XX settembre a Roma: continuano le polemiche

Non accennano a placarsi le polemiche in merito alla prolusione con cui Antonino Torre, davanti alla breccia di Porta Pia, ha commemorato i caduti papalini (cfr. tre diverse Ultimissime del 20 settembre). Il comportamento del delegato del sindaco di Roma alla memoria è stato stigmatizzato da più parti, compresi alcuni mezzi di informazione.
Ieri, su Repubblica, Michele Serra ha scritto che il fatto che “il Municipio di Roma festeggi, centotrentotto anni dopo, i propri osteggiatori in armi, è un mistero spiegabile solo con l’indiscriminata ostilità a tutto quanto odora di Repubblica e, su per li rami, di unità d’Italia, di Risorgimento, di emancipazione laica da un potere temporale che fu il principale ostacolo storico e politico al disegno di Cavour e Garibaldi”. Serra si è anche lamentato di tali “papisti in armi […] che con un secolo e mezzo di ritardo provano a contare quante divisioni aveva il Papa”. Vittorio Emiliani, su l’Unità, si è chiesto cosa succederebbe se “Letizia Moratti, domani, celebrasse non gli eroi delle Cinque Giornate di Milano, non Carlo Cattaneo, ma il generale Radetsky e le sue truppe che repressero nel sangue quei moti unitari”. Anche lo storico Giovanni Sabbatucci, sul Corriere della Sera, si è domandato se, a questo punto, ci si debba aspettare che il 4 novembre “vengano ricordati i caduti delle truppe austro-ungariche a Vittorio Veneto nella Prima guerra mondiale […] Tanto vale, se per loro il 20 settembre è un giorno infausto, rifiutarsi di andare alle commemorazioni”. Sul quotidiano dei vescovi Avvenire, oggi Rosso Malpelo / Gianni Gennari definisce l’iniziativa di Torre “una giullarata [che] dà fiato ai clown radicali che dopo il flop del loro convegno sul 20 settembre in riva al Tamigi (“fumo di Londra”) strillano da quattro giorni”.
I radicali hanno infatti annunciato un progetto di legge affinché il XX settembre torni a essere festa nazionale, com’era stata fino al 1930. Ieri il consigliere comunale Paolo Masini (PD) ha omaggiato il sindaco Alemanno di un libro di testo “per un veloce ripasso di storia: dopo il revisionismo su fascismo e Porta Pia, ne ha davvero bisogno”: tuttavia, un suo compagno di partito,
Dario Marcucci, presidente del III Municipio, ha manifestato l’intenzione di cambiare il nome di Piazzale di Porta Pia in Piazza dell’Unità d’Italia.
Infine, Repubblica ha pubblicato oggi un’intervista ad Antonino Torre. Il consigliere alla memoria ha affermato che “la politica utilizza la memoria per dividere, e i morti per continuare ad odiare”. Ha inoltre aggiunto che “un soldato ricorda tutti: vincitori e vinti”, dimenticando però sia di aver ricordato solo “i vinti”, sia di non essere certo intervenuto alla cerimonia di Porta Pia in veste di generale, bensì in quella di rappresentante del Comune di Roma: una figura istituzionale, tenuta a rispettare i principi costituzionali di unità e indivisibilità della nazione e di laicità dello Stato.

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15 commenti

antonietta dessolis

riporto perchè sottoscrivo il miglior commento a questa vicenda, dalla ml ateismo:
Il 20 settembre è un giorno nostro !
Ernesto Rossi il 20 settembre 1959 pronunciò a Firenze queste storiche parole
“…Può commemorare il 20 settembre solo chi vuole abolire il Concordato. Noi non
sentiamo alcun bisogno di un riconoscimento ufficiale del 20 settembre. Anzi,
speriamo che il sindaco Cioccetti si sia dimenticato quest’anno di mandare la
corona d’alloro a Porta Pia per il comune di Roma. Sarebbe un equivoco di meno.
Il 20 settembre è un giorno nostro; non è il giorno dei clericali e dei
fascisti. Il giorno loro è l’11 febbraio, quando l’Uomo della Provvidenza – che
secondo Pio IX – “non aveva le preoccupazioni della scuola liberale”, firmò quel
Concordato che lo stesso pontefice riconobbe “sarebbe stata una follia sperare
dai governi precedenti”.
aggiungo che l’11 febbraio sarebbe sempre valido, perchè la modifica di Craxi del 1984 non l’ha certo migliorato, anzi l’ha peggiorato a danno e beffa di uno stato laico
(es. 8permille) 🙁

Focaral

Sono felice che si siano levate delle polemiche, abituati, come popolo italiano, a soprusi con frequenza giornaliera, pensavo ci sarebbe stato un silenzio rassegnato a quest’ulteriore scandalo… Invece… Meno male che abbiamo ancora la forza di indignarci.

Massi

All’idea civile degli italiani di sovranità repubblicana fa difetto un’altra idea di sovranità che invece discenderebbe da “un sovrano assoluto”.
Il Concordato, come ebbe a definirlo Gramsci, pone due sovranità in uno stesso Stato.

Manlio Padovan

Grazie ad antonietta dessolis. Com’è rincuorante leggere parole che nulla lasciano al dubbio, alla interpretazione.

noone

qualcuno conosce il link all’intervista a Torre su Repubblica? grazie 😉

Asatan

Dopo questa storia disgustosa mi domando se alle prossime celabrazioni della liberazione verranno ricordati con le lacrime agli occhi i poveri gerarchi fascisti giustiziati e le nobili camice nere cadute per difendere il duce!!! Ovviamente con anessa tirata sulla giustizia delle leggi razziali (San Sabba serviva per aiutare gli ebrei, parblesu!!)

juan valdez

Approvo senza riserve l’idea dei radicali che il 20 settembre ritorni ad essere festa nazionale.
Questa festività servirebbe a ricordarci che fino al 1922 l’Italia era uno stato laico (con tutti i dovuti distinguo che debbono essere utilizzati rapportando questa qualifica allo sviluppo socio-economico del nostro paese nei sessanta e passa anni che intercorrono dalla nascita dello stato italiano all’infausto concordato fascista) e che per tutto quel periodo di tempo non sentì la necessità di avere come sponda politica lo staterello teocratico d’oltretevere, ne provò mai il bisogno di ascoltare le elucubrazioni dei suoi monarchi assoluti.
Inoltre questa festività come il 2 giugno ci spronerebbe a impegnarci per la nostra nazione.

Giuseppe C.

Quelli di Caterpillar (Radio2 RAI) ieri ne hanno parlato…
CATERPILLAR Seconda parte del 22/09/2008

Il consigliere comunale di Roma ricorda i soldati di Pio IX alla breccia di Porta Pia Ardemagni ricorda Il Barbarossa nella battaglia di Legnano

http://www.radio.rai.it/podcast/A0031777.mp3

Il file pesa 23,0 MB, ma gia’ 1,9 MB (160 secondi ca.) possono bastare. A seguire Ardemagni simula un’altra revisione storica.

Paolo P.

Invito tutti a spedire al Presidente Napolitano richiesta di spiegazioni sulla mancata spedizione di una corona di fiori a Porta Pia, come gli altri anni e di chiarire perchè non ha ritenuto di commentare la scandalosa commemorazione: io l’ ho già fatto!

gianfranco

La questione ha avuto un altro supporter generoso in serata.
Maurizio Crozza nell’introduzione satirica di Ballarò (rai3) ha ricordato la sprovveduta commemorazione dei papalini e ha aggiunto che di questo passo potranno erigere una statua ad Attila…
Ho goduto come un cinghiale.
Cercatevi domani il replay in rete.

http://www.rai.tv/mpprogramma/0,,RaiTre-Ballaro%5E17%5E17447,00.html

simona valesi

è disgustoso che si celebrino i soldati papalini, anche per il fatto, notevole, che pochi si ricordano che allora gli ebrei di Roma, di fatto ancora schiavi nel ghetto, dalla caduta del potere temporale dei papi hanno ottenuto finalmente la libertà: i soldati del papa invece difendevano la schiavitù, e non solo quella degli ebrei (come d’altronde fanno oggi i papi). Ma evidentemente di questo non si ricorda nessuno

vico

@se avesse schiacciato Leone Magno gliela facevo io la statua a Attila. 🙂

Pietro2

Io non so se il generale Antonio Torre ha prestato giuramento presso il Comune di Roma prima di assumere la carica Istituzionale di rappresentante nel Consiglio Comunale.
se così è allora costui va denunciato per alto “tradimento intellettuale” e le sue pseudo giustificazioni “la politica utilizza la memoria per dividere , e i morti per continuare ad odiare”non valgono per la gente democratica. Voglio ardentemente sperare che i Generali in pensione o in servizio non siano di questa pasta perchè altrimenti varrebbe la pena di chiedere asilo politico in qualsiasi Paese fuori dell’Italia. Si giura o non si giura di rispettare i valori e i principi costituzionali di unità della nazione e la laicità dello Stato? se è così allora va incriminato come spergiuro. Immagino che la nostalgia per la “repubblica di salò” è forte, ma signor generale, ci arrivi per gradi e con gli amici di cordata che si ritrova non dovrebbe essere così difficile…………. a meno che il popolo non si ribelli.
E si ribellerà ne stia sicuro, ne stia sicuro si ribellerà.

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