A dicembre esce “Nati per credere” di Girotto, Pievani e Vallortigara

Uscirà a novembre Nati per credere. Perché il nostro cervello sembra progettato per fraintendere il darwinismo?, testo scritto da Vittorio Girotto (docente di Psicologia cognitiva all’Università diVenezia), Telmo Pievani (docente di Filosofia della Scienza alla Bicocca di Milano) e Giorgio Vallortigara (docente di Scienze cognitive all’Università di Trento). Il tema è quello dell’analisi neuroscientifica ed evolutiva del fenomeno religioso, sul quale i tre autori discuteranno anche al Festival della Scienza il 2 novembre a Genova.
Il professor Vallortigara, intervistato da “Il Tempo”, afferma che “l’essere umano è strutturalmente fatto in modo da credere al soprannaturale” e che il darwinismo rispetto al creazionismo è “ben più difficile da digerire” (come suggerisce anche Dawkins), chiarendo però che “l’evoluzione ha creato Dio, non viceversa”. Il credere dipende in sostanza “dal modo in cui il nostro cervello è stato foggiato nella selezione naturale”, come risulterebbe da un’analisi dei meccanismi cognitivi dei bambini – improntati su modelli teleologici e funzionali.

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32 commenti

Entomos (Zena)

Buono,e il 2 ci sarò,comunque il mio intestino continua a trovare più indigeribile il creazionismo,oggi come vent’anni fa quand’ero ancora un pischellino e muovevo i primi passi tra la carta stampata di quei meravigliosi amici che si son rivelati i libri.

Paolo P.

C’ è anche un’ altra ipotesi: che la predisposizione a credere nel soprannaturale sia determinato da un ritardo evolutivo di certi centri ipotalamici di cui non ricordo il nome e che solo negli scettici razionalisti come noi atei e/ o agnostici, in due parole liberi pensatori, sono in regressione maturativa come tante altre strutture animali in regressione evolutiva nell’ umano.

vime

Per fortuna già all’asilo avevo dei sospetti su santa Lucia…
Avendo uno zio cieco avevo intuito che quella che veniva a trovarci all’asilo non era affatto cieca, inoltre ho trovato molto strano che una santa coi super poteri portasse i gicattoli ai bambini italiani e lasciasse morire di sete i bambini in Africa…
Si capisce che il mio cervello era ‘strutturalmente’ predisposto per non credere alle fantasticherie buoniste del cristianesimo.

Maciste

Grande Vime! E’ chiaro che anche tu sei unto dal s…. da Darwin! 🙂 🙂

Entomos (Zena)

@Paolo P.:

Hai mica qualche fonte? Mi interesserebbe non poco approfondire…

Grassie

Ipazia

Siamo sicuri che i bambini scelti per tali studi non siano già stati “contaminati” fin da piccolissimi di favolette religiose? Questo probabilmente avrà influito nei risultati, no?

Massi

L’argomento mi interessa molto, leggerò il libro e spero di poter essere a Genova alla presentazione (come da programma).
Grazie.

Aldovaldo

Da piccolo credevo al sovrannaturale, poi ad un tratto non ci ho creduto più e mi sembra così normale non crederci. Come mai in me non c’è più nemmeno l’ombra del dubbio?

marco

fin da bambino il mio primo dubbio è stato questo ( e nessuno naturalmente me lo ha spiegato : se dio è assoluto, come può creare qualcosa? Una balla colossale che si smaschera da bambini

Pax76

Sono andato a leggermi il link al Tempo e dall’intervista mi sembra che Vallortigara (uno degli autori) identifichi un po’ troppo le credenze soprannaturali tout court con la mitologia cristiana. Si parla di “immagine di Dio” trascurando che la maggior parte delle credenze originali erano politeistiche. Io penso che sarebbe più interessante uno studio centrato sulla tendenza dell’uomo ad antropomorfizzare le forze della natura, piuttosto che su un credere che necesariamente è influenzato dalle tradizioni culturali e che in un tale studio non possono assolutamente essere trascurate.
Comunque la mia è solo un’impressione, bisognerà andarsi a leggere il libro.

Michell (finalmente sbattezzato)

Leggo e mi sembra di capire che chi fino ad ora ha partecipato ha le…….conoscenze giuste.
Cosa ne pensate di telecinesi, telepatia, chiaroveggenza et simili?
Sarei molto curioso di sentirvi in proprosito.

Michell

Aldovaldo

Bisognerebbe creare un simbolo ateo, senza riferimento né all’UAAR, né ad altre associazioni, che proprio come la classica croce che molti portano al collo serva a indicare di non essere credente (in alcuna religione). Sembra un po’ una scemenza, eppure l’idea forse non è tanto malvagia.

Michell (finalmente sbattezzato)

Ho letto l’articolo e mi è piaciuta particolarmente l’ultima frase:

credo solo che, in ogni caso, sia meglio sapere

Tutto il resto dell’articolo, ma vorrò leggere il libro, fa nascere in me una domanda: “I bambini avevano già un imprinting religioso?”.
Io ho avuto la fortuna che i miei genitori appartengono a quella famosa cerchia di “credo ma non pratico” (credono per timore ops…”paura” di dio) ed il mio primo imprinting di certo non è stato di stampo religioso.
Da piccolo, e come me anche tantissimi altri bambini di allora e di oggi, tendevo, se non addirittura perseveravo, a smontare/distruggere i giocattoli e qualsiasi cosa ci (anche mio fratello) per sapere “Come funziona questo?”.
Non conosco i professori e non ne ho mai sentito parlare (si ok sono abbastanza ignorante), ma (e qui la sparo grossa) credo che i loro studi abbiano un piccolo errore di fondo o almeno avrebbero dovuto fare una ricerca in parallelo tra bambini con genitori religiosi e bambini con genitori non religiosi.
Sono comuqnue curioso di leggere il libro.

Michell

Aldovaldo

@ Michell
A quanto pare, nel cervello umano c’è una zona alla quale è dovuto il misticismo, quindi probabilmente anche la fede religiosa e la credenza nel sovrannaturale. E stimolando artificialmente quella zona è possibile vivere esperienze mistiche.

miro99

quoto Aldovaldo, non è una scemenza la tua è una buona idea, pensiamoci, un simbolo , un logo, quacosa che ci faccia riconoscere, forse dovrebbe essere legato alla scienza.

Michell (finalmente sbattezzato)

“loro” il simbolo ce lo hanno già affibiato…..una croce capovolta. LOL
Scherzi a parte.
Un simbolo per identificare cosa? Che siamo atei? Chiediamo di essere liberi e poi ci diamo un simbolo? Quindi ci sarà un simbolo per gli atei, uno per gli agnostici, uno per i razionalisti, uno per…..
Secondo me quella del simbolo non è una buona idea.
Il simbolo dell’uaar esiste perché associazione.
Ho solo detto al mia.

Michell

Toptone

A 6 anni, durante l’ora di catechismo in parrocchia, feci arrossire come un peperone la mia “educatrice” chiedendole cosa volesse dire “bambino concepito”. Eh già! Stava parlando proprio di quello e non si capiva un piffero del discorso! 🙂

E su Adamo ed Eva chiesi se il loro figlio si fosse poi sposato con la sorella o con la madre……….

Signorina Ada iniziò ad arrossire e farfugliare, e io ad avere i miei primi dubbi.

San Gennaro

@Aldovaldo
ti va bene una sfera inscritta in un cilindro (equilatero)?

sti.ca1970

Concordo perfettamente col pensiero di Michell. La trova una strada pericolosa quella dell’identità in nome di qualcuno o qualcosa come un simbolo rappresentativo. E ciò che fanno chi vuole distinguersi o differenziarsi ( come tutte le religioni, e non solo ).

Aldovaldo

Vediamo un po’… la struttura a doppia elica del DNA… boh! Cmq pensavo a un simbolo per i “gentili” secondo l’accezione del Nuovo Testamento usata anche da Roberto Vacca.

azzurra

@ Aldovaldo

a cosa servirebbe un simbolo?!!?
Vuoi fondare la RELIGIONE DEGLI ATEI!!!!!

Laura

Sull’argomento vi segnalo anche “Six impossible thing to belive before breakfast: the evolutionary origins of belief” di L. Wolpert. Non so se è stato tradotto in italiano.

Laura

Dopo una veloce ricerca in internet: sì è stato tradotto “Sei cose impossibili prima di colazione. Le origini evolutive delle credenze”.

Stefano Bottoni

Certamente quando non si è acculturati (quindi si è bambini, o si è adulti come li vorrebbero le ultime riforme della scuola) è dura digerire il fatto che esistiamo per un caso non preordinato, senza nessun essere superiore che ci abbia messo la sua mano (semplificando al massimo, ma non posso certo fare qui il copia&incolla de “L’origine delle specie”).
E’ già stata dura far digerire il fatto che la Terra non fosse piatta e non fosse il centro dell’Universo… Mostriamo come l’essere umano non sia nulla di speciale sul nostro pianeta (non parliamo poi dell’Universo), ed ecco che la massa non acculturata si getterà a terra disperata. Tanto arriverà subito l’uomo nero (di veste, non necessariamente di pelle) a consolarlo in cambio di una questua.
Solo l’istruzione può far evolvere l’umanità. Ecco perchè fa tanta paura ai regimi.

P.S.: non vedo proprio la necessità di un simbolo per noi atei. Non saprei neppure immaginarlo, del resto. O si capovolgono i simboli di tutte le religioni (e allora peserebbe due quintali), o tanto vale non averne proprio nessuno.

rolling stone

Ce lo ha già spiegato Kant
La ragione desidera giungere ad una spiegazione definitiva dell’intricato complesso dei dati acquisiti tramite la coscienza interna (il proprio io) ed esterna (il mondo)
Ad esempio, la serie infinita di causa ed effetto che la fisica ci mostra, non soddisfa l’ideale della ragione di giungere ad un principio unico, nel quale è contenuto tutta la realtà. Da qui sorge l’idea di una causa prima che non è effetto di alcuna altra causa. Si tratta in fondo di pigrizia mentale, che porta a compiere un parricidio della legge di causalità: siccome ogni cosa ha una causa, deve esistere la causa di tutto. E la causa della causa prima? Parliamo d’altro.
Le religioni non sono che tentativi diversi di realizzare questo sogno della ragione: Un sogno che pero’ è destinato a rimanere perpetuamente un sogno, appunto perchè la ragione, nello sforzo di operare una sintesi della totalitá dell’esperienza, abbandona il campo dell’esperienza stessa, nel quale soltanto è possibile la reale conoscenza.

Otto Permille

Studio anch’io queste cose e sinceramente su questi temi esiste un campionario di studi specialistici molto più approfonditi. Di solito sono neurologi (ad es. Ramachandran, Newberg) che completano la loro preparazione in campo filosofico e scrivono su questi temi che riguardano la neuroteologia. La tesi italica mi sembra un rifacimento in chiave minore del testo di due teologi americani J. Ashbrook e C. R. Albright che hanno scritto “The Humanizing Brain: Where Religion and Neuroscience Meet.” Sono infatti questi autori che sostengono che il nostro cervello porta Dio dentro di sé. E’ lì che nasce il motto “Nati per credere”.

Aldovaldo

Poi bisognerebbe vedere quanto il vivere sociale possa aver modificato evoluzionisticamente parlando il cervello umano in modo da creare queste aree mistiche. L’evoluzione umana va avanti, mentre le religioni e la credenza nel sovrannaturale (paranormale) cedono pian piano il passo alla conoscenza scientifica e alla razionalità. Avremo quindi una riduzione della nostra area cerebrale mistica? In che punto della parabola ci troviamo?

Aldovaldo

x El@nS
Probabilmente l’amigdala si occupa in modo particolare delle fantasie ^_^

roanzel

Michell (finalmente sbattezzato) scrive:

<>

Rispondo a Michel:
il paranormale è, a tutt’oggi, non provato!!
Ogni volta che qualcuno è andato a verificare qualche fenomeno….non ha trovato NESSUN fenomeno.
Dunque, si può affermare con una certa sicurezza, che telecinesi, telepatia, chiaroveggenza etc… non esitono….FINO A PROVA CONTRARIA!!!!

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