L’integrazione dei musulmani francesi si conferma molto più avanzata di quella inglese, benché il panorama non sia tutto rose e fiori. La conferma viene da un sondaggio pubblicato la settimana scorsa su Le Monde des Religions: il 75% si è detto favorevole alla legge di separazione del 1905, mentre solo il 22% si considera prima islamico, poi francese. La larga maggioranza del campione si è anche dichiarata contraria alla poligamia e alla sottomissione della moglie al marito. Il 70% si è dichiarato favorevole al velo: una parte in quanto d’accordo con la sottomissione della donna, un’altra in nome della libertà individuale all’interno di una società occidentale. Il 54% degli intervistati ha tuttavia manifestato il proprio favore nei confronti di un’applicazione quantomeno parziale della sharia.
Islam francese e integrazione
31 commenti
Commenti chiusi.
Vi siete mai domandati perche’, a differenza del Cristianesimo, l’Islam sembra non conoscere crisi? La risposta e’: il maschilismo, anzi il potere che questa religione riserva agli esseri umani di genere maschile. La volonta’ dell’essere umano di genere maschile di conservare il dominio su quello di genere femminile e’ piu’ forte di qualsiasi altra volonta’ di potere e di dominio (razziale, nazionale, etnica etc etc.) e mi scuso con quella ammirevole ma rara minoranza di uomini che non sono cosi’.
Dov’è l’integrazione?
1) Per il principio di non contraddizione: “La larga maggioranza del campione” è contraria alla sottomissione della moglie al marito, ma poi è favorevole al velo, “in quanto d’accordo con la sottomissione della donna”
Il che significa che hanno mentito agli intervistatori.
2) il velo: “in nome della libertà individuale all’interno di una società occidentale”. Ma che stanno dicendo? Veo e libertà personale della donna sono in antitesi. IL VELO INDICA CHE LA FEMMINA E’ SESSUALMENTE ATTIVA E PRONTA PER ESSERE INSEMINATA. INDICA LA SUA DIPENDENZA DAL PADRE-VENDITORE E DAL MARITO-COMPRATORE.
3) “Il 54% degli intervistati ha manifestato il proprio favore nei confronti di un’applicazione quantomeno parziale della sharia.” Alleluia!!
Metà degli islamici di Francia vorrebbe lapidazioni, taglio della mano, impiccagioni et altre delicatessen.
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@Daisy
E’ una chiave di lettura, ma non l’unica.
Credo che i cristiani di non molto tempo fa fossero sulle stesse posizioni. Voglio essere ottimista e pensare che tra qualche generazione le cose saranno migliori anche per l’islam, fino al giorno (ahinoi, lungi dal divenire) in cui tutte le religioni saranno studiate come un orpello dell’uomo passato…
@ Lacrime e sangue
1) se il 70% è favorevole al velo e una parte (non indicata) di quella porzione è per la sottomissione della donna, da cosa evinci che la maggioranza è per la sottomissione della donna?
2) il velo, anche se nasce come simbolo di sottomissione può trasformarsi in altro, ad esempio oggetto identitario rivendicato dalle stesse donne.
Per eccedere: al tropico sotto al sole a mezzogiorno, diresti che una donna è per la sottomissione solo perchè tiene il velo sulla testa?
3)sharia non significa “lapidazioni, taglio della mano, impiccagioni”.
La sharia è un’insieme di regole della buona condotta estrapolata dal corano. La sharia regola diversi aspetti della vita di un musulmano, dalla purificazione rituale all’usura, passando per le false testimonianze, uso di alcool e omicidio.
Premesso che gli itervistati si sono dichiarati per “una parziale applicazione” della sharia, non vedo chi si possa permettere di dire che questi sono per la legge del taglione.
@RothKo61
Hai ragione. Mio padre è meridionale e quando le mie nonne vennero in Toscana nel 1954 rimasero scioccate. Erano tutte vestite di nero e capo sempre coperto (dai racconti di mia madre di cui non dubito) e quando mi portava fuori con il passeggino, alla pretesa di accompagnarla (controllo a nome del figlio maschio) davanti al suo diniego restavano scioccate. Per loro mia madre andava ad allargare le gambe a tutta la città. Sapemmo poi che tornate al paese si recarono a piangere dal prete per la malasorte toccata al loro povero figlio ed egli disse pure una messa alla vergine, affinchè facesse tornare mia madre sulla retta via. In un paese vicino Siena (mia città natale) il prete nel 1982 riuscì con le sue prediche a far smettere i paesani di andare a ballare essendo ciò segno di lussuria. In Toscana capite mica nel profondo sud. Non facciamo tanto gli spiritosi noi occidental-cristiani se dopo l’illuminismo e la rivoluzione industriale più quella d’Ottobre siamo ancora a questo punto. Molti islamici si stanno occidentalizzando e l’unico guaio è che noi (almeno in Italia) li attacchiamo con il cattolicesimo, invece di integrarli con un serio discorso laico.
Ma se i musulmani francesi sono così e sono per giunta molto più integrati di quelli inglesi, ne deduco che nel Regno Unito siano tutti o quasi iperintegralisti antioccidentali.
@Jacopo
1) Quanta parte di 70? A pensar male ci si indovina spesso: se non lo si indica apertamente, sono libera di pensare che sia una GRANDE FETTA di quel 70%. Dimostrami tu che la percentiale è minoritaria.
2) Ai tropici? Oh, bello! Si parla della Francia, mica del deserto del Sahara! Spreca un pò di tempo per leggerti libri come “Venduta”, “Mai senza mia figlia”, “Bruciata viva”, “Figlie del dolore” e last but not least, “Giù i veli!”
Scommetto che scriverai che sono le ideuzze di qualche femminista mezzo scema… Datti un’infarinata culturale su HOJB e HAYA. Solo dopo potrai permetterti di parlare sul velo.
3) “Fonti della legge islamica sono generalmente considerate il Corano, la Sunna (ovvero gli hadith del Profeta), il consenso dei dotti (ijmā’) e l’analogia giuridica (qiyās), la sharī’a accetta solo le prime due fonti in quanto divinamente prodotte o ispirate. Secondo gli ‘ulamā’ la Shari‘a consentirebbe la pena di morte in quattro casi: omicidio ingiusto di un musulmano, adulterio, bestemmia contro Allah (da parte di persone di qualunque fede) e apostasia (ridda) ciò nonostante viene invocata regolarmente per giustificare i casi di condanna a morte per omosessualità in stati come l’Iran, la Nigeria o l’Arabia Saudita.” Wikipedia
Sharia è anche poligamia e matrimonio combinato… Sharia è anche dire che in tribunale servono 4 (=quattro) femmine per confutare la testimonianza di 1 (=uno) uomo… Sharia è dire che una bambina di 9 anni si puà deflorare…
Naturalmente, a te queste parti antifemministe della shari’a piaceranno, come pure LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI ISLAMICI…
IO, invece, NON VOGLIO NEMMENO UN FRAMMENTO DI SHARI’A IN EUROPA
Per chi ne volesse sapere di più:
http://www.bbc.co.uk/religion/religions/islam/beliefs/sharia_1.shtml
http://www.guardian.co.uk/world/2002/aug/20/qanda.islam
Al mio secondo post – nel limbo – aggiungo anche:
http://www.brusselsjournal.com/node/3522
Per una lista di siti sull’islam e la sharia in Europa:
http://www.sharia.dk/links.html
Contro la democrazia:
http://www.bladi.net/forum/126731-critique-democratie-eloge-sharia/ – 65k
Anche questo:
The victims of Muslim Religious Apartheid.
A Web Project of the Coalition for the Defense of Human Rights (CDHR)
http://www.dhimmi.com/
@Jacopo
1) Quanta parte di 70? A pensar male ci si indovina spesso: se non lo si indica apertamente, sono libera di pensare che sia una GRANDE FETTA di quel 70%. Dimostrami tu che la percentiale è minoritaria.
2) Ai tropici? Oh, bello! Si parla della Francia, mica del deserto del Sahara! Spreca un pò di tempo per leggerti libri come “Venduta”, “Mai senza mia figlia”, “Bruciata viva”, “Figlie del dolore” e last but not least, “Giù i veli!”
Scommetto che scriverai che sono le ideuzze di qualche femminista mezzo scema… Datti un’infarinata culturale su HOJB e HAYA. Solo dopo potrai permetterti di parlare sul velo.
CONTINUA…
3) “Fonti della legge islamica sono generalmente considerate il Corano, la Sunna (ovvero gli hadith del Profeta), il consenso dei dotti (ijmā’) e l’analogia giuridica (qiyās), la sharī’a accetta solo le prime due fonti in quanto divinamente prodotte o ispirate. Secondo gli ‘ulamā’ la Shari‘a consentirebbe la pena di morte in quattro casi: omicidio ingiusto di un musulmano, adulterio, bestemmia contro Allah (da parte di persone di qualunque fede) e apostasia (ridda) ciò nonostante viene invocata regolarmente per giustificare i casi di condanna a morte per omosessualità in stati come l’Iran, la Nigeria o l’Arabia Saudita.” Wikipedia
Sharia è anche poligamia e matrimonio combinato… Sharia è anche dire che in tribunale servono 4 (=quattro) femmine per confutare la testimonianza di 1 (=uno) uomo… Sharia è dire che una bambina di 9 anni si puà deflorare…
Naturalmente, a te queste parti antifemministe della shari’a piaceranno, come pure LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI ISLAMICI…
IO, invece, NON VOGLIO NEMMENO UN FRAMMENTO DI SHARI’A IN EUROPA
@ Jacopo
“Premesso che gli intervistati si sono dichiarati per “una parziale applicazione” della sharia, non vedo chi si possa permettere di dire che questi sono per la legge del taglione.”
Senti senti….e com’è che tu ti permetti di pensare che essi si riferiscano solo alla parte riguardante l’astensione dall’alcol oppure, addirittura, dall’omicidio?
Scusa la malafede, ma mi sento più onesta a pensare come “lacrime e sangue” e non condivido affatto il tuo buonismo.
Ormai da tempo non considero più il fervore religioso come un fatto culturale, ma piuttosto come un fatto neurologico. Da un lato tutte le religioni infine risalgono ad antichi riti di simulazione, gioco e soggiogamento sessuale (poiché son in fondo gli stessi moduli cerebrali che vengono mobilitati e in particolare connessi con il rilascio della dopamina e perciò della gestione dei meccanismi del piacere), dall’altro vediamo che le patologie psichiatriche più gravi sono sempre accompagnate da frenesie e fantasie religiose.
Infatti i disturbi mentali più frequenti riguardano la sessualità. Puoi chiedere a qualunque psicologo, psichiatra, psicoterapeuta, ti diranno tutti la stessa cosa. Il sesso è la pulsione più forte che abbiamo e pertanto genera ogni tipo di nevrosi. E’ difficile trovare qualcuno che non viva la sessualità in modo compulsivo e spesso conflittuale. La sessuofobia dei bempensanti e l’omofobia di cattolici e altri intolleranti altro non sono che manifestazioni nevrotiche di una sessualità che malgrado le apparenze non è vissuta in modo sereno. L’ideale sarebbe andare tutti indistintamente da un bravo psicologo che ci aiuti a vivere il sesso con maggior serenità. Le religioni invece agiscono in senso opposto: rendono la sessualità umana ancora più nevrotica e problematica. Altro buon motivo per abbandonarle.
alla faccia di tutti quelli che rompono l’anima con il “diritto di mantenere le tradizioni e l’identità del paese d’origine”. Per quanto sembra triste l’unica via di integrazione è l’assimilazione, pacifica, lenta e “volontaria” possibilmente.
Non credo che esisterà mai una società multi culturale. Gli inglesi con il politicamente corretto hanno scelto la multiculturalità ed ecco i risultati, una società che è un agglomerato di culture poco coese quindi quasi sempre in competizione per la supremazia.
In questo modo si creano delle zone d’ombra di gruppi di individui che vivono in un paese senza conoscere neanche la lingua la cultura e le regole, qualcuno mi sa dire come definirli questi, sono semplicemente alieni.
Vi lascio a voi a pensare come possono essere usati queste persone??
Ci indignamo quando i leghisti propongono la condanna a morte di un omicidia extracomunitario e poi lasciamo che in questo luogo di libera discussione vengano costruite basi INGIUSTIFICATE per la discriminazione.
Scrivo ingiustificate, perchè usano pretestuosamente un articolo deficitario di informazioni per confermare pensieri e pregiudizi già esistenti. Poco laico.
Riguardo il mio buonismo, cara Lola, si chiama semplicemente Fastidio per le parole di Lacrime e Sangue che ha letto un articolo, riportato frammentariamente, e lo ha velocemente volto alla sua interpretazione peggiore.
In altri contesti lo stesso lacrime e Sangue forse si sarebbe definito integralista.
Chi di noi sa se gli intervistati si riferivano al mantenimento dell’indignazione (ho scritto indignazione, non fustigazione) nei confronti di chi dice il falso oppure alla lapidazione degli adulteri. Lacrime e Sangue per certo, in questo caso gli chiedo la possibilità di avere a disposizione i dati (relativi all’articolo).
Riguardo l’equatore, speravo si capisse, quello che ho scritto voleva solo mostrare che il velo, famoso come segno di sottomissione, può essere letto anche con altri significati dalle stesse persone che lo portano. Così come può avere un’utilità “materiale”(all’equatore) può essere semplicemente considerato, ad esempio, un segno distintivo da ragazze di famiglia algerina che vogliono distinguersi dalle coetanee… svedesi.
Quindi: chi siamo noi per decidere che in realtà quello è un segno di sottomissione se poi le persone lo usano liberamente e senza essere costretti?
Non è che torniamo alla preistoria e alla teoria che le persone vadano liberate da noi che siamo puri, vero?
@ Stefano Grassino,
mi riconosco nella tua esperienza e approvo le tue conclusioni.
@ Aldovaldo,
“L’ideale sarebbe… vivere il sesso con maggiore serenutà. Le religioni invece agiscono in senso opposto: rendendo la sessualità umana ancora più nevrotica e problematica. Altro buon motivo per abbandonarle”.
Bravo, grazie per la tua lucida analisi di quel che è il danno principale prodotto dalle religioni.
# Mauro Ghislandi scrive:
4 Novembre 2008 alle 19:45
Non c’è da stupirsene. Basta prendere in considerazione l’orientamento della politica estera britannica degli ultimi (numerosi) anni. E l’alta percentuale di britannici animati da sacra ira e furore antiislamico à la lacrime-e-sangue. Il resto vien da sé come ovvia conseguenza. Mentre nei paesi più civilmente evoluti e progressisti come la Francia succede il contrario. Per questo vedo l’Italia destinata a seguire la Gran Bretagna in proposito (solo per le cose negative, ovviamente).
Mes salutations,
@ Massi
Da considerare anche la reazione a catena per cui chi non vive in modo sereno la propria sessualità tende a scaricare le proprie nevrosi su altri che quindi saranno portati anche loro a viverla in modo nevrotico. C’è chi cerca di spezzare questo circolo vizioso e passa per essere un… vizioso (potrei citare Kinsey, De Sade, quelli che in modo razionale hanno cercato di sovvertire uno stile di vita frustrante e frustrato) e sono stati spesso ostacolati da chi, in nome di un puritanesimo spesso ipocrita, credendo anche in buonafede di liberare il mondo dalla “nevrosi sessuale”, non ha fatto altro che mantenere una situazione di frustrante inibizione. Indubbiamente stiamo andando verso una liberalizzazione dei costumi (e per inciso un movimento simile ci fu addirittura sotto il fascismo con D’Annunzio, anche se la storia lo soffocò con le smanie espansionistiche del potere e il controllo, quindi, anche del privato), ma è un’eterna lotta, tra corsi e ricorsi storici, che finisce per riportarci ogni tanto al punto di partenza. Occorrerebbe un movimento (ma ce ne sono) opposto al MOIGE per liberarci da tanto autolesionismo, qualcosa di vagamente simile agli ideali hippy del ’68, ma con la maturità dell’esperienza acquisita.
(non so cosa ho scritto, spero si capisca, ogni tanto mi prende così ^_^)
“Il 54% degli intervistati ha tuttavia manifestato il proprio favore nei confronti di un’applicazione quantomeno parziale della sharia.”
Alla faccia dell’integrazione!
Alessandro S: Guarda che se da un lato la vergognosa politica estera britannica è quello che è, paradossalmente sul fronte interno il governo britannico è molto accondiscendente verso le pretese delle associazioni islamiche, ed è rigorosamente islamically correct.
Basti pensare per esempio al fatto che sono arrivati al punto da riconoscere di fatto la poligamia, consentendo a tutte le varie mogli dei poligami di ricevere gli assegni familiari (a patto che i matrimoni siano stati celebrati in una nazione in cui la poligamia è consentita).
Una richiesta guarda caso partita proprio dalla comunità islamica.
E smettiamola anche di vedere il fanatismo e la mancata integrazione di molti islamici sempre come una reazione all’ islamofobia presente in Occidente, questa è una visione estremamente limitata della situazione che tende a far assolvere le comunità islamiche da ogni responsabilità.
Jacopo: lo so anche io che la sharia non significa solamente lapidazioni o impiccagioni, ma il fatto che più della metà dei musulmani francesi pretenda di inserire nell’ordinamento giuridico nazionale norme provenienti dai propri testi sacri che andrebbero quindi ad intaccare la laicità dello stato francese, non me li fa ritenere molto integrati…
@Dado
lo fa sospettare anche a me, ma credo concorderai che se qualcuno ha “manifestato il proprio favore nei confronti di un’applicazione quantomeno parziale della sharia”, noi non possiamo sapere se sia un moderato che auspica che nel senso comune occidentale prendano piede VALORI come la fedeltà alla parola data, oppure se sia un integralista che auspica PENE per gli adulteri.
Se qualcuno avesse l’articolo originale sarebbe cosa piacevole
# Dado scrive:
5 Novembre 2008 alle 12:58
Anche il vedere ogni attrito tra gl’isalmici e gli occidentali è “una visione estremamente limitata della situazione che tende a far assolvere le comunità” occidentali dalle proprie responsabilità. Come mai il terrorismo islamico praticamente non ha toccato la grande maggioranza dei paesi europei dove pure ci sono percentuali di immigrati residenti islamici enormemente superiore alla percentuale di islamici che vive negli Stati Uniti? Io non vedo le cose da un solo punto di vista, ma cerco certo di vederle anche dal punto di vista degli altri. Mentre qui si direbbe che vedere le cose anche dal punto di vista degli islamici sia un attentato alla sacra verità inviolabile dell’islamico=bestia sanguinaria, che il constatare come gli 800mila-un milione di islamici residenti in Italia non si diano all’estremismo e agli attentati dettati dal fanatismo sia una bestemmia contro il dogma che islamico=terrorista oppressivo disumano. Le responsabilità che le hanno tutte e due le parti, ma per me:
1) la responsabilità maggiore che l’ha chi ha la forza maggiore (economica, finanziaria, militare e anche culturale);
2) qui dentro (come in tutta Italia) c’è una sproporzione sconcertante di prese di posizione oltransiste antiislamiche, rispetto a qualsiasi altro commento più equilibrato.
Ciao,
Alessandro S. scrive:
5 Novembre 2008 alle 14:37
Scusate, ho dimenticato di completare: “come dovuta esclusivamente all’intransigenza, al fanatismo e all’integralismo desgl’islamici” ecc..
@Alessandro S.
Le associazione di apostati e di femministe non sono d’accordo con te. La sottomissione segue l’islam e l’islam non è violento con i DHIMMI.
@Jacopo
Integralista? Massì, dai, chiamami con il nome che vuoi usare: RAZZISTA. Perchè è questo che pensi di chi NON la pensa come te, e facciamola finita.
Informarti?Leggere?Ascoltare le donne? Ma perchè mai? Sai già tutto…
Io ti parlo di articoli, libri, saggi e tu, che tutto sai, non ne hai bisogno…
ALLORA PARLIAMO DI FATTI: 2002, OTTOBRE, SOHANE BENZIANE VIENE BRUCIATA VIVA A VITRY-SUR-SEINE, PERCHè SI E’ RIFIUTATA DI SOTTOMETTERSI AL VELO.
O onniscente, lo sapevi? Sapevi che è solo una delle vittime degli ultimi 20 anni?
Leggi e impara.
R. El Khayat, La donna nel mondo arabo, Jaca Book, Milano, 2002 = la donna è meno di un cammello
S. Treiner, I delitti d’onore in Europa, in Il libro nero della donna, a cura di C. Ockrent, Cairoeditore2007, pp. 128-131, omicidi islamici in Europa.
Aa.vv, La questione del velo in Francia, in ibidem, pp. 437-449, velo = sottomissione.
Amir Taheri, Lo spirito di Allah. Ponte alle Grazie, Firenze, 1989, pp. 241-243 =
la democrazia occidentale è un’invenzione ebreo-cristiana, nemica dell’islam
Da S. Taarji, Le donne velate dell’islam, Essedue, Verona 1991: le donne devono velarsi perche causano FITNA = UN COMPORTAMENTO FEMMINILE CHE CAUSA DESIDERIO SESSUALE NEL MASCHIONE.
Jacopo, tu, così politically correct, avresti acceso per primo il fuoco addosso a Sohane e avresti messo in mano il coltello per tagliarle la gola al padre di Hina (caso di Brescia, ma tu, onniscente, lo conosci di certo).
P.S.: Non ti bastano i dati scritti nei libri? L’articolo di Le monde des religions presenta dati noti da tempo, in quanto ripetitivi e noiosamente ricorrenti in tutte le interviste degli ultimi dieci anni. Veditene anche uno di febbraio:
http://jihadwatch.org/archives/019907.php
Alessandro S. : sicuramente l’Occidente ed in particolare gli Stati Uniti con le sue vergognose guerre “imperialiste” ha buona responsabilità per la situazione che si è creata, tuttavia penso sia inutile negare che se le popolazioni di religione islamica più difficilmente di altre si integrano qui in Europa la colpa non è solamente degli autoctoni, non dimentichiamoci infatti che fra gli immigrati musulmani generalmente la fede religiosa è ben più viva e sentita che fra gli abitanti dell’ormai quasi secolarizzata Europa e ciò non aiuta certo l’integrazione, specialmente se certo “bigottismo” porta fra le altre cose gli islamici a non rispettare totalmente le libertà d’espressione ed in particolare la satira che tocca questioni religiose (basti pensare al caso delle vignette danesi per esempio).
P.S.
Ultimamente non ho frequentato molto questo sito, tuttavia mi pare che più che anti-islamici i commenti che si leggono da queste parti siano anti-cattolici, ed è anche abbastanza diffusa la tendenza da parte di qualche ateo o pseudo tale (sia chiaro non conoscendoti non mi riferisco a te) di scagliarsi ostinatamente contro i cattolici ed il Vaticano per poi essere però piuttosto indulgenti ed acquiescenti verso l’Islam e certe problematiche riguardanti i musulmani.
Nota: ho appena provveduto a inserire un link ai dati integrali del sondaggio
@Dado @tutti
Io penso che la questione non sia se si è più antiislamici o anticattolici.
Io personalmente non sono in questo forum per pormi contro nessuna religione.
Sono qui per tutelare me stessa e la minoranza a cui appartengo, cioè quella dei laici in Italia. E non lo faccio perché convinta che la laicità sia migliore, ma solo perché allo stato attuale la laicità deve lottare per farsi sentire, perché diversamente rimane inascoltata, ed inascoltate le sue esigenze.
Che ci siano diversi atteggiamenti nei confronti di cattolicesimo ed islamismo in questo momento in Italia è cosa assolutamente normale.
Il cattolicesimo è la cultura predominante, quella dalla quale cerchiamo di emanciparci e contro la quale nutriamo a volte un po’ di rancore, perché ci opprime, perché ci vuole assorbire e ci giudica.
L’islamismo, nonostante in quanto religione poggi su presupposti molto simili a quelli del cattolicesimo, è il retaggio culturale dello straniero in terra italiana. Lo straniero che è minoranza. Lo straniero che sente la pressione all’omologazione con il paese ospitante. Io vorrei che gli fosse riconosciuto il diritto di esistere e di non sentirsi inappropriato perché islamico, vorrei che non gli fosse sbarrata la strada perché è islamico.
Faccio un esempio per chiarire ciò a cui mi riferisco. Prendiamo per esempio le preghiere quotidiane di quei musulmani che vogliono farle, e nello specifico nei giorni lavorativi. È giusto che il datore di lavoro gli conceda di farla? Io credo che il datore di lavoro si mostrerebbe persona aperta se acconsentisse a questa esigenza, beninteso nel rispetto delle sue, di esigenze. Cioè la giornata lavorativa resta di 8 ore. Il lavoratore che voglia pregare deve recuperare le ore così impiegate.
Chi ci perde qualcosa? Forse chi vuole che l’islam venga annientato e che l’assimilazione alla nostra cultura sia completa. Bè, credo che la storia ci abbia mostrato che è fallimentare il tentativo di annientare un’idea o un’identità.
Chi ci guadagna? Io in quanto laica, per esempio. Perché se gli italiani cominciano a capire che non importa che tutti siano cattolici perché la società sia ben riuscita, anche io avrò una vita più piacevole.
Io credo che, visti i fenomeni migratori in atto nel mondo intero, il problema che ci dobbiamo porre sia proprio quello di come partecipare all’integrazione (sì, partecipare, perchè l’integrazione è bidirezionale), che direzione dargli.
Se la questione è invece trovare il più grande numero di capi d’accusa possibile contro le religioni in generale e l’islam in particolare, allora credo che il compito sia abbastanza facile, visto che chi parla (persone iscritte all’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) ha in linea generale un punto di vista piuttosto omogeneo a riguardo. Vogliamo dire che le religioni sono oppressive? Maschiliste? Misogine? Conservatrici? Repressive? Dogmatiche? Ok. Ma mi chiedo che cosa si ottenga a ragionare per accuse.
Se la questione è invece liberare le donne oppresse dalle religioni, credo che farlo con le donne immigrate in Italia o in Europa non sia molto efficace: volenti o nolenti, al di là dei comportamenti e delle politiche adottate dai paesi ospitanti, sappiamo che la cultura di queste persone tenderà ad accogliere qualcosa della nostra cultura, e sappiamo che i comportamenti degli islamici devono rispettare la legge italiana.
Quindi credo che se di liberazione si tratta, bisognerebbe andare nei paesi originari di queste donne, dove non c’è nessuna cultura ospitante che le possa salvare, e lì agire. Propongo senza ironia a chiunque la ritenga la strategia vincente di farlo.
Io personalmente ritengo che ci sia il rischio di diventare dei puri salvatori, come prospetta jacopo, ma tant’è…
Se vi interessasse, e nel caso qualcuno non se ne fosse accorto: l’intero report che ha dato vita a questa discussione è stato linkato all’ultimissima, e la conversazione riaperta per tre giorni.
Ciao