Il ministro per le Politiche comunitarie Andrea Ronchi ha incontrato ieri a Milano l’imam Yahya Pallavicini, i consoli di Egitto, Kuwait, Malesia, Giordania e il console generale della Francia, il viceprefetto aggiunto di Milano e il presidente del consiglio comunale, presso la sede della Coreis (Comunità Religiosa Islamica), per discutere dell’integrazione dei musulmani in Italia: servono “luoghi di culto trasparenti, dignitosi e proporzionati alle effettive esigenze delle comunità islamiche locali, e rifiutiamo la strumentalizzazione dell’Islam per fini politici, l’integralismo, il radicalismo e la logica della ghettizzazione”, afferma il ministro.
Ronchi vuole rilanciare la proposta del referendum consultivo per la costruzione di moschee, che “non devono essere sproporzionate e devono essere fatte nel rispetto delle regole e con i tempi corretti in modo che siano accettate dalla comunità”. Il ministro intende riprendere i lavori della Consulta per l’islam e ripartire dalla Carta dei valori elaborata nel periodo del ministero Amato, bloccati “in seguito alla vergognosa pagina contro lo Stato di Israele fatta pubblicare dall’Ucoii su un quotidiano”, e puntualizzando che “non possiamo dialogare né far gestire moschee a chi nega il diritto all’esistenza di Israele”. Ronchi chiarisce però: “occorre che le Istituzioni facciamo scelte di merito nel sostenere gli italiani musulmani che svolgono un ruolo di orientamento anche per gli immigrati”.
L’imam Pallavicini, vicepresidente del Coreis, si dice contento per “aver riscontrato il vivo interesse del ministro su un progetto europeo di attività triennali finalizzato alla formazione di referenti religiosi e consulenti istituzionali, alla prevenzione del radicalismo, alla promozione del dialogo interreligioso, secondo un modello di cittadinanza europea aperta al pluralismo religioso e all’ordinamento democratico”. L’imam è inoltre pronto a fornire a nome della sua associazione “la nostra esperienza come consulenti delle Istituzioni, anche nell’elaborazione di progetti significativi sulla costituzione di un albo degli imam e sullo statuto delle moschee, ci permetta di contribuire attivamente allo sviluppo dell’Europa contemporanea” e si dice favorevole a corsi che formino imam ‘italianizzati’.
Ministro Ronchi: “Riprendere Consulta per l’islam in Italia”
15 commenti
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luoghi di culto trasparenti
e
favorevole a corsi che formino imam ‘italianizzati’
a prescindere dal fatto che ciò possa essere sensato o meno, questi concetti mi ricordano abbastanza ciò che accade in Cina con la chiesa cattolica ufficiale…. mah….
Ci fossero tutte queste prevenzioni ed accorgimenti per ogni religione, compresa quella cattolica sarebbe un esempio di laicità.
In questo periodo storico, per l’Italia, come non mai è necessario consolidare le istituzione dello stato a tutela della libertà e della laicità.
Che le religioni si mettano d’accordo per far convivere le esigenze dei loro fedeli (di culto e di riunione) nello stesso luogo. Lo Stato concede loro terreni gratuitamente, finanzia le spese per la costruzione di luoghi di culto (8×1000, Min. Beni Culturali, oneri di urbanizzazione secondaria, contributi straordinari…) e chi ci sta non concede l’utilizzo ad altri di diversa religione!!! E’ assurdo socialmente, economicamente, democraticamente e “laicamente”.
Se spuntassero 1000 religioni lo stato dovrebbe preoccuparsi di costruire 1000 luoghi di culto in ogni citta’? Perche’ non fanno a turno e convivono in alcuni centri civici, spartendosi gli oneri? Tante associazioni di cittadini lo fanno gia’, in vari centri civici. I luoghi di culto devono essere di proprieta’ esclusiva e pure pagate da noi tutti?
Non si deve partire dalla carta di Amato ma dalla costituzione italiana depurata quantomeno dell’art. 7.
@Roberto Grendene
Purtroppo ci sono già ora più di mille luoghi di culto in ogni città, prova un pò a contare le chiese.
Ciao a tutti
Roberto Grendene, dovrebbero fare te ministro! Idea ottima!
vorrei solo far presente che nel 790 a.c. (l’epoca di Carlo Magno) nella civilissima CORDOVA in Spagna l ‘Emiro che allora governava fece costruire una moschea MEQZITA con 2 entrate una per i cristiani e una per i mussulmani .
E noi ????????
Anche noi marxisti -leninisti quindi comunisti e quindi atei e convinti che ogni religione sia dannosa per lo sviluppo fisico e psichico del popolo siamo convinti che ognuno debba poter esprimere in luogo idoneo il prorio culto.( Articolo scritto sulla voce di Romagna in riposta).
Se si dialoga si può sempre arrivare a qualcosa.
Cari amici, questo non è e non vuole essere un commento. Chiedo aiuto.
Sto preparando uno stampato da distribuire sabato in questo mio paesucolo sul 20 settembre.
So per averlo letto da qualche parte qui, se non erro, che durante il regno d’Italia un ministro fu licenziato per non avere rispettato la deontologia che gli competeva in base alla laicità dello Stato e delle istituzioni.
Vorrei riportar il fatto come esempio di degenerazione.
Qualcuno di voi mi può aiutare a risalire al fatto storico?
Grazie.
@Andrea
intendevo 1 luogo di culto per ogni religione che lo reclamasse.
con tutte le chiese semideserte che ci sono per praticare culti di spazio urbano se ne e’ occupato veramente troppo.
A dire il vero, qui a Bologna, fa eccezione la Chiesa Metodista Valdese: al suo interno si alternano diversi gruppi religiosi e diverse associazioni, tra cui almeno una associazione laica e laicista quale Scuola e Costituzione (alla quale anche io aderisco) e si sono pure svolte riunioni per ragionare su una consulta per la laicita’ con noi dell’uaar, arcigay, scuola e costituzione e a chiesa Valdese.
Colmo dei colmi, la chiesa metodista valdese, che onora un mimimo il fatto di ricevere contributi pubblici dal Comune aprendo i suoi spazi a diversi culti e diverse associazioni filosofiche, e’ quella che riceve meno: 9000 euro nel 2004, contro i 680.000 della Curia Arcivescovile, 23000 dei testimoni di geova, 54000 degli avventisti 7 giorno, 19000 della comunita’ ebraica, 14000 della comunita’ evangelica Eben-Ezer (ma chi – e quanti – sono questi?!?!?!)
Leggere per credere:
http://www.fileden.com/files/2008/5/17/1916222/ous_bo_2004.pdf
Non bastavano le chiese, pure il cancro dei musulmani adesso?
Intendo di degenerazione negli anni successivi.
@ Roberto Grendene
Mi ha incurisito questa chiesa Eben-Ezer a Bologna: ecco cosa ho trovato.
Da quel che ho capito sono pentecostali.
Ecco il sito di quelli di Bologna: http://www.ebenezerbologna.org/
Per quel che riguarda quanti sono, sarebbe interessante saperlo, soprattutto a fronte della spesa (che anche se più bassa, è comunque considerevole).
Ciò che mi stupisce di più sono i 680.000 alla Curia . Questi soldi da dove vengono? Non dall’ottoX1000, vero?
Saluti
N2RT
@ N2RT
vengono dal Comune, e precisamente dagli oneri di urbanizzazione secondaria
Per maggiori informazoni vedi:
http://www.uaar.it/uaar/campagne/oneri/
In pratica si aggiungono all’8×1000, che gia’ dovrebbe includere l’edilizia di culto.
Di piu’. Si arriva all’assurdo che una spesa per edilizia di culto puo’ essere pagata prima con l’8×1000 dell’irpef dello stato, poi le stesse spese presentate ai comuni che le rimborsano con gli oneri di urbanizzazione secondaria: operazioni di finanza creativa che rimborsano due volte con soldi pubblici la costruzione di chiese sempre piu’ vuote
Non riesco a capire.
Contro l’Islam = a favore della CC.
Ma stiamo scherzando?
Sono il primo a dire che la CC si dovrebbe mantenere da sola e che è uno schifo l’8 per 1000 quasi tutto per loro e si mi dicessero c’è da buttare giù a picconate una chiesa (ad esclusione dei capolavori artistici da restituire allo stato, ovvio) andrei di corsa.
E quindi se tanto mi dà tanto non voglio vedere le moschee. Si comincia con una concessione , poi ne viene un’altra e così via.
Le religioni sono il male del mondo e noi abbiamo in casa un delle peggiori.
Non vedo il motivo di importarne una i cui precetti risalgono al medioevo e sono applicati tali e quali nella società attuale, senza essere passati per nessun cambiamento culturale e sociale. (tipo rinascimento, umanesimo, illuminismo, marxismo, democrazia, laicità).