Vaticano: monsignor Marchetto su pena di morte e “sacralità della vita”

Il segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti, l’arcivescovo Agostino Marchetto, aprendo il terzo congresso internazionale dei ministri della Giustizia convocato dalla Comunità di sant’Egidio, afferma che la Chiesa cattolica “guarda con estremo favore e con grande speranza” la mobilitazione internazionale per cancellare la pena di morte, seguendo con interesse le decisioni dei singoli stati ma anche l’applicazione della moratoria votata dall’Onu.
Seppure consapevole della “complessità” del problema e della “gradualità per giungere ad un simile traguardo”, Marchetto rileva la “sempre più diffusa avversione dell’opinione pubblica alla pena di morte”: arriva ad affermare inoltre che la dottrina della Chiesa sarebbe ormai chiara in merito, perché “da cristiani non possiamo accettare che sia negata all’uomo la speranza della redenzione. Un uomo e una donna che hanno sbagliato, che hanno commesso un crimine, per quanto efferato sia, debbono avere la possibilità di essere perdonati, pur subendo una grave pena riparatrice, e vivere nella speranza”. Tale “acquisizione della coscienza” contro la pena di morte sarebbe “riflesso di una vera e oggettiva natura dell’uomo, fondata sul disegno di Dio”.
E’ bene precisare, come lo fa lo stesso prelato, che la critica odierna alla pena di morte da parte della Chiesa si inserisce nel disegno più generale della difesa della “sacralità della vita umana, dal concepimento sino alla morte naturale”. Sulle posizioni della Chiesa cattolica nei confronti della pena di morte, bisogna anche ricordare che l’opposizione ad essa è recente ed ambigua, oltre che in palese contraddizione con la tradizione consolidata, nonostante oggi si affermi il contrario.

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26 commenti

Kaworu

in pratica criticano quello che l’opinione pubblica critica e ingollano quello che all’opinione pubblica va bene, a seconda delle epoche storiche.

complimenti per la coerenza, specie col vostro testo sacro, cari cattolici.

paolino

Dice quello che dice perchè era alla comunità di S. Egidio. Vorrei vedere se dicesse le stesse cose a Washington o altrove…

Colapesce

Oggi la Chiesa cattolica si schiera a favore di una pena assai più ingiusta e crudele della pena di morte: la pena di vita, cioè la costrizione a vivere di persone gravemente sofferenti contro la loro volontà.

Nemo

E’ davvero encomiabile questa forte e ferma presa di posizione della chiesa cattolica, specie se si considera la “sempre più diffusa avversione dell’opinione pubblica alla pena di morte”.
Davvero si coglie uno spirito umanistico, una profonda forza innovatrice.

Andrea

Ma quanto è illuminata questa chiesa cattolica, ma quanto è in anticipo sui tempi, sempre prima nelle battaglie per i diritti dell’uomo…

Su, un applauso di incoraggiamento per la chiesa, come si farebbe ad una persona ritardata che, dopo molto sforzo, riesce a dire qualcosa di ordinario…

Marco

Mi colpisce sempre leggere che uno stato che all’ONU può avere solo osservatori perché non ha ratificato il trattato sui diritti dell’uomo pretende parlare di diritti dell’uomo. Mi colpisce vedere che uno stato che si è battuto contro la moratoria sulla pena di morte poi cerca di rigirare la storia facendola passare come un suo successo e come punto di partenza per l’oscena proposta della moratoria contro l’aborto.

Bruno Gualerzi

A proposito della pena di morte valgono più due righe di Cesare Beccaria che tutta la chiacchierata ipocrita di questo monsignore.
Al di là di ciò, tutto da condividere, come per Giovanna, quanto scritto da Colapesce.

Sergio

Presto diranno che la Chiesa si è sempre battuta per l’abolizione della pena di morte – e il popolo bue e ignorante, il gregge, se la berrà pure.

Cordiali saluti da Mastro Titta (al secolo Giovanni Battista Bugatti), il boia pontificio che impiccò, decapitò, squartò per oltre mezzo secolo i sudditi del papa re prima di andare in pensione (e annotò in un suo taccuino le esecuzioni, 516).
Grazie al relativismo questi spettacoli sono considerati oggi truci e osceni e non vanno più in scena.

Due sonetti del Belli:

ER RICORDO
Er giorno che impiccorno Gammardella
Io m’ero propio allora accresimato.
Me pare mò ch’er zàntolo a mercato
Me pagò un zartapicchio e ‘na ciammella.
Mi’ padre pijò poi la carrettella
Ma prima vorze gode l’impiccato:
E me tieneva in arto inarberato
Dicenno: “Va’ la forca quant’è bbella”!
Tutt’a un tempo ar paziente mastro Titta
J’appoggiò un carcio in culo, e ttata a mene
Un schiaffone a la guancia de mandritta.
” Pija “, me disse, ” e aricordete bene
Che sta fine medéma ce sta scritta
Pe mill’antri che ssò mejo de tene “.
29 settembre 1830

ER RICORDO
Il giorno che impiccarono Camardella [1]
Io mi ero appena cresimato.
Mi sembra come se fosse ora che il compare
Mi pagò una trottola e una ciambella.
Mio padre prese poi il carrozzino
Ma prima volle godersi l’impiccato:
E mi teneva in alto sollevato
Dicendo: ” Guarda la forca quant’è bella “!
Nello stesso istante al condannato mastro Titta
Applicò un calcio nelle terga, e papà a me
Uno schiaffone alla guancia destra.
” Prendi “, mi disse, ” e ricordati bene
Che questa stessa fine è destinata
A mille altri che sono migliori di te “.
[1] – Antonio Camardella. Il canonico Donato Morgigni,
entrato in affari col Camardella, aveva in seguito mancato
di parola; non riuscendo ad ottenere giustizia per vie legali,
Camardella lo aveva ucciso, ed era stato per questo
condannato alla pena dell’impiccagione, nel 1749.
Fino all’ultimo rifiutò di pentirsi del suo gesto. A Roma,
la sua fama era ancora viva a quasi un secolo dall’accaduto.

LA GIUSTIZZIA AR POPOLO
Dice ch’er monno è bello perch’è vario
Pe sta raggione io vorze una matina
Annammene a vedé la quajottina
Ch’è successa a la croce der Carvario.
Trovai già ppronto er boja cor vicario,
E sse stava pe dà la tajatina:
Quann’ecco un frate co’ ttanta de schina
Che me viè a ripparà come un zipario.
” Padre “, dico, ” levateve d’avanti…”
Ma in quer frattempo, tzà, se sente un bòtto
Che ffa dà uno strilletto a ttutti quanti.
Me slongo, e vedo già ffinito er gioco.
Bravi! Ma un’antra vorta io me ne fotto
D’annamme a scommidà ppe ttanto poco.
8 dicembre 1834

Sergio

P.S. Ho dimenticato la traduzione del secondo sonetto: eccola qua.

L’ESECUZIONE AL POPOLO [1]
Si dice che il mondo sia bello perché vario
Per questa ragione io volli una mattina
Andarmene a vedere la ghigliottina
Che è succeduta alla croce del Calvario [2] .
Trovai già pronto il boia col vicario,
E stavasi per dare la tagliatina:
Quand’ecco un frate con tanto di schiena
Che giunge a coprirmi come un sipario.
” Padre “, dico, ” toglietevi da davanti…”
Ma in quel frattempo, zac, si ode un colpo
Che fa emettere a tutti un gridolino.
Mi allungo, e vedo lo spettacolo già terminato.
Bravi! Ma un’altra vorta io me ne infischio
D’andarmi a scomodare per così poco.
[1] – Piazza del Popolo.
[2] – Cioè, la pena capitale che ha sostituito il supplizio
della crocifissione.

Lucia aka zeta

Diranno che si sono battuti contro la pena di morte, che sono sempre stati antifascisti antirazzisti ambientalisti diranno che li abbiamo travisati perché siamo tendenziosi e diabolici ma com’é che quando leggo queste cose mi viene un mal di stomaco…

Andrea

Strano che proprio loro, parlino contro la pena di morte, la quale è una delle tante punizioni previste dal loro dio, e che loro stessi hanno sommnistrato a tanta brava gente.
Siccome non voglio scrivere qui sotto una pappardella tale che poi nessuno leggerebbe, chi ne ha voglia vada a leggersi il Levitico, nella parte dei castighi. Io metto un link per gli svogliati che non vogliono cercarselo da soli:

http://www.edscuola.com/archivio/antologia/millelibri/Bibbia/R000030.html

Che voltagabbana che è la chiesa, rinnega persino gli ordini del proprio dio, quando fa comodo. Ma i cristiani, l’hanno mai letta la bibbia, si sono mai chiesti perchè il loro dio ordina certe cose (grottesche) e la chiesa le ripudia?

Ciao a tutti

Andrea

@Fernando
Non trovi che sia curioso che il papa abroghi le leggi del suo dio?
Secondo voi non ci sarebbe da riflettere?

Ciao a tutti

Maurizio

…strano, mi risulta che durante la sua recente visita in USA, b16 non abbia nemmeno sfiorato l’argomento, o mi sbaglio?

Pax76

Ma no che dite! E’ stato un errore di interpretazione. Nella bibbia c’è la pena di morte? E’ colpa dei redattori divinamente ispirati a cui è sfuggito quello che dio gli ha suggerito. Bisogna contestualizzare. In fondo la pena di morte è uno di quei comandi divini che si può facilmente fraintendere.

San Gennaro

L’Altissimo Ottimo Onnipotente ha in serbo le eterne pere dell’inferno per chi muore senza confessare i propri peccati. Perché questi prelati (né ottimi né tantomeno onnipotenti) sono contro una pena di breve durata, in contraddizione col loro Grande Capo?

Stefano Grassino

@Sergio

E di questa che me dichi? Mi sa tanto che li cridenti direbbero li stesso se se trovassero ar posto de stò poraccio.

Giuseppe Gioacchino Belli

Er Confortatore

Sta notte a mmezza notte er carcerato

Sente uprì er chiavistello de le porte,

E ffasse avanti un zervo de Pilato

A ddijje: Er fischio te condanna a mmorte.

Poi tra ddù torce de sego incerato,

Co ddù guardiani e ddù bracchi de corte,

Entra un confortatore ammascherato,

Coll’occhi lustri e cco le guance storte.

Te l’abbraccica ar collo a l’improviso,

Strillanno: “Alegri, fijjo mio: riduna

Le forze pe vvolà ssu in paradiso.”

“Che alegri, cazzo! Alegri la luna! “

Quello arisponne: “ Pozziate èsse acciso;

Pijjatela pe vvoi tanta fortuna.”

Sergio

@ Stefan0

Carina. Non ce l’avevo presente pur avendo letto e riletto i duemila e passa sonetti. Grande Belli, altro che Balzac.

Magar

Ignoranti, non sapevate che mastro Titta era un laicista relativista?

Stefano Grassino

@ Magar

Sei vivamente pregato di non dare suggerimenti a Giuliano Ferrara.

franz

Ma della pena di morte che tuttora vige in diversi stati del mondo inflitta agli OMOSESSUALI neanche una parola. CHE SCHIFO CHIESA CATTOLICA!!!!!!!!!!!!!!!! Su questo argomento vorrei dei commenti dei visitatori di questo sito. Che siano espulsi dagli albi degli psichiatri e degli psicologi Nicolosi e Cantelmi e il loro nutrito gruppo di psicologi che attuano la cura cattolica dell’omosessualità. Libertà di cittadinanza per gli omosessuali e cure psichiatriche per questa GENTAGLIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.

Lucia aka zeta

@Franz
concordo, ma se fossimo un po’ più civili non ci sarebbe bisogno di espellerli, resterebbero semplicemente senza pazienti, però quelli che prescrivono psicofarmaci ai bambini, quelli li spedirei sull’Etna a calci nel sedere.

Stefano Bottoni

Non sono G. G. Belli (che mi piace tantissimo), ma tenterò.

Ma che bel discorso, monsignore,
che certo prega a tutte l’ore
per l’anima di color che si son trovati
ad esser morti ammazzati.
“Giustizia va fatta!” disser loro
tutti d’accordo, come in coro.
“Impicchiamolo ordunque!” disse il magistrato,
“Egli è colpevole, così sia il suo fato!”.
Ma quale fu la colpa, venga detto,
di quel pover’uomo così reietto?
“Egli entrò in chiesa, e con mani esperte
velocemente sottrasse venti centesimi di offerte!”
“Per così poco? Non sarebbe meglio
un lavoro utile, per rimediare allo sbaglio?”
“Giammai sia! Che venga giustiziato,
prima torturato, poi scomunicato ed infine impiccato!”
“Ma perchè fece questo gesto infame?
Forse è solo un poveraccio che muore di fame!”
“Ciò non ci compete, ciò non importa!
Che degli inferi gli si apra la porta!”
Così a quel poveretto, con la benedizione
papale (al boia, non certo a chi in tal condizione
si ritrova ogni giorno,
nè ha pane, nè tantomeno contorno)
la corda si strinse intorno al collo…
s’aprì la botola, e il corpo mollo
rimase a rimbalzar come marionetta.
Questa è la sorte che a ciascun aspetta
color che dubitano della giusta via.
Essi dicon: “La vita è sacra, così sia!
Se non sei d’accordo, l’unica giusta sorte
è per te la pena di morte!”

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