A dimostrare come le affermazioni di Bagnasco sulle tematiche di fine vita dei giorni scorsi non rappresentino una effettiva apertura arriva l’associazione Scienza e Vita, che sostiene il cardinale nel suo invito ad una legge che si ispiri al “favor vitae” ma ribadisce il no al “testamento biologico”.
Un comunicato dell’associazione definisce quale dovrebbe essere l’orientamento legislativo: no all’eutanasia “in tutte le sue forme” e all'”abbandono del malato”, no all’accanimento terapeutico ma nessuna possibilità di sospendere l’alimentazione e l’idratazione; favore alle curie palliative e alla terapia del dolore, come ad “ogni forma di assistenza e di sostegno al malato e alla famiglia”.
Sulla dichiarazione di fine vita si auspica un “rafforzamento della relazione medico-paziente, basata sull’alleanza terapeutica, quale luogo in cui si collocano sia le volontà del paziente, dichiarate in modo ‘certo’ e ‘inequivocabile’, sia la responsabilità del medico, in ogni situazione clinica, di valutare in scienza e coscienza nel rispetto del bene supremo della vita” – sottolineando di fatto il principio dell’obiezione di coscienza in questa tematica.
Tutto ciò per evitare qualunque possibilità “ad una legge sul testamento biologico come forma di autodeterminazione quale scelta insindacabile su come e quando morire”.
Scienza e Vita ha respinto di recente le dimissioni del professor Adriano Pessina (direttore del Centro di bioetica della Cattolica) dal consiglio esecutivo dell’associazione. Pessina aveva infatti annunciato le dimissioni in agosto, quando Scienza e Vita aveva appena accennato ad una possibile apertura sulla legge per il testamento biologico, ribadendo poi il suo no.
Scienza e Vita appoggia Bagnasco su tematiche di fine vita
25 commenti
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Nihil sub sole novi.
Autodeterminazione? Eresia! Satana e Belzebù!
Le persone devono essere controllate dai preti dal momento del concepimento fin dopo la morte!
Altrimenti, poverini, si sentiranno inutili. E non sarà certo qualche miliardo delle nostre tasse a consolarli…
Se ma ci fosse stato bisogno di una dimostrazione dell’assoluta inconsistenza delle “aperture” di Bagnasco sulle tematiche di fine vita!!! Evidentemente la pur remota improbabilità che a qualcuno potesse sembrare un’effettiva presa di coscienza ha scatenato il panico e ha richiesto urgenti ripari!
Questo se ce ne stessimo a loro sarebbe “libera scelta di fine vita”.
C’è chi lotta per le libere scelte di tutti e chi (libero non è) per “libera scelta” lotta contro le libere scelte altrui (ti par poca questa differenza).
C’è un’espressione con cui si riempiono sempre la bocca i cattolici quando si toccano questi temi, e che ricorre puntualmente anche in questo comunicato: si deve agire ‘in scienza e coscienza’. Cioè come? ‘In scienza e coscienza… e – per riprendere una battuta-tormentone di Peppino De Filippo in un film con Totò – ” e ho detto tutto!”
In realtà – proprio come per De Filippo – non è detto assolutamente niente. O meglio, la scienza collegata alla coscienza non può che rapportarsi con la coscienza (e questo a me in sé sta bene), ma quando la coscienza è quella cattolica, la scienza perde ogni autonomia, ogni capacita di essere inserita in un rapporto di vera reciprocità con la coscienza.
E alla fine si ritorna sempre lì: c’è la pretesa da parte religiosa di proporre la propria visione, non come determinata dalla fede religiosa, ma come espressione di un’etica naturale che dovrebbe valere per tutti, credenti e non credenti.
@Bruno Gualerzi: perfetto!
I pretoriani di Bagnasco sono sempre vigili. L’opposizione all’autodeterminazione è in definitiva odio per la libertà. La propria e, quel che è peggio, quella degli altri.
“Tutto ciò per evitare qualunque possibilità “ad una legge sul testamento biologico come forma di autodeterminazione quale scelta insindacabile su come e quando morire”.”
In questa frase si disvela interamente il condensato del portato reazionario e totalitario del cattolicesimo, ma io direi delle religioni monoteiste in generale.
Perche’ questa frase e’ estensibile a *qualsiasi* tematica di voglia, nella testa del cattolico/monoteista.
Sostituite /testamento biologico/ con /matrimonio/, con /convivenza/, con /concepimento/, con /liberta’ di voto, di pensiero, di espressione/, ed avrete il perfetto sunto della dottrina cattolica e monoteista in generale.
Siamo un gregge, come tale fatto di capre incolte ed incapaci, che necessitano di un pastore che le conduca dove e come lui ben sa.
Non sono ammesse eccezioni ed alzate di ingengno.
Che esistenze tristi e squallide devono condurre questi bei tomi.
Saluti.
Fuffa Forte
ma, se non si può decidere come e quando morire, a che serve questo testamento biologico in versione cattolica? Per stabilire il colore delle pareti della stanza in cui trascorrere 30 anni di stato vegetativo? La preferenza sul menù di alimentazione forzosa? E’ un modo per prendere in giro i cittadini, per creare l’illusione che la biocrazia è una forza progressista e sensibile alle esigenze di libertà individuale?
L’accanimento terapeutico nel senso in cui lo intendono quelli di scienza e vita è già vietato dalla legge ed assolutamente non praticato da alcun medico e in nessun ospedale, la legge sarebbe servita soltanto per introdurre il diritto di rifiutare rianimazione e idratazione e alimentazione artificiale, diversamente non vedo proprio la necessità di interventi normativi, quindi scienza e vita e Cei non hanno aperto proprio ad un bel niente, stanno facendo solo retorica.
chiamatela legge anti testamento biologico che fate prima.
@ Bruno Gualerzi: “In scienza e coscienza”. Probabilmente i membri di Scienza e Vita non se ne accorgono, ma il comportarsi “secondo le nostre personali conoscenze e secondo le regole morali che sentiamo di avere dentro” è proprio il mandato che riceviamo quando veniamo catapultati dentro un corpo materiale in questa vita. Dio, in sostanza, rispetta in pieno la nostra libertà. Il diritto/dovere di fare delle scelte rischiando di sbagliarle, anche nei suoi confronti oltre che nei confronti degli altri uomini, è parte integrante della nostra condizione umana. Ed è il mezzo principale per realizzarci. La “Legge”, siano essi i Dieci Comandamenti, o il Tao di Lao Tzu, o la Conoscenza del Campo della Bhagavad Gita lasciano sempre un ampio spazio alla nostra scelta. Ed è proprio sviluppando senza paura la nostra libertà di scelta che possiamo realizzare la nostra immortalità
@ Laurentia
Sulla questione di Dio e della ‘libertà’ che ci concederebbe nelle nostre scelte ci siamo già confrontati e, credo, abbiamo verificato una difficile – a mio parere impossibile – condivisione.
Piuttosto riprendo un punto utile al tema del post. Tu in sostanza affermi che, quale che sia la decisione che prendiamo per questioni di importanza esistenziale, questa decisione è tanto più convinta quanto più corrisponde a, diciamo così, ‘ciò che sentiamo dentro’. A ciò che, appunto, più ‘ci convince’.
Lasciamo perdere – per le solite ragioni – da dove deriverebbe questa ‘convinzione’, ma sono d’accordo con te che comunque è ‘da dentro’, dal continuo, sempre operante, mai concluso una volta per tutte ‘conosci te stesso’ socratico, che dobbiamo passare…
Chi invece non capisce questo, come sospetti anche tu, sono proprio i membri di Scienza e Vita, che ritengono, proponendo le loro convinzioni come ‘valori oggettivi’, la loro etica come ‘etica naturale’, di dover smettere di cercare in quanto sicuri di ‘aver già trovato’.
Che, come puoi ben immaginare, è ciò che per me qualifica negativamente ogni religione.
Le “curie palliative” rappresentano un evidente lapsus froidiano, immagino…
– no all’eutanasia “in tutte le sue forme” – un jolly da giocare in tutte quelle situazioni nuove o impreviste, che dovessero mai verificarsi (basterà tacciarle preventivamente come eutanasiche).
– no all’accanimento terapeutico ma nessuna possibilità di sospendere l’alimentazione e l’idratazione – cioè: non è il malato (cioè il diretto interessato) a stabilire quali cure siano – per lui – accettabili e quali “accanite”, bensì è la dottrina cattolica a farlo, e deve andare bene per tutti.
– favore alle curie palliative e alla terapia del dolore, come ad “ogni forma di assistenza e di sostegno al malato e alla famiglia” – come dimostra la vicenda di crisafulli
– sottolineando di fatto il principio dell’obiezione di coscienza – l’obiezione di coscienza, in assenza di una consequenziale assunzione di responsabilità, è un atto vile che antepone le proprie convinzioni al diritto altrui.
– Tutto ciò per evitare qualunque possibilità “ad una legge sul testamento biologico come forma di autodeterminazione quale scelta insindacabile su come e quando morire – dal principio di indisponibilità della vita non può che discendere la negazione del diritto all’autodeterminazione, cioè il presupposto fondamentale e irrinunciabile dello stato di diritto.
@bruno g. Chiedo scusa a tutti per questo dialogo un po’ personale, ma, in fondo si parla delle cose che ci vengono dal di dentro. La poesia, ad esempio. Le ho lette le tue due, o almeno ne ricordo due, pubblicate e le ho anche salvate. Mi vorresti dare la tua definizione di poesia? Cosa la distingue, ad esempio, dalla prosa o da un elenco? E hai mai pensato a cosa ti abbia fatto venire voglia di scrivere poesie?
e intanto in Colombia si sta discutendo un disegno di legge sull’eutanasia…
@Laurentia:
a questo punto va evidenziato, e con forza, che l’idea che <> è appunto un’idea personale e nient’altro che questo.
Che l’etica o la morale abbiano origine da Dio è molto discutibile a meno di non prenderlo direttamente come assioma. Ad ogni modo, che senso ha l’opinione personale in quest’ambito? Per quanto interessanti le opinioni personali, rimangono limitate alla sfera personale ed è perverso pensare di estenderle ad interpretazioni, o peggio ancora, regole universali.
Lo capì lucidamente Kant, che pur essendo credente cercò un fondamento dell’etica che non fosse trascendentale. Oggi siamo ancora più fortunati. La scienza ci conforta mostrandoci come l’etica può avere consistentemente origini evolutive (e probabilmente è così).
Io posso anche accarezzare e amare l’idea che il mio senso etico venga da un essere superiore, anche se ciò cozza con il mondo reale che mi circonda. Tuttavia anche se profondamente ritenessi che ho ragione, in base a quale criterio potrei imporre la mia fede e tutto ciò che ne deriva ad un altro individuo?
(Sempre chiedendo anch’io scusa a tutti nell’eventualità che queste righe compaiano nel post, per le quali comunque mi rimetto più che mai al giudizio dei moderatori, rispondo a Laurentia in merito alla sua richiesta.
Queste poesie fanno parte di un testo scritto tanto tempo fa nell’arco di un solo anno (1987), pubblicate col titolo, appunto, di ‘Un anno di poesie’ un pò di tempo dopo, ma da anni non più in circolazione (nessuna pubblicità gratuita, quindi), unica mia esperienza poetica collegata ad una crisi esistenziale per vicende familiari dalla quale mi hanno aiutato ad uscire.
Penso che la risposta alle gentili richieste di Laurentia la possa dare riportando integralmente quanto scrissi allora per il risvolto di copertina.)
“Quante cose accadono in un anno dentro e fuori di noi? Al di là dell’oziosità della domanda, può accadere di dedicare durante tutto un anno gran parte della propria giornata a scrivere di poesia. Come terapia sempre più esplicita, sempre più ricercata proprio come tale, per una sofferenza non in grado di sopportare altro conforto che quello di essere detta con le parole che si dicono solo dopo essere state pensate come quelle definitive. Parole che qui raccontano tutta la verità di un dolore altrimenti sordo, altrimenti ripiegato su se stesso in un mutismo disperato e disperante, che costringe all’afasìa o all’urlo, e dal quale invece vuoi uscire, ma che puoi fare solo percorrendolo in tutta la sua ampiezza, ascoltandolo in tutte le sue modulazioni. Esorcizzandolo nell’obbligarlo a esprimersi.
Quando poi si scopre, così facendo, che la verità su questo dolore può restituire la verità su di te e su chi, accanto a te, per sé ma anche per te, sta soffrendo, quando non addirittura disvelarti la verità su tutto ciò che la esige e che andavi cercando per altre strade, dedicare un anno a scrivere di poesia sotto questa urgenza può anche essere un’esperienza che merita di essere comunicata. Essendo la comunicazione nata da necessità, esigentissima selezionatrice di parole, che vuole ripulire e recuperare a un uso né futile né distratto”.
(Una possibile giustificazione per la comparsa di queste righe in un blog UAAR è che, alla fine di questa esperienza, oltre ad altre conseguenze, la mia propensione per l’ateismo si è trasformata nella necessità di una vera e propria ‘professione di ateismo’.)
nel mio post precedente ho citato un brano dal post di laurentia:
il comportarsi “secondo le nostre personali conoscenze e secondo le regole morali che sentiamo di avere dentro” è proprio il mandato che riceviamo quando veniamo catapultati dentro un corpo materiale in questa vita. Dio, in sostanza, rispetta in pieno la nostra libertà.
non so perché è stato eliminato dal post.
Scienza e Vita è responsabile dell’ emigrazione di centinaia di coppie italiane che per la fecondazione eterologa devono rivolgersi ai centri esteri di PMA.
Diciamo no al cattoscientismo!
Benedetto XVI dovrebbe imporre a tutti i cattolici i contenuti delle proposte di Scienza e vita, pena la scomunica. Per i non cattolici (compresi ovviamente gli atei) si ricorrerà invece ad una formulazione che privilegi la libera scelta individuale. Il cattolico dovrà dimostrare l’obbedienza al Papa e vista la stragrande maggioranza (?) di cattolici, il problema diventerebbe marginale. O temono di contarsi?
Il fatto è che sono convinto che il buon benny sarebbe felicissimo di privilegiare la scelta individuale. LA SUA! Ovvero la sua autodeterminazione a far morire atei & c. sul rogo o con altre pregevoli invenzioni e sofferenze.
Grazie, Bruno. Appena si tornerà in tema, magari ne riparleremo. La poesia salta sempre fuori, anche non invitata. A Nemo: appunto, le proprie idee non vanno imposte. Credimi, se c’è una cosa che Dio vuole sia libero, quella è il pensiero. I credenti che pensano di fare bene imponendo la loro immagine di Dio agli altri ottengono, normalmente, il risultato di fare odiare Dio.
Non sarà facile odiare qualcosa che non esiste.
[…] criteri” rispetto alla recente decisione della Cassazione sul caso Englaro. Anche Roccella, come Scienza e Vita, sostiene le posizioni di Bagnasco sulla dichiarazione “scritta e autenticata”: le volontà del paziente “non si […]