Benedetto XVI: “parità” e “riconoscimento civile” per la scuola cattolica

Durante un’udienza concessa presso Castel Gandolfo ai partecipanti di un convegno promosso dal Centro studi per la scuola cattolica dell Cei dal titolo “Oltre l’emergenza educativa: la scuola cattolica al servizio dei giovani”, Benedetto XVI ha insistito sulla richiesta di una “parità” tra la scuola cattolica e quella statale.
Riferendosi indirettamente alle riforme scolastiche in atto, il papa ha affermato che “occorre favorire quella effettiva uguaglianza tra scuole statali e scuole paritarie, che consenta ai genitori opportuna libertà di scelta circa la scuola da frequentare”.
Benedetto XVI prosegue: “Per essere scelta e apprezzata occorre che la scuola cattolica sia conosciuta nel suo intento pedagogico; è necessario che si abbia matura consapevolezza non solo della sua identità ecclesiale e del suo progetto culturale, bensì pure del suo significato civile, che va considerato non come difesa di un interesse di parte, ma come contributo prezioso all’edificazione del bene comune dell’intera società italiana”.

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58 commenti

Lucia

@ Massi

Non sono d’accordo.
Non accettano mica solo i dollari ($), ma anche le sterline (£) e gli euro (€) direi!

Così è più corretto:
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Bruno Gualerzi

Ormai con questo papa – da questo punto di vista particolarmente sprovveduto per cui prevedo ci sarà da parte di qualcuno qualche ‘precisazione – non ci si nasconde nemmeno più dietro le parole.
Si dice, ‘papale papale’, che “è necessario che si abbia consapevolezza non solo della sua (della scuola cattolica) identità ecclesiale e del suo progetto culturale, bensì pure del suo significato civile, che va considerato non come difesa di un interesse di parte, ma come contributo prezioso all’edificazione del bene comune dell’intera società italiana”.
Insomma, lo vuol capire o no lo stato italiano che sovvenzionando la scuola cattolica non fa un favore al Vaticano, ma che è il Vaticano che fa un favore allo stato italiano?

Rothko61

Si potrebbe anche essere d’accordo… totale parità: quindi niente privilegi, basta diplomifici per pluribocciati col portafoglio gonfio, ecc. ecc.
E, per par condicio, così come nella scuola (presunta) laica c’è l’ora di religione, occorrerebbe prevedere un’ora di teoria ateistica nelle scuole cattoliche!!!
Mi offro come insegnante, anche senza retribuzione 🙂

Massi

Parità nella scuola pubblica e laica: dove soggetti di diritto sono i ragazzi.
Non “fra le scuole”: dove soggetto di profitto prima di tutto è il clero.

Rothko61

A proposito di parità tra scuola cattolica e scuola statale, vi segnalo l’articolo di pag. 23 del Corriere della Sera di oggi.

Titolo:
“Aumento solo ai docenti di religione.
Collega di diritto fa causa: risarcita”

Dall’articolo si evince che un insegnante precario di religione guadagna fino a 130 euro netti al mese più di un suo collega di qualunque altra materia, a parità di anzianità e di ore insegnate.
Ora una professoressa di diritto, su iniziativa dei Radicali, ha vinto una causa risarcitoria.

denis_1

bene che comincia a tirare fuori la “la pila” cosi equipara le SUE scuole con quelle italiane e non se ne parla piu. Non si capisce perchè dobbiamo essere noi a pagare le SUE scuole. Siamo al verde e poveretti e comincino loro a tirare fuori un po di soldini. Noi ringraziamo.

terzog

Io non mi preoccuperei: lasciamoli fare, accettiamo la parità fra scuole statali e non statli e vediamo cosa succede.
Sarà la qualità che farà la differenza, per cui il merito !!!
I diplomifici non hanno bisogno di questa parità: che ci sia o non ci sia, essi resteranno diplofici. Per evitarli non bisogna evitare la parità, ma controllare la veridicità della loro preparazione e dei loro esami.

Giuliana

Mi sembra che la Costituzione italiana parli chiaro: Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, SENZA ONERI PER LO STATO.
Mi sembra che l’articolo 33 non lasci spazio a interpretazioni!

g.b.

“Occorre favorire quella effettiva uguaglianza tra scuole statali e scuole paritarie”:propongo di assumere i docenti per concorso oppure sulla base di regolari graduatorie anche nelle scuole paritarie. Purtroppo la Gelmini vorrebbe l’opposto: docenti assunti per chiamata nominativa anche nella scuola statale(vedi disegno di legge del 5 febbraio 2008)in nome dell’ “attuazione del merito nella società”(la raccomandazione evidentemente per il ministro è un titolo di merito).

frescateo

AIUTO ONU CI VUOLE TOGLIERE ANCORA DENARI VUOLE CHE GLI SI MANTENGANO LE SCUOLE DOVE INSEGNANO ; SIC INDOTTRINANO I POVERI BAMBINI ,PLAGIANDOLI ALLE LORO IDEE ;COL RISCHIO CHE TUTTI CONOSCIAMO BENE , VISTO COME VANNO LE COSE .
MA NESSUNO DICE NULLA ??? CHI VUOLE LE SCUOLE CATTOLICHE CI VADA E PAGHI .
GIUSEPPE CE’ ANCORA BISOGNO DI TE IN QUESTA ITALIA PAPALINA…X GIUSEPPE
INTENDO GARIBALDI NON IL PADRE FALEGNAME…….. COSTITUZIONE TRADITA ????
SPERO DI NO……

Barbara

“……che va considerato non come difesa di un interesse di parte…”

Scusa non richiesta accusa manifesta.

tomaraya

@ Giuliana
ma della costituzione a rzzngr prende solo quello che gli conviene, il resto fa finta he non esiste.

venezia63jr

Se sono private non possono essere pubbliche,qui e’ la solita furbata di chi vuole tutto e nello stesso tempo far pagare a tutti i suoi capricci.

Sandra

Da un certo punto di vista non e’ sbagliato. Ognuno di noi, cristiano ateo ebreo musulmano, ha un suo modo di vedere la vita, e questa sua visione e’ quello che passera’ ai figli, piu’ o meno volontariamente. Se io, come non credente, non voglio che ai miei figli venga imposta una visione religiosa della vita, e’ anche vero che con gli stessi diritti un credente vorra’ un’altra cosa. In linea di principio lo stato deve essere neutrale sotto questo aspetto (in quanto scelta individuale), e garantire a tutti il tipo di educazione desiderata per i figli. Dire che poi ognuno puo’ recarsi al tempio della propria religione non e’ garanzia di educazione “neutra”, perche’ anche in una scuola aconfessionale non c’e’ nessuna garanzia che l’orientamento neutro sia rispettato: un docente di scienze per esempio come dovra’ regolarsi parlando di evoluzionismo?
In teoria credo sia giusto che ogni cittadino possa scegliere. D’altra parte da noi c’e’ sempre stata una sola alternativa, dato che lo stato era confessionale, e per certi versi lo e’ ancora, e cattolico per giunta, la religione piu’ potente del mondo. Certo che in questi tempi di crisi economica e’ difficile immaginarsi uno stato come il nostro in grado di provvedere a una corretta educazione per ogni inclinazione, pero’ se vale per i cattolici vale per tutti, allora anche per la scuola ebraica, musulmana, e perche’ no?, quella UAAR: e rilancio anche dicendo che una scuola privata ma parificata “alla ratzinger ma UAAR, che si caratterizzi per una buona impostazione scientifica, avrebbe molti iscritti!! Altro che valori cattolici, i figli devono essere ben preparati e proprio nelle materie scientifiche se vogliono trovare lavoro nei prossimi 10-20 anni.

PO

D’accordissimo sulla parità fra scuola pubblica e privata, ma perché fermarsi lì?
Coerentemente voglio la parità fra polizia pubblica e la mia privata, che lo Stato mi deve sovvenzionare; e parità fra trasporto pubblico e privato, perché l’erario non mi finanzia una Ferrari per gli spostamenti?
Già che ci siamo introduciamo paritariamente una magistratura privata.

Questi str&$zi ci pigliano per il c%/o, e non senti mai una vocina ingenua che chiede “ma prima di tagliare con la mannaia i fondi per la scuola pubblica, non sarebbe il caso di limitare un po’ le regalie alle scuole confessionali?”

Asatan

@terzog

C’è un piccolo problema:

la scuola statale potrà contare SOLO sui finanziamenti dello stato
le suole cattoliche sui finanziamenti statali E sulle rette

Ne conseguirà che le strutture, le attrezzature e i professori non potrenno venire pagati per la scuola pubblica. Perchè? Perchè i soldi per foraggiare le private saranno tolti alle pubbliche.

Ci troveremo come negli USA: con le scuole statali che cadono a pezzi e le private che, bontà loro, ogni morte di papa concederanno una borsa di studio a qualche morto di fame.

C’ poi anhe il piccolo dettaglio dell’incostituzionaità della cosa.

Credete che fianzieranno anche le altre scuole private? Svizzera, Steineriana, Americana, Ecc?

rosalba sgroia

@ Rothko61

Ho segnalato questa notizia “Aumento solo ai docenti di religione.
Collega di diritto fa causa: risarcita” sul mio blog e anche alle ultimissime.

Diffondete la notizia ai vostri amici insegnanti precari! Io lo sto facendo.
La ministra deve risarcire gli insegnanti pagati di meno di quelli di Religione Cattolica, moltissimi entrati solo con il benestare della Curia.
Potranno presentare ricorso tutti i precari che hanno avuto almeno due incarichi annuali più quelli che sono passati di ruolo dal 2003 in poi: in tutto 200.000!!

Antonio

“occorre favorire quella effettiva uguaglianza tra scuole statali e scuole paritarie”

una scuola cattolica è necessariamente diversa da una statale, quindi si favorirebbe un non senso.

“va considerato non come difesa di un interesse di parte ma come contributo prezioso all’edificazione del bene comune dell’intera società italiana”

hahahahahahah! bella questa!

Magar

Niente denaro pubblico alle scuole ideologiche!
L’unica istruzione che merita incentivi statali è quella pubblica e priva di condizionamenti ideologici.
La quale peraltro non versa in buone acque: e noi dovremmo pure pagare la mini-madrassa a qualche genitore che vuole clonare le proprie idee nella testa dei figli?

Kaworu

magar, il problema più che la madrassa è la qualità che definire scadente è un eufemismo delle scuole cattoliche.

si paga e ci si diploma.

capre che fanno 5 anni in uno ed escono senza saper scrivere il proprio nome.

vito

http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=2570

http://www.agescverona.it/index.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=15&Itemid=32

un riassuntino per chi non ha voglia di leggere troppo:

COSTI PER LO STATO:

un bambino della materna statale 6.116 euro, 584 euro se alla paritaria;

un alunno della primaria statale 7.366 euro, 866 euro se della paritaria;

uno studente delle medie statali 7.688 euro, 106 euro se di una paritaria;

uno delle superiori statali 8.108 euro, 51 euro se in una paritaria.

Più di sei miliardi di euro: tanto dovrebbe spendere lo Stato se tutti gli iscritti alle scuole private dovessero da oggi a domani passare alle scuole statali.
La Costituzione, articolo 33, terzo comma, dice esplicitamente che la creazione di scuole per libera iniziativa può avvenire, ma «senza oneri per lo Stato». Ma dove sarebbero questi oneri? Al momento lo Stato spende per le scuole private qualcosa come 500 milioni di euro circa, e intanto ne risparmia sei miliardi per il semplice fatto che le scuole provate esistono. Il guadagno netto, se così si può dire, è di cinque miliardi e mezzo. Ripetiamo: dove sono questi oneri?

antonietta dessolis

@Giuliana
“Mi sembra che la Costituzione italiana parli chiaro: Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, SENZA ONERI PER LO STATO.Mi sembra che l’articolo 33 non lasci spazio a interpretazioni!”
E INVECE Sì 🙁
il più corposo stravolgimento di questo principio laico lo ha prodotto un certo luigi berlinguer ministro p.i. nel 2000 che ha fatto ciò che neanche la DC aveva osato: ha riconosciuto il “servizio pubblico” alle scuole private parificate, da qui, con il magico escamotage sofistico di “sussidiarietà” aggirata la Costituzione e aperti i rubinetti al fiume di danaro sottratto alla pubblica…il resto è cronaca quotidiana, la moratti e la gelmini hanno trovato la strada già spianata e rispondono al papa re “obbedisco”!

Massi

Vendevano le indulgenze per la vita eterna, cosa vuoi che sia oggi vendere diplomi per lavori precari.

Otto Permille

Guarda caso quando si tratta di fornire una istruzione in cui sono necessari investimenti su costose strutture, il vaticano scappa e dimostra il massimo disinteresse. Ciò che interessa è espressamente un investimento di natura ideologica. Così tentano di assaltare le scuole materne ed elementari e, a livello speriore, licei e istituti magistrali.

Andrea77

Io farei uno scambio.
Parità della scuola in cambio del battesimo solo alla maggiore età.
Vediamo quanti pampini fanno in skuola kattolika.

Andrea77

E poi, immaginatevi se la maggioranza degli studenti italiani frequentasse le scuole cattoliche…sarebbe la fine della ricerca scientifica, del libero pensiero, della libertà di professarsi atei…
Sarebbe la definitiva consacrazione dello stato pontificio italiano.

gigetta

per raggiungere la vera parità dovrebbero avere gli stessi pochi soldi della scuola italiana i banchi a pezzi i tetti che non si capisce se ci sono i cessi che non sono turchi ma quasi
vogliamo parlare delle aule universitarie? una a levante l’altra a ponente e tutte ridotte ai minimi termini. allegria! ogni tanto riusciamo a costruire un ascensore per i disabili rendiamo grazie a dio!
parliamo ora dei fondi che arrivano alle università…hauhauahauhauha! meglio di no
ha ragione ratzi parità! ma nel vero senso della parola

Pierluigi

Notiamo tutti con grande sorpresa che il Vaticano finalmente auspica il “riconoscimento civile”.
Non però delle unioni di fatto, bensì delle scuole cattoliche.

Toptone

Cantava 30 anni fa sulla RAI di allora un certo Zero tutto lustrini e paillettes:

Soldi soldi, mani protese sguardi ingordi…

E Nazinger, col suo sorrisetto da faina tutto scarpette ed ermellini, quanto ci costerà?

denis

Io sarei pure d’accordo, a patto che si elimini l’insegnamento di religione a nelle scuole statali.

alberto

Costituzione della Rapubblica Italiana, articolo 33, comma 2°:

“Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.”

L’espressione “SENZA ONERI PER LO STATO” non è ancora stata eliminata dal testo della Costituzione. Per cui faccia le sue scuole ma non pretenda parità (che tra l’altro è intesa solo ed esclusivamente “dateci soldi”.

Sono stufo!!!

Sergio

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, SENZA ONERI PER LO STATO.
Mi sembra che l’articolo 33 non lasci spazio a interpretazioni!

E’ inutile il richiamo al dettato costituzionale, di fatto sotterrato da tutti – destra e sinistra.

Bisogna però onestamente ammettere che chi manda i figli in una scuola privata e paga la retta paga due volte: la scuola privata e la scuola pubblica. Se ho il diritto – costituzionale – di istituire una scuola privata non devo essere obbligato a pagare due volte. Insomma, quel “senza oneri per lo Stato” non quadra del tutto. Posso anche un po’ capirli i cattolici.
Mi sembra che se ne potrebbe discutere, anche se sappiamo qual è il fine ultimo della scuola privata, in gran parte cattolica: la religione come valore supremo, il coronamento dell’insegnamento; fare degli allievi dei bravi ometti papofili, meglio ancora se papolatri.

Sandra

@ Vito

Non capisco la progressione dei costi, nella scuola statale un alunno costa piu’ o meno sempre la stessa cifra, da materna a liceo (e gia’ faccio fatica a capire perche’ ma vabbe’). Ma non mi spiego proprio come in una scuola privata un alunno costi 800 euro alle elementari e solo 50 al liceo: come e’ possibile?

Immagino che la differenza di costi sia coperta dagli stipendi pagati con l’8 per mille, quindi con oneri per lo stato. Una suora o un prete docente non ricevono uno stipendio extra per la loro attivita’ immagino, quindi il costo del personale di un istituto privato sono pari a zero (cioe’ pagati dallo stato), mentre le rette sono incassate dall’istituto. Sarebbe interessante sapere qual e’ la percentuale di suore/preti che insegnano, e dove si sono laureati e con che punteggio. Visto che il diritto dei ragazzi e’ di ricevere la migliore formazione possibile, andiamo a vedere se davvero la ricevono in questi istituti. Dovrebbero essere gli stessi istituti privati a far valere la propria vantata eccellenza mostrando, qualora sia il caso, il livello di formazione dei propri docenti.

Massi

@ alberto
neanche l’articolo 11, nel quale è scritto: “L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA COME STRUMENTO DI OFFESA ALLA LIBERTà DEGLI ALTRI POPOLI E COME MAZZO DI RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE INTERNAZIONALI” e invece stiamo mandando potenti arei da guerra in Afghistan, in “missione di pace”: che poi non potrebbe voler dire altro che non partecipare agli scontri ma impedire lo scontro fra contendenti. Con gli aerei da guerra?

Ivo Mezzena

Le scuole cattoliche sono aziende come tutte le altre e quindi devono arrangiarsi a sopravvivere!

Giovanna

@ Andrea 77
Ottima la tua proposta di scambio. Però riformulerei la parte finale del tuo commento in questo modo:
Fediamo poi, topo tanti ani di skvola reliciosa, kvanti rakazzi sceglierano di farsi patezare …

CandyFruit

@Vito
hai scoperto l’acqua calda? E’ ovvio che le scuole private costano meno allo stato rispetto, visto che sono finanziate principalmente dalle rette pagate dai genitori degli allievi, il punto è che la scuola deve essere un servizio accessibile a tutti dal punto di vista economico e , dal punto di vista dei contenuti, fornire un’istruzione neutrale, pluralistica, senza condizionamenti ideologici. Lo stato non deve finanziare nessun tipo di scuola privata. Lo dice chiaramente l’art.33/2 della Costituzione. Scuola privata finanziata dallo stato è un controsenso.

zatarra

Il Sig. Vito asserisce

*******************
COSTI PER LO STATO:

un bambino della materna statale 6.116 euro, 584 euro se alla paritaria;

un alunno della primaria statale 7.366 euro, 866 euro se della paritaria;

uno studente delle medie statali 7.688 euro, 106 euro se di una paritaria;

uno delle superiori statali 8.108 euro, 51 euro se in una paritaria.

Al momento lo Stato spende per le scuole private qualcosa come 500 milioni di euro circa, e intanto ne risparmia sei miliardi per il semplice fatto che le scuole provate esistono. Il guadagno netto, se così si può dire, è di cinque miliardi e mezzo. Ripetiamo: dove sono questi oneri?”
**********************

Questo è un ditattico esempio di come rigirare la frittata.

Non capisco Sig. Vito, Lei che vorrebbe?
Che lo Stato risparmi 6 miliardi chiudendo tutte le scuole pubbliche? In maniera tale che l’istruzione fosse accessibile solo ai figli di famiglie in grado di pagare la retta? (perchè è matematico che il gap ad esempio tra gli 8.108 euro ed i 51 di uno studente delle superiori è colmato con la retta pagata dalle famiglie).

Oppure che lo Stato dia sovvenzioni (e questo è quello che la Chiesa vuole in realtà) a tutte le famiglie che scelgano di mandare i loro figli nelle scuole private? facendo si che tutti i contribuenti (cioè quelli che pagano le tasse, lavoratori dipendenti in primis), volenti o nolenti si vedrebbero costretti con l’imposizione dello Stato a finanziare un’istituzione di parte? è questa la liberta di scelta che Lei vuole?

E poi non è vero che le cosiddette parificate ricevono solo 500 milioni annui. Per esempio alla fine del 2006 la cifra ricevuta dallo Stato era di circa 567 milioni. Ma poi ci sono tutti i finanziamenti delle regioni e degli enti locali; facendo un calcolo approssimativo la cifra diviene più del doppio rispetto a quella elargita direttamente dallo Stato. Anche se una sentenza dello scorso 27 febbraio, pubblicata in Aprile del 2008 sulla Gazzetta Ufficiale, pronuncia che sono le Regioni e gli enti locali (Province e Comuni) le uniche titolate a finanziare le scuole private. Poi sinceramente non so come è andata a finire.

Comunque il punto è che sarebbe un chiaro atto autoritario se lo Stato mi costringesse a finanziare con le mie tasse una scuola di parte (che poi è una cosa che gia avviene).
Se volete una scuola cattolica pagatevela con i vostri liberi contributi, senza gravare di una lira (pardon! di un euro) sulle tasche della collettività. E se ci sono famiglie che non possono pagare le rette per mandare i loro figli nelle scuole cattoliche che intervengano quelle facoltose presenti tra le vostre folte schiere: che cavolo! dov’è finita la solidarietà cristiana?

Giovanna

@ Andrea77
Ottima la tua proposta di scambio. Però riformulerei la parte finale del tuo commento in questo modo:
Vediamo poi, dopo tanti anni di scuola religiosa, quanti diciottenni sceglieranno di farsi battezzare…

Giovanna

@ Pierluigi

Devi capire che b16 ha un concetto piuttosto limitato di cosa significhi la parola “civile”.

Giacomo

@Sergio
non sono d’accordo, chi manda i figli alle scuole private non paga due volte, le imposte
si pagano punto e basta, non è che ognuno possa dire: il usufruisco solo del tale servizio
e quindi pago solo per quello. Io ad esempio figli non ne ho, sono forse giustificato se dico
che non voglio pagare le imposte per la scuola (pubblica o privata che sia) ? No. Quando un servizio richiede sforzi organizzativi e finanziari complessi ed enormi chiunque con le imposte ne contribuisce, altrimenti sarebbe un costo troppo grande per quelli (pochi o tanti che fossero) che ne usufruiscono: è giusto che sia così.

juan valdez

Riconoscere la scuola cattolica e permettere alla stessa di diffondere insegnamenti contrari all’etica democratica di uno stato laico? riconoscere il ruolo che questa scuola ha nel progresso civile di una nazione?
Qui stiamo dando i numeri e cosa peggiore la cricca che ci governa da alle scuole cattoliche fior di finanziamenti diretti e indiretti a scapito della statale. Da agli insegnanti di religione il posto di lavoro mentre si prepara a tagliarlo agli insegnanti precari e non spende più una lira per l’edilizia scolastica o la messa in sicurezza delle scuole costruite prima dell’introduzione delle normative di sicurezza.
Secondo me b16 ha capito che il berlusca intende affossare la scuola statale e mette le mani avanti per fregare sul tempo i possibili concorrenti nel lucroso bussines dell’educazione.

vito

a zatarra e altri

In Europa la libera scelta della scuola è molto più garantita che in Italia, dove a scegliere sono solo quelli che hanno i soldi per permettersi le rette.

La Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 marzo 1984 afferma, tra l’altro, che “il sistema scolastico deve rispondere alle relative disposizioni della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e la liberà” (art. 4); quindi c’è un impegno preciso da parte dei Paesi membri di rivedere le strutture scolastiche in ottica europea. Inoltre si chiede che “la libertà di insegnamento e di istruzione deve essere garantita; (…) spetta ai genitori decidere in merito alla scelta della scuola per i loro figli” (art.7).

C’è poi un paragrafo, che sembra scritto apposta per l’Italia. Esso dice: “Il diritto alla libertà di insegnamento implica per sua natura l’obbligo degli Stati membri di rendere possibile l’esercizio di tale diritto anche sotto il profilo finanziario e di accordare alle scuole le sovvenzioni pubbliche necessarie allo svolgimento del loro compito e all’adempimento dei loro obblighi, in condizioni uguali a quelle di cui beneficiano gli istituti corrispondenti, senza discriminazioni nei confronti dei gestori, dei genitori, degli alunni e del personale” (art. 9).

“Tutti i Paesi europei, fatta eccezione per la Grecia, prevedono un finanziamento pubblico per le scuole private” (da L. BIGGERO, Il sistema scolastico italiano: un approccio
post-fordista, in L. BENADUSI, R. SERPIERI (a cura di), Organizzare la scuola ell’autonomia,
Carocci, Roma 2000)

Il finanziamento varia: va da un massimo per cui tutte lespese vengono coperte (Olanda, Spagna per l’istruzione di base), a un minimo per cui vengono finanziati solo alcuni progetti: varia anche la possibilità di accesso delle scuole non statali alle provvidenze previste per quelle statali. Le forme più diffuse di finanziamento sono distinte fra:
• finanziamento alle scuole: convenzioni, pagamento degli insegnanti purché abbiano gli stessi standard degli insegnanti delle scuole pubbliche, finanziamento delle spese previste
dal progetto di istituto fino a un massimo fissato per legge (tranne le eccezioni sopra indicate, il finanziamento della scuola non statale non copre mai il 100% delle spese), finanziamento di tipo capitation, legato al numero degli iscritti;
• finanziamento alle famiglie: buoni scuola nelle varie for-me possibili, detrazioni fiscali, prestiti d’onore, borse di studio e in generale accesso alle facilitazioni previste per la
scuola pubblica. (L. BINANTI, Scuola pubblica e privata nel mondo, Armando, Roma 2001.)

Da noi siamo ancora molto vicino al concetto sovietico o fascista della “Scuola di Stato” come -praticamente- unica chance educativa per chi non è ricco.

vito

Tutti i Paesi europei, fatta eccezione per la Grecia, prevedono un finanziamento pubblico per le scuole private.

Il finanziamento varia 3: va da un massimo per cui tutte le spese vengono coperte (Olanda, Spagna per l’istruzione di base), a un minimo per cui vengono finanziati solo alcuni
progetti. Le forme più diffuse di finanziamento sono distinte fra:
• finanziamento alle scuole: convenzioni, pagamento degli insegnanti purché abbiano gli stessi standard degli insegnanti delle scuole pubbliche, finanziamento delle spese previste
dal progetto di istituto fino a un massimo fissato per legge (tranne le eccezioni sopra indicate, il finanziamento della scuola non statale non copre mai il 100% delle spese), finanziamento di tipo capitation, legato al numero degli iscritti;
• finanziamento alle famiglie: buoni scuola nelle varie forme possibili, detrazioni fiscali, prestiti d’onore, borse di studio e in generale accesso alle facilitazioni previste per la
scuola pubblica.

La forma più discussa (non l’unica) di finanziamento alla persona sono i buoni scuola: un voucher è, concettualmente, una somma di denaro che può essere liberamente spesa
all’interno di un settore fissato (in questo caso la scuola, ma anche la casa o la sanità) purché presso un’istituzione accreditata.
Nel caso della scuola, poiché la scuola statale è generalmente gratuita, i voucher possono essere spesi nella scuola privata, oppure coprire le maggiori spese della scuola pubblica scelta, per esempio i trasporti. Nella maggior parte dei Paesi, il buono scuola costituisce un supporto alle famiglie povere per spostare i propri figli dalla scuola di appartenenza ad una scuola di loro scelta, per migliorarne la condizione.

per approfondire: http://www.nonprofitonline.it/testi/4029992.PDF da dove ho tratto queste informazioni

terzog

@Asatan

Non fasciamoci la testa prima di averla rotta !!!
Prima di visoni apocalittiche della questione aspettiamo di vedere cosa accadrà,
poi si che vedremo chi ha ragione (se è meglio la pubblica o la non pubblica,
ovviamente a parità di condizioni).
Io non ho paura dei confronti.

carducci

Art. 33 C.

«Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, SENZA ONERI PER LO STATO.»

Ancora grazie, On.Corbino.

pollastoateo

Sul tema segnalo una cosa simpatica… da l’Unità del 26 settembre:
“Plaude il ministro dell’istruzione del governo ombra, la democratica Mariapia Garavaglia, aggiungendo che «purtroppo il governo in carica non ha presentato nessun progetto educativo, ma tagli pesanti che coinvolgono tanto la scuola statale che paritaria». ”

Che bella opposizione che fanno questi del PD. Complimenti!

Perchè non gli mandiamo una mail in cui gli ricordiamo l’art.33 della costituzione, in particolare il famoso “senza oneri per lo Stato”?

http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Attsen/00001091.htm

vito

a carducci

repetita juvant!

qualche oretta fa ho postato:

“Al momento lo Stato spende per le scuole private qualcosa come 500 milioni di euro circa, e intanto ne risparmia sei miliardi per il semplice fatto che le scuole provate esistono. Il guadagno netto, se così si può dire, è di cinque miliardi e mezzo. Ripetiamo: dove sono questi oneri?”

Aggiungo: forse le famiglie che finanziano la scuola non statale e fanno risparmiare così tanto allo Stato per l’istruzione dei loro figli avrebbero diritto a un parziale rimborso tramite buoni-scuola o deduzioni/detrazioni dalle imposte delle rette pagate. Facendo fare -finalmente- un passo in avanti verso una parità di opportunità tra figli dei ricchi e figli dei poveri.

terzog

Concordo con VITO:

sulla scuola cosidetta “privata” si fa molta demagogia mentre non se ne coglie la potenzialità che va a beneficio anche dello stato.

Vedo molti “colleghi” laicisti che combattono contro l’ idea di un apparato scolastico misto (privato/statale) perchè in preda alla paura di quale disastro apocalittico per la scuola di stato.

La verità è che la scuola di stato, quando va male, va così per via della maagestione, non per i pochi soldi.

Bisogna fare pulizia, sia nella privata che nella statale, chiudere i meno meritevoli e premiare i meritevoli. SOLO COSI’ VI SARA’ QUALITA’ …. E LIBERTA’ DI SCELTA.

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