precise.
Non so voi. Ma se vedessi una persona che porta un cartellino con su scritto “NO SANGUE”, non so voli, ma io interpretando il messaggio come “non ho abbastanza sangue” per prima cosa gli farei una trasfusione…
Tutti gli altri commenti che si potrebbero fare, vedo li avete già fatti voi.
Guardate che la cosa più scandalosa è il fatto che questo povero cristo abbia contratto l’epatite B dalla trasfusione! Cos’hanno usato, siringhe riciclate o l’infermiere era appena andato al cesso e non si era lavato le mani?
Pensate alla soddisfazione dei TdG, una “prova” in più che le trasfusioni sono dannosissime e la Bibbia (sempre lei) è nel giusto quando le proibisce.
Il sistema sanitario di questo Paese fa pena!