Un interessante articolo di Sarah Kershaw sul New York Times suscita domande ad ampio raggio sulla definizione e sui limiti della follia. L’articolo tratta di quelle persone che credono di essere sottoposte a controllo mentale o fisico. Oggi queste persone tendono a riunirsi in gruppi sul web. La circostanza sta creando qualche problema perché, secondo le linee guida dell’American Psychiatric Association, quando una credenza è condivisa da una comunità ed è parte della cultura o subcultura di una persona, quella credenza non può essere definita un’allucinazione. Un’eccezione, questa, che fu a suo tempo inserita per riguardo nei confronti delle religioni.
I limiti della follia
22 commenti
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I soliti complottisti che pensano di avere microspie nel cervello o chip sottocutanei che li tracciano via satellite.
Questo tipo di paturnie deriva dal proprio senso di inadeguatezza, che fa desiderare di essere importanti, di vivere avventure e pericoli, magari per salvare il mondo.
Piuttosto che avere paura della solitudine è meglio trasformarla in manie di persecuzione, perchè così qualcuno che si interessa a te c’è.
Comunque la paura per il mondo resta, ma piuttosto che saperla derivante dalla propria vigliaccheria ci si convince che sia dovuta a “loro”, quelli che ti controllano.
Un sistema inverso (o simile) a quello di dio, che dovrebbe in qualche modo allontanare la sventure, oppure l’idea di qualcuno che ti osserva e ti punisce quando sgarri è una variante del complottismo.
Anche le pratiche sesuali del rapporto master-slave sono simili: uno domina e l’altro è sottomesso e obbedisce.
Sono tutti diversi gradi del discutibile gusto di provare piacere dal dolore (fisico o psichico).
Niente di nuovo sotto il sole: se l’allucinazione è di una sola persona, si dice che è follia, se appartiene a molti è religione.
Io sono convinto che le persone sane siano una drammatica eccezione. La follia è la norma.
Il nichilismo delle religioni allucinante, in particolare della ccar. Ogni volta che in televisione osservo il comportamento delle masse ossequiose, prostarsi al papa e ai suoi cardinali, mi lascia sempre senza parole. Urla sguaiate, baciamani, inginocchiamenti, latrati etc., a chi vengono fatti, a dio o ai suoi presunti rappresentanti? Ma il pudore e la decenza dove l’hanno lasciata i presunti credenti?
Che squallore……!!
Ovviamente se una persona arriva a credere ad una religione, facilmente crederà alle cose più assurde. Se credi ad un dio invisibile che dall’ alto dei celi ti osserva, della verginità della Madonna ecc.. per quale motivo non dovresti credere alle lacrime della statuetta di Civitavecchia, stigmate di padre pio, apparizione della madonna in portogallo?
Una volta “sfondato” il portone della religione la tua mente dimostra che può credere alle sciocchezze più assurde, persino che il papa sia una persona serie ed onesta. Perchè allora non portiamo rispetto ad Otelma che veste in maniera più sobria e non ha mai partecipato ad azioni militari nelle luftwaffenhelfen come volontario nel reparto di artiglieria aerea ccome addetto al caricamento?
Ricordo vagamente una frase celebre che condivido: con le ultime budelle dell’ ultimo prete impiccheremo il Re (Papa).
Razzionalità a tutti. Credenti convertitevi alla ragione siate logici.
La potenza dell’inconscio collettivo !
Mi pare di capire che l’articolo apparso sul New York Times , a tutto vuole riferirsi meno che alle religioni ed a chi, evidentemente non palesando spirito critico e razionalità, si affanna a conformarsi utilistcamente ed opportunisticamente ai costumi ed alle tradizioni della massa dominante.
Il concetto di “follia” viene usato dalla Kershaw proprio nei riguardi di chi, con fatica ed a prezzo di discriminazioni e ritorsioni, cerca disperatamente di “uscire dal coro”, di svelare i retroscena che il sistema dominante tiene ben celati, di superare l’informazione manipolata e mistificante di cui i mass media asserviti al potere economico sono pervasi.
Il metodo non è nuovo: l’hanno ben conosciuto i dissidenti dell’allora Unione Sovietica, internati in ospedali pschiatrici affinchè curassero la loro “Follia”.
Probabilmente, secondo la Kershaw, anche gli iscritti all’UAAR, magari, patiscono di analoga “Follia”, anche gli iscritti a tutti quei partiti che rifiutano il pensiero unico della globalizzazione finanziaria, tutte le minoranze che si permettono di perorare i loro diritti…….tutti fuori che i “Fedeli” delle grandi religioni monoteiste, alle loro vere follie questo articolo non è affatto diretto.
Facciamo ben attenzione, amici.
si chiama schizofrenia paranoide ed e’ l’humus culturale, la base fondante di ogni religione. Questi ricercatori stanno andando “pericolosamente” vicini a mordere la mela.
C’è una cosa che prende il nome di Stalking. Una persona, per i motivi più vari, viene perseguitata da un’altra che la controlla in modo maniacale e mette in atto un’incredibile serie di attività davvero strane per screditarla, per ridurne l’autostima, ecc. Potremmo dire che è una forma di bullismo particolarmente sofisticata. Ovviamente la vittima sta male, ma la cosa peggiore è che quando la vittima manifesta il proprio disagio si è portati a pensare che abbia una mania di persecuzione (come diceva Sailor-Sun), mentre invece “il matto” è l’altro. Anche per quanto riguarda le religioni è molto difficile distinguere tra il plagiatore e il plagiato. Io non me la sento ad esempio di dare dello stupido ad un credente in buona fede la cui mente è stata manipolata da persone che invece avevano soltanto brama di potere. I meccanismi relazionali di causa-effetto, di persuasione occulta, di orientamento dell’opinione pubblica, di pregiudizio, di plagio, ecc. sono talmente tanti, intricati e sottili che è praticamente impossibile capirci qualcosa. Un po’ come la questione del velo islamico. Il problema è che alcune forme di “plagio” sono molto evidenti mentre altre sfuggono completamente a qualsiasi possibilità di analisi.
Mi sbaglierò (anzi, mi aspetto di essere contraddetto, visto che è una verità abbastanza impopolare anche tra scettici ed atei in genere) , ma la devozione dei fedeli a piazza san pietro è fin troppo simile a quella di certi fanatici delle scie chimiche, dell’11 settembre provocato dagli americani stessi, e via delirando. Nessuno di loro ascolta idee diverse, si riuniscono in gruppetti paranoici, non sopportano chi li contraddice e chiamano falsità le prove lampanti che li sbugiardano.
@ Sailor-Sun
Stai dicendo che chiunque è oppresso da altri in qualche modo se l’è cercata? Questo è in parte vero (solo in parte però). Infatti qui non cerchiamo di chiudere la bocca al Papa, ma di far aprire gli occhi alla gente (o sbaglio?). Si tratta quindi di una regolazione, o limitazione del potere, che viene dal basso. Certamente l’UAAR non ha lo stesso potere della CCAR. Se il Papa può orientare l’opinione pubblica molto facilmente considerando l’enorme potere mediatico di cui dispone, l’UAAR deve lavorare sodo per anni per ottenere piccole cose e cercare di riequilibrare un po’ la situazione. L’UAAR è comunque un’associazione e ogni forma di associazione ha un potere superiore a quella dei singoli cittadini, con le stesse idee, ma non associati. Si dice che l’unione fa la forza. Per quanto riguarda i complottisti, io direi che gli anticomplottisti rappresentano un’alternativa ideologica. In medio stat virtus, se così possiamo dire. Non sarebbe razionale, né razionalista, escludere a priori ogni complotto. Occorrono argomentazioni valide sia per ipotizzare un complotto che per ipotizzarne l’assenza. Riguardo al rapporto master-slave fai notare tu stesso che se c’è un godimento nel ricevere dolore, c’è anche nel provocarlo ad altri. Non è detto però che tale rapporto, quindi tale collaborazione, ci sia sempre. Insomma chi subisce non sempre fa i salti di gioia ^_^ Altrimenti non staremmo qui a discutere e a confrontarci.
Avevo già letto l’articolo… Interessante e agghiacciante allo stesso tempo, direi!
@ ateismo
Solo un esperto antropologo potrebbe illuminarci in parte sui misteri della fede e in genere di ogni credenza. I miti sono religioni in cui nessuno crede più, e questo ti dà la misura di quanto il credere, o la fede se preferisci, sia qualcosa di relativo ed opinabile. Proprio per questo è interessante l’articolo citato da Raffaele Carcano. Mi riporta alla mente la ben nota questione dell’uomo e della farfalla: è l’uomo ad aver sognato di essere farfalla o viceversa? E’ possibile dare una definizione di follia? Quali comportamenti sono “normali”? Dipende dal numero di persone che li segue? La questione è molto interessante, stiamo discutendo sui “massimi sistemi”, non credo esista una soluzione ^_^
@ Aldovaldo
I miti non sono religioni a cui nessuno crede più. I miti sono i racconti fondanti delle credenze, e, in generale, la gente ci crede eccome! (Un tipico mito è quello della discendenza totemica del clan nelle religioni australiane, ma anche la genesi e l’esodo lo sono, e mi pare che nel mondo ci siano milioni di persone che ci credono!)
Lucia, stiamo parlando di immagini archetipiche. Sai bene che la religione cristiana quello “iota” l’ha fatto esplodere. Siamo in presenza di religioni molto diverse che si succedono e le radici in realtà non interessano più nemmeno ai ministri del culto. La religione è un aspetto attuale della politica. Gli ideali, persino quelli, sono obsoleti, o per meglio dire sono una forma concettuale obsoleta che ha sempre ceduto il posto al pragmatismo. Dove sono questi credenti di cui tanto si parla? Io sinceramente non ne vedo.
Su una cosa posso darti ragione, Lucia: c’è una certa rinascita del fondamentalismo “cristiano”. Preoccupante? Per gli effetti sicuramente, ma non per la sostanza. A mio giudizio non riuscirà a farsi strada.
@ Aldovaldo
Che le radici non interessino a nessuno è una tua opinione… Come la mettiamo con la ribalta del movimento creazionista?
Io auspico che accada ciò che dici tu, che il pragmatismo prenda il posto dei moralismi religiosi, ma purtroppo non è affatto accaduto ancora! Anzi, non solo il pragmatismo non ha raggiunto la supremazia, ma sta addirittura perdendo terreno sul piano politico!
Tutti questi credenti non li vedo nemmeno io, ma ci sono i credenti di facciata che continuano ad essere tanti…
Secondo me il punto che accomuna gruppi religiosi o di persone che si sentono perseguitate e’ il fatto che si riuniscano in gruppo, cioe’ il vecchio bisogno di appartenenza e di riconoscimento sociale. E’ anche quello che separa la “fantasia” religiosa – derivata da una cultura e quindi non “malata” secondo l’ASA – e la fantasia di persecuzione individuale. Il problema che l’articolo mette in evidenza e’ che tramite web questi “perseguitati” – un tempo per forza di cose socialmente isolati – si ritrovano e costituiscono dei gruppi in cui si sostengono e con l’aumentare dei membri danno forza alle proprie idee – esattamente come per i fanatici delle scie o del complottismo.
Un’ideologia attrae non perche’ sia buona o cattiva, vera o falsa, e’ perche’ in un certo contesto diventa socialmente “cool”. Basti pensare a cosa e’ tornato a essere il fascismo in questi ultimi anni: l’idea e’ sempre la stessa, e’ cambiata la percezione sociale di cosa significhi essere fascista.
Ai cattolici non importa se il papa ha ragione o torto, se gesu’ e’ davvero esistito oppure no. E’ la cornice che l’essere cattolici implica che conta, il resto sono dettagli.
Per me è un movimento soprattutto politico. Che poi sfruttino argomentazioni legate alla religione è appunto qualcosa di strumentale. Certamente tra i seguaci c’è chi ci casca. Negli USA c’è una buona fetta di gente ignorante malgrado l’apparenza di un Paese estremamente avanzato. Dovresti vedere il film “The village”. Davvero apre la mente su molti meccanismi mediatici, sulla religione e sul suo utilizzo a fini politici. Io dico che il pragmatismo ha già la sua preponderanza se ci riferiamo alla società laica che è molto secolarizzata. Ma io mi riferivo al clero. Dicevo insomma che nemmeno loro credono a ciò che dicono e cercano di imporre ad altri. Questo proprio perché il loro idealismo è solo di facciata. Ed è usato a fini propagandistici. Alla fine mi pare che stiamo dicendo più o meno la stessa cosa. C’è molta apparenza e poca sostanza nelle religioni.
@ Aldovaldo
“C’è molta apparenza e poca sostanza nelle religioni.”
D’accordissimo. Mi ricordo che una discussione del genere era sorta riguardo un’Ultimissima di tempo fa, a proposito della notizia che un gruppo di Indiani inglesi chiedevano di poter cremare i corpi dei loro defunti all’aria aperta..
A mio parere, l’apparenza è direttamente conseguente alla poca sostanza. Piu’ c’è fuffa da nascondere, piu’ servono miti misteri e riti per gettare fumo negli occhi e impedire una lettura razionale.
Infatti la ritualità è importantissima nelle religioni. Ci sono gesti che vengono ripetuti ritualmente sempre nello stesso identico modo (non solo nelle religioni, ma anche in altre forme di culto) per dare importanza a contenuti che altrimenti sarebbero piuttosto scarsi e addirittura opinabili. Nel caso delle religioni bisogna dare l’impressione che vi sia qualcosa “che non possiamo comprendere”, quindi più strano è il rito, meglio è. In tal modo sarà più facile far credere che una certa dottrina venga non dal ministro del culto, ma da molto più in alto, insomma dalla divinità. Anche nel potere politico esiste una ritualità gestuale che serve a dare importanza e autorevolezza alle cose. Basti pensare a tutto il cerimoniale delle monarchie, ma anche di alcune repubbliche democratiche. Mi vengono in mente i granatieri vicino al Quirinale o le guardie svizzere in Vaticano o il cambio della guardia a Montecarlo, ecc.
@ Aldovaldo
Scusa, ma mi permetto di consigliarti delle letture per chiarirti un po’ le idee:
Turner – Il processo rituale
Van Gennepp – I riti di passaggio
Durkheim – Le forme elementari della vita religiosa
Weber – Sociologia della religione (I-II-III-IV)