Scienza: l’uomo ormai si evolve poco

Uno studio dell’University College di Londra, presentato dal professor Steve Jones, sostiene che la specie umana si evolva ormai poco rispetto ad altre specie, in quanto meccanismi come selezione naturale e mutazioni genetiche sarebbero meno attivi. Questo per tre motivi, sostiene Jones: tecnologia, globalizzazione e padri troppo giovani. La tecnologia ha infatti reso molto meno incisiva la selezione naturale, che colpiva in maniera più dura fino a pochi secoli fa. La globalizzazione poi contribuisce alla costante mescolanza genetica, impedendo l’isolamento delle popolazioni. Inoltre, come fattore più rilevante viene considerato il fatto che ormai vi sono meno padri in età avanzata.
Spiega infatti Jones: “nei maschi il numero di divisioni cellulari necessarie per arrivare da uno spermatogonio fino alla formazione di uno spermatozoo maturo cresce con il passare degli anni. Ogni volta che c’è una divisione c’è la possibilità di un errore, di una mutazione. Per un uomo di 29 anni si verificano circa 300 divisioni tra lo sperma che lo ha generato e quello e quello che passa al figlio: ogni divisione crea un’opportunità di errore, mutazione ed evoluzione”.

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33 commenti

CandyFruit

un motivo in più per fare figli soltanto dopo i 40 anni

CandyFruit

altrimenti nella nostra specie non ci sarà più alcun miglioramento

Bruna Tadolini

A dire il vero la tendenza alla speciazione nell’uomo è sempre stata assai bassa, e questo a causa della nostra intelligenza!
Infatti, mentre gli altri animali “affrontano” un nuovo ambiente selezionando individui con delle caratteristiche anatomiche adatte ….. l’uomo inventa un qualcosa (vestito, casa, fuoco, coltello …) che permette anche ai meno anatomicamente adatti di viverci!

Bruno Gualerzi

“L’uomo ormai si evolve poco, perchè…”
Questo sta a significare, tra le altre cose:
che l’uomo ‘migliora’ poco… quando si sa che evoluzione non significa miglioramento?
che si può interferire con l’evoluzione… elaborando scientificamente un ‘disegno intelligente’ che naturalmente non ha niente a che fare col creazionismo?
(formidabile il comico Bill Hicks!)

davide

forse chi abbiamo al governo ora sono esseri sopravvissuti a quakche remota estinzione di massa
ahhahahahahhah

Valentino Salvatore

Ho usato il termine “evolvere” nel suo significato più stretto, anche se c’è comunque un velo di ironia (non però in senso “migliorista”, o “intelligentista”)…

Bruno Gualerzi

@ Valentino Salvatore
Doverosa precisazione. Le mie erano domande ‘vere’, nè ironiche né retoriche rivolte non a te, ma agli scienziati, alla scienza, proprio per saperne di più.
Soprattutto per quanto riguarda un possibile ‘disegno intelligente’ dove l’intelligenza è quella umana

Laurentia

Chiedo permesso: innanzitutto mi sembra ci sia un vero e proprio errore, o di stampa o di interpretazione: le attuali ricerche ci fanno ritenere che più aumentano le divisioni cellulari (E aumentano con l’ età) più aumenta la possibilità di errore. Per questo, avendo avuto la mia prima e, purtroppo, unica figlia a 38 anni, il mio ginecologo voleva assolutamente convincermi a fare l’ amniocentesi. Poi, da credente, è assurdo rifiutare l’ evoluzionismo, perché la stessa anima si evolve, figuriamoci il corpo, che a essa è legato. Altro è ritenere che tutta la varietà di esseri che popolano il nostro pianeta sia stato originato da un improbabile scontro tra materia inorganica. Altro ancora è credere che l’ uomo sia solo una scimmia evoluta. Altro ancora è sognare che l’ evoluzione sia unidirizionale, cioè solo in positivo. Nella natura creazione, evoluzione,involuzione,intervento di esseri di natura divina convivono e per questo chi guarda ai reperti fossili e alle specie viventi trova conferme sia della dottrina evoluzionista (che è varia, non è unica) che di quelle creazioniste, non uniformi neanche esse.

Aldo

Quindi in un certo senso siamo molto vicini allo scarafaggio. Avevo avuto questa sensazione kafkiana negli ultimi anni… 🙂

Sara

L’evoluzione non è migliorativa in senso teleologico, ma adattativa. Altrimenti non dovrebbero più esistere i batteri o le altre forme di vita cosiddette ‘inferiori’.
Per questo credo sia molto giusta l’osservazione di Bruna. La razionalità è un mezzo adattativo, che in quanto tale elimina in parte la necessità di evoluzione anatomica e fisiologica. Per fare un esempio scemo, se non avessimo le tecnologie per costruirci gli indumenti, probabilmente saremmo molto più pelosi.
Se non avessimo scoperto il modo di cuocere i cibi, avremmo una mandibola molto più grande e molari molto più forti (e forse meno soggetti alla carie? 🙂 )
In finalismo forse c’è, ma non significa tendenza ad un fine ultimo prefissato (modallo scala dantesca per il paradiso). La finalità è quella adattativa.
Per rispondere a Gualerzi, sicuramente è possibile, almeno in linea teorica, interferire razionalmente con l’evoluzione. O almeno, “evolvere razionalmente”, se così si può dire. (teoricamente, anche se secondo me la razionalità non è un mezzo adattativo troppo efficiente, anzi; forse perché non ha i tempi tecnici necessari, o come diceva Lorenz, è troppo scollata dall’evoluzione naturale – anche se pure la razionalità è naturale, non è certo un evento nato da una mente superiore a mo’ di Minerva…; questo significa che, per esempio, se le nostre tendenze comportamentali sono ancora legate alla natura ominide e poi costruiamo la bomba atomica, rischiamo di brutto. Forse le leggi, creazioni razionali, sono fatte proprio per questo… per imporre razionalità al nostro essere un po’ ‘bruti’). Ma sto divagando, comunque è un discorso complesso e davvero interessante.
In ogni caso le tesi di Jones non mi convincono troppo. Soprattutto quella sulla mescolanza genetica. Dovrei pensarci un attimo, ma mi sembra poco centrata.
Sicuramente la mescolanza impedisce le derive genetiche, ossia la possibilità che mutazioni casuali in alcune popolazioni si mantengano e portino all’evoluzione di forme nuove (nei casi estremi, alla nascita di nuove specie). Non so… non mi convince. Qualche altro biologo o genetista ha idee migliori delle mie?

Clero? No, grazie!

I preti si stanno estinguendo.
Questo è un segnale di evoluzione.
Nelle società del mondo animale esistono il capo, il re, l’operaio, il soldato, ma in nessuna esiste il prete, essendo niente altro che un parassita.

Sailor-Sun

Padri troppo giovani?
Forse a livello globale, ma in occidente l’età media del primo figlio è piuttosto alta. E non credo che in passato si figliasse in età avanzata, anzi, appena si trovava una compagna si proliferava (mortalità infantile a parte).
Inoltre visto che le mutazioni sono quasi sempre peggiorative, dal punto di vista umano forse sarebbe meglio figliare da giovani, tanto chi si interessa a come evolverà la specie umana in un milione di anni quando i figli li abbiamo adesso?

Fabio

L’uomo non evolve piu’ darwinisticamente ma evolve lamarkianamente.
Che e’ un’evoluzione molto piu’ efficiente, ma ha il difetto di non essere stabile.

frescateo

vero; basta vedere come si evolvono i preti , e da li capisci subito che l’evoluzione si è fermata.

Sergio

Una strana notizia e strani interventi dei commentatori.

Le mutazioni possono essere positive o negative: sopravvivono notoriamente gli individui meglio adattati all’ambiente. Se la mutazione è negativa il nuovo individuo o la specie scompare.

Ma dicevo una strana notizia per un altro verso. In che senso c’è stata un’evoluzione dell’homo sapiens sapiens dalle sue origini? Se non sbaglio il sapiens sapiens appare 35-40’000 anni fa e determina la scomparsa del Neanderthaler.
Quali mutazioni notevoli sono poi intervenute, in che cosa il sapiens sapiens di oggi si distingue nettamente dal nostro antico progenitore?
I romani (Giulio Cesare e Cicerone) erano dei nanetti (1,5 – 1,6 metri di altezza, praticamente dei pigmei). Oggi l’uomo è molto più alto soprattutto grazie all’alimentazione: non credo che l’altezza sia il risultato di una vera mutazione.
Anche il notevole allungamento della vita è dovuto solo al miglioramento delle condizioni di vita, dell’igiene, della scienza.
Il cervello poi sembra essere lo stesso per forma e dimensioni.

La civiltà odierna permette la sopravvivenza di individui che una volta non avevano alcuna chance. Oggi s’impedisce addirittura ai moribondi di morire ovvero si prolunga artificialmente la loro penosa esistenza: queste sono sicuramente perversioni della civiltà. In effetti non c’è più selezione. Il concetto stesso di selezione è respinto dalla cultura predominante (cristiana, ovvero cattocomunista).

Comunque è facilmente intuibile e prevedibile che se evoluzione ci sarà questa potrà benissimo avvenire non più per caso, come è stato finora con mutazioni non previste, ma con l’intervento diretto dell’uomo sul patrimonio genetico.
Ricordo in proposito la proposta del filosofo tedesco Peter Sloterdijk (leggi sloterdaik): visto che le spese per l’educazione e l’incivilimento dell’individuo sono così ingenti (vent’anni di scuola!) si potrebbe anche pensare d’intervenire sul patrimonio genetico per ridurre la disastrosa aggressività del sapiens sapiens (ridurre, non eliminare, perché l’aggressività serve).

Alessia

Mi sembra uno studio interessante ma controverso.
E’ vero -qui concordo con Bruna- che la speciazione si abbassa nella misura in cui l’uomo agisce sull’ambiente trasformandolo (tecnica, tecnologia). Ma è altrettanto evidente che dalla partnership uomo-tecnica l’uomo non esce “immutato”.
Capisco, ma solo in teoria, il discorso dell’errore (potenziale volano di mutazione, quindi di evoluzione) contenuto nello sperma vecchio 😉
Mentre non mi è così chiaro perché la mescolanza genetica sia d’ostacolo all’evoluzione. Ero anzi persuasa che l’ibridazione favorisse il miglioramento degli esseri viventi – ovvero un ventaglio più ampio di risposte possibili alle variazioni ambientali – non un loro impoverimento…basta vedere quanto è debole un gatto persiano rispetto al suo amico bastardino.. Parlo comunque da profana! urge approfondire

@ Fabio
intendi dire che di fronte a un eventuale catastrofe il genere umano sarebbe spacciato in quando non abbastanza variegato?

Sergio

Ho dimenticato un importante osservazione di Sloterdijk:

Non è solo una questione di spesa per l’educazione, il fatto è che l’immensa opera di educazione – lunga e costosa – ha dato finora scarsi risultati: la ferocia dell’individuo è rimasta intatta (tantissimi begli esempi il secolo scorso). Non per niente si dice che la cultura è uno straterello superficiale: appena gratti viene fuori l’energumeno.

Ovviamente gli interventi sul patrimonio genetico sono cosa delicata, è una proposta da prendere con le pinze e forse molto discutibile, anche se mira a un abbassamento del livello di aggressività che la nostra civiltà considera positivo, anzi necessario per la sopravvivenza della specie stessa al punto in cui siamo (siamo 7 miliardi, fra dieci anni saremo 8, poi 9 eccetera).

Fabio

No, Alessia, intendevo dire che essendo l’evoluzione umana non legata ai geni ma legata alle conoscenze, queste si possono perdere.
Anche se oggi e’ piu’ difficile che in passato.

gigetta

@ Candy Fruit
non c’è motivo di preoccuparsi per come siamo organizzati oggi all’università fino a 30 e dai 30 ai 40 part time in un call center se va bene un figlio lo si fa dai 50 in poi!

agnese

l’involuzione ha subito una brusca accellerazione duemila anni fa,con l’invenzione del cattolicesimo

gigetta

@ agnese

allora si sarà bloccata 2000 anni fa il cattolicesimo impedisce al cervello di evolversi e chissà che non blocchi pure la crescita

CandyFruit

@Gigetta
hai ragione, del resto nei secoli passati la maggior parte degli uomini neppure arrivava a 40 anni, per cui o si riproducevano solo quelli eccezionalmente longevi oppure la maggior parte si riproduceva molto giovane…dunque in questa notizia c’è qualcosa che non quadra

Stefano Bottoni

E che cavolo! Mica si può pretendere che da Homo Sapiens-Sapiens in un paio di generazioni si possa evolvere a una nuova specie (ad esempio Homo MegaUltraIper Sapiens)!
L’evoluzione ha i suoi tempi. Appena 65 milioni di anni fa il nostro antenato non era che una grossa pantegana.
Fra un centinaio di anni dovrebbe essersi estinto il Marzullum Insipiens nonchè il Moggius Gobbus, e già questo sarebbe un bel passo in avanti.
Ma mi sembra inutile fare previsioni adesso.
Sarebbero meno attendibili di quelle degli economisti.
E si sa cosa sono gli economisti: “Un economista è colui che domani ci spiegherà perchè oggi non è successo quello che ieri aveva previsto”.

RedGod

Invece i cattolici romani involvono parecchio

Diritti a GLBT!
Diritti allle donne!

Forza uaar

Lorenzo

Per favore leggetivi Dawkins.
In breve l’evoluzione non è a vantaggio del/degli individuo/i o della/e specie/i ma dei singoli geni, ed è per questo che l’uomo, come qualsiasi essere vivente (o simile: tipo virus) si evolverà/anno. Ha comunque poco senso una caratterizzazione in senso positivo o negativo, perchè il risultato dell’evoluzione futura sarà il prevalere di un gene a discapito dell’altro, ma i geni non fanno distinzioni di categoria (intelligente vs. stupido ; progresso vs. regresso ; bello vs. brutto che sono comunque sempre opinioni quantomeno soggettive) perchè oltre a non essere “esseri” non sono neppure pensanti.

MetaLocX

“La globalizzazione poi contribuisce alla costante mescolanza genetica, impedendo l’isolamento delle popolazioni.”

…E causando variazioni delle frequenze alleliche, quindi EVOLUZIONE.

Si può concludere che la globalizzazione non ha alcun rispetto per gli assunti della legge di Hardy-Weinberg, sono scandalizzato!

Lorenzo G.

Parallela all’evoluzione fisica-biologica-genetica esiste quella strettamente cultural-sociale. Da questo secondo punto di vista sicuramente é persino una banalità dire che l’uomo ormai si evolve poco. A voler essere ottimisti; a me pare anzi che si involva spesso e volentieri.
🙁

aldo

Insomma siamo sempre più adatti all’ambiente in cui viviamo, ambiente che ci siamo costruiti a nostra immagine e somiglianza. Mangiamo cibi intossicati con veleni d’ogni tipo, beviamo acqua inquinata, respiriamo anidride solforosa. Prossima stazione… Marte!

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