Sono già oltre 20.000 sul sito di Repubblica e quasi 1.500 sul blog le firme raccolte dall’appello per il diritto alla libertà di cura, che vede come primo firmatario il chirurgo e senatore Ignazio Marino. Le sottoscrizioni illustri aumentano di ora in ora, aggiungendosi a quelle di tanti semplici cittadini che chiedono “una legge di libertà”.
Il tema del testamento biologico continua infatti a essere al centro dell’attenzione. Oggi il quotidiano Repubblica ha pubblicato un articolo di Stefano Rodotà, nel quale il giurista si è soffermato sulla reazione cattolica al pronunciamento della Cassazione sul caso Englaro: “Toni violenti, là dove si chiedeva silenzio. Distorsione dei dati clinici, là dove si chiedeva ascolto delle conoscenze scientifiche. Improvvisazione giuridica, là dove è indispensabile la consapevolezza delle tecniche da adottare”. La Chiesa è sulla difensiva, e cerca ora una “rivincita”, puntando sull’approvazione di una legge “che limiti quel diritto all’autodeterminazione della persona già riconosciuto dalla Cassazione”: “una vecchia tecnica”, commenta Rodotà: “Ricordate i tempi della legge sulla procreazione assistita? Si diceva che era indispensabile per eliminare il far west procreativo. E invece lo ha creato. Oggi migliaia di donne italiane vanno in altri stati”.
Un clima sempre pesante, dunque. Prova a stemperarlo l’ironia di Armando Massarenti: Gli embrioni non vanno in paradiso è un divertissement che prende spunto da alcuni arguti interventi di Umberto Eco su momento del concepimento e stato vegetativo.
Continua il dibattito sul testamento biologico
10 commenti
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Lo stesso appello su repubblica.it ha superato le 20’000 adesioni:
http://www.repubblica.it/speciale/2008/appelli/testamento_biologico/index.html
Sul sito di repubblica, segnalato da Maurizio, si è già a quota 20000
Ops… era stato già detto 🙂
se passa la legge Buttiglione si dovrà andare all’estero anche x morire.
Poveri italiani con la valigia: x curarsi, per nascere, lavorare, sposarsi e morire secondo le nostre scelte e dignità….
non c’è speranza.
il nostro parlamento è schiavo del voleve dei vescovi, in materia etica e scientifica.
Domani sono dal notaio a firmare il mio testamento biologico.
E a nominare mio erede universale la SO.CREM Varese.
quando l’Onu deciderà di commisariarci lo farà per salvarci dal vaticano o dai nostri parlamentari? 😉 o da tutti e due?
@ stefano
Speriamo da entrambi, ma direi che la liberazione più urgente è quella dai nostri parlamentari, infondo, la chiesa non fa altro che tirare acqua al suo mulino e urlare a gran voce la sua stupida ideologia; insomma, fa ciò che rientra nei suoi interessi.
I politici italiani invece non hanno scuse.
Di nessun tipo.
Da questo parlamento uscirà solo una pessima legge. Molto meglio lasciare le cose come stanno, con l’articolo 32 della costituzione e relativa sentenza della cassazione. Le parole di Rodotà mi sembrano chiare ed inequivocabili.
Luciano, spiegalo all’ex comunista del Quirinale.