Serra: satira su conversioni in punto di morte

Considerato il recente caso della presunta conversione in punto di morte dell’intellettuale e politico comunista Antonio Gramsci, Alessandro Gilioli, nel suo blog Piovono rane su L’Espresso, segnala un pezzo di Michele Serra di qualche anno fa, “profetico” sul tema delle conversioni in punto di morte e della collaudata strumentalizzazione che ne fa la Chiesa. Tra i “convertiti”, Norberto Bobbio, il Gabibbo e Margherita Hack.

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27 commenti

rothko61

Ho trovato la satira di Serra molto divertente ma se andate a leggere i commenti sul blog de “L’Espresso” c’è da spaventarsi… :°)

Nicola Morgantini

A proposito della “conversione” di Gramsci, vi invito a leggere questo bellissimo articolo di Guido Liguori:

Gramsci convertito in fin di vita? La Storia fatta con le barzellette

«La sai l’ultima? Gramsci si è convertito in punto di morte!» Sì, è proprio l’ultima! L’ultima barzelletta, in ordine di tempo. Perché quasi ogni giorno ce n’è una, di barzelletta sul comunista sardo. Tramontate le barzellette su Totti, le barzellette su Gramsci continuano a essere una moda nazionale. Non si tratta qui di riscrivere la storia, ma semplicemente di fregarsene, della storia. Di farne carne da porco. Basta spararne una “carina”, che ovviamente abbia una qualche valenza anticomunista, e subito il “Corrierone” la rilancia sul suo sito, i giornali di destra ci faranno pagine e pagine, e qualche craxiano di ferro (esistono ancora) presto ci scriverà addirittura un libro («il libro delle barzellette su Gramsci»).

Così, dopo Gramsci che organizzava orge nel sanatorio russo in cui era ricoverato, dopo Gramsci che in carcere si iscrisse al Psi, dopo Gramsci che in realtà era liberale, dopo Gramsci che si è suicidato buttandosi dalla finestra della clinica Quisisana, dopo Gramsci che è stato ucciso da Togliatti e da Stalin mascherati da Diabolik nella stessa clinica (tutto questo – si badi bene – è veramente già stato detto!), ecco ora Gramsci che si è convertito alla religione cattolica nei giorni precedenti alla morte, avvenuta il 27 aprile 1937. Sempre alla Quisisana di Roma, ovviamente, un posto che avrebbe potuto ispirare Le Carrè o Agata Christie.

«Gramsci morì con i sacramenti. E chiese alle suore che lo assistevano di poter baciare un’immagine del Bambino Gesù», ha affermato, sprezzante del ridicolo, l’arcivescovo sardo Luigi de Magistris, penitenziere emerito della Santa Sede, in occasione della presentazione di un nuovo catalogo dei santini. Per anni si è accusato Togliatti e il Pci di voler fare di Gramsci un santino, ora lo si vuol fare entrare – sempre come santino – in un’altra squadra, neanche si trattasse di una figurina Panini. «Il mio conterraneo Gramsci – ha detto l’anziano presule – aveva nella sua stanza l’immagine di Santa Teresa del Bambino Gesù. Durante la sua ultima malattia, le suore della clinica dove era ricoverato portavano ai malati l’immagine di Gesù Bambino da baciare. Non la portarono a Gramsci. Lui disse: “Perché non me l’avete portato?” Gli portarono allora l’immagine di Gesù Bambino e Gramsci la baciò. Gramsci è morto con i Sacramenti, è tornato alla fede della sua infanzia», ha concluso De Magistris. Fin qui le cronache, al limite della barzelletta, come si vede. Ma le barzellette, per essere gustose, devono essere nuove.

Quella raccontata invece ieri in Vaticano è vecchia come il cucco, risalendo almeno al 1977. Già allora un gesuita, padre Della Vedova, anche in quella occasione ripreso e diffuso dal “Corrierone”, cercò di perorare l’idea del Gramsci convertito in extremis. Spalleggiato da una certa signora Lina Corigliano, intervistata da “Gente”. Già dieci anni prima, però, Arnaldo Nesti, un docente universitario fiorentino, aveva ricostruito con serietà la vicenda degli ultimi giorni di Gramsci, raccogliendo le testimonianze insospettabili di tre suore della Quisisana e del cappellano della casa di cura, Giuseppe Furrer. Senza inizialmente sapere bene chi fosse «il dottor Gramsci», il giovane sacerdote vi aveva riconosciuto una personalità fuori dall’ordinario e ogni pomeriggio, se le condizioni di salute del “prigioniero” lo consentivano (Gramsci riacquisto la piena libertà solo pochi giorni prima della morte, e comunque si alternavano intorno a lui squadre di poliziotti e carabinieri, che non lo perdevano mai di vista), amava trascorrere un po’ di tempo conversando con lui. «Il dottor Gramsci – testimoniò ammirato il sacerdote – rivelava una conoscenza specialistica dei padri della chiesa, specialmente di sant’Agostino, conosceva bene anche san Tommaso e in particolare Rosmini».

L’illustre malato non rinunciava a denunziare i limiti della chiesa cattolica, che così acutamente aveva indagato nei Quaderni, dicendo ad esempio al sacerdore: «Non posso capire che voi preti abbiate una conoscenza così limitata della vita umana… siete fuori della realtà». Anche le tre suore rimasero colpite da Gramsci, in particolare dalla sua gentilezza. E cercarono ovviamente in tutti i modi di salvargli l’anima. Nel Natale 1936 due bambini vestiti di bianco fecero il giro delle stanze per far baciare la statuetta di Gesù. Gramsci – gentile sempre coi bambini – non si sottrasse. Certo, se avesse saputo che questo semplice gesto di quieto vivere sarebbe stato rivenduto settanta anni dopo come “conversione”, ci avrebbe pensato due volte… Ma cosa si vuol rimproverare a un uomo ridotto allo stremo, sempre più vicino alla morte, ucciso piano piano dalla mancanza di cure a cui lo aveva condannato il Tribunale speciale e il regime carcerario? Un altro testimone d’eccezione, allora ragazzo, Luciano Barca, in seguito dirigente del Pci, economista, deputato di lungo corso, ci ha fornito un racconto toccante della situazione di Gramsci, che egli incontrò alla Quisisana, dove si recava a trovare la madre ricoverata: «Quello che ci passa accanto senza dar mostra di vederci è un uomo basso, spettinato, con il corpo deformato da due gobbe. Cammina lentamente quasi facendosi guidare da un dito che striscia nel muro di fronte alle porte delle stanze… Arriva fino all’estremità del lungo corridoio, poi si gira e torna indietro. Noi intanto ci siamo spostati verso la sua stanza, incapaci di nascondere la nostra sfacciata curiosità e anche un po’ di emozione. E questa volta non ci ignora. Prima di entrare nella stanza ci guarda e ci sorride».

Il 25 aprile 1937 il comunista sardo è colpito da emorragia cerebrale. Don Furrer e le tre suore si mobilitano, preparano il secchiello con l’acqua benedetta. «Non ricordo – scrive il sacerdote – se gli ho amministrato o meno l’assoluzione sotto condizione». Il che già dice tutto. Ma anche contro questi poveri tentativi di salvare l’anima al comunista sardo insorse Tania, la cognata di Gramsci, suo principale contatto con il mondo esterno in tutti gli anni del carcere (altra barzelletta: Tania carceriera di Gramsci per conto di Stalin… già sentita anche questa).

E, aldilà dei ricordi dei testimoni, sempre da verificare, sempre da accogliere col dubbio dello storico, è proprio da Tania e dagli altri amici e parenti più vicini a Gramsci (la moglie Giulia a Mosca, il fedele amico Piero Sraffa, che viveva a Cambridge e che lo era andato a trovare più volte alla Quisisana, aiutandolo a redigere la domanda per potersi ricongiungere con la famiglia in Unione Sovietica, una volta riacquistata la libertà piena – cosa che avvenne solo pochi giorni prima della morte) che viene la conferma del fatto che la conversione di Gramsci sia una ipotesi senza fondamenti. Perché manca del tutto, nella loro corrispondenza privata, resa nota solo molti decenni dopo i fatti, un qualsiasi cenno a una conversione di Gramsci alla fede religiosa. Non vi è in archivio, cioè, una sola carta, un solo documento che vada in questa direzione, una lettera che contenga una qualsiasi confidenza, da sorella a sorella, da sorella ad amico.

Persino il fratello Carlo, non inserito nel movimento comunista, fa cenno a nulla di ciò, scrivendo ad esempio ai parenti in Sardegna. Si è di fronte alla mancanza di una qualsiasi traccia. Ma davvero – dirà qualcuno – si vuole fare noiosamente storia con i documenti, le testimonianze, le indagini serie?

Ma questa è tutta roba da professori universitari, nuova genia di fannulloni e infingardi ormai quotidianamente additati al pubblico ludibrio. Molto meglio riempire con la fantasia i vuoti, veri o presunti, che la storia ha lasciato, le pagine bianche che la storiografia non sa riempire. Molto meglio raccontare barzellette. «La sai l’ultima? Gramsci…».

Guido Liguori

26 novembre 2008

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http://www.sottolebandieredelmarxismo.it

Otto Permille

In genere le alterazioni che avvengono nel cervello in prossimità della morte giustificano qualsiasi tipo di comportamento stravagante. L’attivazione del senso religioso avviene per una anomala stimolazione dei lobi infero-temporali connessa anche all’incremento del flusso di dopamina. Queste reazioni avvengono in situazioni di crisi e di emergenza perché il nostro fisico reagisce così a particolari situazioni di stress. Grazie a questo fenomeno fisiologico, ecco che molti “recuperano la fede” di fronte al pericolo, alla morte, all’angoscia ecc. ecc. Il trasporto religioso è una forma di “oppiaceo naturale” che la natura ha fornito all’uomo per affrontare particolari situazioni di stress.

Mattia Menchetti

«la grande forza d’animo e la coerenza intellettuale della signora Hack fanno del suo ateismo una forma originale e ammirevole di fede. Dunque, anche lei è dei nostri».

no dai sono patetici…..

agnese l'apostata

personalmente mi sembra abbastanza plausibile una “conversione” del genere…rimanere in carcere anni subendo torture fisiche e psicologiche,non vedendo mai i familiari,le fortissime pressioni subite,minano,e qualsiasi attenzione per quanto ipocrita è veramente qualcosa che risolleva,e sì che vai dietro a qualsiasi scemenza che ti dicano…beh comunque c’è da dubitare della lucidità di un moribondo…poi quale valore hanno poche parole rispetto a una vita nella quale ha creduto in tutt’altro?vili sciacalli!(con tutto il rispetto per gli sciacalli…non mi facciano causa quei simpatici animaletti)

Aldovaldo

Un attimo prima di morire Hitler divenne rabbino. Gli crebbero persino i riccioli sulle tempie! Tipo Zelig ^_^

don A.A.Alberto

@ Aldovaldo
Però nel sito del vaticano non c’è la lista Cristiani famosi”

Ulv

@ don A.A.Alberto

Per onestà intellettuale, sul sito del Vaticano non dovrebbe stare la lista “cristiani famosi”, ma quella “cristiani infami”.

Aldovaldo

Mi hai dato l’idea per un nuovo reality: L’isola dei cristiani famosi. Anzi, meglio: L’isola degli atei devoti. Sarebbe uno spasso! ^_^

Aldovaldo

Io non capisco. Nella Bibbia è scritto che non bisogna tagliarsi i capelli sulle tempie (e infatti gli ebrei osservanti non li tagliano), e non mi pare ci sia stato un contrordine nel Nuovo Testamento. Allora perché i cristiani li tagliano? Chiedo lumi a qualche teologo di passaggio.

Il Filosofo Bottiglione

ma che vi aspettate da costoro? gente che va a dire in giro che esiste dio e che quell’altro è risorto dopo essere morto, non c’è da stupirsi che vadano anche a raccontare che Gramsci si è convertito.

cesare

Ammesso che sia vero, la notizia che Gramsci sia morto cristianamente non mi sembra così clamorosa. Mi sembra più clamoroso che siano morti da buoni cristiani pacelli, pinochet, almirante e consimile gentaglia.

Sab

io, da brava atea, non credo che gramsci si sia convertito in punto di morte. E se anche fosse, problemi suoi. quello che mi da fastidio è l’evidente sciacallaggio. farla prima questa “rivelazione”, no eh? quando magari qualcuno in grado di smentirli era ancora in vita…

lacrime e sangue

Ho già scritto che questo atteggiamento di svestimento pubblico delle idee del singolo individuo, vere o false che siano le conversioni, è paragonabile all’esposizione dei corpi nudi nella pornografia.

La Chiesa espone le conversioni come Play Boy espone i nudi.

Una vera Ecclesia, fatta di cristiani e di persone “amanti” nel senso cristiano, avrebbe PUDORE o se preferite PUDICIZIA ad esporre i pensieri dell’altro da sè…

Altro esempio della sporcizia delle e nelle menti vaticane.

Massi

Sciacalli loro e chi mette sullo stesso piano l’onestà intellettuale di Gramsci con quella di un prete!

terzog

Gramsci era un uomo poi un esponente politico.
Detto questo , in vita sua può aver fatto di tutto e di più, ma questo lo sa solo lui!

La mia posizione di APERTURA mi fa dire che, fino a prova contraria e/o documentata,
non si può affermare o negare nulla, per cui solo dopo esame di documentazione e teste
potrei dire se questa “conversione” sia accaduta.

Certo che se essa fosse accaduta, il mondo comunista dovrebbe riconoscere che
la propria ideologia non è ferrea, visto che uno dei suoi esponenti ha avuto ripensamenti stimolati dalla prossimità della morte.

Aldovaldo

Una riflessione seria: che valore ha una conversione reale avvenuta in punto di morte? Se una persona è stata atea per tutta la vita e si converte solo quando sta per morire, significa che per una vita intera non hai sentito il bisogno di essere credente, ha vissuto bene da ateo, senza problemi. Convertirsi in punto di morte equivale a non convertirsi affatto perché non c’è un proposito di vivere da credente. Se poi il proposito fosse solo quello di andare in Paradiso la cosa sarebbe ancor meno valida, un escamotage che non dovrebbe entusiasmare la Chiesa. Sottolineo che mi riferisco a conversioni vere, non a quelle estorte approfittando del momento particolare del trapasso.

Silvio

@Herzog hai ragione sarebbe terribile
un vero dramma per il mondo comunista se fosse accaduto.
Altro che la scoperta dei gulag le purghe di Stalin e il fallimento del esperienza del comunismo scientifico in ogni parte del globo.

La mia posizione di snobbismo per le cavolate che riguardano la fede i culti e i dogni mi fa dire chi se ne frega se un grande pensatore ha pensato che il buon Pascal non avesse tutti i torti,
cavoli suoi, mi interessa molto di piu leggere i quaderni di Gramsci che non gurdare
dal buco della serratura.

Silvio

Comunque mi conforta se la chiesa ricorre alla alla pornografia deve essere propio disperata
Ma si come ho gia scritto tante volte rallegriamoci, liberi pensatori e umanisti e razionali , sono gli ultimi ruggiti della vecchia strega la mortale nemica di ogni progresso sociale scientifico umanitario.
La chiesa cattolica forse dopo 2 millenni si sta spegnendo.
Peccato che i processi storici siano cosi lunghi da non poterne vedere la fine.

MetaLocX

Ehi!
Mi sto convertendo!
Mi sto…
Ah, no… Scusate, era un falso allarme…

terzog

@Silvio

la mia era ironia………..pensavo l’ avessi capito !

E’ chiaro che il mito comunista e di tutti i suoi funzionari è crollato nel momento stesso in chi questa ideologia ha dimostrato di essere strutturalmente debole e manifestatamente (e subdolamente) violenta, inumana e spudoratamente impostata nel mantenimento del potere e del controllo delle masse.

Ma nonostante questo c’è qualcuno che non molla, che crede che sia ancora valida: sono i fideisti ………….. e il fideismo è il male dell’ uomo moderno !!!!!!!

Lorenzo

Vorrei aggiungere che un bravo ateo, di fronte alla possibilità di ottenere un vantaggio materiale sia pur minimo (per esempio, non dar fastidio alla zia bigotta che crede che da nobis hodie sia un’invocazione a Donna Bisodia) potrebbe scegliere di far finta di convertirsi come male minore.
Nessun può indagare nei cuori, né la Chiesa è interessata a questo, ma solo a piantare sterili bandierine. Vorrei aggiungere che il commento di Cesare mi pare quello in assoluto più azzeccato.
Io non vorrei mai convertirmi per non rischiare di finire in paradiso con Pinochet e il dittatore Franco, mica per altro.

don A.A.Alberto, citofonare primo piano

@ aldovaldo
-I teologi seri a quest’ora sono in pennichella, se ti accontenti faccio io.
La questione è stata capitale all’inizio della vita della ditta, infatti fu convocato il (proto)concilio di Gerusalemme (Atti 15), le cui conclusioni puoi brevemente consultare in Atti, 15, 28-29.
-Un ateo che cerca di fare cio che è ‘giusto’ per tutta la vita, se in punto di morte aderisce e questo ‘Giusto’ (Atti 3, 14 ecc), non fa niente di strano o di contrario alle sue idee
-e comunque ricordate che, secondo il nostro malscritto e contardditorio libro di favole, il primo a entrare in paradiso è un malfattore che muore in croce
(qualcuno dei più stagionati mi auguro si ricordi di “Nostro fratello Giuda” di Mazzolari)
Ciao

fulf

veramente devo dire che rimasi sconvolto -alcuni anni fa- all’outing di buona parte dei comunisti (o ex tali) riguardo la loro “credenza”: ora riuscivo a capire il perchè della loro “incapacità”… erano tutti affetti dal christobacillus dementiae!!
@lorenzo: ti auguro di non ritrovarti con stalin, beria e maodzedong!
tra l’altro pinochet ne ha uccisi 30mila… polpot 3 milioni.

Aldovaldo

Qualunque cosa si faccia in punto di morte mi pare di scarsissima importanza. E’ importante come si vive, non come si muore.

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