Genova: laicismo cresce anche al cimitero

Monsignor Giuseppe Lanfranconi, rettore della chiesa del cimitero monumentale di Staglieno (a Genova), allarmato ha scritto per il settimanale della Curia locale “Il Cittadino” un articolo intitolato Segnali di un laicismo che cresce. In particolare, il sacerdote nota che “oggi almeno il cinquanta per cento dei cadaveri viene cremato” e pone l’accento sul cambiamento – giudicato tra l’altro uno scadimento artistico – dei tipi di tomba (più sobrietà, simboli e frasi incise non riferiti al cristianesimo). Paolo Veardo, cattolico del Pd e assessore ai servizi cimiteriali, afferma di non aver notato il fenomeno segnalato dal sacerdote, ma aggiunge: “certo la cosa non mi stupisce minimamente. È il mondo che cambia, la società è sottoposta a un fenomeno di laicizzazione continua e costante”. Veardo fa notare che siamo in uno stato laico e ognuno è libero di comportarsi come crede: “Gli arredi funebri non fanno che testimoniare questo fenomeno. Ma basta frequentare le chiese la domenica per rendersene conto”. Tra gli “esperti” in materia c’è chi minimizza il fenomeno, chi esalta l’arte ispirata alla religione e chi propugna “il ripristino delle croci”, in nome della tradizione.

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17 commenti

lacrime e sangue

I simboli sono più importanti delle parole, perchè si imprimono nelle teste senza un passaggio razionale di accettazione.

Impedire la diminuzione del simbolismo religioso equivale a suggestionare le menti deboli e acritiche (la maggioranza) sul reale peso della Chiesa nella società.

E’ importantissimo per la Chiesa mantenere il controllo su tale pubblicità subliminale, altrimenti le persone potrebbero accorgersi che ci sono altri modi di pensare e di fare…

rothko61

Sono d’accordo con l’assessore, tranne quando afferma che siamo in uno Stato laico.

denis_1

Se è un segnale preciso, lo spero tanto. Comunque segnalo che a Cesenatico, moltissimi loculi sono senza segni di cristianesimo. Credo ormai raggiungano il 50% le nuove tombe (purtroppo)”libere” da croci e santini vari, mentre spariscono i crisantemi e feticci lugubri per lasciare il posto a marmi colorati e fiori una volta impensabili come margherite e fiori di colori allegri e vivaci.

Aldovaldo

C’è una speculazione allucinante sul “caro estinto”. Costa quasi più morire, che vivere. Con la recessione che c’è conviene non ammalarsi e non morire.

Fede

Anime dannate che bruciano all’inferno. Anche la nostra, il più tardi possibile, andrà con loro a soffrire laggiù al caldo.

Cesare B

Faccio osservare che oggi la cremazione non e’ piu’ un problema per la Chiesa, che peraltro la ha sempre ammessa quando particolari ragioni la imponevano. Ad esempio il pittore Tiziano Vecellio, essendo morto di peste a Venezia nel corso di una grave epidemia, fu cremato, come tanti altri, perche’ in quel momento, in quella citta’, non si poteva fare altrimenti. Oggi sono sempre piu’ numerose le famiglie, anche cattoliche, che ricorrono a questa pratica. Mi meraviglia che quel sacerdote ne faccia un dramma. Certamente non e’ una questione d’interesse teologico. Forse viene da una famiglia di floricultori del Ponente ligure …

non possumus

monsignor Lanfranconi, le preannuncio che anche io mi farò cremare, e adesso con più gusto per farle dispetto!!!!!!

mandrake

La chiesa prima o poi dovra’ prendere atto che l’unico posto dove potra’ andare a rompere le scatole e’ a Gerusalemme, in degna compagnia….

Maurizio D'Ulivo

Giustamente, la chiesa cattolica involta una sorta di copyright sulla morte.

In fondo, non ha tutti i torti: è proprio la paura di questa che, per la CCAR come per quasi tutte le religioni, costituisce una sorta di polizza assicurativa sulla loro esistenza.

Maurizio D'Ulivo

volevo scrivere “invoca”, non “involta”…

🙁

don A.A.Alberto, citofonare primo piano

@ Mandrake
E’ pericoloso seppellire chi sta sulle scatole a Gerusalemme, con tutti i casi di riserrezioni che vi sonbo avvenuti …

@ Maurizio D’Ulivo
Per le altre religioni non so, ma ai tempi del falegname di Nazareth, a quasi 2000 anni da Abramo, la fede nella vita dopo la morte non era ancora fatto assodato.
Che le religioni nascano dalla paura della morte è una panzana più grossa di quelle che spariamo noi.

Aldovaldo

Penso che i credenti abbiano una maggior paura della morte perché a quella degli atei si aggiunge quella del dopo.

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