Gb: tredicenne, leucemica, chiede di essere lasciata morire

Aveva cinque anni, Hannah Jones, quando le fu diagnosticata una grave forma di leucemia. Fu curata con la chemioterapia e, ora che di anni ne ha tredici, il suo cuore è irrimediabilmente compromesso, tanto che pompa sangue solo al 10% delle sue possibilità. Si potrebbe tentare di rimediare con un trapianto: ma Hannah, che ha già subito tre operazioni, ha deciso di rifiutarne una quarta, che le avrebbe forse assicurato altri cinque/dieci anni di vita e che era peraltro priva di garanzie di successo. Hannah ha chiesto di essere lasciata morire: vuole trascorrere in pace i pochi mesi che i medici ritengono abbia ancora da vivere. I genitori rispettano la sua scelta, l’Alta Corte inglese le ha dato ragione.

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75 commenti

Sergio

P.S.

Non oso immaginare cosa farebbero i cattolici vaticaliani se avessero questa povera bambina fra le mani. Una, cento, mille Englaro! Ad maiorem Dei gloriam.

Sailor-Sun

Le sofferenze che ha provato l’hanno fatta crescere in fretta.
La sua è una decisione che dimostra una maturità che pochi hanno.
Secondo me saper accettare la morte è la più grande prova di saggezza (ma forse il termine è riduttivo) che esista.

Flavio

Penso sia una scelta molto matura e tragica. Cosi’ e’ la vita.

Aldovaldo

La mia è una voce fuori dal coro e dico che non mi convince. E’ una minorenne, ha solo 13 anni, può avere il senso critico di un adulto? Spesso nemmeno a 18 se ne ha abbastanza. Se poi questo trapianto di cuore può darle altri 5-10 anni di vita, in questi anni la scienza può fare anche notevoli progressi e riuscire a trovare una cura. Certamente non ho alcun diritto di mettermi nei suoi panni e giudicare al suo posto, ma la cosa mi lascia molto perplesso. Non vorrei che il diritto all’autodeterminazione si trasformasse in una tendenza ad arrendersi più facilmente dinanzi alle difficoltà della vita.

Lukino

Non ho neanche il coraggio di immaginare come deve essere stata la vita di questa ragazzina e dei suoi genitori, per prendere una decisione simile. Spero almeno che possa avere il rispetto che merita, senza che nessuno questa volta voglia assumere un tale dramma personale a bandiera di queste o quelle convinzioni.

Aldovaldo

@ Lukino
Esiste la bandiera delle convinzioni? Intendi forse le ideologie? Convinzioni e ideologie non sono la stessa cosa. Io ad esempio ho le mie idee (convinzioni) ma non accetto a scatola chiusa alcuna ideologia.

Stefano Bottoni

Leggendo un articolo di giornale mi sono chiarito molto meglio le idee. Sul TG di ieri sera la notizia era stata data in maniera molto stringata: non si parlava della leucemia, delle operazioni precedenti nè del fatto che pure col trapianto l’aspettativa di vita sarebbe stata comunque ridotta. Quindi la cosa mi aveva lasciato alquanto perplesso.
Adesso che conosco molto meglio la situazione non posso che essere moralmente vicino ad Hannah e ai suoi genitori.
Ma forse in TV il mancato approfondimento è stato voluto, visto che subito dopo “casualmente” si parlava del caso di Eluana Englaro.
Un tentativo di demonizzazione dell’autodeterminazione? A pensar male si fa peccato, però…

Angelo Ventura

Rispetto la decisione, probabilmente farei lo stesso, nelle stesse condizioni.. Ma mi pare una decisione tragica e disperata, per quanto comprensoibile. E se nel frattempo si scoprisse una cura contro la leucemia?

Mirko

E se nel frattempo si aprissero i cieli e Dio in persona le facesse il miracolo di salvarla,e se nel frattempo arrivasse pure l’apocalisse….sai che fregatura…
e se….

Kaworu

@aldovaldo

ho casualmente appena finito di studiare un libro sull’oncologia pediatrica (dal punto di vista psicologico).

posso assicurarti che molto spesso questi bambini si fanno carico delle proprie sofferenze, di quelle dei propri genitori e sono pronti alla morte molto più di quanto saranno mai mamma e papà, con una consapevolezza che fa paura.

e soprattutto vivono tante di quelle sofferenze e paure in maniera così stoica che al loro posto chiederei di non passare neanche un anno di più all’inferno dove stanno loro.

personalmente credo che una ragazzina che vive da tempo tutto questo non solo abbia il diritto, ma sia anche in grado di decidere se continuare a farsi torturare “per niente” (perchè guadagnare 5 anni non mi sembra un vantaggio, specie se son 5 anni come quelli che sta già vivendo) o se gettare la spugna e accettare che è finita.

arrendersi se si hanno concrete possibilità di guarigione è stupido.

arrendersi se si ha solo la possibilità di prolungare le proprie sofferenze lo trovo saggio.

Ann

@ Aldovaldo
Quella ragazzina vive negli ospedali da 10 anni.
Fosse una che s’arrende l’avrebbe fatto prima…e è inutile raccontarsi favole, in cinque anni la medicina non troverà nessuna cura miracolosa in grado di guarire il cancro e di far vivere di più i trapiantati affetti da leucemia.

Colapesce

Questione spinosa: è più forte l’autodeterminazione della persona o l’incapacità del minore?

Sara

Onore a questa piccola già così grande. Davvero è cresciuta in fretta, per forza. Una bambina cresciuta in ospedale e a cui promettono, se va bene, altri 5 anni di ospedale, che può fare? Non penso neanche che i giudici abbiano deciso con leggerezza. Purtroppo, già mi aspetto gli strali del vaticano, che puntualmente arriveranno oggi. Strali crudeli per sfruttare a proprio vantaggio propagandistico questa vicenda così dolorosa. Già stamattina sentivo una ‘cronista’ radiofonica, anche famosa, su rai3, che diceva: ma come fa una tredicenne a decidere? perché rifiuta la vita? perché non prova? Oltretutto, portando solo disinformazione, perché ha parlato del rifiuto del trapianto e non del fatto che ha già subito interventi, che ha la leucemia da anni e che l’intervento ha pure poche prospettive di successo…
Questa sentenza dovrebbe essere la normalità, ma in Italia non lo sarà ancora per molto, temo.

Aldovaldo

Ciao Kaworu,
io non conoscendo esattamente la sua malattia non sono in grado di valutare tecnicamente eventuali speranze ed aspettative di vita. La mia quindi è una riflessione molto generica sul fatto che la ragazza è estremamente giovane e che in 5-10 anni la scienza può scoprire cose notevoli. Solo per questo motivo mi sono permesso di sollevare dei dubbi su tale decisione così drammatica. Il mio quindi è soprattutto un dubbio e penso che tale dubbio mi rimarrà. Esistono persino guarigioni spontanee (che la Chiesa chiama miracoli attribuendole all’intervento divino) e a quanto pare la ragazza sta già adesso vivendo oltre quelle che erano state le previsioni mediche circa la situazione del suo cuore. Non è da escludere nemmeno che la situazione possa migliorare proprio in seguito all’interruzione delle cure mediche. Quindi… apertura totale al dubbio.

Aldovaldo

@ Sara
La cronista radiofonica “anche famosa” ^_^ su Rai3 l’abbiamo ascoltata insieme, si chiama Emanuela Falcetti ed ha a sua disposizione un tempo così breve che citare una notizia senza avere materialmente il tempo di approfondirla è già ottima informazione. E come era perplessa lei circa la capacità di una tredicenne di valutare il proprio futuro lo sono anch’io.

Francesco M.Palmieri

Tutti quelli che lamentano la troppo “giovane” età della ragazza dovrebbero riflettere su quale grado di “maturazione” porta un’ infanzia negata, e il pensiero della morte costantemente “accanto al letto” !!!!!!!!

antoniotre82

Vivere nella sofferenza continua è un non vivere. In questi casi accanirsi alla vita in modo artificiale, anche quando questa non può definirsi vita, non è umano, ma è un’aberrazione della natura. La natura è l’elemento che più bisogno rispettare a questo mondo.

Edoardo

Straordinario… qui avrebbero già sollevato un putiferio. Tanto di cappello, a lei ed ai suoi genitori… questo è amore…

Ivo Mezzena

@ Aldovaldo

I tuoi dubbi sono legittimi, ma il problema è che ognuno deve sempre avere il potere di decidere della propria vita, la bambina forse potrebbe sbagliare mail solo dubbio non è sufficiente per impedirle di fare questa scelta.

E/S

E parte un’aola da stadio per la Gran Bretagna con standing ovation!

(ovviamente sono triste per quella bambina; ma sarei ancora piu’ triste se l’avessero obbligata a tentare di curarsi contro la sua volonta’)

Daglator

Ho sempre reputato la Gran Bretagna un paese estremamente civile, più civile della nostra povera Italia (o meglio, ho sempre reputato l’Italia un paese estremamente più incivile di tantissimi altri), ma la mia è solo un’opinione, pertanto totalmente opinabile.
Il diritto di disporre della propria vita dovrebbe, a mio avviso, essere riconosciuto a chiunque, e non rimanere esclusivo appannaggio di entità sovrannaturali (e dei loro “degni” rappresentanti) come guarda caso accade da noi.

Sergio

@ Gigetta:

“Le farebbero fare il trapianto a forza.”

Questo sarebbe il meno. Ma poi l’allaccerebbero alle macchine, la intuberebbero, le farebbero milioni di clisteri a tempo indeterminato, anche per vent’anni: perché la vita è sacra, un dono di Dio indisponibile ecc.
E sai chi gleli farebbe i clisteri? Non certo Ferrara, Ruini, Bagnasco, Bertone, Ratzinger, Barragan e compagnia bella. Ma certo, qualche suora: perché le suore a questo servono.
Come quella brava, ma anche un po’ masochistica suora che accudisce Eluana Englaro.

Fra parentesi: una bambina di tredici anni con già un calvario alle spalle, e la prospettiva di un altro calvario, ha il diritto di pensare che non ne vale la pena. Dubitare della sua maturità, per negarle questo diritto, è semplicemente infame.
I progressi della medicina? E quando? E intanto io soffro le pene dell’inferno? No, grazie.

C’è chi vuole affrontare le difficoltà e accettare anche il dolore, e chi invece non vuole, non ce la fa. Meritano rispetto entrambi. Un grande teologo cattolico, Eugen Drewermann, ha scritto un saggio: “Il suicidio come ultima grazia della natura”. La natura offre anche questa via di uscita quando la vita è insopportabile, invivibile.
P.S. Drewermann (anni 68) non è più cattolico da due anni. “Un teologo progressista è un non senso. Un teologo che progredisce ben presto non è più teologo.” (Karlheinz Deschner)

Chinsky

La ragazzina, è vero, ha 13 anni, è maturata in fretta, vive ogni giorno facendo i conti con la sofferenza, la probabilità della morte, il dolore e la pena che legge probabilmente negli occhi di tutti quelli che incontra.. ma a parte il fatto che la decisione l’ha presa lei, e con un coraggio immenso, non credete che i genitori ne abbiano discusso con lei, magari cercando di dissuaderla, cercando di farle cambiare idea (forse, vado per ipotesi), valutando i pro e i contro dell’operazione che lei ha rifiutato?
Oppure si sono sentiti dire “mamma, papà, non voglio la nuova operazione, voglio morire” e si sono stati zitti? Suvvia, non scherziamo.
Al suo coraggio e al suo senso critico si è quindi aggiunto sicuramente quello dei genitori. Se loro hanno accettato quindi la sua decisione, e hanno reputato giusto rispettare le sue volontà, non so che dubbi possano sorgere.

SilviaBO

Complimenti ai genitori di questa ragazzina, che hanno deciso di rispettare la sua volontà.
E’ vero, è piccola e si può dubitare della sua capacità di giudizio, ma si è mai grandi abbastanza per decidere freddamente e obiettivamente sulla propria vita e la propria morte?
Magari qualche piccola possibilità di guarigione ci sarebbe, ma richiederebbe ulteriori anni di sofferenza. E poi? Anche se guarisse tra 5 o 10 anni (una guarigione parziale, perché comunque ormai il suo fisico è minato dalle terapie subite), le gioie che vivrebbe in seguito basterebbero a compensare anni di sofferenza? Una prospettiva di felicità futura e incerta giustifica sofferenze attuali e certe?
Lei ha ritenuto che il gioco non valga la candela. Può darsi che si sbagli, ma secondo me ha ragione.

gigetta

@ sergio
I progressi della medicina? E quando?
come quando? ma dopo e solo dopo aver fatto tanti begli esperimenti sopra di noi…con il benestare della chiesa e della politica molto spesso questi malati diventano solo delle “cavie di laboratorio” si proviamo questo ma…si proviamo quello ma…
non si sa mai che effetti possano esserci se e come potranno sopravvivere serve tutto per il progresso della scienza è quella che io chiamo “sperimentazione umana” la dignità umana è altra spesso questa parola viene utilizzata per nascondere cose molto losche…se allo stato gliene fregasse qualcosa dei malati oltre a permettere il loro utilizzo per i progressi della scienza provvederebbe a far avere assistenza alle famiglie di chi se ne deve occupare prima durante e dopo la sperimentazione umana.
a questo punto il problema è chi vuole sia libero di contribuire con le sue sofferenze al progresso scientifico (senz’altro sarà importante per chi si ammalerà delle stesse cose in un prossimo futuro) chi non vuole muoia naturalmente e pace.

San Gennaro

Tutti quelli che lamentano la troppo “giovane” età della ragazza dovrebbero riflettere su quale grado di “maturazione” porta un’ infanzia negata, e il pensiero della morte costantemente “accanto al letto”

Quanti affermano che una tredicenne è “troppo giovane” per autodeterminarsi sono gli stessi (IPOCRITI) che giudicano “maturi” i dodicenni che ricevono la cresima.

Aldovaldo

Se si trattasse di vostra figlia che fareste? E una bambina che invece di rifiutare le cure mediche volesse drogarsi, prostituirsi, farsi un bel piercing sulla lingua e un bel paio di tette al silicone? Vale anche in questo caso l’autodeterminazione o i genitori hanno il diritto/dovere di esercitare la patria potestà fino a quando non sarà maggiorenne? Come vi comportereste con vostra figlia?

Ma la cosa più interessante è che qui a parte me nessuno ha il minimo dubbio. C’è da essere un tantino perplessi ^_^

Aldovaldo

Io ho espresso il mio pensiero senza offendere nessuno e mi sorprende che su questo sito come criterio di discussione e confronto si pratichi l’offesa personale. Sono stato definito ipocrita e infame solo per aver espresso dei dubbi. Complimenti agli autori dei messaggi.

CandyFruit

La ragazzina sarà anche incapace a causa dell’età, ma medici e genitori sono d’accordo con lei, questo significa che la sua scelta non è per niente infondata, altrimenti non credo che l’avrebbero assecondata

Aldovaldo

Comunque la cosa non mi tange minimamente. Le offese qualificano chi le fa, non chi le riceve. Lo dico senza intenzioni polemiche, sia ben chiaro.

Aldovaldo

Comunque la cosa non mi tange minimamente. Le offes.e qualificano chi le fa, non chi le riceve. Lo dico senza intenzioni polemich.e, sia ben chiaro.

Aldovaldo

C o m u n q u e l a c o s a n o n m i t a n g e m i n i m a m e n t e .
L e o f f e s e q u a l i f i c a n o c h i l e f a , n o n c h i l e r i c e v e .
L o d i c o s e n z a i n t e n z i o n i p o l e m i c h e , s i a b e n c h i a r o.

SilviaBO

@ Aldovaldo
Un mio commento è in attesa di approvazione. Io qualche dubbio ce l’ho, ma ce l’avrei qualsiasi fosse l’età della persona in questione. Non si può non avere dubbi, perché il futuro è incerto. Ma, dato che nessuno ha la sfera di cristallo, a un certo punto bisogna fermarsi e accettare ciò che una persona decide per sé.
Se fosse mia figlia, mi sentirei terribilmente in colpa per averla messa al mondo e averla così condannata a questo orrore. Se mi dicesse che non ce la fa più, farei di tutto per rispettare la sua volontà. Ci starei da schifo, ma starei peggio vedendo che continua a soffrire per colpa mia.

claudio r.

Questo ci diversifica dagli altri popoli: il gusto della polemica e della discussione per il gusto
della polemica e della discussione.
Credo che in certi casi il silenzio sia d’oro.

San Gennaro

@Aldovaldo
Se la ragazza rifiuta le cure, i genitori sono d’accordo e i giudici pure, il problema non si pone.
Nei casi da te ipotizzati non tutti i genitori sarebbero d’accordo: in tal caso si porrebbe un problema.
P.S.: La potestà PATRIA è un retaggio di età tramontate, come la potestà maritale e lo ius primae noctis. Oggi la potestà è PARENTALE (legge 13/5/1975, n. 151)

Aldovaldo

@ SilviaBo
Molto probabilmente non si tratta di una decisione la cui responsabilità grava tutta sulla bambina. Evidentemente il parere dei medici ha influito. Insomma sia i genitori che i medici e infine l’Alta Corte hanno avuto modo di valutare loro per primi la questione e solo in virtù di una constatazione realmente negativa le hanno concesso l’autodeterminazione. E’ questo il punto nodale di tutta la vicenda. Quindi mal sopporto esternazioni un po’ troppo semplicistiche tanto da sembrare realmente ideologiche. Ci sono stati comunque anche ottimi commenti che ho gradito. Il tuo tra questi.

CandyFruit

anche i minorenni, nella misura in cui sono di fatto capaci di intendere e di volere, hanno il diritto di rifiutare i trattamenti terapeutici, quindi non vedo dove siano i dubbi, soprattutto in questo caso in cui i genitori e i medici sono d’accordo con il minore. è evidente che non si tratta di una decisione infondata.

Aldovaldo

Ok, parentale. Non fa molta differenza.

@San Gennaro:
P.S.: La potestà PATRIA è un retaggio di età tramontate, come la potestà maritale e lo ius primae noctis. Oggi la potestà è PARENTALE (legge 13/5/1975, n. 151)

Daisy

@ Aldovaldo:

Sono d’accordo con te. Io, a 13 anni (ma anche a 16 – 17) non davo alcun valore alla vita. Non che volessi morire, semplicemente non me ne importava nulla. Gli adolescenti non comprendono il valore della vita, se no non ce ne sarebbero cosi’ tanti che si ammazzano per fare gli scemi in motorino o drogandosi. Se la maggiore eta’ e’ stabilita a 18 anni ci sara’ pure un motivo!
E cosa sarebbe successo se a rifiutare l’operazione fosse stato un bambino di 7 – 8 anni?
e poi io, da credente, ho la speranza di una vita dopo la morte; ma per un ateo l’unica vita e’ questa, se si butta via questa chance dopo non c’e’ piu’ nulla!
Io sospetto che da parte dei genitori non ci sia stato il giusto sostegno, anzi che in qualche modo siano stati loro a far percepire alla figlia che forse era meglio “smettere di soffrire”…

Sergio

Tra i doveri dei genitori c’è anche quello di educare i figli. Drogarsi e prostituirsi sono sicuramente cose riprovevoli e malsane e nessun genitore (nessuno di noi) lascerebbe correre.
Ma il problema è qui un altro: una bambina, che ha già sofferto molto, non vuole soffrire più, forse ha anche paura di tutto ciò che l’aspetta, delle operazioni ecc.
Bisogna dunque mettersi nei panni di questa bambina e dei suoi genitori. Il minimo che si possa pretendere è il rispetto per il loro dolore. La maggior parte dei commenti, anzi di tutti mi sembra, sono improntati a commozione e rispetto.
Solo in Italia, o dove la Chiesa spadroneggia, un dramma o una storia triste come questa scatenano subito discussioni accesissime sui massimi sistemi (il libero arbitrio, l’autodeterminazione del’individuo, la sacralità della vita, quinto non uccidere ecc.).

E se fosse nostra figlia, domanda Aldovaldo? E se tacessimo?

gigetta

@ Aldovaldo
sono delle cose che non c’entrano l’una con l’altra.
se mia figlia volesse drogarsi farei l’impossibile per impedirglielo per le tette al silicone faccia un po come le pare anche se le direi di aspettare almeno i 18 anni.
il piercing glielo regalerei io trovando un posto dove sono sicura che non rischia di beccarsi l’epatite C stessa cosa per il tatuaggio io sono per il male minore dopo averle spiegato che in particolare il tatuaggio non va piu via le direi di fare come vuole in fin dei conti saprai meglio di me che i tatuaggi i ragazzini se li fanno con o senza il permesso di mammina rischiando di beccarsi quando va bene l’epatite quando va male altro.
il problema della bambina in questione è diverso da tutti questi da te citati quella bambina non voleva affrontare altri interventi chirurgici (che non è un capriccio come mettere un piercing ho fare un bel tatuaggio a forma di gatto sul sedere) e i genitori hanno rispettato la sua volontà fossero stati due genitori egoisti avrebbero detto no tu fai tutto ti fai mettere anche i tubi perchè devi stare con noi.
dobbiamo capire che abbiamo dei limiti oltre i quali non si può andare. tutto ciò che poteva essere umanamente fatto per la bambina è stato fatto il resto sarebbe stato solo un inutile e violento accanimento terapeutico su un corpo già eccessivamente martoriato.

Aldovaldo

Appunto, ed è una cosa che va opportunamente sottolineata. Io già mi aspetto le reazioni scomposte della Chiesa. In Italia è purtroppo invalso il vizio di dare grande rilievo alle opinioni mentre la notizia quasi scompare. Ma un bambino di 5 anni ha il diritto di rifiutare la medicina perché è amara? Come si valuta la maturità di una persona? Io voglio augurarmi che la maturità di questa bambina sia stata ben valutata ed è questa l’unica cosa che potrebbe giustificare la sentenza dell’Alta Corte. Cmq argomento chiuso da parte mia, mi pare che abbiamo ben chiarito le rispettive posizioni.

# CandyFruit scrive:
12 Novembre 2008 alle 15:27

anche i minorenni, nella misura in cui sono di fatto capaci di intendere e di volere, hanno il diritto di rifiutare i trattamenti terapeutici, quindi non vedo dove siano i dubbi, soprattutto in questo caso in cui i genitori e i medici sono d’accordo con il minore. è evidente che non si tratta di una decisione infondata.

Asata

@Dayisi

13 anni passati fra chemio terapia, operazioni dolorosissime, letti d’ospedale, esami… senz apoter andare a scuola, giocare, ballare, ecc.. Unica prospettiva altri cinque anni di chemioterapia, operazioni dolorosissime, letti d’ospedale, ecc… anzi non c’è nemmano garanzia che l’operazione possa “regalarle” altri 5 anni d’inferno, c’è la forte possibilità che l’ammazzi.
Non ti viene in mente che forse questa ragazzina sia MOLTO ben consapevole del fato che l’attende? Che 5 anni di agonia senza speranza siano un destino per lei insopportabile?

Se poi tu a 13 non riuscivi a dare valore alla vita, come non glielo dai ora visto che per te è propietà altrui e non tua, il solo consiglio che si può darti è quello di trovarti un buon terapeuta. Di sicuro non puoi paragonare la tua apatia di ragazzina sana, viziata e annoiata (se non di dà valore alla vita è perchè si stati viziati e non si sà conquistarsi le cose) con l’inferno che questa povera persona ha dovuto vivere.

@Aldovaldo

Io avevo una compagna di scuola, alle elementari, che soffriva di una forma di distrofia talmente grave da essere ridotta in sedia a rotelle a 6 anni e incapace di muovere le mani a 8. A 8 chiedeva che la lasciassero morire, perchè essere costretta a esistere in uno stato di sofferenza estrema dovendo guardare gli altri vivere senza poterlo lei stessa fare era insopportabile (soprassediamo sulla bontà e gentilezza dei bravi cattolici adulti e bambini a scuole, che è meglio). L’hanno intubata prima e poi collegata agli apparati di idratazione\nutrizione contro la sua volontà. E’ morta a 15 anni maledicendo i suoi genitori.
Questo è amore secondo te? A me sembra puro egoismo, il volersi tenere la bambolina a tutti costi. Per molte gente avere un persona che dipende al 100% da te, che non può vivere senza di te, dà un piacevole senso di onnipotenza.

SilviaBO

@ Aldovaldo
Eh, siamo umani. E’ inevitabile gradire ciò che supporta le nostre convinzioni e guardare con sospetto o ignorare ciò che le contraddice.
Se qualche commento è un po’ esagerato nel rallegrarsi per questa notizia, è perché il tema è molto sentito ed è facile avere reazioni impulsive. Anch’io, appena ho sentito la notizia, ho pensato “tiè, così imparate, bigotti che volete tener viva la gente a tutti i costi!”. Poi, pensandoci a sangue freddo, si trovano aspetti più profondi e meritevoli di meditazione.
Come diceva Konrad Lorenz (cito a memoria, quindi in modo impreciso): è una buona abitudine guardarsi allo specchio tutte le mattine e demolire una delle proprie convinzioni preferite.
Ma non è mica facile.

Fede

Se in Italia una ragazzetta di 13 anni malata terminale esprime tale opinione si vede arrivare in casa un esorcista stupratore.
Sia lodata l’Inghilterra e con essa la Gran Bretagana tutta, terra di libertà.
Siano lodati i membri dell’Alta Corte inglese, uomini onesti, giusti e coscienziosi.

WoV

@ Aldovaldo
Scusa ma qual è il problema? E’ vero ha 13 anni, ma tanto i genitori sono d’accordo. Caso diverso sarebbe stato se i genitori non fossero stati d’accordo con lei.

Fede

Ad Aldovaldo.
Hai fatto benissimo ad esprimere il tuo pensiero.
Anche se molti di noi qui non concordano con te poichè ritengono, ed io sono fra questi, che la ragazza ha già sofferto abbastanza a lungo; che in quelle condizioni una persona, sebbene sia anagraficamente poco più di una ragazzina, ha cumulato esperienza e saggezza di vita di gran lunga superiori a chiunque altro; che la scienza può fare realmente poco o niente per farla guarire; non te la prendere se ti sono state mosse critiche o se alcuni interventi possono averti indispettito.
(
Nel tuo caso si deve riconoscere che il tuo dubbio è più che legittimo e che ha pervaso forse più di qualcuno qui, prima di valutare il caso nella sua interezza.

hyxcube

@ Aldovaldo

Aldovaldo ha fatto delle osservazioni che hanno messo a fuoco il nocciolo della questione: come conciliare l’autodeterminazione dell’individuo con il suo diritto ad acquisire gli strumenti per poterla esercitare?
Come giustamente faceva notare aldo, i bambini/ragazzi generalmente possiedono parzialmente quel corredo di esperienze necessarie ad effettuare delle scelte consapevoli.

Se le cose stanno cosi allora, la scelta fatta da un bambino ha lo stesso “valore” della scelta fatta da un adulto?

Non mi sembra una domanda banale e come in ogni problema simile, le sfumature fra l’immaturità e la maturità rendono difficile prendere una posizione netta.

I ragazzini, se fossero liberi di autodeterminarsi in fondo, farebbero tante cose che li danneggerebbero nel lungo termine e non ci sogneremmo mai di biasimare i genitori che non rispettano quel tipo di “autodeterminazione”.

Detto ciò, stimo molto la maturita del ragazzo e mi commuove la sua scelta davvero non facile.

Daisy

@ asata:

Sei pregata/o di non esprimere giudizi su persone che non conosci. Io, per tua informazione, ho iniziato a lavorare a 14 anni perche’ mio padre ha perso la vista in un incidente e ha dovuto abbandonare il lavoro. Nonostante questo, studiando di notte, sono arrivata fino alla laurea. Ogni piccola o grande cosa che ho me la sono conquistata lavorando molto duramente. Se questo e’ essere “viziati”…..
Ora ho 45 anni e la vita la amo e la apprezzo, con tutti i suoi alti e bassi. So cosa vuol dire passare mesi e anni girando tra medici e ospedali: mio padre subi’ 4 interventi nel tentativo vano di ridargli la vista, e mia mamma e’ stata ammalata di cancro.
Non ragionate per stereotipi e non bollate le persone solo perche’ non la pensano come voi.

Daisy

E’ l’ennesima volta che intervengo su questo sito, in maniera del tutto educata e civile e senza insultare nessuno, e in cambio mi arrivano risposte offensive, solo perche’ mi sono qualificata per quello che sono: una cristiana credente.
La risposta che ha definito me a 13 anni come una “ragazzina viziata” mi ha ferito profondamente, proprio perche’ la mia adolescenza e giovinezza e’ trascorsa tra lavoro, studio di notte e assistere genitori malati, e vestirsi al mercatino dell’usato perche’ in casa non c’era una lira.
Penso che sia meglio lasciar perdere. E’ inutile cercare di dialogare con chi non vuol farlo.
Peccato. Su questo sito avevo trovato molti spunti interessanti. Mi scuso per questo intervento che non c’entra col tema.

statolaico

E’ una notizia triste. Non posso fare altro che nutrire un profondo rispetto per i protagonisti guardandomi bene dal giudicarne le scelte (che è quello che nel mio mondo ideale dovrebbe accadere sempre, da parte di tutti, in casi come questi).

WoV

@ tutti
Ripeto: forse sarebbe da considerare che i genitori erano d’accordo o no?
si continua a parlare come se la decisione fosse stata presa da lei e basta. Per una decisione che legittimamente può prendere un maggiorenne, un minorenne ha bisogno del consenso dei genitori e, in casi particolari, di quello del tribunale. Qui c’è tutto. Se si ammette legittima la decisione di interrompere le cure per un maggiorenne, allora lo è anche per il minorenne con tali consensi. Altrimenti che potrebbe fare? Solo non scegliere?
Mi pare che la maggior parte di voi, pro o contro, sottovaluta questo dato che invece è fondamentale!!

Sara

Io rimango del parere che nelle cose bisogna esserci, per giudicare. Non credo che i genitori di questa bimba, che le saranno stati vicini per anni tra ospedali e interventi, l’avranno appoggiata a cuor leggero. Lo stesso per la valutazione del giudice. Se uno è forte e/o vuole fare il martire, lo faccia, ma non vedo perché impedire a questa bambina di prendere questa decisione per se stessa.

Asatan

@Daisy

Oh! Sono commossa…. ripeto se non riuscivi ad apprezare la vita a 13 anni il problema eri tu e non “gli adolesenti”. Per cui non basare i tuoi giudizi sulla vicenda di questa povera ragazza sulla tua esperienza di 13 completamente disinterassata alla vita.
Ma sopratutto non venire da me a vantare patenti di grande profondità per i traumi personali.
Dai 5 ai 14 anni ho vissuto con mio padre preso in una setta con tutte le conseguenze del caso.
Nel frattempo fra i 9 e gli 11 ho fatto anche da giocattolino ad un pedofilo.
Poi i miei si sono separati e ho iniziato a fare la fame.
A 17 ho iniziato la mia carriera lavorativa come operaio al cottimo in nero… anno domini 1997 mi pagavano 22 lire al pezzo.
Malgrado tutto non ho mai provato noia o indifferenza nei confronti della vita, ne ho passato il tempo a frignare per quello che avevo perduto o non avevo.
Al momento attuale lavoro nella logistica come operativo e commerciale, responasabile delle campagne commerciali web, dei trasporti aerei e marittimi oltre a seguire un po’ di linee terresti. Tutto questo cosa significa? Significa solo che, come sempre, ho solo altre ragioni per vivere, lottare, sperimentare… senza dover rendere graie a nessun’altra che me stessa.

Essre viziati significa pretendere tutto lamentandosi di dover lavorare per conquistarsi le cose, annoiandosi della vita e del mondo. Tu sei quella che diceva che a tredici anni non le fregava nulla della vita… direi che a 13 anni pensavi di avere giù tutto e che non ci fosse null’altro per cui sbattersi. Poi non metto in dubbio che quello che ti è successo dopo abbia cambiato la tua prospettiva, anzi mi stupirei del contrario… se non fossi cambiata non saresti umana.

Kaworu

@aldo

rispondo solo ora.

se fosse mia figlia e avesse già vissuto poniamo una decina d’anni dentro e fuori dagli ospedali e non avesse alcuna prospettiva di guarigione e mi dicesse “mamma, sono stanca, non ce la faccio più”, penso che sarei d’accordo con lei sul sospendere le terapie e finirla lì.

perchè sono sua madre, non la sua torturatrice.

il paragone con la prostituzione/droga/altro, non sta ovviamente in piedi.

Kaworu

@aldo

comunque posso citarti l’esempio (citato nel libro che ho studiato) di una bambina marocchina più piccola di questa che, in cura in inghilterra, ha rifiutato le cure perchè la situazione non aveva speranza di risoluzione (che non fosse la morte), ha sistemato tutte le sue “faccende” di bambina, è volata in marocco a conoscere la sorellina piccola dicendole di prendersi cura dei genitori e poi è morta.

comportamento stramaturo secondo me, una lucidità che certi adulti si sognano…

Daniela

un minore può decidere di non soffrire più? Soffrire in modo indecente, 24 ore su 24? Può decidere o no? Per me la risposta è ovvia e banale. Certo che può farlo e mi fa immensamente piacere che i genitori le stiano vicino e la curino rispettando ciò che è il suo volere.

bruno dei

Facciamo silenzio… Di fronte ad una tragedia privata così grande solo il silenzio può essere una reazione adeguata.
Lasciamo che sia la famiglia a fare le scelte che sente ‘giuste’. Rispettiamo il dolore, diamo sostegno all’angoscia con una calda comprensione e col rispetto delle scelte, quali che siano, che questa bambina e i suoi familiari ritengono di dover assumere.
Chiunque voglia pontificare (pontificare: da dove deriva l’etimo di questo termine?) esprime in questi casi solo il suo cinismo ed il tentativo nemmeno troppo velato di voler sfruttare a fini propagandistici quella che è vera sofferenza.
E’ proprio là dove è il dolore che il terreno si fa sacro (Oscar Wilde, ‘De profundis’). E qui occorre il silenzio.
Un abbraccio.

lacrime e sangue

@Daisy

Non smettere di intervenire. In realtà, sei bene accolta da chi vede nelle tue parole la profonda convinzione -non la patina superficiale che si scrosta mostrando il profondo marciume – della tua fede.
Hai ragione quando dici che non ti piace essere insultata, anche perchè è vero che tu non hai mai scaricato monnezza sugli altri.

Sul caso, che dire? Ogni situazione è a sè. Individuale e irripetibile. Non posso dire cosa farei al suo posto nè a quello dei suoi genitori.

vico

@daisy
Scusami ma la prima a dare per scontato che a 13 anni si è immaturi sei stata tu. La maturità, e la capacità di prendere decisioni si acquisisce con le esperienze e “la maggiore età” è un criterio evidentemente frutto di mediazione. Ben ha fatto il tribunale inglese a valutare il diritto di un adulto per forza maggiore e per dolore.
Peraltro se a tredici anni non posso decidere sulla mia vita perchè la chiesa con la cresima mi legittima a decidere sulla mia religione a 10 anni?

Lola

Hannah non è stanca della vita, Hannah è stanca della SUA vita.
Perché non potrebbe decidere di smettere di viverla???
Se la SUA vita fosse stata diversa probabilmente non avrebbe preso questa decisione.
Credo che non si debba fare altro che R I S P E T T A R L A.

Rego

Salve a tutti!
La suprema corte inglese, ha dato ragione alla bambina… Chi conosce il campo giuridico può ben comprendere il fatto che le corti dei paesi di “common law”, come l’inghilterra, decidono in base ai precedenti, ( per capirci, basta una sentenza di alto grado per cambiare la legge), quindi non so quanto sia da ritenere tollerabile la scelta di lasciare ad una bambina la possibilità di togliersi la vita, (sia pur valutato un certo grado di maturità e capacità di intendere e di volere ecquiparabile a quella di un adulto)…
dal punto di vista umano non me la sentirei di appoggiare questa scelta, presa da un minorenne… da parte di un maggiorenne non se ne discute…
larga la foglia stretta la via dite la vostra che ho detto la mia!

gigetta

@ Rego

“le corti dei paesi di “common law”, come l’inghilterra, decidono in base ai precedenti”

infatti è proprio per questo che la ritengo una scelta giusta..dici la tua e io dico la mia.

Kaworu

@rego

guarda che è la leucemia che ha tolto la vita alla bambina…

ad ogni modo si tratta di una persona che soffre.

minorenne o maggiorenne fa poca differenza, se soffre senza possibilità di liberarsi dalla sofferenza (se non tramite la morte).

Aldovaldo

D’altra parte io qui non scrivo per “insegnare”, ma soprattutto per imparare. Il dialogo serve proprio a questo e sono felice di ricevere critiche purché garbate e costruttive. Certamente la mia visione del problema adesso è più chiara e debbo ringraziare questo blog (Peccato per i molti problemi tecnici che di fatto impediscono il dialogo. Sembra di percorrere una strada coi limitatori di velocità nell’asfalto).

# Fede scrive:
12 Novembre 2008 alle 16:50

Ad Aldovaldo.
Hai fatto benissimo ad esprimere il tuo pensiero.
non te la prendere se ti sono state mosse critiche o se alcuni interventi possono averti indispettito.
Nel tuo caso si deve riconoscere che il tuo dubbio è più che legittimo e che ha pervaso forse più di qualcuno qui, prima di valutare il caso nella sua interezza.

cicabum cicabam

Se la smettessimo di considerare una morte come una vittoria forse sarebbe tutto più facile.

Tutto il mio sdegno a chi ha gridato “questa è civiltà”, “una, cento, mille Englaro”.

Non c’è niente di cui gioire, sono atti di pietà.

Volete per caso sostituire il cinismo clericale con cinismo laico?

Lola

@ cicabum cicabam
Nessuno considera la morte una vittoria. Ma nemmeno subire la leucemia lo è… Quando si dice “QUESTA è civiltà” o “una, cento, mille ENGLARO” si pone appunto l’accento non sul potere di togliersi la vita, ma QUELLA vita.
E comunque BASTA definire coraggiosi coloro i quali accettano le sofferenze… abbiamo un po’ di rispetto e non sentenziamo su situazioni che non conosciamo.

Asatan

@cicabu cicaam

E’ civiltà quando si rispetta la volontà della persona. Per questo definisco la decisione in questione un atto di civilità.

Cerca di capire una cosa se nel pese X qualche matto decidesse di imporre l’eutanasia a malati che invece non la vogliono e desiderano andare avanti a vivere fino al termine naturale della loro malattia terminale…. sarei contro. Completamente, totalmente, contro. Perchè in queste materie deve essere il paziente a decidere; non lo stato, non la chiesa, non il primo pirla di medico che passa.

Non è la morte la vittoria, la vittoria è il rispetto della volontà del paiente sia in un senso che nell’altro.

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