Il progetto di legge elaborato dai ministri Rotondi e Brunetta per concedere alcuni diritti alle coppie di fatto, seppure piuttosto blando, è oggetto comunque di critiche da parte del mondo cattolico. Pietro Boffi, responsabile dell’ufficio documentazione del Centro italiano studi sulla famiglia (Cisf) sul progetto riguardante di Didore (Testo unico dei diritti e dei doveri di reciprocità dei conviventi), depositato oggi alla Camera afferma: anche se il testo non “va a costituire un nuovo soggetto giuridico, nè struttura la convivenza, ma prende atto di una situazione e cerca di dare risposta a qualche bisogno individuale”, questo provvedimento non sarebbe “così urgente e necessario”, visto che le coppie conviventi sarebbero poche (circa 600.000, afferma riprendendo dati Istat del 2006). Boffi critica inoltre la “debolezza intrinseca” del provvedimento, la cui vaghezza potrebbe creare problemi nella ripartizione dell’asse ereditario e nell’attendibilità delle dichiarazioni.
Giuseppe Dalla Torre, giurista e rettore della Lumsa, aggiunge inoltre che sarebbe addirittura “irragionevole” parlare di discriminazioni nel caso delle coppie di fatto, poiché “tutti possono contrarre matrimonio”. Inoltre il progetto Brunetta-Rotondi, nonostante il richiamo all’articolo 29 della Costituzione riguardo la famiglia fondata sul matrimonio e la distinzione tra convivenza e matrimonio, secondo Dalla Torre arriverebbe comunque a ricondurre “tali unioni al regime del matrimonio”. Anche per Dalla Torre la legge sarebbe inutile, perché alcuni problemi delle coppie conviventi sono stati “in parte” già risolti “dalla giurisprudenza”, mentre per altri basterebbero dichiarazioni unilaterali, per esempio “in materia di salute e per il caso di morte”. Con questa legge, continua il giurista, si arriverebbe persino a intaccare i diritti della “famiglia legittima”: nel caso degli obblighi alimentari (dove il convivente ha precendenza sugli altri, anche su “figli nati da precedenti unioni”) e in quello del diritto di abitazioni per il convivente ancora in vita, “che tocca lo status dei figli legittimi”.
Didore: per i cattolici non servono e parlare di discriminazioni è “irragionevole”
30 commenti
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Per la serie: se volete dei diritti, seguite i nostri dettami. Che schifo, l’Italia è messa sempre peggio.
basterebbe estendere il matrimonio alle coppie omosessuali e snellire le pratiche di divorzio e saremmo a posto.
il senso della misura di certi cattolici è affascinante. 12 cattolici uccisi sono un argomento su cui si parla sempre troppo poco ma 1200000 italiani sono troppo pochi e non se ne deve parlare affatto
Eehh, Kaworu… Il prossimo secolo forse!
Certamente non questo, e non con personaggi come questo Dalla Torre:
http://www.lumsa.it/lumsa/site/493/default.aspx
Con questo curriculum diventa uno dei papabili dopo la dipartita di Ratzinger… E tutti a bocca aperta ad ammirare il “papa giurista”!
Questo Dalla Torre è la dimostrazione che fra i giuristi c’è posto per tutti, non importa quanto siano ebeti.
una normativa sulle coppie di fatto è assurda, non serve, crea solo confusione
quello che sarebbe logico e ragionevole è concedere il matrimonio anche a coppie omossessuali.
l’ossessione dei cattolici per “la roba” degli altri è sempre sconcertante.
La questione è tutta qui…i gay inteeressano alle famigliole cattoliche,spesso mostruose al loro interno,solo xche morendolasciano un bel gruzzolettoa nipoti e parenti…
l’avidita’ dei cattolici,è infinita…probabilmente proporzionale all’ammore del loro dio
Chi ha una sua personale visione della vita che lo porta a desiderare una sana convivenza invece di un incatenamento che pregiudicherebbe il suo senso di libertà, ha civilmente il diritto di libera scelta ed essendo cittadino italiano e non, di conseguenza vaticanense, deve essere persona considerata legata moralmente ad un’ altra e di conseguenza avente diritto ai pro e contro previsti dalle leggi per le persone UNITE indipendentemente dalla forma che hanno scelto
guardate, io conosco una storia allucinante in merito. Dico solo che, dopo un incidente sul lavoro, l’indennità andrà all’ex moglie con la quale non aveva rapporti e non alla compagna. Inoltre, questa donna è stata minacciata dal tribunale: se non trova un contratto a tempo indeterminato le levano il figlio. Ma io mi chiedo: e i figli degli zingari allora?!?! Ora ha pure problemi di salute ma non può chiedere aiuto perchè c’è la spada di damocle del tribunale. Personalmente ho il sospetto che tutto questo casino assurdo sia capitato perchè i due non erano sposati perchè il compagno defunto era, oltreutto, *solo* separato.
Allora, per me le priorità sono queste.
Levare i tre anni tra la separazione e il divorzio. Se uno vuole divorziare all’istante deve poterlo fare, non possono esserci *fasi*.
Poi, levare diritti civili al matrimonio religioso e chiamare quello civile “unione civile”.
E per finire, equipare le convivenze *registrate* (pax docet) come “unioni civili”.
In questo modo tutti potrebbero godere di diritti e dovere scegliendo la forma che più gli piace. Chi si vuole sposare in chiesa si sposa in chiesa, chi vuole fare l’unione civile va in comune, e chi vuole registrarsi su un registro si registra. Ma se ti sposi “davanti a dio” e non ti unisci davanti allo stato nelle forme (o non forme) previsti t’attacchi al caz! Questa per me è democrazia. Il matrimonio relgioso non può avere valore civile. Se è un rito spirituale, deve rimanerlo.
“tutti possono contrarre matrimonio” <— ???
Kaworu scrive:
12 Ottobre 2008 alle 10:47
basterebbe estendere il matrimonio alle coppie omosessuali e snellire le pratiche di divorzio e saremmo a posto.
Condivido in pieno. Le altre proposte sono tutte più o meno pasticciate e rischiano di creare complicazioni legali.
In ogni caso dovrebbe essere chiaro che qualunque diritto delle coppie di fatto dovrebbe comunque passare attraverso un accordo formale, altrimenti potrebbero essere penalizzati quanti intendono convivere liberamente senza alcun legame/obbligo di tipo legale.
Propongo di creare delle vere e proprie sedi dell’UAAR.
Come i Partiti Politici di una volta, in cui portare avanti le Battaglie di Laicità, che a parte i Radicali, nessuno fa.
@Angelo
1) per una sede nazionale diciamo che servono 200.000 euro, piu’ i soldi per mantenerla.
non e’ che non ci stiamo pensando, e’ che non avendo 8×1000, oneri di urbanizzazione secondaria, finanziamenti come ci sono per il culto, leggi specifiche come per gli oratori, ecc. ecc. capirai che non e’ una cosa semplice.
In ogni caso, puoi fare qualcosa: una donazione, che e’ bene accetta (e che puo’ essere deducibile in sede di dichiarazione dei redditi :
http://www.uaar.it/uaar/erogazioni/
(oppure puoi trovarci ricchi finanziatori!)
2) di sedi l’UAAR ne ha, ma quasi sempre siamo ospitati da altre associazioni. Ad esempio a Bologna ci ospita il circolo Arcogay il Cassero. Riceviamo la cittadinanza il sabato mattina dalle 10 alle 12, e ci troviamo saltuariamente di sera per le nostre riunioni
in un mondo senza discriminazioni gli omosessuali potrebbero sposarsi anche in chiesa, se lo desiderano, come tutti gli altri.
inoltre il divorzio dovrebbe richiedere lo stesso tempo necessario a contrarre il matrimonio, circa un mese. per inciso non vedo ragioni per questa asimmetria nei tempi di matrimonio e divorzio se non quella di cercare di dissuadere dall’intento il maggior numero possibile di persone.
“…
Con questa legge, continua il giurista, si arriverebbe persino a intaccare i diritti della “famiglia legittima”: nel caso degli obblighi alimentari (dove il convivente ha precendenza sugli altri, anche su “figli nati da precedenti unioni”) e in quello del diritto di abitazioni per il convivente ancora in vita, “che tocca lo status dei figli legittimi”.
…”
Ah, adesso siamo arrivati pure a invocare il ritorno alla differenza di diritti tra figli legittimi e illegittimi? Così imparano, questi svergognati, e ci pensano due volte prima di nascere nella famiglia sbagliata, no?
Ma roba da chiodi…
Lisa
Ah, aggiungo: tanto, quando fa comodo a qualche banda di ammanicati col potere, si potrà sempre ricorrere a qualche imbarazzante salto carpiato come quello di far contrarre matrimonio a un morto, come avvenne tempo fa per un militare caduto in Afghanistan, che aveva CHIARAMENTE scelto di convivere senza sposarsi perché gli stava bene così…
Lisa
Da cattolico sono d’accordo con i ministri e la loro proposta di legge.
Da un po’ di tempo quando si tratta di negare qualcosa a qualcuno scoppia una vera e propria gara tra azzeccagarbugli come non s’è mai visto.
@ giuseppe: (Da cattolico sono d’accordo con i ministri e la loro proposta di legge)
cosa c’entra la fede con il diritto?
In quale modo convivenze e matrimoni omosessuali intaccherebbero la “famiglia legittima”?
Forse che i diritti sono una torta da spartire quindi le fette vanno assegnate prima?
Cos’é?Una lotteria?
Se il credente percepisce come una minaccia i diritti altrui é evidente che qualcosa non va.
La sua idea della libertà assomiglia ad un monopolio e così la sua idea di bene comune, viziata dalla sorti della sua fazione.
Il credente é un pessimo animale politico perché incapace di una visione d’insieme.
Io sono per la famiglia affettiva, quella costruita sulla fiducia (nella mia ci sono anche i gatti)e sulla responsabilità, ma a queste i difensori della vita preferiscono la “verità”.
Da usare come un’arma, beninteso.
ridicolo, ridicolo, assolutamente ridicolo.
@ andrea pessarelli
I cattolici non fanno distinzioni fra diritto e fede: il primo è subordinato alla seconda, e deve valere per tutti, anche per chi non ha fede o ce l’ha diversa.
Idem per un sacco di altre religioni nel mondo, ovvio, ma qui stiamo parlando del caso italiano.
@ giuseppe
Da cattolico puoi essere d’accordo con chi vuoi, nessuno può nè ha il diritto di impedirtelo. Ma finchè è scritto (perchè è scritto) che la Repubblica Italiana è uno stato laico, le leggi devono uniformarsi al common sense (maledettamente tradotto come “senso comune” dai giornalisti, mentre la mia prof di Inglese ripeteva in continuazione che la traduzione corretta era “buon senso”), e non a libri cosiddetti sacri scritti da non si sa chi e rielaborati per secoli a seconda degli errori e/o delle convenienze.
@ Lucia aka zeta
Il tuo si chiama “common sense” (vedi qualche riga precedente).
Purtroppo esistono persone che non capiscono neppure il senso della traduzione italiana. E (purtroppo) sono persone molto influenti.
Sono con Kaworu. Estendiamo il matrimonio civile anche ai gay, riduciamo e semplifichiamo i tempi e le procedure di divorzio e non ci sara’ piu’ bisogno di pasticci quali pacs, dico, didore e via dicendo.
Soprattutto, eliminiamo quella cosa assurda che e’ l’assegno al coniuge “a vita”! Se il matrimonio e’ sciolto e’ sciolto, l’ex-coniuge dopo un periodo deve riprendere a camminare sulle sue gambe, come se fosse sempre stato un single.
Pero’, per favore, non creiamo un duplicato del matrimonio o un matrimonio di serie B: se non ci piace la parola chiamiamolo unione, legame, patto o come ci pare, ma due istituti giuridici per regolare la stesa fattispecie sono un assurdo. E le coppie “di fatto” devono decidersi: vogliono essere “di fatto” o regolamentate?
@Kaworu
Son d’accordissimo con te così non servirebbero Pacs,Didore etc.
Purtroppo i nostri politici preferiscono prender tempo-
@Kaworu
Son d’accordissimo con te così non servirebbero Pacs,Didore etc.
Purtroppo i nostri politici preferiscono prender tempo-
Le differenze fra figli naturalie legittimi ci sono già:
1) i figli naturali sono giuridicamente parenti solo del padre e della madre. In caso di mancato mantenimetno da parte dei genitori il figlio legittimo può appellarsi a nonni e zii, il figlio naturale no (della serie vai a battere bel bambino).
2) In caso di morte dei genitori il figlio legitti può unilateralmente decidere di liquidare in denaro le quote di beni immobili del figlio naturale (ai prezzi stabiliti dal tribunale che NON sono quelli di mercato).
3) Il semplice distinguere fra figli legittimi e figli naturali è discriminante, cattivo e profondamente ingiusto. I figli sono figli a prescindere dai contratti stipulati dai genitori.
La questione pacs non pacs è un’altra: ai cattolic fanno schifo i gay e i conviventi, ma no i loro soldi. Se entrassero in vigore le unioni civili i “poveri cattolici” riceverebbero una fetta di eredità minore. Capisci il fratello\zio\cugino\genitore che per una vita ha sputato in faccia al parente che non voleva sposarsi ha il diritto di vampirizzare i suoi soldi a disccapito del compagno\a di una vita.
Non parliamo poi se ci sono figli bastardi… non vorrete che sottraggano soldi ai figli benedetti dal contratto. Nooo… torniamo ai gloriosi fasti dello stato pontificio dove i fligi illegittimi erano una produzione costante di mano d’opera a basso costo e sesso a poco prezzo.
I cattolici non hanno il minimo senso etico o della decenza.
Potete pretendere che la Chiesa dica tutte cose buone e condivisibili? Perderebbe tutto il suo potere. Pertanto deve far leva su questioni molto forti che nella fattispecie interessino la sessualità umana. Anche il cibo andrebbe bene, ma ci provarono già tanti anni fa col maiale, con l’ossifraga, con l’irace, ma non andò molto bene. Io suggerirei a Ratzinger di rispolverare il divieto di tagliarsi i capelli sulle tempie, hai visto mai che funzioni? ^_^
@Stefano Bottoni
Anche “laikos” in origine era una parola piena di buon senso e indicava autonomia e coesistenza delle sfere politica e religiosa; deformata in laicismo rende proprio bene la slealtà di questi avversari…
allora se le coppie conviventi sono poche allora niente diritti? aaaaaahhhhhhh! ora capisco perchè non si spende una lira per l’assistenza dei malati di SLA SONO POCHI!!!! e io che mi chiedevo come mai dei malati di SLA se ne sbattessero altamente quelle cose lì…un pò tutti salvo quando li si deve obbligare a vegetare per bene sono pochi come sono “pochi” gli omossessuali ecco cos’è beh! ma allora è giusto così dai discriminiamo le persone solo perchè rappresentano una minoranza facciamo anche qualche leggina razziale dai… i neri sono pochi in Italia!
che cosa orrrrrribile! altro che Dario Argento sono sconvolta da come la realtà nel male supera ogni fantasia
@ Asatan
lo so sono delle differenze che ci portiamo dietro da un bel pò…un altra delle nostre vergogne si usano i figli per “punire” i genitori