La Corte d’appello di Brescia ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per Mohamed Saleem, che uccise nel 2006 sua figlia Hina, perché voleva non seguiva i precetti islamici e patriarcali e seguiva costumi occidentali, tra l’altro convivendo con un giovane italiano. La pena è stata ridotta da 30 a 17 anni per due cognati della vittima, considerati complici; per uno zio confermata la condanna a 2 anni e 8 mesi.
Il padre, poco prima della sentenza, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Volevo bene a Hina”; la madre, dopo la lettura della sentenza, ha avuto una crisi di disperazione.
Brescia: delitto Hina, 30 anni al padre e 17 ai cognati
30 commenti
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“Volevo bene a Hina” fino a quando l’hai vista come tua potenziale serva e pedina di scambio per un matrimonio combinato.
Quando ha scelto di essere autonoma l’hai ammazzata.
Ed ora, giustamente, marcirai in galera.
Non è da escludere che da parte della famiglia ci sia stata vergogna per una figlia che si comportava dal loro punto di vista come una poco di buono. A volte la paura di quello che gli altri pensano supera persino l’affetto che si ha per i propri figli. Quante volte ad esempio dei ragazzi gay italiani sono stati cacciati di casa e addirittura accoltellati dai propri stessi genitori? Spero comunque che scontino tutta la pena senza sconti di alcun tipo.
@dysphoria_noctis
Molta gente ha un senso molto distorto dell’amare e del volere bene, li confonde col possesso. Credo sia da lì che nascono gli orrori dei delitti passionali e dei delitti d’onore.
Se credi che amare sia possedere qualcunno come possiedi un’automobile ti comportera con lui\lei come fai con l’auto quando non funziona più: la rottami… solo che nel caso delle persone si chiama omicidio.
Purtroppo in Italia più di trenta anni non si danno (l’ergastolo poi corrisponde, fra attenuanti successive, sconti, indulti, finte malattie e presunta buona condotta, a non più di 20-25 anni effettivi) e nessuno li ha mai realmente fatti.
Per certi reati sicuramente anche 50 anni sono pochi.
Certamente è un atto di giustizia e qualcuno plauderà per questa vittoria di civiltà sulla barbarie.
Ma non dimentichiamoci che c’é un tizio, nei pressi di Roma, adorato nel mondo da miliardi di persone, che ritiene giusto condannare a morte gli omosessuali.
Qualcuno trova differenza?
Ribadisco che trovo perfettamente giusta la condanna, ma sono sempre i poveracci a finire in galera, per mantenere fede ai precetti imposti dai tizi di turno.
Ciò che voglio dire e che non si possono tollerare religioni che inducono a certi fatti delittuosi.
Le pene dovevano essere molto maggiori. E stato un delitto orrendo. Mi ha sorpreso,ma solo in parte,il comportamento della madre della ragazza. Solo in parte perch’ la negazione di tutti i diritti delle donne, porta anche a questo. E assurdo che le donne siano ridotte a NIENTE. Mi auguro che al piu presto le donne si ribellino al patriarcato e al maschilismo imperante e ottenganoi loro diritti e dispongano come meglio credono delle loro vite.
“Vittoria della civiltà sulla barbarie”, certamente, ma vorrei ricordare ad aluni commentatori che vorrebbero ben altro come castigo (ancora un piccolo passo, e poi resta solo la richiesta della penadi morte) che ‘civiltà’ è – soprattuto per chi si ritiene erede dell’illuminismo – ciò che nel merito sosteneva Cesare Beccaria:
non è l’entità della pena che conta, ma la certezza.
“Molta gente ha un senso molto distorto dell’amare e del volere bene, li confonde col possesso.”
quanto hai ragione Asatan, quanto hai ragione… 🙂
@Bruno Guleriz
Si appunto la certezza. Gli han dato trent’anni che li faccia tutti. Gli sonti per buone condotte, omaggi sconti e buonismo sono un’insulto alle vittime.
Perhè in itaglia nessuno sconta mai la pena per intero? Perchè si regalano permessi rpemio a gente come i mostri del circeo?
@ignazio
Guarda per me dovrebbero ricevere lo stesso trattamento i bravi cattolici che sterminano mogli, fidanzate e figli a motivo dellaloro supposta gelosia. Solo che fra riti abbreviati, semi-infermità di comodi e sconti vari escono veramente dopo pene ridicole.
Giustizia è fatta.
Spero vivamente che i trent’anni siano scontati fino all’ultimo secondo.
Spero, inoltre, anche nell’altra giustizia dettata dal codice morale dei detenuti, affinchè renda la vita di questo individuo un’inferno dentro le carceri.
Comunque per simili reati le pene non sono mai sufficientemente severe……avrei visto molto bene , una bella condanna anche per la madre per la complicità nel delitto…..dopo avrei voluto vedere le crisi isteriche.
Scrive Leo55: “Spero, inoltre, anche nell’altra giustizia dettata dal codice morale dei detenuti, affinchè renda la vita di questo individuo un inferno dentro le carceri”
Solo a me, su questo blog, queste parole fanno paura?
beh? cosa stiamo a scandalizzarci se questi trogloditi hanno fatto fuori questa ragazza?
Perche’ in itaglia non era lo stesso solo fino a 70 anni fa? Quando c’era il maestro unico, i soldati per le strade, la chiesa dettava legge ed era la prima autorita’.
A buon intenditor…
@TalbAteo
Delitti “d’onore” o “passionali” ce ne sono a tutt’oggi in Italia. E’ cronaca recente quall di bravi mariti e fidanzati che fanno fuori moglie figli perchè convinti di avere diritto di vita e di morte sui loro giocattoli.
Come dicevo ci vuole la certezza della pena per questi trogloditi. Dall’alro lato però ci vogliono anche strutture di protezione per le donne maltrattate, leggi che puniscano gli stalker prima che ammazzino qualcuno e un’opera di educazione al rispetto di donne e bambini che parta dall’asilo.
Altrimenti continueremo a batterci il petto per la tragedia in tv, fregandocene delle tragedie che ci capitano quotidianamente accanto.
Caro Bruno.
Cos’è che ti impressiona?? L’auspicio che a questo somaro venga anche somministrata un’altro tipo di pena? Eppure tutto ciò fa parte della natura umana, che non è fatta solo di rispettosa razionalità e socialità.
Questo soggetto, che eviterei di definire un uomo, non è altro che una belva schifosa, verso cui non si può nutrire, razionalmente, la men che minima pietà.
@ Leo55
Proprio razionalmente parlando: a pro di chi o di che cosa?
Un pò di autoanalisi in merito a questi conati di violenza uguale e contraria a quella che si vorrebbe impedire non guasterebbe.
Che ci vuoi fare, Bruno……sono conati……quando vengono, vengono.
Torniamo un attimo alla madre (?) di Hina…
Fin dove può arrivare l’indottrinamento? Fino a considerare un pezzo di carne da macello ciò che una madre ha portato in grembo. Perchè?
1) Perchè la figlia non era “voluta”. Era il frutto dei rapporti sessuali della femmina sottomessa, perciò non è mai stata desiderata, amata prima ancora di esistere.
2) Perchè la femmina NON esiste senza un maschio di riferimento, che le ordini cosa fare, cosa mangiare, cosa mettersi addosso. Pertanto questa non-madre non si concepisce come persona, come entità autonoma. Si vede con gli occhi dei maschi. Un simile essere non è capace di amare perchè non ama se stesso.
Davvero, fino a dove si può annullare una individualità?
Fino alla disumanità.
troppo buoni…
30 e 17 anni?
Ma è pochissimo, chi ammazza una ragazza deve venire ammazzato a sua volta!!!!!!!!!
Scusate ma io gli assassini non li posso perdonare e non penso che il carcere serva per redimerli e migliorarli.
Pena giusta, se fossero 30 anni effettivi, tra sconti e abbuoni se ne fa 20 e’ un miracolo.
In ogni caso in italia c’e’ troppo lassismo, ricordo il caso di vito cosco, ha ucciso 4 persone, tra cui una bambina, e gli hanno dato 24 anni soltanto!
E così siamo arrivati, co’era prevedibile, alla pena di morte!
Fate pure, ma per favore non si parli di ‘civiltà’.
(Ma davvero qui solo io la penso così?)
Il padre, poco prima della sentenza, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Volevo bene a Hina”
Come no, chi è che non ammazza i propri cari per esprimere il proprio amore per loro?
per bruno,
scusa, ma in questo blog, l’unico che ha invocato la pena di morte è stato danx, a chi ti riferisci quando usi il voi?
Se una persona è soddisfatto della pena comminata al padre di hina, non vuol dire che è barbaro ed incivile, io ritengo che il carcere di 30 anni ad un uomo che ha ucciso la figla sia una pena giusta, quest’uomo è un essere pericoloso, che ha commesso un crimine atroce, deve essere riabilitato, ma deve essere fatto in modo che non faccia del male alle altre persone. Per quanto riguarda la pena di morte, io certo non vogllio il ritorno di questa pratica inumana.
Cesare Beccaria parlava della “certezza della pena”.
Appunto. In Italia manca proprio quella. Io rovescerei la regola: ti fai trent’anni SE TI COMPORTI BENE (buona condotta). Sennò te ne fai 31, 32, 35, 40…..
Sulla madre di Hina, la sua disperazione è comprensibile se si considera che una moglie musulmana senza il marito è uno zero in confronto alla sua comunità. Per non parlare del sostentamento……
Aggiungerei che, anche nei delitti più efferati, concorrono le circostanze attenuanti, quali la provocazione, lo stato di agitazione del momento, i precedenti……..in questo delitto non ci sono attenuanti, solo aggravanti. Questa bestia ha avuto della figlia la medesima considerazione che si ha di una cosa di proprietà (come , daltronte, gli dettava anche la sua religione), ritenendone i comportamenti lesivi della sua e della dignità famigliare, per cui ha ritenuto giusto far cessare il danno uccidendola, alla stessa stregua di come si abbatterebbe un animale ammalato e forse con minore dispiacere.
Continuiamo a non capirci. Nessuno mette qui in discussione l’efferatezza di questo delitto (come di chissà quanti altri) e la necessità che venga punito…
qui – evidentemente solo per me – sono l’accanimento contro il colpevole e la richiesta ossessiva di una pena sempre maggiore, il più crudele possibile, fino a giungere alla pena di morte, che mi lascia sconcertato. A questo punto dirò esplicitamente (dopo mi nasconderò per non essere verbalmente lapidato) ciò che avevo solo sottinteso:
a parte l’irrilevanza sociale della pena intesa come deterrente per potenziali analoghi delitti (i dati lo confermano), la psicanalisi – che non è ovviamente ‘vangelo’, ma che certi meccanismi della nostra psiche ha pur contribuito a metterli a nudo – ha da tempo indicato che la richiesta morbosa di punizione per chi ha commesso un delitto è tanto più insistente quanto più in realtà si vuole inconsciamente punire se stessi in quanto potenziali autori di analogo delitto… impulso soffocato, non lasciato pervenire a coscienza, da un codice morale (il cosiddetto Super-Io) che lo relega nel profondo. In soldoni: si vuole in realtà punire se stessi usando il reale colpevole come capro espiatorio.
Psicologia da quattro soldi? Forse, ma per qualcuno spendere questi ‘quattro soldi’ di autocoscienza andrebbe a tutto vantaggio di atteggiamenti un pò più razionali.
Buona giornata a tutti.
Ignazio: “Ciò che voglio dire e che non si possono tollerare religioni che inducono a certi fatti delittuosi.”
Stai opportunamente sottolineando una delle tesi sostenute su http://www.utopia.it, ovvero che esistano testi religiosi (tra i quali la bibbia) nei quali compaiono istigazioni a delinquere oltre a atteggiamenti abitualmente considerati reato penale se si presentano in contesti diversi (ovvero, tra le persone comuni). Che senso ha propagandare come modello per una scala valoriale dei testi che contengono istigazioni a comportamenti antisociali? Com’è possibile che si perseguano i singoli individui che indulgano in istigazioni di quel genere e si lascino operare (per di più sostenendole) intere organizzazioni che facciano lo stesso con forza ben maggiore?
Belle domande, neh?
per bruno,
a me sembra veramente psicologia da quattro soldi, restare a cose più concrete, no, vero?
@ Daniela
E quale sarebbe per te, nel caso specifico, la psicologia – naturalmente non da ‘quattro soldi’ – che farebbe ‘restare più sul concreto’?
Bada che sto parlando di certe reazioni che a me sono sembrate irrazionali e pericolose… Se tu non hai avvertito questo, come del resto tanti altri, è chiaro che di ‘concreto’ per te non ho detto niente.