Lula firma concordato col Vaticano

Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, giunto in Italia pochi giorni fa, ha firmato in Vaticano un accordo che ridefinisce i rapporti tra stato e Chiesa in Brasile, assimilabile ad un concordato. L’accordo garantisce un regime economico a favore della Chiesa, il riconoscimento dei titoli accademici ecclesiastici e della “personalità giuridica” della Chiesa, quote per l’edilizia religiosa nei prossimi piani regolatori, regolamentazione del matrimonio canonico, insegnamento della religione cattolica nelle scuole (seppure facoltativo e nel contesto dell’insegnamento delle varie confessioni religiose), possibilità dei parroci di avere libero accesso in istituzioni come carceri e ospedali. Monsignor Lorenzo Baldisseri, nunzio apostolico in Brasile, giudica molto positivamente l’accordo.

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49 commenti

Aldovaldo

il Brasile è un Paese molto cattolico. Lula è un ottimo presidente, ma va considerato tutto il contesto.

Ernesto

I “Paesi” non esistono. Esistono solo le persone nella realtà. E un cattolico non vale più di un protestante, di un ebreo o di un ateo.
Quindi non c’è nessun contesto da considerare in questo caso.

14 luglio

Lula è un presidente coinvolto in scandali nepotisti, non c’è differenza con i nostri del PD e/o PDL. L’accordo col Vaticano è una ulteriore prova che gli excomunisti sono ormai assimilabili ai moderni fascisti. Questo è il contesto.

claudio

e giù altri soldi ai preti!!!!! gole profonde, inghiottono di tutto senza ritegno.

Francesco Paoletti

MESSAGGIO PER TUTTI I BRASILIANI : ringraziate Lula per la “bella trovata” (innovativa ed originale) che ha avuto; le generazioni future del Brasile si ricorderanno di questo giorno sfortunato e della dannosa eredità che ne deriverà.

LA PIOVRA VATICANA HA AFFERRATO UNA NUOVA PREDA (il Brasile).

Noi Italiani come lutto nazionale abbiamo l’11 febbraio, voi avrete qualche giorno di novembre. Mi auguro solo che i termini dell’accordo non siano stati inseriti nella costituzione.

BENVENUTI NEL CLUB DEGLI STATI CONFESSIONALI !

Otto Permille

La religione come “oppio dei popoli” è indispensabile per la gestione di un enorme serbatoio di povertà come il Brasile. La colpa non è del Vaticano, ma dal fatto che il potere civile trova comodo disinteressarsi dei problemi sociali affidandoli alla cura dei preti. E i preti ne approfittano facendosi pagare lautamente. Mi sembra che il concetto sia questo.

Bruno Gualerzi

Non sono certo in grado di giudicae se Lula sia o non sia un buon presidente per i brasiliani, ma la notizia mi pone in grado di ribadire ciò che in questo blog viene condiviso da alcuni e non – quanto meno di fatto – da altri: una ideologia, quale che sia, se vissuta come tale, avrà sempre gli stessi caratteri di una fede religiosa…
E allo stesso modo in cui le religioni confliggono tra di loro per motivi teologici, salvo convenire comunque che una fede è necessaria, così certe ideologie possono proporsi perfino come atee, ma poi concedono spazio solo ai ‘credenti’.
E in certe circostanze le affinità salgono in primo piano. Magari formalizzandosi in un concordato.

fab

Quindi la chiesa avrà nuove risorse da impiegare per rovinare la vita alla gente e per ottenere nuove risorse da impiegare… e così via.
Decisamente è molto simile a un virus; per fortuna che ci si immunizza, tanto è vero che ormai deve andare in Brasile. Poi andrà in Bolivia, poi in Ruanda, poi batterà cassa con i cattolici dello Yemen e poi la festa sarà finita.

LucaRoberto

BENTORNATO GUALERZI!
ma dov’eri? qui si sentiva la tua mancanza!
mi stavo preoccupando

Bruno Gualerzi

@ LucaRoberto
Grazie per la ‘preccupazione’.
Ogni tanto troppo ‘ateismo’ – e proprio quando diventa quasi una ragine di vita, come nel mio caso – può funzionare come una droga… e allora conviene procedere ad un periodo di ‘disintossicazione’.

LucaRoberto

no no ero davvero preoccupato
stavo per telefonarti!

Hai ragione: ormai non riesco a fare a meno di guardare il sito UAAR più volte al giorno!
mi sa che prima o poi dovrò disintossicarmi anche io.

perchè è diventato una ragione di vita?

Tiziano

Per usare la parole di un arcinoto presentatore televisivo:
“EEEHHHH SIGNOR LULA, LEI MI E’ CADUTO SULL’UCCELLO!!!!!!”
Peccato che in questo caso sia l’uccello del malaugurio vaticano…

gigetta

nel 2008 si fa in brasile (con la b minuscola volontariamente) quello che qui è stato fatto NEL 1929!!!
la chiesa cattolica quando si tratta di lucrare non dice mai di no! alla faccia della povertà cristiana (cristiana appunto non cattolica)

Bruno Gualerzi

@ LucaRoberto
Perché l’ateismo è diventato per me una ‘ragione di vita’? Proprio perchè lo considero, ora come ora, l’unico vero antidoto per ogni forma di alienazione: da quella sempre implicita in ogni pratica religiosa (altra cosa è, almeno per come la intendo io, la religiosità) a quella propria di ogni ideologia quando vissuta ‘religiosamente’. Dopo aver identificato per molto tempo ogni scelta esistenziale, e quindi ogni impegno sociale, col motto ‘socialismo o barbarie’, ho sostituito quest’ultimo con ‘ateismo o barbarie’.
Diffidando comunque sempre (da cui il bisogno di ‘disintossicazione’) dei ‘motti’… così cari alle ideologie!

piersky

Lula ha firmato accordi pure con Bush. E’ uno dei promotori dei biocombustibili, quelli che stanno affamando il mondo togliendi cibo dalle bocche per trasformarlo in carburante

Francesco Paoletti

@ Gualerzi

Forse non sai che la religione non c’entra un bel niente col confessionalismo (tu però sei libero di continuare a parlare di religione anche se non c’entra nulla)

LucaRoberto

Diffidando comunque sempre (da cui il bisogno di ‘disintossicazione’) dei ‘motti’… così cari alle ideologie!

da quella sempre implicita in ogni pratica religiosa (altra cosa è, almeno per come la intendo io, la religiosità)

a quella propria di ogni ideologia quando vissuta ‘religiosamente’.

SONO ASSOLUTAMENTE D’ACCORDO.

Lapalisse

gira e rigira, gratta, gratta, ma alla fine quello che vuole la chiesa sono denaro e potere

Bruno Gualerzi

@ Francesco Paoletti
Mentre ti ringrazio per la libertà che mi concedi di ‘continuare a parlare di religione anche se non c’entra nulla’, concedo come contropartita senz’altro a te la libertà di continuare a parlare di confessionalismo come se non c’entrasse niente con la religione.
Al di là delle battute polemiche, ho parlato proprio di religiosità distinguendola dalle pratiche religiose, che invece – ovviamente a mio parere – non possono essere altro che manifestazioni di confessionalismo. Sinonimo a sua volta (e ciò che accade in sudamerica ne è la riprova… ma non è che in Italia le cose vadano meglio) di superstizione, che è quanto serve per consolidare le basi di demagogia e populismo.
(Se ho capito bene ciò che mi imputi)

fabio l'anticristo

altri soldi in mano alla chiesa spa…di mae in peggio, decisamente una pessima notizia

strangerinworld

e con questo abominio, Lula s’è giocato quel che di buon aveva fatto…

Alessandro Bruzzone

@ Francesco Paoletti

Di principio sono d’accordo anch’io nel separare religione diciamo “privata” e religione istituzionalizzata (confessionalismo): il problema sono le chiese, che fanno di tutto perché tale differenza non esista.

Aldovaldo

Sono d’accordo con Gualerzi. Per me ateismo e anticlericalismo sono senz’altro aspetti importanti della mia vita, ma occorre sempre stare attenti che non diventino ideologie. L’alfa privativo indica l’assenza di qualcosa di cui non si sente il bisogno o di cui si sente addirittura il peso, ma sono cose che vanno sempre ben ponderate e viste in un contesto più generale. Se diventano la sola ragione di vita meglio rivolgersi ad uno specialista ^_^ Il governo di Lula è un ottimo Governo, magari lo avessimo anche noi! Noi possiamo contare solo sulla società civile perché politici come si deve non se ne vedono in giro.

iononcistopiù

ecco…adesso sappiamo che più o meno inguiato come l’ Italia ci sta il Brasile!
Ma almeno quelli (il Brasile) li tengono lontani…noi invece…

Giacomo Grippa

La denuncia della distorsione compromissoria e confessionale dovrebbe essere il primo nostro sforzo chiarificatore.
Per questo è utile quello che Francesco Paoletti suggerisce di adottare come coordinate della nostra osservazione e della possibilità che la nostra denuncia vada a segno.
Può mai ammetersi una “pratica religiosa” a totale carico dello stato?

Stefano Bottoni

@ ilaria

“inconsistent” si traduce “incoerente”… spero di non fare la figura del saputello… comunque sono d’accordo con te.

Francesco Paoletti

@ Gualerzi

Qualunque forma di concordato è una forma di confessionalismo di stato (ossia l’ustituzionalizzazione pubblica di un comunitarismo che, in questo caso specifico, è costruito su matrice religiosa).
Tutto questo non ha nulla a che vedere con la religione e con la religiosità e neanche con le pratiche religiose.
Le pratiche religiose non possono essere sinonimo di confessionalismo (come tu affermi) perchè se tu consumi una pratica religiosa in un luogo di culto o in casa tua tra persone che condividono la tua visione del mondo ma anche in un luogo pubblico senza imporla agli altri e senza pretendere che lo stato la faccia propria e soprattutto senza pretendere che chi non la riconosce ne possa parlare come e quando vuole, tu non ha imposto la tua pratica religiosa a nessuno e non hai costretto lo stato e le istituzioni ad assimilarla.
Affermare che le pratiche religiose sono sinonimo di confessionalismo è come affermare che la corrente elettrica sia sinonimo di omicidio solo perchè negli USA qualcuno la usa per quello scopo.

INTENDIAMOCI: tutto questo resta valido finchè una pratica religiosa è “una pratica religiosa” e non qualche altra azione (tipo mangiare gli spaghetti, emettere una nota di credito per annullare una fattura fiscale, iscriversi ad un’associazione o ancora partecipare ad una discussione) che, per fantasia personale, qualcuno potrebbe definire “pratiche religiose” solamente perchè ama pretendere che la struttura dell’universo e la società umana vengano interpretate da tutti su uno schema soggettivo equipollente al suo

Bruno Gualerzi

@ Francesco Paoletti
Il tuo discorso formalmente non fa una piega, ed è certamente corretta la distinzione tra pratica religiosa e confessionalismo, formalizzato o meno che sia in un concordato… se non fosse che ogni confessionalismo (e concordato) è reso possibile a mio parere perché può contare su una cultura religiosa, su una mentalità religiosa, che garantisce al potere di utilizzarla per i propri giochi. Personalmente pertanto ritengo che qualsiasi ‘pratica religiosa’, intendendo con questo qualsiasi rituale orientato ad alienare in altro da sé – trascendente o immanente che sia – la propria esistenza, costituisca il ‘materiale’ su cui si sono sempre eretti i regimi, espliciti o camuffati che siano.
Ovviamente la corrente elettrica non è sinonimo di omicidio perchè c’è chi la usa a tale scopo, ma la mentalità religiosa – comunque configurata – non può essere equiparata ad un qualsiasi strumento tecnico per cui dipende poi dall’uso che se ne fa la sua ‘eticità’… perchè io credo che sia la cultura religiosa di per sé, l’alienazione che comporta, a legittimare ogni strumentalizzazione.

Fede

Perfetto!
Il vaticano si concorda col Brasile e si sconcorda con l’Italia!!!
Magari, ma non sarà mai così.

stefano

Lula può essere il migliore degli uomini e il migliore dei presidenti eleggibili in Brasile ma resta il contesto sociale in cui quest’uomo deve calarsi quotidianamente.
il Brasile è un paese cattolico e poverissimo, dove analfabetismo e una precaria esistenza fatta di stenti rende difficile fare a meno di un credo religioso a cui far riferimento.

Stefano Grassino

@Francesco Paoletti
@Bruno Gualerzi

Aiutatemi. Dunque, leggendo il libro di Adele e Raffaele devo dire che trovo giusta la teoria di Francesco rispetto a Bruno ma nella pratica finisce per avere ragione Bruno. S. Agostino religioso puro, obbliga forzatamente tutti alla fede, pena tortura e morte. Dalla fede è inevitabile passare al confessionalismo, altrimenti la fede non regge. Sbaglio?

FabrizioF

In realtà male come l’Italia sono messi davvero pochi paesi. Lula è un ottimo presidente e che se anche noi avessimo il suo ‘concordato’ sarebbe cmq MOLTO migliore del nostro.
Il Brasile è un paese multiconfessionale e Lula da buon presidente sa che solo garantendo pluralismo ed equilibrio tra le confessioni può evitare che il paese sia dilaniato da conflitti etnici o sociali a sfondo religioso.
Ognuno può pensare intimamente ciò che vuole in materia religiosa, ma lasciamo la politica ai politici (come Lula, Zapatero, Obama e tanti tanti altri…) e soprattutto apprezziamo la cultura e la civiltà di paesi diversi dal nostro senza sparare sentenze che più che altro denotano la profonda ignoranza di chi le pronuncia.
Le idee sono navi per pensare.
Non clave per rompere le idee altrui.

Bruno Gualerzi

Caro Stefano, visto che alla fine dici quanto sostengo io… non sbagli!
Battute a parte, tutto dipende da cosa si intende per ‘religione’. Ribadisco quanto sempre da me sostenuto: o per religione si intende quel senso di angoscia esistenziale che si può provare (se e quando si prova, non necessariamente quindi) di fronte alla precarietà della condizione umana (e a questo proposito si può parlare di ‘religiosità’) e che come tale non può che restare un sentimento puramente soggettivo, ‘privato’, non estensibile e traducibile in una qualche istituzione ‘oggettiva’, storica, o altrimenti qualsiasi formalizzazione ritualizzata di tale sentimento non può che aprire le porte al confessionalismo.
Come a mio avviso la storia – se letta adottando un criterio che solo un ateismo a sua volta non formalizzato sa offrire – insegna.

Stefano Grassino

@Bruno Gualerzi

Diciamo allora che sul piano formale religione e confessionalismo sono due cose ben distinte ma nella realtà, la religione se diviene istituzione, automaticamente diviene confessionalismo. Consideriamo anche il fatto che la religione non può restare un fatto soggettivo di puro pensiero, altrimenti resta poesia e non divenendo istituzione rimane un fatto marginale. Che ne dici Francesco?

Francesco Paoletti

@ Bruno Gualerzi
@ Stefano Grassino

Io parto da un presupposto : non è la religione (o comunque una data visione del mondo) che fa gli uomini, ma sono gli uomini che fanno la religione.
Ergo: quando un uomo è saggio o comunque “con la testa sulle spalle” si comporterà da saggio sia se è cattolico, si se è buddista, sia se è musulmano, sia e è ateo.
Ma quando un uomo è idiota (e purtropppo di idioti ce ne stanno tanti) si comporterà da idiota sia se è cattolico, si se è buddista, sia se è musulmano, sia e è ateo.
Quindi la religione finisce per essere solo un terreno su cui muoversi.
Il secondo assunto è che se non ci si sa muovere sul suddetto terreno, poi diventa molto probabile che dalla religipne nasca il confessionalismo (ossia la tendenza a sentirsi pienamente devoti ad una religione solo se la si impone agli altri).
Però anche in questo caso non è tanto da mettere sotto inchiesta la religione (che comunque può essere messa in discussione per altri fatti e spesso per le assurdità che propone) ma la tendenza volerla imporre.
Ma questo passaggio non è immediato, quindi non può esistere una corrispondenza biuinivoca tra religione e confessionalismo.
Anzi: il confessionalismo ha bisogno di una religione per costruire il proprio potere, ma la religione non ha assolutamente bisogno del confessionalismo (in teoria può benissimo farne ameno, in pratica tocca vedere quanti dioti ci stanno tra i suoi adepti).
Faccio un esempio che tiro sempre fuori ogni volta che faccio lezioni sulla laicità con le varie organizzazioni: non poteva certo definirsi laico un paese come l’Albania dell’ex blocco sovietico che imponeva l’ateismo di stato a tutti i cittadini (se tu imponi al livello statale ai cittadini una scelta di quel tipo, stai di fatto violando il principio di laicità e quindi stai facendo del vero confessionalismo al contrario perchè stai violando le scelte individuali sancite dall’art. 18 della dichiarazione universale).
Se vale l’art. 18, la religione è e resta un fatto soggettivo, anche se i suoi adepti sono convinti del contrario, ma del resto parecchi tra loro sono convinti che chi è battezzato lo resta per sempre e che i non credenti in realtà sono “credenti che sbagliano” (un giorno si presenteranno a casa mia dicendo che in realtà io mi chiamo Ernesto perchè loro ne sono convinti … ma in quel caso che gli puoi rispondere ?).
Però noterete che tutto resta nel campo soggettivoi (del tipo : “io sono convinto che … “)

Stefano Grassino

@Francesco Paoletti

Dal momento che per una legge di natura, non tutti hanno la disgrazia di nascere intelligenti come disse Gadda, viene da se che come fai gruppo inizi ad essere arrogante perchè assumi potere. Nel gruppo arriva sempre il politicante furbo che sa muovere le fila ed il confessionalismo è fatto. Più il gruppo trova consensi, si allarga e sottomette tutti gli altri. Questa è la triste storia dall’umanità.

Francesco Paoletti

@ Stefano Grassino

Ok Stefano, però quando si sa che uno strumento è pericoloso o può diventare pericolso, in genere si prendono provvedimenti per non metterlo nelle mani di chi non sa usarlo (es: nessuno di noi metterebbe uno scimpanzè a pilotare un AIRBUS carico di passeggeri) oppure si cerca di contenerne gli effetti se (come nel caso della religione) non puoi fare nulla per impedirne l’accesso a tutti i membri del genere umano (es: si insegna a tutti a non maneggiare apparecchiature elettriche in acqua perchè sennò fai i morti). Invece esiste la covinzione che la religione possa essere solo sinonimo di bene (e che non ha bisogno di particolari cautele prima di essere “distribuita al popolo”, anzi si pensa che sappia autoregolamentarsi da sola) quando invece assolutamente così non è (e la storia lo dimostra). La religione può diventare uno strumento pericolosissimo (come la forchetta che tu puoi usare per mangiare gli spaghetti o per cavare un occhio ad una persona). Quindi non si può fare di tutta un’erba un fascio, perchè il pericolo dipende dalle persone che ne fanno uso e non dalla religione in se stessa. Per questa ragione l’UAAR ha insistito più volte affinchè nella scuola si ripristini l’ora di EDUCAZIONE CIVICA OBBLIGATORIA perchè è un dovere morale dello stato insegnare come i cittadini si relazionano gli uni con gli altri aldilà delle loro credenze e delleloro appartenenze. Ma guarda caso in Italia si vuole evitare che ciò accada perchè qualcuno (che ha creato un impero finaziario e politico sulla fede individuale di ogni membro della società) insieme ai suoi accoliti e ai suoi baciapile teme per i propri interessi. Ciascuno di noi la mattina può prendere il caffè (c’è chi lo prende dolce, chi lo prende amaro e chi non lo prende per niente), ma su tutto il caffè e lo zucchero che vengono consumati nel mondo qualcuno ci fa bei guadagni che non hanno nulla ache vedere con il gusto personale di ciascuno di noi.

Stefano Grassino

@ Francesco Paoletti

E’ un pò la vecchia storia della polvere da sparo. Lo scienziato scopre come è suo dovere dopodichè l’umanità deve darsi un’etica: scegliere se divertirsi facendo i fuochi d’artificio o le bombe. Essere credenti come essere atei fà parte della sfera dei sentimenti e del pensiero umano. Per assurdo, dovresti togliere il cervello dalla scatola cranica ma allora sparirebbe ogni ragion d’essere. probabilmente l’unica arma che esiste è il bilanciamento di forze affinchè nessuno prevarichi sull’altro; con la “guerra fredda” abbiamo avuto la pace, relativa ma sempre meglio delle ultime due guerre.

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