Il cardinale e patriarca di Venezia Angelo Scola, intervenendo durante un convengno sulla scuola cattolica nella sua città, si lamenta del fatto che “l’autorità oggettiva della Chiesa, nella migliore delle ipotesi, è spesso trattata come un’opinione di cui si tiene registrazione, non dico conto. Per esempio, nel dibattito sulla questione del fine vita, che si siano pronunciati il Papa ed i Vescovi è un’opinione fra le altre. Anche presso tanti fedeli cristiani conta questa opinione come quella del senatore cattolico del Pd, Marino”. Vi è infatti una certa crisi nella Chiesa, poiché “anche noi sacerdoti e noi vescovi” – continua Scola – “non riusciamo a testimoniare la convenienza del rapporto con l’autorità”: “non la vedono più nemmeno tantissimi sacerdoti e tantissimi fedeli laici”. Il cardinale ammette: “Solo in una minoranza c’è ancora una certa relativa stima, che non è aliena da inconvenienti, verso la figura del direttore spirituale, nel senso che la fragilità in cui uno è immerso lo spinge ad avere almeno quella spalla lì”.
Scola: “Autorità della Chiesa è in calo, specie su bioetica”
32 commenti
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Delirio…
di onnipotenza:
Scola si lamenta del fatto che: “…nel dibattito sulla questione del fine vita, che si siano pronunciati il Papa e i Vescovi è un’opinione fra le altre”.
Ma va?
@ Massi
Hai ragione, non si può dire altro, hanno anche il coraggio di sorprendersi, come se fosse una cosa inaudita che la loro autorità venga meno.
L’ennesima esternazione di un prelato che tradisce tutta l’insofferenza della chiesa per i principi democratici. Sembra proprio il discorso di un autocrate che lamenta il delitto di lesa maestà.
Aggiungiamo anche Scola al numero di coloro che credono che le intelligenze illuminate possano essere solo quelle che siedono (e presiedono) nella Conferenza Episcopale.
Che spocchia! Che autoreferenzialità!
Ma ci vuole tanto a capire che se uno è dotato di cervello – che sarebbe quell’organo che la fede tende a disattivare – alle cose può arrivarci da solo?
“libertà di pensiero” questa sconosciuta…
C’è qualcuno che crede ancora che il cattolicesiomo sia compatibile con la democrazia?
Qualsiasi somaro a cui un vescovo o un papa ha imposto le mani sulla testa, diventa improvvisamente illuminato e depositario di un sapere assoluto. Bella storia questa!
‘Verità’ contro ‘opinione’.
Questi qui – mi riferisco anche al recente intervento autorevole per ‘spiegare’ che la chiesa “non può essere democratica” – rompono gli indugi (oltre, naturalmente – ma credo sia stato messo volutamente nel conto – a rompere qualcos’altro)…
Cosa vorrà dire? L’arroganza come reazione alle dificoltà… oppure forzatura dei toni per sfruttare un momento favorevole?
Francamente non saprei.
Cioè per lui l'”opinione” della chiesa dovrebbe essere “rispettata” più di altre? Ad ogni latrato papale il volgo dovrebbe genuflettersi e recitare in coro “sia fatta la volontà di dio”?
Dire che è arrogante è dir poco.
Credo che la minoranza di cui parla siano i parlamentari.
Ciao Bruno,
ho letto il tuo scritto su L’Ateo 6\2008
è sempre piacevole leggerti (sono altri che “rompono”).
Si piange la perdita di potere del ‘principio di autorità’. L’opinione della chiesa non è che ‘una tra le tante’.
Cavolo, sembra di essersi risvegliati nel giardino della ragione.
Il segno della crisi della chiesa è nel rimpianto che mostrano di avere per le loro antiche maiuscole…
Speriamo bene…
“…Nel dibattito …………………..che si siano pronunciati il Papa e i Vescovi è un’opinione fra le altre”.
Ed è già troppo; statisticamente si può dimostrare che la maggior parte delle volte in cui il Papa e i Vescovi hanno formulato un’opinione, questa si è rivelata, a posteriori, sbagliata.
Ehm…
Nell’articolo del link, proprio all’inizio dell’intervento, Scola specifica “per noi cristiani” (ovviamente doveva dire “cattolici”, ma non pretendiamo troppo).
Quindi lo stupisce soltanto il fatto che chi dichiara di essere un suo suddito nei fatti non lo è.
Se posso attaccare le sciocchezze di un irrazionale qualunque lo faccio volentieri, ma in questo caso la sciocchezza è relativa.
be quando mai hanno avuto autorita in fatto di bioetica?
Molto coerente, se non altro. Questi sono convinti di parlare per autorità divina su qualunque questione, e lo dicono chiaro e tondo. Giusto. Molto più onesti dei moderati, dei possibilisti. Così dev’essere. Questa ottusità arrogante li condurrà presto alla fine.
La fiducia è una cosa seria… che si dà alle cose serie, diceva una pubblicità di tanto tempo fa.
e cosa c’entra la chiesa con la bioetica? cosa c’entra la chiesa, sempre e comunque?
A volte mi chiedo se ci credono veramente a quello che dicono…
ci credono…diciamo che non sanno di cosa parlano.
I corvacci intendono il dialogo solo in una maniera: pretendono che i loro interlocutori accolgano i loro deliri prostrandosi a pecoroni.
che bello leggere tutti questi toni allarmati da parte dei gonnelloni… 😀
i preti NON vogliono il dialogo ma pretendono solo che la gente LI ascolti, in bovino silenzio.
la verità la verità la verità, la conoscono solo loro, solo loro, solo loro.
Scola!: pppppppppprrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!
…ergo loro ben si guardano dal fare qualcosa che annulli o mitighi quella fragilità. E pensare che spesso basterebbe, credo, leggere Freud a scuola per prendere coscienza dei propri limiti, delle proprie angosce senza vergognarsene, della necessità di soddisfarle a lume di ragione ed etica.
a proposito di Freud penso che molte religioni non abbiano mai superato i loro complessi edipici 🙂 anzi continuano a farli scontare anche a noi che delle religioni ne faremmo volentieri a meno.
“Solo in una minoranza c’è ancora una certa relativa stima, che non è aliena da inconvenienti, verso la figura del direttore spirituale, nel senso che la fragilità in cui uno è immerso lo spinge ad avere almeno quella spalla lì”.
ossia: ci sono rimasti in particolare persone fragili ad accettare una certa sudditanza nei confronti della gerarchia ecclesiastica, ma proprio in virtu’ della loro condizione di fragilita’
ma costoro non vengono sfiorati dal fatto che la loro e’ una opinione come quella di altri?
a volte potra’ essere condivisibile, altre indifferente, altre (molte altre) potra’ essere inaccettabile, tipicamente quando e’ portatrice della “violenza dei Valori”.
@ Manliio Padovan
Freud a scuola! Uno dei miei pallini…
Solo che, avendo insegnato per un certo periodo ‘psicologia’ in una scuola professionale per ‘assistenti d’asilo’ (o qualcosa del genere, adesso non ricordo bene la denominazione del corso) ho pensato che fosse venuta l’occasione, addirittuta istituzionale, per parlare finalmente di psicanalisi. Ebbene, ho dovuto constatare quanto fosse difficile!
Ma non per ‘spiegare’ in cosa consistesse – adattandolo ovviamente al livello mentale di ragazzine di 14-15 anni – la cosiddetta ‘psicologia del profondo’, quanto per far sì che non si impossessassero di queste nozioni come se fosse una sorta di nuovo catechismo… magari più interessante (anche per il suo aspetto, come dire, ‘morboso’) del catechismo cui erano abituate, ma pur sempre ‘vangelo’. E tanto più quanto più proposto come ‘verità scientifica’.
Insomma, la solita questione collegata alla scuola e alla sua funzione. I contenuti. sicuramente (e comunque – anche se appresi meccanicamente, ‘fideisticamente’ – considero sempre i meccanismi del nostro comportamento scoperti e studiati dalla psicanalisi nozioni che, assieme al darwinismo, debbono assolutamente far parte dei programmi scolastici), ma poi diventa decisivo il modo in cui vengono trasmessi a assimilati.
In ogni caso, pur con questi limiti non indifferenti, qualcosa di utile per la loro formazione – sforzandomi di far capire che, appunto, non si trattava di ‘vangelo’ ed evitando la banalizzazione (“prof. sa cosa ho sognato stanotte? cosa avuol dire?) – credo di averlo trasmesso.
Di Freud mi è caro il conceto di costanza (la condizione per cui un corpo tende a mantenere il suo stato iniziale, venuto meno il quale cerca di ripristinarlo).
Da questa condizione mi sento poter dire deriva tutto ciò che ciascuno per se proprio tiene per “normale”.
Prego notare l’impiego del lemma “autorità”, non già di quello “autorevolezza”. Per chi non intuisce da sé la differenza, rilevo che “autorità” si riferisce all’esercizio di un potere, mentre “autorevolezza” si riferisce alla credibilità che deriva dal prestigio. Da una parte sta un’imposizione, dall’altra una scelta libera e condivisa. Per come la so spiegare io, almeno. Chi non fosse convinto, consulti http://www.demauroparavia.it/ o altre fonti analoghe.
poverini…mi spiace per loro 🙁
se vogliono un fazzolettino per asciugare le lacrime,si rivolgano a me…
Il cardinale Scola, come direbbero a Napoli, “chiagne e fotte”!
Le sue lamentazioni non trovano riscontro nella realtà, in quanto ogni troddio reale o verbale di Nazinger e gonnellisterìa assortita porta invariabilmente a quasi istantanei risultati in sede parlamentare, senza quei famosi “tempi biblici” riservati a qualsiasi altra iniziativa.
Hanno la faccia come il posto dove ci si siede.
L’autorità (la posizione di chi è investito del potere, tutelato dalla legge, di emanare atti vincolanti l’attività dei destinatari) oggettiva (estranea a qualsiasi possibilità di intervento o di interpretazione da parte dell’individuo) della chiesa. La premessa E’ sbagliata, il teorema E’ falso.
Scola: “Autorità della Chiesa è in calo, specie su bioetica”
E dove stanno scritti i canoni di “bioetica” nelle sacre scritture?
Ammessa e non concessa la loro sacralità…
La parola è un neologismo.
E quindi dobbiamo considerare le loro come “interpretazione sacerdotali”.
Che da Ratzinger a fra pallino, da Bertone al parroco di campagna cercano di imporre a noi.
Ma su che basi? Da quale autorità?