Il Dalai Lama, a Lagos (Nigeria) per una conferenza, parlando coi giornalisti ha spiegato quelli che sarebbero i “rischi” del sesso: “Credo che la pressione e il desiderio sessuale siano solo una soddisfazione effimera che spesso conduce a complicazioni successive”. Anche la vita coniugale “causa troppi sentimenti instabili. E’ naturale che l’essere umano provi il desiderio per il sesso, ma poi interviene l’intelligenza umana a far capire che certe pratiche sono dannose, e a volte portano ad uccidere e al suicidio”. Per il Dalai Lama sarebbe quindi meglio la “consolazione” del celibato: “Senti che ti manca qualcosa, ma paragonato all’intera vita, l’astinenza sessuale dà più indipendenza e più libertà”. Avere una famiglia crea “un legame troppo forte verso i bambini e verso il partner, ossia uno degli ostacoli alla pace mentale”. A giorni è previsto il suo arrivo al Parlamento europeo di Bruxelles e in Polonia, dove incontrerà il presidente francese Sarkozy.
Dalai Lama: meglio casti, il sesso fa male
68 commenti
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il Dalai Lama, premio nobel per la pace… dei sensi.
Il sesso crea tensioni e frustrazioni soprattutto a chi nn lo pratica e chi lo vive coi con i sensi di colpa e i filtri delle religioni.
Un mistico della spiritualità capirà mai l’estasi quasi mistica dell’ amore sessuale? Dubito che il primo non si sia mai neppure masturbato: nel caso non mi pare che possa essere normale!
Insomma il Dalai Lama, premio nobel per la pace, incita all’estinzione della razza umana…
Di sicuro al mondo ci sarà più di pace, ma non sarà un po’ esagerato!?
però sulla vita coniugale il Dalai Lama ha ragione, la Chiesa cattolica, per esempio, non arrivrerà mai ad un tale livello di saggezza : la vita coniugale “causa troppi sentimenti instabili. E’ naturale che l’essere umano provi il desiderio per il sesso, ma poi interviene l’intelligenza umana a far capire che certe pratiche(come appunto la vita matrimoniale e familiare) sono dannose, e a volte portano ad uccidere e al suicidio”. Avere una famiglia crea “un legame troppo forte verso i bambini e verso il partner, ossia uno degli ostacoli alla pace mentale”. Il sesso indubbiamente è pericoloso, a causa di una attrazione sessuale non ben governata e cronicizzata si può restare intrappolati in una vita piena di vincoli e pesi materiali, con conseguente dispersione delle energie che il sapiente vuole dedicare alla vita teoretica e contemplativa. Fare sesso non è in se un male, ma non farlo rende più liberi e felici. Io sono d’accordo e secondo me questo non è un discorso religioso, lo facevano anche i filosofi cinici ed epicurei nell’antichità greca, è una questione di scelte di vita.
Gratta gratta sempre l’orrore del sesso viene fuori.
Ma è possibile che questa sessualità debba sempre venire demonizzata (o almeno temuta)?
Ci vuol coraggio e forza a rinunciarvi?
Forse è solo perchè ci vuole ancora più coraggio e più forza a viverla e integrarla nella propria personalità.
L’astinenza avvicina a dio (o a chi per lui…)? E la sessuofobia a cosa avvicina?
Basta per favore con le prediche a favore della rinuncia dei sensi.
C’è una strada diretta che dai sensi conduce all’intelletto. Se la sbarriamo non diventiamo più ricchi, ci immiseriamo in una estasi beota.
Saluti al dalai lama, alla sua purezza e compassione, ma ne resto distante.
Dopo questo tipo di affermazioni io ho sempre lo stesso motto: il sesso logora chi non lo fa!
Conoscendo la sua religione e filosofia di vita, è normale il suo discorso: il desiderio è passeggero, la sua persecuzione porta solo al male ecc.
Personalmente, come già detto, ciò che fa e ha sempre fatto male all’interà umanità è la repressione sessuale e tutte quelle regole sul sesso. W i bonobo, lo dico sempre, insieme a Caparezza ovviamente.
La sessuofobia è un ingrediente tipico delle religioni. Il sesso ricorda all’uomo quanto sia molto (per non dire completamente) più vicino agli animali che alla santità, e questa logicamente non può essere una cosa santa. Se gli animali potessero studiare l’etologia umana alla fine si convicerebbero che in fondo siamo una razza stupida quando diciamo o facciamo certe cose!
Che qualcuno trattenga Casini, prima che dia un pugno al Dalai Lama!
I più fanatici vedranno nei casi di violenza domestica la dimostrazione delle parole del Dalai Lama.
??? Io non ci vedo alcun nesso…
È vero, dovremmo ricordarlo a tutti più spesso.
@MetaLocX
Io si`: se rimuovi tutte le possibilita` di conflitto sei piu` in pace.
Ma sai che noia!
Il Dalai Lama probabilmente ha paura dei rapporti sociali, come molti membri del clero (di qualsiasi religione).
Psicopatici!
La politica del controllo non può che passare per il controllo della vita sessuale: solita storia.
Discorsi che non cambiano mai: a questo giro, consiglia di astenersi dal sesso per evitare di “complicarsi la vita”. Stesso discorso vale, parrebbe, anche per mangiare (rischi di essere avvelenato, sai quanti problemi), bere (vuoi mettere i fiumi inquinati), dormire (potrebbero aggredirti nel sonno), prendere la macchina (incidenti stradali) ecc ecc. In una parola, “paranoia indotta” che si traduce nelle menti dei suggestionabili in misticismo e desiderio di trovare “qualcosa” nella preghiera e nella contemplazione.
Il richiamo alla “libertà” lo trovo molto irritante. Si è liberi – semmai – quando si può scegliere di “fare”, non quando ci si impone di NON fare! Reprimere i propri istinti naturali non mi pare un esempio di “libertà”, mi sembra piuttosto la volpe che snobba l’uva perchè troppo in alto.
A me sembra che non stia in piedi il suo discorso, ma neanche un po’.
In DUE parolE, “paranoia indotta” : chiedo scusa 😀
Non si comprende se questi bei discorsi li abbia fatti riferendoli a sé stesso (e a tutti i monaci, in generale) o se si riferisse a tutti i buddisti o, addirittura, a tutta l’umanità.
Nel primo caso sono d’accordo, anche perché è meglio che non si moltiplichino.
Nel secondo sono indifferente, perché se sei buddista, peggio per te se segui la tua guida spirituale.
Nel terzo ed ultimo caso, saremmo al contro natura, all’aberrazione.
D’altra parte, immaginate di essere prelevati sin da piccoli da un manipolo di monaci e di essere istruiti o, piuttosto, addestrati, ammaestrati sul fatto che siete l’incarnazione dell’ultimo Maestro di saggezza, capo sia spirituale, sia temporale in Tibet.
Se la ccar facesse una cosa del genere, lo sventurato pargolo, prima dell’adolescenza, potrebbe già credere di essere la reincarnazione di Gesù, il Cristo.
“Solo quando il mondo sarà diventato abbastanza onesto da non impartire lezioni di religione ai ragazzi prima del quindicesimo anno di età ci si potrà aspettare qualcosa da lui.”
(Arthur Schopenhauer)
Saluti
Credo che se tutti facessero più sesso, il mondo sarebbe un posto migliore.
Ci pensate “taluni” del passato e quelli attuali ( bush, b4x4, ruini, i politici italiani, i musulmani, certi giornalisti, ma anche stalin, hitler, mosè, e compagnia, la lista è troppo lunga) non avrebbero avuto tempo x rompere i cosiddetti.
E’ proprio vero che il sesso logoro chi non lo fà.
eh l’invidia spesso gioca brutti scherzi 😀
CandyFruit secondo me ha colto nel segno. Sarebbe un grave errore considerare questo pensiero espresso dal Dalai Lama come qualcosa da omologare alle ben note sessuofobie di stampo cattolico. In realtà è una cosa del tutto diversa. Credo che vada presa come una riflessione filosofica personale e non imposta, peraltro ricca di spunti di riflessione in un contesto di vita non alieno a pratiche come la meditazione. Credo che se applicassimo ogni volta, automaticamente, l’equazione: leader religioso=anti-sesso,bigotto,repressivo anche il pensiero laico e razionalista potrebbe divenire “fondamentalista”. Le certezze e i giudizi incrollabili lasciamoli a chi ha fedi cieche: io preferisco dubitare e giudicare caso per caso.
Il Dalai Lama rispetto al monoteismo è avanti di millenni.
Come Zapatero rispetto a veltrusconi.
Vedi
http://www.geocities.com/priapus_dionysos/aforismi_Dalai_Lama.html
Ma non dimentichiamoci mai che è pur sempre un povero caso umano di minorato da quella orribile malattia che è la religione.
Ed è pure sacerdote… il poveraccio = minorazione al cubo!
Comunque in Tibet i non monaci (non essendo inibiti dalle menate papiste e maomettane) fanno felicemente sesso come atei a Woodstock.
Quando sono andato a scalare il Cho Oyu, sherpa e sherpani facevano di quei casini… E le sherpani me la tiravano dietro. Purtroppo si lavano molto poco e, quindi, emanano un odore assai ammosciante.
Namastè
Deluso di questo discorso. Finora il Dalai Lama mi era sembrato una persona ragionevole, affabile, nient’affatto autoritaria, contraria ad imporre la propria religione agli altri (consiglia di restare fedeli alla propria). Era per esempio (forse lo è ancora) preoccupato dell’esplosione demografica e favorevole al controllo delle nascite. Insomma: una brava persona, infinitamente preferibile a certi cattolici arroganti, pieni di sé, che conosciamo bene.
E adesso questo strano discorso. Contrario al sesso, contrario o critico verso la famiglia. Mah!
Certo se il desiderio è fonte di infelicità, non potendo quasi mai essere soddisfatto, si può logicamente affermare che è meglio non desiderare o desiderare il meno possibile. Ci si risparmierà così frustrazioni. Questa è la lezione del Buddha.
Ma vivere senza desiderare non è solo impossibile (bisogna pur soddisfare certe esigenze vitali), mi sembra anche una vita povera, senza attrattive.
La pace interiore sarà una bella cosa, ma non è detto che ci si arrivi solo attraverso la rinuncia.
Dimenticavo di dire che comunque queste schifose porcate qua
cfivarese.altervista.org/Aforismi_contro_le_donne.html
nel buddhismo tibetano e nel buddhismo mahayana in generale sono sconosciute.
Mentre noi ce le abbiamo al potere… in casa nostra da 17 secoli!!! 🙁
A quanto dice quest’ultimissima sembra che il dalai lama abbia sorpassato a destra il papa! Meglio del motomondiale!
Non condivido nulla di quanto espresso, ma l’affermazione: “avere una famiglia crea “un legame troppo forte verso i bambini e verso il partner, ossia uno degli ostacoli alla pace mentale” è esattamente “l’arma “ che usano i cattolici, con l’esaltazione della famiglia, per tenere … buone le persone e non avere modo di ragionare.
Religione che vai, imposizione che trovi.
Io ci andrei cauto col consenso a questo signore. Un conto è l’indipendenza del Tibet, altro è la pseudo teocrazia che il Dali Lama instaurerebbe.
Non facciamo lo stesso errore di 30 anni fa con l’Iran. Quando, in occidente si osannava Komeini (forse non si scrive così, ma ci capiamo) Si sono fatte manifestazioni oceaniche pro Komeini! Dalle mie parti si dice …. bella fine.
@ Ignazio scrive:
“Si sono fatte manifestazioni oceaniche pro Komeini!”
Io non manifestai per Khomeini, mentre la sinistra era entusiasta per la cacciata dello scià.
Quando Khomeini condannò a morte Salman Rushdie mi sarei aspettato ben altra reazione dai governi occidentali (per es. sospensione delle relazioni diplomatiche con uno stato che condannava a morte cittadini dei governi occidentali: un’enormità senza uguali). Invece vidi Shevarnadze prostrato ai piedi di quel pazzo … (forse sarò condannato anch’io a morte per aver definito pazzo quel fanatico). Shervarnadze si convertì poi anche al cristianesimo. E’ incredibile la pochezza, per non dire l’imbecillità dei politici (anche nostrani ovviamente). Gorbacev almeno continua a dirsi non credente, ma anche lui poteva risparmiarsi la sceneggiata in Vaticano e le deferenti parole verso Wojtyla. Gli si rivolse con “Santità” – e Vespa commentava: avete sentito, ha detto “santità”… (un altro miracolo).
“Pensa che bello un mondo senza religioni.”
Caro Dalai, se sei sfigato, non è colpa degli altri. La tua manina che tanto ti fa compagnia dovrebbe suggerirti che un po’ di sana palestra sessuale ti regalerebbe un po’ di endorfine che danno solo benessere.
che qualcuno ricordi al dalai lama che anche le religioni portano ad uccidere e al suicidio
e l’idea che un figlio sia d’ostacolo alla pace mentale è orrenda
passi il marito, quello ci può pure stare
Il Dalai Lama, come monaco tibetano, parla e vive (si suppone) coerentemente secondo la filosofia buddista ma non può trasferire la sua scelta di vita (quale reincarnato del bodhisattva Avalokiteshvara) al resto dell’umanità. Anche lui, come tutti, può esprimere ciò che pensa ovviamente. Personalmente penso che chiunque si faccia chiamare “Santità” dovrebbe suscitare già un certo sospetto ed una cautela da parte del pubblico.
Si tratta di personali scelte di vita. Chi pensa che il celibato sia meglio resti celibe, chi pensa che sia meglio scopare come conigli scopi come un coniglio. Il Dalai Lama dovrebbe conoscere la storia del Buddha. Ogni persona ha il proprio “nirvana”. C’è una barzelletta: il dottore dice al paziente “Guardi, se lei non fuma, non beve e non fa sesso vivrà cent’anni”. E il paziente: “Ma se non fumo, non bevo e non faccio sesso a che mi serve vivere cent’anni?” ^_^
Temo che anche il Dalai si sia fatto prendere dalla smania dei “colleghi” sparsi tra le varie religioni (b4x4, i vari imam o altri santoni invasati), che li porta a voler essere sempre e a tutti i costi al centro dell’attenzione mediatica. Ha capito anche lui per essere considerati bisogna sparare grosse scemenze.
@Augusto
Quoto al 100% la tua ultima frase!
Il DL (Dalai Lama) mi pare che indichi una sua posizione, senza pretendere che sia una verità assoluta, può non essere condivisibile o può esserlo in parte.
In effetti gli umani, a parte poche eccezioni, subiscono e sono fortemente condizionati dalla parte di corpo che va dalla cintola in giù… ma come affrancarsi dalle pulsazioni chimico-celebrali sconosciute ai più che inducono a riprodursi anche soggetti che oggettivamente sarebbe meglio se non lo facessero (per esempio alcuni ns governanti!).
Come dare torto a DL se solo si pensa ai “guai” a cui è andato incontro il deputato udc (mele)…in quel caso “non è intervenuta l’intelligenza a far capire che la pratica dannosa soprattutto riguardo alla coca aggiungerei io…” lo avrebbe messo nei “casini” e cesa per difenderlo si è spinto a dichiarare che “bisognava mettersi nei panni di un povero parlamentare che è lontano da casa da lunedì al venerdi…”
MA TUTTO QUESTO ACCADE IN ITALIA E NON IN TIBET….
quoto Aldovaldo
“Ma se non fumo, non bevo e non faccio sesso a che mi serve vivere cent’anni?” cosa me ne faccio della vita se devo stare con gambe piegate, imaginare “l’energia” e fare mmmmmmm.
Dire che la famiglia consuma l’individuo è come sparare contro la croce rosa, è vero ma per molti è lo scopo della loro vita.
A Dalai Lama, invece di fare meditazione per tenere a bada i inestinti sessuali, quindi spreco inutile di energia, perchè non prova a castrarsi cosi rimuove il problema alla radice, vedrai poi che certi pensieri non ti disturberanno piu.
Mi sembra che CandyFruit e Macklaus71 siano gli unici che abbiano bene inquadrato la cosa, purtroppo spesso quando si parla di sesso le persone hanno prese di parte molto drastiche, dimenticando o spesso non sapendo che il problema è spesso molto complesso, perlomeno più di quanto credono loro, e a volte con i loro slogan precotti rasentano il ridicolo. riguardo la famiglia ed i rapporti interpersonali sono daccordo con il Dalai Lama, ma questa è SOLO un mio modo di pensare che applico alla mia vita, proprio come il Dalai che a SOLO espresso una sua elucubrazione, tra questo e la repressione sessuale perpetrata in occidente ( e purtroppo non solo ) dal cristianesimo ci passa un’abisso grosso come l’oceano atlantico ( secondo me ). un saluto a tutti, e per chi sta a Roma e può, ci si vede stasera.
@ Sergio
La questione dell’eliminazione dei desideri terreni perchè causa di sofferenza è un principio del buddismo prima maniera Hinayana (piccolo veicolo di salvezza, leggi: solo per pochi). Nel buddismo Mahayana (grande veicolo di saggezza, leggi: per tutti) ed in particolare nel Sutra del Loto (insegnamento Mahayana definitivo), i desideri terreni sono illuminazione, ossia il mezzo insostituibile per svilupparci come esseri umani di valore. Il Dalai Lama appartiene alla corrente tantrica o Vajarayana (buddismo indiano) che mescola erotismo (sic!), magia e sciamanismo autoctoni ad insegnamenti buddisti postumi giunti a quota 5.000-7.000 metri, lassù sull’Himalaya, e rimasti in “splendido” isolamento per 15 secoli fino alla rivoluzione culturale di Mao Tse Tung ed il conseguente espatrio del Dalai Lama e la sua campagna di rivendicazione a livello mondiale. Per tenere sotto controllo gli impulsi o desideri sessuali, ai monaci viene insegnato ad immaginare la figura della donna (oggetto di desiderio) come un cadavere per comprenderne l’effimerità. Nell’ottimo film “Samsara” questo viene rappresentato perfettamente. Ciao.
La differenza tra il Dalai lama e il papa stà forse in un questo: il Lama dice “CREDO (quindi “suppongo”, “penso”, “secondo me”) che questa cosa sia negativa, quindi non la faccio, ma non mi sognerei mai di impedire che altri la facciano. Il papa dice: “questa cosa E’ negativa, quindi faccio appello ai politici e legislatori cattolici in modo che impongano alla società di non fare questa cosa attraverso le direttive della religione della quale sono a capo”. Sbaglio?
Confrontando la notizia con quella precedente mi domando: ma questi religiosi non hanno il senso della misura? O la castità totale oppure il sesso estremo, con poligamia e in alcuni casi anche pedofilia(magari benedetta dal matrimonio). E poi dicono che gli atei non hanno il senso morale …
Ma e’ l’astinenza a provocare gli squilibri, ed anzi provate voi a fare pratiche meditative quando siete carichi di testosterone.
ennesima riprova che il lamaismo non è diverso dai monoteismi occidentali.
anche il dalai si fa chiamare santità, anche lui condanna la sessualità ma non la ricchezza di cui ama circondarsi.
comunque non confondiamo il lamaismo con il buddhismo tradizionale hinayanico, in sostanza un’ innocua forma di ascetismo ateo che si limitava a poche regole di vita semplici e condivisibili da tutti.
il DL è un furbone, parla parla ma i soldi gli piacciono eccome, in barba all’insegnamento del Godama Siddharta che da principe divenne volontariamente povero…
ma per fortuna che non credo in alcun dio e aborro la religione! sennò hai voglia a rimanere casto…
Per quel che ne capisco, il Dalai Lama ragiona così: la sofferenza è la distanza fra ciò che si vuole e ciò che esiste. Dato che ciò che esiste non si può cambiare facilmente, per eliminare la sofferenza conviene cambiare ciò che si vuole, per avvicinarlo a ciò che esiste.
Tutto ciò è lucido e abissalmente più sensato di qualunque monoteismo; mi sembra anzi che sia ben poco religioso e piuttosto scientifico.
Ma bisogna considerare che anche l’eliminazione della sofferenza può a sua volta portare sofferenza, pertanto è meglio valutare caso per caso quando è il caso di combattere la volontà e quando è il caso di assecondarla.
w il sesso…voi religiosi continuate ad ammazzarvi di seghe.
La chiesa cattolica non è tanto sessuofoba quanto contraria all’uso del sesso per scopi di mera gratificazione individuale. Ma, nell’ambito del matrimonio e se esercitato in modalità tali da permettere la procreazione, il sesso diventa addirittura un dovere. Il matrimonio cattolico si fonda sulla copulazione carnale dei coniugi, tanto da essere nullo in mancanza del primo atto copulativo. I coniugi hanno il dovere reciproco di copulare. Non è ammessa l’astinenza per decisione unilaterale di uno dei due. Il rifiuto del matrimonio e della conseguente sessualità matrimoniale-procreativa da parte di chi non assuma la condizione di religioso o di sacerdote o di laico consacrato è guardata con notevole sfavore dalla cultura cattolica. Nell’ideologia cattolica non è ammesso neppure l’uso negativo della sessualità(l’astinenza) a fini di mero soddisfacimento di interessi egoistici individuali. Le persone non consacrate hanno il dovere di sposarsi e di copulare per fini procreativi. Solo eventualmente chi sia strutturalmente sterile si può ritenere esentato da questo obbligo. Questa non è sessuofobia, questo è autoritarismo, dirigismo, in materia sessuale. La Chiesa cattolica non è sessuofoba. La Chiesa cattolica pretendere di sottrarre all’individuo la libera gestione della propria sessualità nel quadro di un più ampio progetto di controllo e di assoggettamento della coscienza e dell’agire individuale. E’ infatti noto che il controllo della sessualità è una delle chiavi per il controllo generalizzato di tutta la vita personale dell’individuo. La Chiesa cattolica non è sessuofoba. Forse lo era il cristianesimo delle origini, quello di Origene che si autoevirò, dei giovani devoti che chiedevano invano il permesso alle autorità governative romane per potersi castrare o digiunavano per diventare impotenti, ma non la Chiesa. Leggete il codice di diritto canonico, nella parte dedicata ai vizi del matrimonio, c’è un articolo dedicato alla descrizione minuziosa di come deve avvenire il rapporto sessuale affinché il matrimonio si possa considerare validamente consumato. Questa non è sessuofobia, questa è pretesa di regolamentare e dirigere una fondamentale espressione dell’identità e della libertà individuale.
Non possiamo illuderci che il sesso sia per l’uomo qualcosa di facile e spontaneo come per gli animali. Il sesso nell’uomo è un comportamento complesso culturalmente codificato con notevoli implicazioni di ordine sanitario,esistenziale, psicologico, sociale ed economico. Non è sufficiente l’aver eliminato i pregiudizi morali di origine religiosa per trasformare il mondo del sesso in un paradiso senza problemi. Questa visione eccessivamente ottimistica del fenomeno sesso rischia di essere altrettanto fuorviante che quelle religiose tradizionali. Mi riferisco soprattutto al sesso di relazione materialmente praticato. È evidente che l’autoerotismo, il sesso virituale, la pornografia, attività che la Chiesa condanna non perché sessuofoba, ma in quanto rendono anarchica e assolutamente individualistica la pratica sessuale, sono attività assolutamente innocue e moralmente indifferenti, che anzi dovrebbero essere incentivate per il maggiore benessere e serenità degli individui. La Chiesa tuttavia non ha interesse al benessere individuale, ma solo ad appropriarsi delle energie individuali per il perseguimento delle sue finalità sociali.
@Cronos
anche le seghe sono sesso
Perché? Le seghe non fanno parte del sesso?
Per quanto riguarda il discorso della famiglia in effetti non si può dar torto al DL, ed é questa sicuramente la differenza più rilevante col cattolicesimo.
Ma per il resto, scusate ma non riesco proprio a vedere alcuna differenza. Mi sbaglierò, ma a me quelle frasi sul sesso sembrano pressochè indistinguibili dalle sparate di un qualsiasi Ratzinger, Wojtyla o altri del genere. Ci saranno anche delle sfumature da una religione all’altra, ma la sostanza rimane quella, aberrante, della sessuofobia, e non mi pare molto vero che il DL non pretenda, sotto sotto, di far valere la sua scelta a tutto il resto del mondo.
@ Candyfruit
“Il sesso indubbiamente è pericoloso, a causa di una attrazione sessuale non ben governata e cronicizzata si può restare intrappolati in una vita piena di vincoli e pesi materiali […]. Fare sesso non è in se un male, ma non farlo rende più liberi e felici.”
O Candyfruit, ma che dici?! Ti metti anche te a ragionare come un prete???? Senza alcuna offesa naturalmente, ma, in tutta sincerità, non posso fare a meno di dire che mi hai un pochettino sconcertato.
@ Macklaus
Quell’equazione che dici (leader religioso=anti-sesso,bigotto,repressivo) non mi pare poi così lontana dal vero.
Vero che anche il pensiero laico e razionalista possa avere qualche volta tendenze “fondamentaliste” (se ne parlava giusto qualche giorno fa su questo blog), ma a me non pare questo il caso.
Rimane sacrosanto, comunque, il principio secondo il quale bisogna giudicare caso per caso, in ogni cosa della vita (é una delle mie regole di vita).
🙂
Il buddismo si basa sull’impiego della compassione (cuore, sentimenti) e della saggezza (mente, ragione) insieme. Cioè, se una cosa ti produce sofferenza, càmbiaTI tenendo ben presente lo scopo umanistico/umanitario comunque non-violento. Questo vale anche per il sesso.
Scusate tutti, ma bisogna inquadrare quello che il Dalai Lama dice partendo dai suoi stessi presupposti.
Nella visione buddhista questa realtà non esiste. Tutto è dolore e bisogna liberarsene. La causa del dolore è l’attaccamento e liberandosi dall’attaccamento ci si libera dal dolore. (Scusate l’approccio semplicistico…)
Ora ditemi, partendo da questi presupposti: qualcuno di voi è in grado di affermare che sesso e famiglia non creino attaccamento????????
@ Paolo P.
Il Dalai Lama con la mistica non c’entra proprio nulla.
@ ateismo
Ti faccio notare che il Dalai Lama, a differenza di altri leader, non obbliga nessuno a fare niente. Il termine “impone” mi sembra del tutto fuori luogo.
@ Bruno Moretti Turri
Veramente i buddhisti sono avanti anni luce rispetto ai cristiani sulla parità dei sessi. Certamente c’è differenza tra le varie scuole (non so quale sia esattamente la posizione del buddhismo tibetano al riguardo), ma la maggior parte dei monasteri accetta anche le donne come monache. E le monache sono UGUALI ai monaci per diritti e doveri.
un appunto: nel buddismo vajrayana esistono anche pratiche di realizzazione che usano il sesso.
leggete la biografia di kunga legpa, il “santo seduttore” o dei mahasiddha.
il Dalai Lama parla da monaco a dei praticanti, mica urbi et orbi… come altri.
in genere il buddismo non parte da verità rivelate ma da constatazioni riguardo ciò che produrrebbe sofferenza e/o ignoranza: quando si parla di legge del dharma in realtà non si parla di legge nel senso monoteista del termine (o comunista) – cioè di peccato come offesa a dio o al popolo-partito, verità alla di cui rottura segue una esecuzione – ma di dinamiche, meccanismi psichici, rapporti di causa-effetto. naturalmente tutti soggetti alla verifica dell’esperienza… ed ognuno per sè.
@Lucia
tutto crea attaccamento la squadra del cuore, il caffe’, la lettura, il gioco, l’alcool ecc…
Allora bisognerebbe rinunciare a tutto? Secondo i buddisti si.
Ma qua c’e’ una concezione dualista della vita, da una parte il corpo (corrotto e sporco con la realta’) dall’ altra lo spirito (libero e casto con l’ immanenza).
Il fatto e’ che per me questa dicotomia non esiste, corpo e mente fanno parte di un tuttuno.
Quindi la mente e’ anche quello che bevi, mangia e come fai l’ amore o non lo fai.
Eppoi spiegateglielo al dalai lama che se non si tromba, non puo’ piu’ reincarnarsi in un altro bimbetto
Lucia, io comprendo perfettamente le tesi del Dalai Lama, solo che va sottolineato che si tratta del suo personale punto di vista (non tanto personale perché è una tesi del buddismo) che non tutti ritengono condivisibile. Ti faccio un esempio. Anche la conoscenza provoca sofferenza, lo affermano molti illustri filosofi e la Bibbia stessa. Sarebbe meglio allora essere totalmente inattivi, vivere una vita puramente contemplativa? C’è chi lo fa. Sono scelte di vita assolutamente legittime. Nella filosofia buddista il più alto livello esistenziale corrisponde al Nirvana, cioè alla totale assenza di qualunque sentimento positivo e negativo. Per alcuni il fine ultimo della vita è appunto il raggiungimento del Nirvana, per altri invece il senso della vita è far del bene agli altri, impegno civile, lotte per i diritti, progresso scientifico, ecc. Non credo sia possibile dire cosa è meglio. Ognuno si regola come preferisce. Penso che una delle cose più importanti sia rendersi conto dei pro e contro di ogni scelta di vita.
ciò che li separa è la visione dell’universo e dell’aldilà.
ciò che li unisce sono i soldi.
unico comune denominatore di tutte le religioni.
@ marcolfo
Sono daccordo con te, ma devi capire che questi concetti non rientrano nella sua cultura.
In secondo luogo, ti ricordo che per il Dalai Lama è auspicabile la fine del ciclo Samsarico, lui spera di non reincarnarsi più!
@ Aldovaldo
Condivido pienamente. Ci tenevo solo a sottolineare che attaccare un’intera cultura senza conoscerla non porta a nulla.
Sono stati fatti commenti piuttosto offensivi che io ritengo fuori luogo. Il Dalai Lama non obbliga nessuno a seguire le sue stesse scelte, porta avanti idee relativiste, e per questo secondo me merita tutto il nostro rispetto.
Il sesso fa male?
Allora “ora et labora”.
“Ma mi faccia il piacere!”: proprio nel senso del piacere.
@ fulf
Ti quoto.
Non vorrei fare “prediche” o risultare pesante o saputello, ma alcune osservazioni sono tentato di farle.
@ Marcolfo
Non c’è concezione dualista della vita nel buddismo. Quella di mortificare il corpo per liberare lo spirito appartiene a certa tradizione monastica – anacoreta del primo cristianesimo ed anche oltre (vedi pratiche auto-punitive tipo cilicio, digiuni ad oltranza, ecc.). Nel buddismo corpo e mente sono inseparabili, legati fra loro. Da duemilacinquecento anni il Buddismo afferma che gli aspetti fisici e spirituali hanno un’origine comune, sono due manifestazioni della stessa entità. È la vita stessa: l’energia vitale che scorre dentro e alimenta le funzioni fisiche e spirituali. Anche la scienza conferma questa inseparabilità. Uno stress psicologico può provocare una malattia fisica. Una disfunzione corporale può avere effetti sull’umore, sui pensieri. Inoltre, tutti i fenomeni e le situazioni comprese le più dolorose o negative che viviamo sono da ritenersi come opportunità per trasformarle in benefici quindi positive. Lo sforzo che ciò richiede tale esperienza è indispensabile per la nostra crescita come esseri umani. Non è forse vero che dopo aver superato una difficoltà siamo più forti proprio grazie a quella?
@ Aldovaldo
“Il buddismo è visto generalmente come una religione statica, riassunta nell’immagine di un budda seduto in meditazione. Però la vera immagine è quella di un buddista camminante e dinamico, di un buddista attivo. Un vero buddista è alieno al riposo, è qualcuno che agisce per liberare le persone e guidarle alla felicità” (Daisaku Ikeda).
Il Nirvana di cui tu parli esiste nel buddismo Hinayana che ha come fine l’eliminazione dei desideri quali causa di sofferenza attraverso pratiche ascetiche (simili a quelle dell’induismo)e quindi la rottura del ciclo delle reincarnazioni. Nel buddismo Mahayana (di cui fa parte anche il ramo del Dalai Lama), il bodhisattva (praticante al culmine della bravura) rinuncia alla fine ad entrare nel Nirvana e torna alla vita di questo mondo per aiutare gli altri ad emanciparsi dalle sofferenze. Come? Impegno civile, lotte x i diritti civili, per il progresso scientifico, ecc. con mezzi non-violenti ed usando saggezza e compassione.
Spero di essere risultato comprensibile ed utile. Grazie per la pazienza.
come solito i giornalisti a caccia di balle fresche da vendere la buttano sul sesso (che sempre fa notizia e vende bene, soprattutto quando è represso) chissà quale discorso fatto dal capo buddista
La mia stima per il dalai lama è appena calata di cento punti.
Dire che il sesso provoca violenza è una balla, semmai la previene.
E dire che essere troppo attaccati alla propria compagna o ai figli distoglie dalla pace mentale è orribile: sarà anche vero che per raggiungere questa osannata “illuminazione” bisogna dimenticare le cose terrene, ma se io per elevarmi ad un livello superiore devo rinunciare ad AMARE allora no, preferisco reincarnarmi all’infinito piuttosto che essere superiore ma senza cuore.
Sembra un discorso “da uomo ferito”
Comunque sia non ha rotto le p4ll3 per 14 vite su questo argomento, comincia proprio ora?
@ Lucia
Il Dalai Lama ha detto cose giuste, ma piuttosto ovvie. E’ una persona saggia. Da qui però a chiamarlo santità… E’ che proprio non amiamo il principio d’autorità e quindi neppure certe “cariche o n o r i f i c h e” che sottintendono una maggiore autorevolezza di certe persone rispetto ad altre. Le persone vanno giudicate di volta in volta in base a ciò che affermano e in base ai loro comportamenti che possono variare nel tempo. Mai idolatrare nessuno! E’ la mia norma personale.
@Lucia
Porterò rispetto al dalali lama quando iniierà a chiedere scusa per gli orrori della teocrazia tibetana. L’unica cosa buona fatta dall comunismo è stata proprio sbattere fuori a calci uno dei più feroci regimi teocratici esistiti.
Mi fà ridere sentire quell’uomo blaterare di pace, amore e democraia quando poi il suo scopo è il ritorno del tibet alla teorazie.
Per interci: sotta la guida de bravi e illuminati monaci esistevano solo 3 classi sociali: monaci, proprietari terrieri e schiavi. Gli schiavi erano circa l’80% della popolazione. La pratica poi del rapimento dei bambini per farli diventare monaci (il cui noviziato consisteva nello studiare i testi religiosi e fare da materasso ai monaci) è barbarie pure.
Pretendiamo le scuse dei cattolici per gli orrori perpetrati e, siccome hollywoodo ce lo passa come santo martire, al Dalai Lama e alla sua cricca no?
questo lo dice lui poveraccio , io E DA QUANDO AVEVO 13 ANNI anni che lo faccio e mi sento da DIO. e continuo ancora a 61 anni a farlo e se non lo faccio almeno 2 volte al giorno sto’ male.
bevete più latte il latte fa bene.sotto la panca il credente campa , sopra la panca il sesso, si stanca.
non sopporto i religiosi. tutti. perché fare eccezione col dalai lama che sotto l’apparenza è come tutti gli altri? sempre in giro per il mondo a braccetto con le star e a far politica. ipocrita anche lui. se si voleva una conferma ecco la condanna del sesso.
Veramente esilarante sentire parlare di sesso gente che non sa o NON DOVREBBE sapere nulla. B16 è in buona compagnia a quanto pare
Non cadiamo nella trappola di quello che fà notizia! Non ci viene detto in quale contesto il Dalaï Lama si esprime. Vi invito percio a cliccare su http://dalailama.com/ poi su Latest News ed infine su Nigeria Has Great Economic Potential, Says Dalai Lama. Questo per rendervi conto del suo intervento. Non troverete scritto che ha parlato di sesso e di castità. Con questo non sto’ dicendo che non l’abbia fatto ma che deve essere interpretato. Prima ancora di tirare un altra conclusione leggete il suo pensiero cliccando nella home page su messages and speaches e poi su Compassion. Ne potremo poi riparlare. Sono una persona che ama fare l’amore. Il suo discorso non mi ha affatto scioccato ne scandalizzato. Anzi debbo dire grazie ai giornalisti per avermi dato la possibilità di andare a leggere qualcosa su di lui che finora non conoscevo se non per sentito dire.
Se questo è un pensatore.
Ho sentito un paio di volte parlare quest’uomo. Tra una ovvietà e l’altra riesce a dire pure parecchie sciocchezze.
La sua illuminazione é talmente intensa che nonostante la sua frenetica attività internazionale e i suoi 73 anni d’età non ha ancora imparato a parlare l’inglese in modo decente. Quando si avventura in questa lingua il suo interprete, che ormai sa quello che vuole dire, é costretto a tradurre dall’inglese all’inglese le sue parole.
Bah a me non mi interessa, io uso il bilama… 🙂
Scusate, non potevo resistere!