Tribunali islamici in Italia

Un’inchiesta di Carlo Bonini, pubblicata ieri su Repubblica, mostra come la sharia sia già applicata in Italia. Nessun riconoscimento giuridico da parte dello Stato italiano, beninteso, ma solo una sorta di funzione di arbitrato assegnata, con il consenso di entrambe le parti, ai leader delle diverse comunità islamiche presenti nel nostro paese. Come scrive Bonini, un imam “unisce in matrimonio. Compone le controversie proprie del diritto di famiglia. Si pronuncia sull’affidamento dei figli. Sollecita l’intervento dei tutori di marito e moglie nei casi di maltrattamento. Verifica i presupposti del “talak”, la dichiarazione formale con cui l’uomo ripudia la donna che gli è sposa. Constata, quando non ricomponibile, lo scioglimento del vincolo matrimoniale”.
Ovviamente il diritto di famiglia islamico applicato in questi casi non ha alcun valore legale in Italia. Ma, come spiega l’imam milanese Abu Imad, “una comunità è tale anche se può amministrare e sottoporsi volontariamente alla legge del suo Dio. È quello che facciamo”.

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23 commenti

El@nS

Una comunità che amministra contrariamente alle leggi dello stato non ha diritto di associazione; art 18 della costituzione italiana: “I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.”
Pronunciarsi sull’affidamento dei figli, constatare lo scioglimento del vincolo matrimoniale SONO vietati ai singoli, sono solo i giudici che lo possono fare in Italia. O rispetti le leggi, o sei fuori legge.

Andrea77

“una comunità è tale anche se può amministrare e sottoporsi volontariamente alla legge del suo Dio. È quello che facciamo”

Ma non ha alcuna validità giuridica.

Paolo Garbet

Sempre con ste’ leggi di sti’ Dei… la capiscono o no che sono sempre e solo le leggi dei prestanome di turno?

Druso

Non esiste! Accetto che gli sia garantito di poter seguire le proprie tradizioni, ma la loro legge, a casa mia, se la scordano! Abbiamo già problemi con i nostri credenti, mancano solo le pretese di maometto…
Non prendetemi per razzista, però deve vigere il motto “in Inghilterra fai come gli inglesi”. In questo disastrato paese abbiamo leggi e tribunali, non serve importare qualche altra norma retrograda in odore di teocrazia…

ignazio

Sarebbe interessante conoscere cosa ne pensa la CEI … penso farebbero fatica a condannare una tale pratica … ergo: è utile al vaticano. Da qui la tolleranza delle istituzioni.

Mauro Ghislandi

Peccato che ci sia una religione, riconosciuta dallo Stato, con proprie leggi, tribunali e giudici, che fa cose come dichiarare la nullità dei matrimoni, con validità anche per il matromonio civile. Su queste basi, come negare diritti simili ai musulmani? L’errore e il vizio sono a monte, già nella Costituzione che incorpora anche il concordato.

Francesco Paoletti

Come al solito qualcuno dimentica che i Diritti Fondamentali sono degli individui e non delle comunità

Manlio Padovan

Stavo rispondendo con un (eclatante?): mah! Poi ho letto il commento di Francesco Paoletti e mi trovo assolutamente d’accordo con lui. Lo ringrazio, anzi, che mi ha ricordato una cosa fondamentale del nostro lento progresso.

Otto Permille

C’è una ulteriore sharia in Italia, oltre a quella vaticana, mussulmana, mafiosa: la sharia del Berlusca. Il sano ordinamento dello stato è ormai naufragato da tempo. Ognuno si fa le leggi per conto suo.

rolling stone

si comincia cosi’. Prima si da una mano, poi loro si prendono il braccio …

In realtà questi arbitrati, oltre ad essere fuori legge,
invece di risolvere le cose con procedure piu’ semplici, le aggravano
poichè sollevano una valanga di altri problemi
che pesano anche economicamente sullo Stato (ossia sulle nostre tasche):

– matrimonio secondo il codice civile italiano (diritti e doveri dei coniugi)
– dichiarazione dei redditi (cumuli e detrazioni)
– divorzio seondo il codice civile italiano (inammissibilità del ripudio)
– alimenti alle mogli divorziate
– affidamento dei figli
– graduatoria assegnazione alloggi edilizia popolare
– graduatoria posti asili nido
– assegni familiari ai figli
– regime dei passaporti
– reversibilità pensione
– ecc

Asatan

Non vuoi rispettare le leggi del paese che ti ospita, tornatene a casa.
Scusate la brutalità ma ne ho veramente le gonadi piene di deroghe alle leggi ed ai diritti umani concesse certe (ma non a tutte) comunità immigrate all’urlo di “è la loro cultura”.

Di questo passo si concederà lìinfibulazione legalizzata ai mussulmani, il diritto di far battere i bambini ai rom (già la magistratura a concesso quello di fargli fare gli accattoni), ecc… ci si chiede poi perchè si rompa i sacrosanti ai cinesi quando vogliono solo festeggiare il capodanno del tet (che implica solo festosi cortesi, musica e pappa buona)… bah.

cesare

Trovo ripugnante la naturalezza con cui questi preti islamici si arrogano il potere di decidere su fatti di grande importanza riguardanti la vita di una persona in nome dell’appartenenza a una comunità religiosa la cui autorità è data per scontata e per la quale si chiede tolleranza, se non addirittura comprensione, in nome del rispetto della libertà religiosa.
Ma chi cavolo sono sti beduini del cavolo?
Ma i loro figli non vanno a scuola qui in Italia? Nessuno gli spiega la Costituzione? Non c’è un prof. che quando vede una bambina col velo abbia il coraggio di chiederle se lo porta perchè ci crede o perchè l’hanno obbligata?. Abbiam calato le braghe davanti a benedetto e adesso le caliamo davanti a maometto. Siamo messi bene!

Fede

Tornano le impiccagioni pubbliche.
Tornano le punizioni corporali per le donne che mostreranno le caviglie.

Saremo stretti fra papi e forcaioli. Bella roba.
Vorrei essere eschimese.

#Aldo#

Mi sa che l’affermazione di El@nS merita una seconda occhiata. magari da parte di qualche magistrato un po’ più ligio al dovere della media. Sì, perché è un’affermazione che suona tremendamente convincente. Sempre che lo Stato di diritto sia esistito e/o esista, cosa circa la quale ho molti, moltissimi dubbi.

ateismo

In questo paese le leggi fai-da-te sono all’ordine del giorno. Della serie, o trovi una legge apposta per te, oppure -se hai sufficiente potere in mano – fai semplicemente come cazzo ti pare. Ma dove arriveremo!?

Ivo Mezzena

Se le leggi ci sono, basta applicarle, tolleranza zero verso quiesti delinquenti.

Xeanu

L’articolo dice: “Nessun riconoscimento giuridico da parte dello Stato italiano, beninteso, ma solo una sorta di funzione di arbitrato assegnata,”. Ma non è solo un problema dell’Islam quello dei tribunali ecclesiastici “segreti”: e i tribunali di disassociazione dei Testimoni di Geova, che non hanno neanche il riconoscimento di “arbitrariato”, dove li mettiamo? tra l’altro so che proprio in questi giorni presso il Tribunale di Bari vi sono le udienze di una causa che tratta proprio di questo. Credo che l’UAAR dovrebbe interessarsene proprio per i possibili esiti giurisprudenziali che potrebbero derivarne.

Lorenzo

Mi mozza il respiro la frequenza di commenti razzisti contro i musulmani.
Ok, una religione non è mai una faccenda molto illuminata. Ma se noi tolleriamo il Vaticano (come da commento di Ghislardi), poi con che faccia innalziamo il vessillo della laicità solo contro gli immigrati?
Allora dite direttamente di essere dei razzisti, cioè di essere delle gonadi parlanti. Ed ecco spiegato perché gli immigrati che vi stanno sulle gonadi vi procurino feroci mal di testa…

Nifft

Sono semplicemente dei delinquenti. VAnno contro le leggi dello stato, ed in particolare vanno contro leggi che interpretano principi più profondi legati ai diritti umani. Che si autoproclamino musulmani non è importante ai fini della questione. Ma come giustamente hanno osservato già in molti, situazioni simili di privilegi contro i diritti umani sono all’ordine del giorno in Italia, e nessuno si accorge di niente.

#Aldo#

Lorenzo, il razzismo riguarda le razze, non le religioni. Quella alla quale tu ti riferisci può essere intolleranza, ma sicuramente non razzismo. Usiamo i vocaboli tenendo conto del loro significato: è una ricchezza da non disperdere. Anche per non prestare il fianco alle furberie dei soliti noti.

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