Cassazione: il medico non ha “diritto di curare” senza consenso del malato

La IV sezione penale della Cassazione ha confermato una sentenza della Corte d’appello di Torino, condannando un medico della provincia di Novara a 200 euro di multa per lesioni colpose su un paziente rimasto con una gamba inferma dopo un intervento alla colonna vertebrale. Il paziente aveva firmato il consenso informato prima dell’intervento, ma non gli erano state prospettate le complicazioni dell’intervento nè le terapie alternative, quindi non era stata rispettata “la libertà morale del soggetto alla sua autodeterminazione”.
La Cassazione, con la sentenza 45126, afferma che “non è attribuibile al medico un generale diritto di curare, a fronte del quale non avrebbe alcun rilievo la volontà dell’ammalato, che si troverebbe in una posizione di soggezione su cui il medico potrebbe ad libitum intervenire, con il solo limite della propria coscienza”. Col consenso informato permette non solo di scegliere il trattamento medico, ma “anche di eventualmente rifiutare la terapia e di decidere consapevolmente di interromperla, in tutte le fasi della vita, anche in quella terminale”. Il presidente dell’Associazione medici cattolici italiani, Vincenzo Saraceni, commenta: “Il consenso informato da parte è l’altro termine, o l’omologo, di autodeterminazione. E’, quindi, sempre più avvertita l’esigenza che il paziente faccia delle scelte libere e e responsabili. […] Il problema è di trasformare il consenso informato, che spesso è esercitato in modo del tutto burocratico, in una possibilita’ di partecipazione del paziente alle decisioni”.

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3 commenti

Daniela

credo che la cassazione stia prendendo delle decisioni davvero importanti su questo tema, spero davvero che il parlamento si avvalga anche di questo importante contributo

MicheleB.

Le implicazioni di questa sentenza sono fin troppo ovvie. Anche io auspico una accurata normativa in tema di consenso ai trattamenti sanitari. Ho però molte paure riguardo a CHI scriverà tale normativa. Penso che anche su questo argomento la gente dovrà mobilitarsi, perchè il dibattito sta suscitando anche allarme.

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