Friuli: festa del sacrificio, sequestrati ovini

La polizia ha scoperto decine di ovini sgozzati e un altro centinaio ancora vivi (di cui una settantina già prenotati) per la festa islamica del sacrificio, senza certificato di provenienza, riscontrando altre irregolarità (come medicinali scaduti per uso animale e una sessantina di matricole per ovini) tra Cussignacco e Pozzuolo del Friuli, in provincia di Udine. Le tecniche di sgozzamento rituali islamiche sono infatti vietate dalla legislazione italiana.

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28 commenti

Francesco M.Palmieri

Quando il numero dei mussulmani in Italia, avranno superato la soglia critica,
le “tecniche di sgozzamento” verranno “riviste”!!!!!

Sara

Purtroppo questi fatti si diffondono a macchia d’olio, meno male che ogni tanto le istituzioni locali ci fanno caso, trattandosi ‘solo’ di animali. Anche se credo nessuno abbia mai provato se effettivamente sia meglio morire sgozzati e dissanguati o con un proiettile di ferro sparato in mezzo agli occhi… (Voglio dire, io sono vegetariana da molti anni, ma urlare contro la macellazione islamica non rende meno cruenta la nostra, di macellazione… e ancora meno i metodi di allevamento intensivo, mutuati pari pari da Ford, Treblinka e limitrofi).

Raffaele

La notizia è interessante ma contiene una grave imprecisione.
Non è infatti vero che le tecniche di sgozzamento rituali islamiche sono vietate dalla legislazione italiana.
Al contrario, la macellazione rituale islamica (“Halal”), similmente a quella ebraica, è autorizzata e normata dal Decreto Legislativo 333/1998 (“Attuazione della Direttiva 93/119/CE relativa alla protezione degli animali durante la macellazione o
l’abbattimento”).

Bruno Gualerzi

Scusate il probabile OT, oltre tutto per motivi personali.
Siccome questa questione dello sgozzamento di animali per motivi religiosi è già stato ampiamente dibattuto, e con toni anche aspramente polemici, in un post di ieri, il mio commento in conclusione di quel dibattito penso possa essere senza nulla cambiare riproposto qui.

Lapalisse

C’è un solo sistema per evitare che questi islamici esportino la loro barbarie qui in Italia: l’espulsione immediata. I preti maomettani hanno sete di potere (e sangue) e sobillano i loro creduloni, sfidando lo stato con questi ed altri comportamenti illegali, i creduloni mussulmani, sono dei barbari che vogliono rendere il nostro paese barbarico come le nazioni islamiche. Qui c’abbiamo già i preti cattolici, un “piaga divina” basta ed avanza.

Bruno Gualerzi

Chiedi di nuovo scusa. Il post di ieri al quale mi riferivo è:
‘Commenti a “Festa del sacrificio: maxirissa a Romano in Lombardia (BG)’

Lorenzo

Lapalisse, noi liberi pensatori potremmo chiedere l’espulsione degli “islamici” (Tutti tutti? Ma di cosa cazzo stai parlando, vuoi deportarli nei vagoni piombati?) se contestualmente chiedessimo anche l’espulsione dei cattolici, non già dei preti – per giusto parallelismo. Ora ti rendi conto da solo che hai sparato una cavolata razzista, o te lo devo spiegare nei dettagli?
Voglio aggiungere che è tanto facile quanto vigliacco prendersela con chi è debole, come i nostri immigrati islamici. Voi uaarini leghisti prendetevela prima con chi è davvero forte, con i preti e i loro amichetti con lupara o manganello, se ne avete coraggio.
Ti assicuro che allora noi uaarini “normali” faremo il tifo per voi, e vi cureremo quando sarete stati imbottiti di piombo.

Manlio Padovan

Io credo di essere praticamente onnivoro, nei limiti che la specie mi impone. Apprezzo molto la carne e più vado avanti con l’età più mi piace. La carne di agnello, poi, è per me una vera prelibatezza.Ho imparato, qui in campagna ed ha fatto parte della mia guarigione psicoanalitica (dovrei fare un discorso lungo sulla mia malattia contratta all’età di 3 anni quando morì il nonno che seguivo, in Libia dove nacqui, nei lavori agricoli e allorché subito dopo o quasi la guerra mi costrinse ad abbandonare i luoghi natii portandomi dietro, oltre a inenarrabili paure e fame e pidocchi e quant’altro si possa immaginare, inconsapevoli ma dolorosissimi rimpianti di agricoltura che mi costrinsero in età matura a dedicarmi alla campagna ed alle sue attività: certo se a scuola mi avessero concesso di leggere Freud forse sarei guarito prima con il prendere coscienza delle origini del mio male ed in modo meno doloroso) ho imparato, dicevo, il sacrificio degli animali da quelli di piccola taglia a quelli più grossi: diciamo dai polli alle pecore. Di certo è operazione tragica e dolorosa per chi la compie. Credo, però, che lo spirito con cui la si compie e la responsabilità di cui ci si carica possa dare giustificazione di un atto così cruento e tragico ed infelice che nasce, però, dalle nostre specifiche necessità. Una volta l’oca veniva uccisa mettendole un bastone sul collo e tirando molto forte perché il collo resiste bene al tiro, fino a spezzarlo: il collo si riempiva così di sangue e lo si mangiava (erano tempi di fame): quello che in veneto si chiama el co’o frasenà. Non è meglio tagliare la vena giugulare e dissanguare l’animale? Soprattutto è giusto sentirsi superiori mangiando carne che non si è uccisa con le proprie mani ed affidandosi a chi pratica i grandi numeri dell’industria e quindi non sente più ad un certo punto la responsabilità di ciò che fa? Non sarebbe ora di riconsiderare il valore sociale di una agricoltura condotta in ridotte dimensioni e partecipata? Soprattutto è solo con la cultura e il personale impegno che le mattanze possono finire; ma non carichiamoci di idealismi fuori luogo e fuori tempo e fuori ragione.

rolling stone

Sara
ho visto personalmente un esperto macellaio artigianale abbattere un toro di 800 kg con la pistola.
Non è stato un bello spettacolo, ma il toro si è afflosciato a terra come uno straccio in qualche decimo di secondo. Posso dedurre che non se ne sia neppure accorto.
Ho visto invece alla TV due musulmani in Africa seduti sulla strada, sgozzare una gallina, e parlare tranquillamente del piu’ e del meno mentre l’animale si dibatteva convulsamente per parecchi minuti al suolo.
C’è modo e modo di fare le cose: civile e incivile.

Massi

Ritualizzare il dolore inflitto ad altri esseri viventi è il contrario di combatterlo.

Bruno Gualerzi

@ rolling stone
Il mio parere in merito a queste questioni – come detto più sopra – se ti va lo puoi trovare nel post di ieri. Lo richiamo siccome – a volte a causa di fraintendimenti reciproci (per esempio a proposito della necessità, anche da me sostenuta. che sia fatta rispettare rigorosamente la legge che regola la macellazione degli animali), ma più spesso per diversità radicale di opinioni – non mi hai risparmiato giudizi non proprio ‘leggeri’.
Un saluto

Bruno Gualerzi

@ rolling stone
Spero di rimediare in tempo, chiedendoti scusa. Pur dissentendo anche radicalmente dai miei pareri, i giudizi ‘poco leggeri’ nei miei confronti non erano i tuoi, ma di ‘lacrime e sangue’.
Porta pazienza… è la vecchiaia.

Sara

@ rolling stone
Mi sono riletta anche la news precedente, e i commenti di tutti, compreso Gualerzi, che apprezzo molto per intelligenza e civiltà.
Credo sia anche un bene che uno dei temi proposti dall’UAAR per il prossimo anno siano proprio i diritti degli animali.
Ora, io credo che la macellazione con proiettile captivo sia meglio della macellazione rituale. Ma se fossi dalla parte della vacca, non so se sarei poi così contenta di questa evoluzione della razionalità degli umani che mi ammazzano.
Voglio dire, anche molti nazisti erano umanitari con i loro prigionieri, un colpo in testa e via, direttamente sull’orlo della fossa comune. Meglio questo che mesi di torture e privazioni, no?
Però preferisco vivere, e non credo che per gli altri animali il discorso possa essere diverso.
Il lettino asettico su cui vengono uccisi i condannati a morte con iniezione letale è sicuramente più razionale, probabilmente, dal reato barbaro e sanguinario commesso dal condannato, ma questo non rende la pena di morte meno ripugnante.
Anzi forse il contrario.
Dovremmo cominciare a considerare che gli animali hanno funzioni, fisiologia e sensazioni alquanto simili alle nostre, e per questo sono degni del massimo rispetto.
Ora, se una gallina vive la sua vita in un prato, insieme ad altre sue simili, mangia il cibo che evolutivamente è per lei adatto, si gode il sole quando c’è, e insomma fa una vita degna di una gallina, quando il contadino arriva e le tira il collo non è contenta, ma almeno ha vissuto degnamente.
Voglio dire, io come dicevo sono vegetariana e non ucciderei comunque la gallina, ma tra questo e l’allevamento intensivo, in cui la gallina sta chiusa in una gabbia di 20 cm di lato, con il becco spuntato (con una lama rovente, e questo viene fatto al pulcino), costretta a mangiare da una sorta di nastro trasportatore, imbottita di antibiotici, e poi muore a pochi mesi di età sgozzata a testa in giù appesa ad un gancio, questo non è degno della gallina, né del nostro presunto raziocinio.
E questo succede tutti i giorni in tutti gli allevamenti intensivi del beneducato mondo civilizzato.
I lager ci sono ancora, ma ben nascosti agli occhi dei benpensanti.
Altrimenti è chiaro che l’industria ne soffrirebbe.
A me fa orrore la macellazione rituale, ma l’indifferenza dei musulmani d’Africa nello sgozzare la gallina non è certo diversa dalla nostra indifferenza, visto che passiamo ogni giorno davanti ai capannoni degli allevamenti, davanti ai banchi frigo dei supermercati in cui gelide carcasse tagliate a pezzi stanno chiuse in involucri di plastica, carcasse che erano carne viva e che avevano una coscienza e guardavano il mondo quanto noi…
E’ un po’ ipocrita urlare allo scandalo della macellazione rituale, se noi stessi non facciamo davvero qualcosa di concreto per mostrarci veramente più civili.

stefano

la differenza sta nel metodo; noi usiamo una pistola per uccidere il bestiame, loro il coltello col quale recidono carotide e giugulare, operazione non semplice perchè l’animale oppone una certa resistenza e tenta di divincolarsi obbligando l’uomo ad una lotta vera e propria, e spesso ci vogliono alcuni minuti perchè l’animale venga finalemente abbattuto, dopo di che la testa viene staccata dal corpo…

Sara

Per chi è interessato al tema, c’è un film che ovviamente in Italia si può vedere solo su internet, ne esiste una versione in italiano ma al momento non la trovo. Però potete vedere questa:

http://explanimal.blogspot.com/2008/04/blog-post.html

Giusto per smettere di sentirci superiori per i modi in cui trattiamo gli altri esseri viventi.

Barbara

Mi addoloro per gli animali uccisi,secondo il mio parere il sacrificio dovrebbe essere solo simbolico senza ammazzare gli ovini!!

Andrea77

A me ha fatto impressione, invece, vedere, in occasione di questa festa, in un parcheggio persone che dal container di un camion distribuivano pezzi di carne.
Tante regole e poi…

Aldovaldo

@Lapalisse
Usanze barbare? Certo sono barbare, ma non nel senso dispregiativo del termine. Barbaro significa semplicemente straniero. Sono usanze diverse dalle nostre. Noi ammazziamo il bestiame sparandogli un chiodo in fronte, loro li sgozzano (gli tagliano la gola facendoli morire dissanguati). Cosa è meglio? In Gomorra di Saviano si parla dei vari modi per morire e vengono tratte delle conclusioni. Lo sgozzamento non è preso in considerazione. Ma chi ti dice che morire con un colpo in fronte sia meglio che sgozzati? I metodi musulmani ed ebraici che a te sembrano disumani (barbari) in realtà potrebbero essere molto più “umani” dei nostri. Quel che è veramente allucinante è l’allevamento industriale del bestiame. Quello sì che andrebbe vietato.

MicheleB.

La macellazione tramite recisione della carotide, in Italia come nella maggior parte dei paesi europei, non è proibita, perchè non ve ne sarebbe ragione. Quel che è accaduto è solo una violazione di norme igieniche e veterinarie, riguardanti provenienza e certificazione degli animali, approvazioni ASL assenti, utilizzo di farmaci e quant’altro ha poco a che fare con il rito in se. I metodi di macellazione sono vari e quello non è affatto trai più cruenti.
Si tratta solo di far capire agli immigrati musulmani che qui ci sono regole più precise su pratiche per loro molto “casalinghe”. Non facciamo di una prassi zootecnica una casus belli.

Lapalisse

Mi spiego: gli islamici da espellere sono chiaramente quelli che commettono dei reati penali come quello di sgozzare animali, di amministrare abusivamente la giustizia, di diffondere l’odio religioso, o peggio… ma secondo me, un blocco dell’immigrazione di problematici, paranoici, superstiziosi e barbari mussulmani è razionale è semplice buonsenso, perchè ospitare gente simile che non vuole integrarsi, ma spingere noi nella barbarie. Circa il significato di barbarie, la mia interpretazione è in senso dispregiativo, ovvero la loro barbarie a confronto della nostra civiltà, “loro” vivono secondo leggi misogine, omofobe, xenofobe, intolleranti, queste leggi fanno parte integrante della loro religione e sono inscindibili dalla loro vita quotidiana, mi sembra inutile ricordare il reato di omosessualità, o di apostasia, lapidazioni a go go etc… sono dei barbari, in senso dispregiativo. La cosa preoccupante è che sono violentemente intolleranti ed imperialisti, come l’islam predica, ma è sufficiente leggere la vita del “profeta” e dare un’occhiata al corano per rendersi conto che il loro modello di vita è barbaro e porta solo a miseria oscurantismo guerra e totalitarismo. Infine noto come l’uso del dogmatismo invece della razionalità, l’usare due pesi e due misure, il “glass climbing” su scoscese pareti di vetro, pur di giustificare, “dei simpatizzanti che sbagliano”, non sia una prerogativa dei soli creduloni nelle religioni…

Mun Rafun

Da animalista e vegan sottoscrivo i commenti di “Sara”, in più suggerisco la visone di
EARTHLINGS a tutti
i carnivori “credenti” e “non credenti”.
“Il cibarsi di carne è un residuo della massima primitività; il passaggio al vegeratarismo è la prima e più naturale conseguenza della cultura.”
-Leone Tolstoi

“Invece di mostrare compassione, l’umanità usa il suo dominio sugli animali per rinchiuderli in infami prigioni, per prenderli al laccio, a colpi di mazza, arpionarli, avvelenarli, mutilarli e sottoporli a traumi in nome della scienza, per ucciderli a milioni o accecarli lentamente tra atroci sofferenze per testare cosmetici.”
– Steven Rosen, “Il vegetarianesimo e le religioni nel mondo”

“Sono diventato vegetariano per ragioni etiche, oltre che salutistiche. Credo che il vegetarismo possa incidere in modo favorevole sul destino dell’umanità.”
– Albert Einstein

“Se sei convinto di essere naturalmente predisposto a mangiar carne, prova anzitutto a uccidere tu stesso l’animale che vuoi mangiare. Ma ammazzalo tu in persona, con le tue mani, senza ricorrere a un coltello o a un bastone o a una scure. Fà come i lupi, gli orsi e i leoni, che ammazzano da sé quanto mangiano…”
-Plutarco, “Del mangiar carne”

E’ vero che l’uomo è il re degli animali, perchè la sua brutalità supera la loro. Viviamo grazie alla morte di altri. Già in giovane età ho rinnegato l’ abitudine di cibarmi di carne…”
– Leonardo da Vinci

“Guardavo quei bei pesci muoversi nell’acqua, guardavo i maialini appesi agli uncini e pensavo a come, a parte la miseria e la fame, l’uomo ha sempre trovato strane giustificazioni per la sua violenza carnivora nei confronti degli altri esseri viventi. Uno degli argomenti che vengono ancora usati in Occidente per giustificare il massacro annuo di centinaia di milioni di polli, agnelli, maiali e bovi è che per vivere si ha bisogno di preteine. E gli elefanti? Da dove prendono le proteine gli elefanti?”
– Tiziano Terzani, “Un altro giro di giostra”.

Luca A. Borchi

L’ipocrisia regna sempre e comunque sovrana, ogni qual volta venga affrontato
qualsivoglia argomento che direttamente ci riguarda e del quale non vogliamo,
per nessuna ragione al mondo, mettere in discussione. Quindi, grazie a simile
presa di posizione, emotiva e mentale, rispondiamo e/o fuorviamo con uno
scontato lassismo da bontemponi che giustifica, senza giustificare, la crudeltà
quotidiana del mattatoio e scevri da qualsiasi insonne dubbio, deambuliamo pregiudizialmente pregni di puerili e demagogici rimandi ad agricole tradizioni
ed ataviche urla sopravvivenziali, acconsentendo poi tacitamente all’ideologia
del dominio, non reclamando la libertà per gli animali, quando reclamare la
loro equivarebbe a reclamare la nostra.

Mun Rafun

“Mi auguro che tutti coloro che mangiano animali e intanto pensano di vivere una vita religiosa, leggano questo libro [Il vegetarismo e le religioni del mondo – Steven Rosen] e siano costretti a
riconoscere che lo sfruttamento degli animali è incompatibile con qualsiasi religione predichi la compassione.”

*Peter Singer, docente di filosofia, Monash University, Australia autore di “Liberazione Animale.*

Angela

Scusate, da vecchia animalista e vegetariana vorrei fare solo qualche precisazione in merito alla normativa sulla protezione degli animali da macello, che è europea e recepita dai vari stati membri. La differenza tra macellazione praticata nei mattatoi italiani, così come negli altri paesi europei, è che questa avviene sempre per sgozzamento ma PREVIO STORDIMENTO dell’animale il quale infatti viene ridotto ad uno stato di incoscienza e poi gli viene recisa la gola. Quella rituale, praticata da musulmani ed ebrei, non prevede alcuno stordimento e dunque gli animali vengono sgozzati compeltamente coscienti e muoiono lentamente per dissanguamento. Una barbarie che deve assolutamente essere vietata, così come hanno già fatto alcuni stati europei (che hanno facoltà di approvare leggi più restrittive).

MetaLocX

Le tecniche di sgozzamento rituali islamiche sono infatti vietate dalla legislazione italiana.

Ah! Questa è colpa di quel cattivissimo laicismo che vuole mettere l’uomo al centro e uccidere le religioni!

rolling stone

Sara,
l’uomo come altri animali è un carnivoro. Non è certo bello che la pancia di un animale diventi la tomba di altri, ma è così.
(Per inciso, questa è la ennesima prova che il buon Dio non esiste, perché solo un malvagio imbecille può concepire un mondo dove la bocca di molte sue creature gronda del sangue di altre).
Dobbiamo quindi uccidere per mangiare.
Il problema non è la morte , ma la sofferenza, soprattutto quella ingiustificata. La morte per dissanguamento (senza previo intontimento, come prevede la legge, e giustamente Angela ha ricordato) è una sofferenza ingiustificata, quindi inammissibile in un paese civile.

Aldovaldo

@ Lapalisse
Capisco tutto, ma… per me l’importante è che rispettino la legge italiana. Se qualcuno la pensa diversamente da me non lo prendo certo a calci, anzi. Quindi libertà di religione, di culto, di usi e costumi, libertà totale di essere se stessi, ma nel rispetto degli altri. La regola aurea è “La mia libertà finisce dove inizia quella degli altri”.

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