Modena: convegno cattolici Pd su temi etici e ingerenze Chiesa

A Modena la Fondazione Ermanno Gorrieri ha promosso oggi un convegno intitolato “Quando i cattolici erano moderati”, durante il quale sono intervenuti Pier Luigi Bersani, Giorgio Tonini e Pierluigi Castagnetti.
Secondo Castagnetti, “la Chiesa parla, ma ha pochi interlocutori. In Italia, in questo momento, dobbiamo prendere atto della povertà del dibattito culturale” specie su temi etici come “la condizione dell’uomo” e il “rapporto tra scienza e vita”. La “cultura laica, laicista e anticlericale” in Italia c’è sempre stata, secondo Castagnetti, ma oggi “per la preoccupazione che possa nascere una nuova egemonia della chiesa c’è il silenzio”.
Secondo Tonini, Berlusconi ha introdotto una nuova fase nei rapporti tra Chiesa e politica (ad esempio con l’esclusione dell’Udc dal governo): in sostanza la politica sarebbe “più forte” nei confronti delle ingerenze ecclesiastiche e l’era Bagnasco avrebbe reso la Chiesa meno esposta e più prudente. Anche il Pd cerca di “discutere in modo disarmato” per “cercare soluzioni insieme, credenti e non credenti”.

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26 commenti

Nero

“cultura laica, laicista e anticlericale”

Ecco un’assimilazione retorica tra concetti nient’affatto uguali, espediente da teologo o da chi ha sangue di teologo.
Sul resto: è insulsaggine allo stato puro.

Saluti

Bruno Gualerzi

Sì, d’accordo, questi stanno proponendo il solito minestrone fatto, appunto, di ‘cultura laica, laicista, anticlericale’… ma in questo benedetto paese o ci si rinchiude (parlo degli atei) nel proprio orticello oppure in qualche modo per governarlo un qualche accordo fra – diciamo così genericamente – credenti e non credenti bisogna pure trovarlo.
E qui scatta la solita domanda, sempre d’attualità: è meglio puntare a confrontarsi con cattolici convinti ma ‘aperti’ oppure con tutto un insieme di politici che della religione non gliene frega niente, ma che quando occorre si mettono subito a fianco del cattolicesimo più integralista? Per non parlare degli atei devoti.
La mia risposta pare ovvia, ma non esclude in alcun modo, anzi considera fondamentale che non si conceda niente sul piano culturale (guardando magari anche in casa propria) in modo da evitare ogni possibile equivoco, in modo che siano ben chiare le posizioni sui temi di fondo… e credo che questo sia possibile solo dialogando con ‘cattolici convinti ma aperti’.
Forse non si caverà un ragno dal buco, ma di sicuro con gli altri – quelli che Berlusconi rappresenta alla perfezione – la prospettiva, anzi l’attualità, è quella del regime.

Bruno Gualerzi

Dimenticavo, a coronamento della mia tirata, la solita ‘perla di saggezza atea’: ‘demonizzare’ gli avversari è in qualche modo ‘sacralizzarli’, considerarli capaci di tutto neanche fossero diavoli travestiti da uomini. Il che – io credo – è molto poco ateo (se volete aggiungete anche molto poco agnostico e razionale).

Sab

@bruno

e quindi che si fa? assumiamo una superiore aria di circostanza, facciamo spallucce e li lasciamo fare?

Pax76

Ma la “povertà del dibattito culturale” non è attribuibile sopratutto a chi in fondo dice” io ho ragione a priori perché me la detto dio!”
Su queste basi il dialogo non si può pienamente articolare visto che, alla fine, con i credenti si arriva necessariamente al ritornello del “mistero della fede” e da lì agli argomenti tabù.

Bruno Gualerzi

@ Sab (e Pax 76)
Veramente ho detto proprio il contrario. Se confronto ha da essere, deve basarsi sulla più rigorosa e coerente affermazione della propria identità culturale, perchè solo così se un accordo, una mediazione, si può ottenere, lo sarà senza equivoci.
Soprattutto comunque avere ben presente l’alternativa praticabile sul piano politico (diverso da quello culturale, anche se così non dovrebbe essere… ma così vanno ora le cose della politica): o ghettizzarci, o collaborare col berlusconismo.

Ivo Mezzena

“cultura laica, laicista e anticlericale”
suona come “o con noi o contro di noi!”
Bene, visto l’alta percentuale di pedofili all’interno della Chiesa, visto la protezione di vari dittatori assassini da parte del Vaticano, visto le celebrazioni di funerali ai mafiosi, visto le intenzioni di B16 di insabbiare i crimini sessuali della sua Chiesa, visto i soldi che intascano dallo stato italiano, visto…….
Si, contro di voi!

Aldovaldo

L’errore della Chiesa è non riuscire a simulare il dialogo. La sensazione che tutti hanno è quella di una Chiesa incapace di interpretare testi sacri e tradizione alla luce delle quotidiane istanze della gente, incapace quindi di una dottrina che sia attuale. Perde consensi perché appare troppo distante dalla vita reale del credente. La Chiesa ha sempre giocato piuttosto bene le sue carte. Questo era il periodo del pugno di ferro e abbiamo infatti un Papa nostalgico e intransigente. Ho l’impressione però che qualcosa sia andato storto, non ha funzionato come previsto.

Sab

mi si rivolta lo stomaco all’idea di collaborare col berlusconismo
l’alternativa c’è: combatterlo, con tutti i mezzi leciti della politica

purtroppo il pd non è un’alternativa valida, non dimentico la binetti….

bardhi

Va bene il dialogo va bene a far finta di discutere, ma penso che chi è in posizione di potere e ha la maggioranza, quindi i “credenti”, non le ne fregare a scendere ai patti con i non credenti e di fare loro delle concessioni?
Dal mio punto di vista, piu che dialogare e di cercare di fare aprire i occhi alla gente senza considerali i “credenti” come un blocco unico rosicchiando cosi la maggioranza.

Bruno Gualerzi

@ Sab
Non vorrei essermi espresso male: quando parlavo di ‘alternativa praticabile’ come autoghettizzazione o collaborazione col berlusconismo intendevo ovviamente riferirmi a quella alternativa che purtroppo rimarrebbe se si escludesse l’altra cui accennavo; la evocavo come spauracchio per provare almeno a tentare l’altra strada.
In quanto al PD, siamo tutto d’accordo… ma o si riesce a cambiarlo oppure, ora come ora, le uniche vittorie possibili per la sinistra si possono ottenere solo… nell’isola dei famosi!

stefano

“quando i cattolici erano moderati” e quando mai lo sono stati?

Nero

Condivido la problematica esposta da Bruno.
Non dobbiamo dimenticare che la nostra popolazione è composta per la maggioranza da credenti, anche se molto eterogenei e, spesso, non osservanti.
Sappiamo che tra questi credenti la maggior parte si riconosce nel cattolicesimo.
Una convivenza civile presuppone un contatto, un ponte, un accordo, come indicato proprio da Bruno.

Le problematiche sorgono, innanzitutto, nell’individuazione degli interpreti di questo “dialogo”.
Spetterebbe al mondo politico ma, come sappiamo, sembrano esserci problemi insormontabili al suo interno.
Credenti e non credenti sono presenti trasversalmente negli schieramenti contrapposti. I vertici di questi schieramenti, però, per motivi squisitamente egoistici (da conta dei voti) più che ideologici, si stanno orientando verso una visione paraconfessionale dello Stato.

La ccar, rebus sic stantibus, non ha alcun interesse ad aperture verso il mondo e le associazioni dei non credenti.
Tale dialogo, infatti, dovrebbe avere una natura più politica che teorica; nel primo caso le associazioni laiche non hanno alcun potere contrattuale; nel secondo caso otterremmo solo un confronto culturale o pseudo-tale.

Si tratterebbe, in fin dei conti, di marcare i rispettivi spazi ed influenze nella vita sociale del paese. Ma questa è una problematica squisitamente politica e si ritorna al punto di partenza. La storia insegna che le migliori soluzioni sono state prospettate ed attuate da grandi uomini politici, senza alcun accordo con la chiesa (meglio, le gerarchie ecclesiastiche) che anzi, ha sempre alzato barricate per salvaguardare il suo status.

Altra problematica è la frammentazione nell’ambito della laicità che non è solo marxista ma anche (e soprattutto) liberale.
L’unica consolazione, sulla quale si potrebbe lavorare, ma non so proprio come, è che la maggioranza dei sé dicenti credenti, in realtà, sono immuni al magistero della chiesa.

Saluti

Massi

Ma i risultati di questo “dialogo” li avete visti?

(la stravittoria della destra, la paralisi della sinistra)

Bruno Gualerzi

@ Massi
E allora con chi dialoghi? Solo con te stesso o con gli amici di questo blog?
(A parte il tono, la mia è una domanda seria, perché nemmeno io conosco una risposta convincente. Ponevo un problema prospettando una possibile soluzione come alternativa a soluzioni peggiori. Prima insomma di rassegnarmi a ritenere impossibile ogni soluzione.)

strangerinworld

sono scettico sul dialogo. la rivoluzione francese non è stata fatta col dialogo. neanche quella comunista (che poi è venuto Stalin…vabbè)….neanche Hitler e Mussolini sono stati abbattuti a parole. la stupidità è sovrana. pochi ne vogliono uscire fuori, molti ci vogliono entrare. avrò perso la fiducia nel genere umano. mah…cmq….un po’ di buona volontà: dialoghiamo e prepariamo i denti per prendere i soliti calci.

don A.A.Alberto

@ Bruno e Nero
Stavo per scrivervi qualcosa sulla difficoltà (o non volontà della gerarchia!?) di costituire (per usare il termine di p. Sorge, che lo sogna da 30 anni e che temo continuerà a sognarselo) un “Forum” che dia voce al laicato cattolico, visto che la dc non c’è più e che la cei checcavolocentra … poi mi sono accorto che -sempre se non ho preso lucciole per lanterne, cosa tutt’altro che improbabile- Nero dice quello che ha detto Benny 16 (il dialogo tra religioni o religione-noncredenti, non ha senso; resta il confronto culturale, che secondo la costituzione avviene nei partiti)
Ma poi, per stabilire quanto fa 4+4, cosa c’entra credere o non credere?
PS: la stampa è l’oppio dei popoli: “la cultura laica laicista, anticlericale”, non può che voler dire: “la cultura laica, la cultura laicista, la cultura anticlericale”, che sono cose diverse.
Non so se tornerete a leggere. Illuminatemi
ciao

Lorenzo G.

Il dialogo va bene, anzi, é assolutamente doveroso, ma solo con le persone con cui si può dialogare; ad esempio alcuni cattolici più evoluti, illuminati e civili come quelli che a volte capitano qui. Con i catto-talebani a noi tristemente ben noti non ha alcun senso tentare la pur minima forma di dialogo. Credere che sia possibile é indegno di persone razionali (non mi sto riferendo a nessuno, parlo in generale).

Massi

@ Bruno
apprezzo sempre ciò che scrivi, ma qui (a parer mio) mi sembra che ti sia sfuggito qualcosa: che invece in altra parte ho avuto il piacere di apprezzare e condividere delle tue stesse parole (ed è anche un’urgente questione filosofica da “risolvere”).
Se “solo l’individuo compone tutta la società” e ogni individuo il rapporto con la propria vita è un rapporto per se totale, ma relativizzato fuori di sé, allora le (apparenti) mediazioni che per ciascuno avvengono in sé (anche e soprattutto usando a sproposito il “noi”: perché pur sempre ciascuno secondo se medesimo) è come se tali mediazioni non avessero più bisogno di essere praticate “fuori di sé”, perché “già assorbite dal noi”.
Mentre, già Hobbes ci diffidava dal credere che “le cose nella realtà si comportino come nei propri pensieri”.
Tutto questo (in questo caso) per dire che idee diverse abbisognano di partiti diversi per essere poi mediate nella realtà e non in un molto approssimativo “tutti già uguali” pensato per “un mondo normale”, ma comunque non riducibile neppure alla “perfezione del noi”, perciò “diviso in due parti”: perché comunque restano pur sempre gli altri, anche nella sua forma ideale più semplificata possibile.
Il fatto è che le parti (cioè gli individui, con le loro condizioni di vita reale) sono molte più di due.
Dopodiché, quando si vuol semplificare troppo le rappresentazioni della realtà, ad essere rappresentata finisce sempre ad essere solo o di più la realtà di chi se la passa meglio.
Così che, detto “papale-papale” io (che pur poco mi pare d’intendere) considero idioti tutti coloro che si sono fatti trascinare in questa trappola, dai connotati chiaramente (solo) mediatici.
Scusa la lunghezza, ma quando ci vole ci vole!

Massi

Pro memoria per Bruno Gualerzi:
qui sopra c’è ciò che penso (malamente scritto) in risposta alla tua domanda, in attasa di essere sbloccato.

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