Bozza UE contro discriminazioni sul lavoro: la FHE presenta la sue osservazioni

Nel luglio 2008 la Commissione europea ha presentato la proposta di una direttiva volta a combattere le discriminazioni sui luoghi di lavoro basate sull’età, la disabilità, la religione e l’orientamento sessuale. La Federazione Umanista Europa (FHE-EHF), che raggruppa le associazioni laiche del vecchio continente, tra cui l’UAAR, ha diffuso nei giorni scorsi le sue osservazioni rispetto al progetto.
La FHE ha inteso attirare l’attenzione delle autorità europee sulle discriminazioni che, di fatto, hanno luogo a causa dei privilegi economici accordati alle confessioni religiose pressoché in tutta Europa, e che la direttiva UE rischierebbe addirittura di rafforzare. Il documento critica inoltre l’estensione della tutela concessa alle religioni, laddove può costituire una limitazione della libertà di espressione. Infine, la FHE chiede che la tutela dalle discriminazioni sessuali non contempli eccezioni fondate sulla religione.

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7 commenti

Tormentor

Per me invece avranno poco da ridire, piuttosto faranno passare queste osservazioni sotto silenzio…

Toptone

Le istituzioni religiose avranno sempre da dire.

Esse vogliono completa libertà d’azione per se stesse e minima libertà per tutti gli altri.

Così fanno i propri comodi e rapinano miliardi di euro agli Stati, per poi restituirne una minima parte in carità facendoci pure bella figura.

N2RT

@ Toptone

lo so che si tende a fare di tutta l’erba un fascio, ma non tutte le religioni fanno così.
I vari paganesimi europei, il Buddhismo ed altre realtà sono ben lontane da questo atteggiamento, che invece vale per quelle religioni cosiddette “maggioritarie” (ad esempio le varie forme di cristianesimo o comunque religioni di provenienza biblica…)

Aldovaldo

Bisognerebbe cominciare a porre un limite alle religioni. Restando ovviamente nella libertà di pensiero e di espressione occorrerebbe essere intransigenti circa l’apologia di reato, ad esempio. In parole povere una religione non dovrebbe istigare all’omofobia o al maltrattamento delle donne o all’eliminazione fisica degli “infedeli”. Non possiamo accettare che in nome di un Dio frutto della fantasia umana ed espressione di civiltà fortunatamente sorpassate si continui a diffondere ogni sorta di pregiudizio e di negazione dei diritti umani. Mi fa piacere sentire che la Commissione Europea si sta muovendo in questo senso (col valido contributo dell’UAAR).

SilviaBO

Sono ovviamente a favore dell’eliminazione delle discriminazioni infondate.
Ma se sono un imprenditore che ha bisogno di gente che lavori anche il sabato e per questo evito di assumere chi crede in una religione che gli impedisce di lavorare il sabato, sono colpevole di discriminazione basata sulla religione?

Aldovaldo

Bel problema! I cristiani hanno come giorno di festa la domenica, per distinguersi dagli ebrei che hanno il sabato. A loro volta i musulmani per distinguersi da ebrei e cristiani hanno il venerdì. In più i musulmani debbono pregare 5 volte al giorno. Una volta all’alba, una volta al sorgere del sole, una volta a metà giornata (che non è necessariamente il mezzogiorno segnato dall’orologio), una volta al tramonto del sole e una volta al calar delle tenebre. Certamente questo crea qualche problema sul posto di lavoro. Potremmo poi considerare le donne che portano il velo e che non possono quindi svolgere certi lavori, gli uomini che debbono portare il turbante e non possono fare altri lavori. Insomma, mi sembra che qualche problema ci sia. Saranno discriminazioni o autodiscriminazioni? Il musulmano osservante deve necessariamente interrompere per le preghiere e quindi non cercherà un lavoro che non glielo permette. Così come una suora cristiana non fa la lapdance. Non sempre, almeno ^_^

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