Crocifisso: un sonetto di Francesco Burroni

A Valladolid un giudice ha deciso la rimozione dei crocifissi dalle scuole. I socialisti propongono di estendere la rimozione in tutta la Spagna… e da noi?

Scrucifige!

Nascesti in una stanza d’ospedale
e già sul muro bianco c’era affisso
non il Gesù bambino del Natale
ma il Cristo morto sopra il crocifisso

e poi sempre lo stesso chiodo fisso
stesso simbolo lugubre e mortale
appeso lì come uno stoccafisso
a scuola, in caserma, in tribunale,

dovunque, in casa, in strada, in ufficio,
a incutere timore e a ricordare
che la vita è dolore e sacrificio

che il tuo cammino sarà aspro e duro
e perché tu non possa dimenticare
c’è questo morto attaccato al muro.

Francesco Burroni (www.francescoburroni.it)

testo originale e audio del sonetto in mp3 su www.aprileonline.info

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19 commenti

Silvio

be insomma, non è del tutto vero in questo momento il PSOE pur aprezzando atraverso varie dichiarazioni dichiarazioni varie la sentenza, ha chiaramente deciso di non prendere parte a quella che qui è chiamata “la guerra de los crucifijos” in quanto per la ministra del educazione
questa è competenza delle amministrazioni locali che “meglio di tutte conoscono i loro studenti”.
Confortante comunque che il ministro della giustizia Bermejo raccomanda alla giunta di Castilla y León di “prendere per buona la sentenza e non lavarsene le mani”.
Certo niente di paragonabile all Italia , ma la lotta contro i corvi della religione cattolica e i suoi simboli di tortura e morte è difficile anche qui.

fabrizio

Non male, però mi sembra un uso improprio (e poco gradevole) non legare le rime anche fra le terzine (qui ricorre solo -are; e il penultimo verso è di dodici sillabe!): il sonetto è un’arte sopraffina, anche e soprattutto quello satirico! Lo so, sono antipatico e “stucco”, ma secondo me, se si vuol fare i virtuosi della parola, bisogna farlo fino in fondo. Comunque è molto simpatico.

Vash

Purtroppo mi sa che quello che ha deciso quel giudice spagnolo in Italia per il momento è ancora utopia! La poesia è bella ma soprattutto veritiera, speriamo solo che i soliti nullafacenti non decidano di denunciare l’autore per vilipendio alla religione visto che già Adel Smith si beccò la stessa denuncia proprio per aver detto che il crocefisso era il simbolo di un cadavere.

Otto Permille

Il simbolo della crocifissione viene ripreso dal cristianesimo dal culto di Dioniso. La croce è legata al rituale dello “squartamento” o dello “smembramento” – la sorte che infatti toccò a Dioniso. Dioniso viene divorato. Anche Gesù nell’ultima cena si lascia “divorare” dai suoi seguaci. Non c’è nel cristianesimo nemmeno una virgola che non sia copiata da altri riti e religioni.

don A.A.Alberto

@ 8×1000

-La croce nasce qualche millennio prima di Dioniso, presumibilmente nella Mesopotamia, probabilmente legata al fatto che il corpo del condannato non doveva toccare la terra, ‘profanandola’.

e poi, a proposito di ciò che sarebbe identico:
“Ibis redibis non morieris”
è identico o è l’opposto di:
“Ibis redibis non morieris” ?
(come sai gli antichi non usavano granchè di punteggiatura)

Scusate e ciao

don A.A.Alberto

@gli altri

Ci andrei cauto con quanto afferma il sonetto.
L’iconografia del ‘Cristo morto’ è relativamente recente, e nasce in tempi da lupi, quando al perchè della sofferenza l’unica “spiegazione” non erano dotte chiacchiere teologiche, ma contemplare “che anche Dio aveva sofferto”, ma era poi risorto.
Quindi non nasce per “incutere timore”, ma per consolare e incoraggiare, per invitare a non lasciarsi andare e a guardare con fiducia al futuro
Poi la poesia può “maravigliare”, ma se su un isola potessi portarmi un solo libro non sarebbe il Marino.
Ciao

Leo55

@don A.A.Alberto

Saprebbe indicarmi una testimonianza iconografica, ad esempio un bassorilievo, risalente al periodo di Giulio Cesare, in cui si riscontra il supplizio della croce, eseguito, appunto, con una croce, anzichè con un palo, come , molto più probabilmente, avveniva.

Il simbolismo della croce è molto più antico della cultura romana : cfr da Wikipedia :Le prime croci che la storia archeologica ricorda risalgono all’antica Mesopotamia, in particolare erano simbolo del dio prima sumero, poi degli abitanti di Tiro Tammuz, rappresentante fondamentalmente l’organo genitale maschile. (Tammuz non era altro che il dio della Fertilità).

Nel miscuglio di richiami ad altri riti religiosi, con tutta probabilità il simbolo della croce è stata l’ennesima forzatura posticcia aggregata al mito della vicenda dell’uomo che sarebbe stato ucciso in palestina duemila anni or sono…..per poi risorgere ecc…..

Otto Permille

Bisogna anche dire he è un simbolo di cui non gliene frega niente a nessuno. Ad esempio se voi chiedeste se in una stanza in ospedale era affisso o no un crocefisso, la maggior parte delle persone direbbero di non ricordare. E’ un po’ come ricordare il colore delle tende o altri particolari dell’arredamento.

Francesco Burroni

non entro nel merito dei contenuti ma rispondo a Fabrizio che fa osservazioni sulla forma del sonetto. Perché dici che non lego le rime delle terzine? Lo schema di questo sonetto è ABAB – BABA – CDC EDE. Uno schema usatissimo nella composizione dei sonetti. E’ quello che usa spesso Trilussa tanto per fare molto immodestamente un esempio. Quanto al penultimo verso endecasillabo poni una questione che storicamente divide autori e attori-lettori. Se infatti leggi fila i versi vedrai che ti verrà istintivo legare insieme (cioè fare una sinalefe) tra “duro” del terzultimo verso e ” e perché” dell’inzio del penultimo. E di conseguenza la “e” di fatto a far parte del verso precedente: /du/roe/per/ché/
ciao Francesco

fabrizio

@Burroni
Sì, hai ragione, mi sa che ho fatto il pedante affrettato a poco prezzo, scusa. In effetti la forma è comune in Belli stesso, e anche il falso ipermetro è una finezza che favorisce l’effetto parlato. Bravo.

Massi

Complimenti per aver chiamato quel simbolo di sofferenza e di di morte col suo nome.

Roberto Grendene

simbolo di sofferenza: di sofferenze ce ne sono state di piu’ atroci del supplizio della croce del personaggio Gesu’ (es:olocausto). Sofferenze umane, a differenza di quella raccontata dai libri sacri cristiani nei quali il personaggio che soffre si dice essere un dio (onnipotente, e quindi capacissimo di sopportare qualsiasi cosa)

simbolo di amore: un conto sono alcuni insegnamenti raccontati nei vangeli, ma il simbolismo della crocifissione e’ diseducativo e inumano. Un dio-padre che usa suo figlio come uomo-agnello sacrificale per redimere un peccato commesso dall’umanita’ che nessuno ha mai capito in cosa esattamente consista e perche’ dovrebbe ricadere sui figli di coloro che l’hanno eventualmente commesso

Aldovaldo

E’ la stessa redenzione a non avere alcun senso. Di conseguenza non ha alcun senso la croce che è simbolo di tale opera redentrice.

don A.A.Alberto

@ Leo
Mi fa piacere che anche Lei confermi quanto avevo puntualizzato nel commento del 28 nov. ore 15.34, circa l’origine mesopotamica.
(in ogni caso la croce è, dappertutto, simbolo di tutto: terra/cielo, le quattro parti del mondo, i quattro elementi, … –
le elucubrazioni su Tammuz, le lascerei ai TdG;
quanto a quelle falliche, a parte che era difficile impalare una persona su una palla, c’è anche che dice che la croce è in realtà un pene che penetra una vagina visti in prospettiva …)

@ Roberto Grendene
ovviamente non per convincerLa, ma per aiutarLa a mettere a fuoco l’oggetto del Suo disaccordo:

-“un personaggio che soffre si dice essere un dio (onnipotente, e quindi capacissimo di sopportare qualsiasi cosa”
Il suddetto personaggio è Dio-incarnato, quindi passibilissimo (lo so che Lei non ci crede, ma non ci faccia dire quello che non diciamo).

-“Un dio-padre che usa suo figlio come uomo-agnello sacrificale per redimere un peccato commesso dall’umanita’ ”
Come anche altri, Lei confonde il dato di fede: “Dio ci salva per mezzo del suo Figlio”, con il tentativo di spiegazione teologica da parte di Anselmo d’Aosta, teoria tardiva e oggi assolutamente screditata, purtroppo era quella più in voga ai tempi della nostra infanzia (poi c’è chi ha rifiutato tutto e chi, altrettanto non convinto, ha voluto ficcarci ben bene il naso dentro)

-Lei inoltre cita l’Olocausto. Beh anche “il cadaverino” è quello di un Ebreo, ma se Lei preferisse sostituirlo con quello di un altro ebreo, potrei darLe la mia adesione.

@ 8×1000
Io quando vado in ospedale, Le assicuro che me lo ricordo.

Leo55

@Don Alberto

Mi dispiace, ma io , proprio non ho confermato quanto da lei asserito, ossia che il supplizio della croce fosse in uso anche in Mesopotamia in tempi assai antecedenti l’impero romano.
Tuttaltro. La croce aveva significati simbolici molto diversi ed antichi, ma in nessuno di essi si riscontra l’oggetto di tortura e di morte tanto caro ai cristiani.
Non giochiamo con le parole e con i significati…….anche se riconosco che in questo siete maestri da secoli.

Aldovaldo

Don Alberto, su Internet si usa darsi del tu per non creare situazioni o sensazioni di diseguaglianza che possano disturbare il dialogo. Su questo sito in modo particolare non crediamo al principio di autorità (che potrebbe erroneamente essere sottinteso usando il lei).

Aldovaldo

Vorrei anche pregarti di non usare lo spazio del nickname per inserire messaggi, non mi sembra corretto. Se tutti facessero così sarebbe un bel problema per il moderatore. Grazie.

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