Sui quotidiani è apparsa la notizia della condanna papale di don Cantini e tutto fa pensare che sia stata scritta la parola fine di questa lurida storiaccia con l’implicita assoluzione della Curia fiorentina che sembrerebbe uscirne indenne. Ma è così davvero?
Per le religioni ed in genere per le filosofie orientali, al contrario delle religioni monoteiste, l’omissività è ben più grave della commissività, ma è anche vero che da noi si dice “ladro è chi ruba quanto chi regge il sacco” e quindi dovremmo aspettarci anche un seguito a questa vicenda.
Eppure Piovanelli in pensione, addirittura Antonelli promosso e Maniaco ancora in piena attività, pur essendo apparsi sulla stampa come persone ben informate dei fatti senza che sia mai seguita una smentita, non sembrano nemmeno sfiorati non solo dall’interesse papale, ma neppure da quello della magistratura fiorentina.
Già, perché qui viene da ricordare che in un rigurgito di dignità degno di un Calamandrei, il procuratore della Repubblica Nannucci, oggi ormai ex, dichiarò: «La magistratura per la chiesa non esiste».
Ma dopo così tanto silenzio della procura viene ora da domandarsi se per caso, almeno da un punto di vista giudiziario, non sia vero il contrario, ovvero che «La chiesa per la magistratura non esiste». O forse esiste ma aspetta indicazioni dall’alto?
La domanda è lecita, perché per la legge italiana gli abusi sessuali, almeno fino ad oggi, non sono stati ancora derubricati a peccati da scontare con qualche avemaria e se non bastasse alla Regina della Pace sembra anche che siano avvenuti anche intrallazzi finanziari di un certo peso.
Certo non come quelli per cui è compromesso quel don Bazzoffi dalle mani fatate sia perché taumaturgiche sia perché leste, a quanto si legge sui quotidiani, nel far girare le offerte dei miracolati trasformandole in azioni con la complicità di almeno 12 apostoli laici. A sentire la Guardia di Finanza sono 4 anni gli sta col fiato sul collo, ma forse anche in questo caso manca ancora l’imprimatur. Chissà.
Tanta solerzia nel portare alla sbarra chi si fa uno spinello e tempi geologici per chi veste l’abito talare? Insomma, qui c’è qualche cosa che non torna. O meglio torna solo se nei nostri tribunali, visto che pur essendo luoghi pubblici dovrebbero essere privi di simbologie di parte, al posto della solita litania de La legge è uguale per tutti si mettesse in bella vista, accanto a crocefissi ed altre immagini votive, un evangelico Gli ultimi saranno i primi. Ad essere giudicati e condannati.
Marco Accorti (circolo UAAR di Firenze)
Aggiornamento del 16 ottobre: Marco Accorti ha scritto un nuovo commento sulla vicenda, pubblicato sul sito Resistenza Laica
E’ esattamente quello che Ratzinger vorrebbe, una bella sharia cattolica e non se ne parla più.
“Gli ultimi saranno i primi. Ad essere giudicati e condannati” è eccezionale (ma no eccezione).
Se le azioni del Cantini non sono state oggetto di condanna penale, cio’ non dipende dal fatto che il soggetto fosse prete, ma da altre circostanze (irrilevanza penale di alcuni comportamenti per quanto deplorevoli, mancata presentazione nei termini della querela, ove richiesta, mancata o tardiva segnalazione della notitia criminis alle autorita’ competenti, prescrizione, impossibilita’, ormai, di reperire prove giuridicamente certe).
In fondo il Cantini, proprio perche’ prete, si trova a scontare una pena per azioni da lui commesse, sebbene la Giustizia non possa, nel nostro ordinamento, condannarlo. Caso, in verita’, raro, perche’ di solito a un cittadino italiano, se, con qualsivoglia cavillo, riesce a farla franca di fronte alla giustizia penale, non succede nulla, qualunque porcheria abbia commesso e di qualunque ufficio abbia abusato.
L’attuale pontificato non esce male, mi pare, da questa vicenda e sembra che abbia dato un segnale d’esercizio vigoroso dell’autorita’ nella Chiesa. Quell’autorita’ che, di solito, viene tanto criticata e della quale, invece, come diceva mio padre a proposito degli avvocati, e’ piu’ facile dir male che farne a meno.
Saluti.
Cesare, l’attuale pontificato ne uscirebbe ben peggio se divenisse fatto conosciuto un fatterello tra i tanti.
Il signor Razinger, nel 1991, in qualità di caporione della congrega per la dottrina della fede (ex-Sant’Uffizio ed ex-Inquisizione), sapeva tutto per filo e per segno su un certo prete sardo che in quel di Chinandega (Nicaragua) violentava i meninos de rua del coro dei Getsemani.
Il prode Nazinger (come lo chiamo io) non fece una cippa di nulla. Il Vaticano, invece che denunciarlo e farlo rinchiudere in galera, si limitò a minacciarlo. Lui se ne infischiò altamente.
Il risultato fu che questo mostro continuò a stuprare ragazzini fino al 2006, quando un dentista di RocK No War fece delle indagini private e scoperchiò il barattolo di vermi.
Ora Nazinger è papa e pretende di dare lezioni a tutti su tutto. Hai visto che carriera si fa a essere farabutti?
Ma per piacere!
Ah, dimenticavo. L’orrendo mostro – don Marco Dessì – è stato condannato a 12 anni di galera.
Un’inezia per la gravità dei suoi reati e la protervia con cui cercò di mettere tutto a tacere (comprese le minace di morte ai testimoni).
Però i suoi ‘protettori’ a Roma sono ancora a piede libero, e discettano di morale e moralità. Quella degli altri!
giusto, ho appena letto di un anziano contadino arrestato perche’ aveva piantato nr.2 piante di cannabis. Mentre per i reati commessi da sacerdoti si va al rallentatore, passi per Cantini, ma
chi l’ha coperto niente?
Neanche 2 giornate di squalifica?
Leggendo mi è venuto in mente il commento, alla notizia sul post precedente su don Cantini, di quel padre, egli con molto sentimento e con parole accorate chiamava in causa la nostra sensibilità, il quale ci faceva capire come lui ateo fosse padre di un figlio prete che vedeva sempre preso per gli altri e ciò richiamava commozione a lui non meno che a me.
Questo post dovrebbe essere per quel figlio tanto sensibile un richiamo alla realtà. Non si può confondere la disponibilità verso gli altri, che si può attuare in diversi modi tutti rispettabili, con l’appartenenza ad una organizzazione che è criminale sul piano storico ed attualmente offre ogni giorno appigli in tal senso a chi la voglia criticare; non si può confondere il disimpegno dello Stato, disimpegno che molto molto spesso lavora a favore della chiesa – come di altri non rispettabili sistemi-, col disimpegno etico delle gerarchie ecclesiastiche e della istituzione chiesa sempre arroccata su posizioni di retroguardia sul piano civile; composta di elementi che non possono avere una loro vita personale “normale” e alla luce del sole (un diverso discorso sarebbe ipocrisia: un diverso discorso troverebbe limiti nella correttezza della natura umana: ci si può donare agli altri, ma non per una vita e prima o poi la realtà chiama) che conduce inevitabilmente alla ipocrisia.
Cesare (autore di un precedente post) non è cesare
Sono ancora Cesare (C maiuscola), ma d’ora in poi, per riguardo a cesare (c minuscola) mi firmero’ Cesare B.
A mio aprere, se si affronta una questione particolare, si deve stare a quella, e vederla nei suoi effettivi termini, che in questo caso sono giuridici e di concreto esercizio dell’autorita’, sia civile, sia ecclesiastica.
Se sedurre una persona sedicenne da parte di un cinquentenne, anche abusando d’un particolare prestigio eventualmente posseduto, non e’ per la legge reato, chi commette tale porcheria non puo’ essere incriminato dalla magistratura. Se per determinati reati e’ richiesta la querela entro un certo tempo, e questa non e’ stata presentata nei termini, non si puo’ procedere. Se un reato e’ prescritto, nessuna condanna e’ possibile. Ebbene: io sostengo che il Cantini l’ha fatta franca di fronte alla giustizia dello Stato per queste ragioni, e non perche’ fosse prete.
Quanto ai suoi superiori ecclesiastici, tecnicamente non sono “pubblci ufficiali” e di conseguenza, come ogni privato cittadino, (parlo in termini astrattamente giuridici) non sono tenuti a denunciare all’autorita’ giudiziaria eventuali reati di cui vengano a conoscenza. E’, tuttavia, moralmente deplorevole che troppo spesso le gerarchie della Chiesa si siano avvalse di questo non obbligo, cercando di risolvere i casi di pedofilia da parte del clero con strumenti esclusivamente interni alla propria struttura, per di piu’ con mano indebitamente leggera. Tali strumenti andavano usati, e con mano il piu’ possibile pesante, in aggiunta all’intervento statale, opportunamente sollecitato, oppure in tutti quei casi in cui un prete facesse cose non punite dale leggi civili, ma scandalose nella sua particolare condizione.
L’attuale pontefice a me sembra sulla buona strada di reprimere senza indulgenza il malcostume d’una parte del clero inferiore e di stroncare (con discrezione, ma irremissibilmente) la carriera di chi, nell’alto clero, sia, o sia stato troppo blando su questo punto.
La valutazione di tutto cio’ e’, ovviamente, soggettiva.
Saluti.
la storia di don cantini non mi sembra risolversi con la di lui condanna ma sembra rimandare alle responsabilita dei molti che sopra di lui sapevano e hanno fatto di tutto per proteggerlo. la ccar nella vicenda ha fatto quadrato salvo poi scaricare il cantini quando dopo innumerevoli prove se ne era acclarata la colpevolezza.
fino a quando sara permesso alla ccar di operare in palese favoreggiamento di un reato?
@ Cesare B
“Quanto ai suoi superiori ecclesiastici, tecnicamente non sono “pubblci ufficiali” e di conseguenza, come ogni privato cittadino, (parlo in termini astrattamente giuridici) non sono tenuti a denunciare all’autorita’ giudiziaria eventuali reati di cui vengano a conoscenza.”
Per notizia:
Codice Penale
Art.7 – Chiunque venga a conoscenza, a qualsiasi titolo, di un fatto costituente reato, è tenuto a presentare denuncia presso gli organi competenti. La mancata denuncia potrà essere valutata, salvi i casi di ignoranza inevitabile, a titolo di favoreggiamento personale a carico dell’omittente.
Ciao
@cesare/a
ne sarebbe uscito ancora maglio se quando in america invece di chiedere l’immunità come capo di stato si fosse presentato in tribunale , da buon cristiano non avendo nulla da nascondere.
ciao.
@scusa a cesare B