Nel 2007, a Milano, si sono celebrati 3.959 matrimoni e sono stati registrati 2.074 divorzi: l’andamento vede una forte crescita dei divorzi, che erano 1.733 nel 2000. La media dell’età per sposarsi si aggira sui 38 anni per gli uomini e 35 per le donne (anche in questo caso, ci si sposa più tardi rispetto a qualche anno fa). I riti civili hanno ormai sorpassato di molto quelli cattolici (2.400 rispetto a 1.559), ribaltando la situazione rispetto al 2000 (dove rispetto a 2.349 matrimoni civili ve ne sono stati 2.781 in chiesa). In crescita anche le nozze tra stranieri, che passano da 171 nel 2000 a 428 nel 2007; stabili quelle miste (soprattutto con altri cittadini europei), che passano da 785 a 806 (ormai 1/5 del totale).
Secondo l’assessore dell’Anagrafe del comune, Stefano Pillitteri, si assiste ad una “mutazione antropologica” che si fa strada non solo a Milano, ma in tutta Italia, con matrimoni celebrati in età più tarda e con la crescita di quelli civili rispetto a quelli religiosi.
Milano: nel 2007 nozze civili superano quelle religiose, in aumento i divorzi
21 commenti
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Il “potere” va da una parte i “semplici” da l’altra.
(peccato però che poi i semplici poi divengano sempliciotti nell’esprimere le lore preferenze politiche).
E questo nonostante la giunta filoclericale…
..meglio sempliciotto che veltroniano..
L’unica mutazione antropologicamente intelligente non avviene solo nei politici.
L’essere umano non è monogamo.
Sposarsi in chiesa costa.
Chi si sposa in comune magari si definisce cattolico ma non ha soldi per i banchetti, i vestiti, gli addobbi etc.
Riprova comunque della predilizione per i soldi invece che per la tradizione.
In ogni caso, sono tutti soldi in meno per la chiesa.
E futuri soldi in meno da parte di chi chi volesse divorziare con la sacra rota (vero motivo per cui la chiesa osteggia i matrimoni non religiosi le coppie di fatto e i divorzi).
Scommetto che le coppie di fatto sono molto cresciute, anche più dei matrimoni in comune.
Ho sentito che se un residente in una parrocchia dopo il matrimonio (in chiesa) vuole andare a vivere altrove, il parroco chiede (o gli si da) una somma di denaro superiore che non se gli sposini avessero preso residenza nella stessa parrocchia. Perchè? Perchè andando a vivere altrove il funerale dei due si farà altrove, e la parrocchia di origine non si prenderà le offerte per il funerale. I soldi in più sono un indennizzo per i mancati introiti futuri.
Marketing puro, sulla vita delle persone.
Continuo a sostenere che dell’aumento dei divorzi ci sia solo da rammaricarsi.
Significa famiglie sfasciate e quindi turbolenza sociale in aumento. Questo, ben lungi da andare a detrimento della Chiesa (superprotetta e superforaggiata), metterà in cattiva luce i sostenitori delle libertà civili. E’ quello che sta avvenendo in America, dove i bigotti stanno rovesciando tonnellate di accuse – assurde – su ACLU, HRC e assimilati, complice la crisi (detonata da Bush).
Bisognerebbe concedere il certificato di matrimonio solo dopo un corso propedeutico, dove s’insegnino i diritti e i doveri sia legali che morali dell’unione e di tutto quello ad esso collegato.
Invece, basta essere di sesso diverso e pure due cretini unti e bisunti si possono sposare, finendo davanti al giudice dopo un anno (e magari con prole al seguito).
Sarà una strada difficilmente praticabile, ma l’alternativa è il cupio dissolvi e l’aumento della conflittualità…..
Più che mancanza di fede direi che è mancanza di soldi ^_^
@Aldovaldo
Non credo che sia per mancanza di soldi,se si vuole si può festeggiare con abito,pranzo,bomboniere etc.anche sposandosi civilmente in comune dipende dal budget personale.
Per me non c’entrano molto di soldi.
E’ questione di coerenza: sarebbe ridicolo per un ateo, un agnostico, un indifferente alla religione fare corso prematrimoniale religioso, colloqui col prete, confessarsi, e sorbirsi una messa alla quale oltre agli sposi pure tanti invitati si annoierebbero.
Il problema e’ invece quello che mancano spazi pubblici dignitosi per celebrare il proprio matrimonio civile. I comuni dovrebbero aprire palazzi e sale prestigiose per i cittadini che vi desiderano celebrare il proprio matrimio, prevedendo anche un giusto contributo economico.
Il provincia di Bologna c’e’ il comune di Dozza Imolese che mette a disposizione la Rocca Sforzesca:
http://www.comune.dozza.bo.it/matrimonicivili.html
Anch’io penso che i soldi c’entrino poco. ho visto matrimoni civili sfarzosissimi.
Quanto ai divorzi, è vero che sono una fonte di angoscia: ma soprattutto sono una spesa folle e una perdita di tempo immensa. Per me sarebbe meglio non sposarsi affatto. Io continuo a convivere felicemente. Se dovesse finire, almeno non dovrò foraggiare un avvocato…
Oltre ai soldi c’e’ un motivo non troppo secondario per cui si rinuncia al matrimonio in chiesa,
e cioe’ il tempo, dove si trova al giorno d’oggi il tempo x frequentare quei noiosi corsi prematrimoniali nell’operosa Milano?
Anche questa e’ evoluzione,duole il fatto che il divorzio non e’ allegro quanto il matrimonio,il divorzio e’ un traguardo uguale al riconoscimento dei diritti umani si spera che nel futuro non esistano piu’ matrimoni ma contratti a termine…
@venezia63jr
E mi auguro che venga attuato al più presto il divorzio breve(ostacolato dalle solite gerarchie cattoliche) ed i PACS.
DATECI I DICO !!!! SONO ESTREMAMENTE MODERNI E ATTUALI
potremmo dire cha a questo risultato ha contribuito anche l’atteggiamento talebano di formigoni&co ?
Allora giusto per portare la mia esperienza.
Io mi sono sposato in chiesa, per convinzione. Non sono nè di CL nè dell’OPUS DEI. La cerimonia non è stata affatto noiosa ma molto partecipata (erano tutti amici e nessun invitato di convenienza). alla chiesa sono andati esattamente: 150€ donati per la ristrutturazione (la chiesa è una bellissima chiesa di milano, di grande valore storico). Ho voluto dare al prete officiante, che era di un’altra parrocchia, 50€ per sostenere il loro bilancio, pubblicato nei dettagli ogni mese sull’informatore parrocchiale: un bel gesto di trasparenza che andava premiato. Entrambe le offerte sono state libere e senza coercizione alcuna: nessuno dei due ha mai parlato di “pagamento” nè di offerta + o – obbligatoria. Tra l’altro da anni si favoleggiava di offerte iperboliche alla stessa chiesa per sposarsi. Il corso prematrimoniale è consistito di 6 incontri di un’ora mezza. Riflessioni condivise varie tra i partecipanti, tra cui una coppia con bimba e molte altre largamente conviventi. Nessuna “accusa”, nessuno “scandalo”. L’ultima sera abbiamo visto: “5 x 2” (chi l’ha visto sa di cosa parlo).
ah..quoto toptone!
@Sailor sun
cambia informatori, è meglio!
LucaRoberto scrive:
11 Dicembre 2008 alle 15:10
Sarà anche meraviglioso sposarsi in chiesa come tu dici (..a proposito non hai dimenticato le spese per i fiori, per il coro ecc?), ma alla maggioranza dei milanesi evidentemente non interessa!!!
@ET
Il discorso non era “sull’essere meraviglioso perchè mi sono sposato in chiesa”, spero di non essermi spiegato male. Mi auguro che per tutti quelli che si sposano sia “meraviglioso”.
Le spese di cui parli sono spese che avrei pagato anche se mi fossi sposato civilmente.
la puntualizzazione era sulle fantomatiche enormi somme di denaro richieste dai preti.
Tra l’altro:
“I comuni dovrebbero aprire palazzi e sale prestigiose per i cittadini che vi desiderano celebrare il proprio matrimio, prevedendo anche un giusto contributo economico”
Non capisco perchè dovrebbe essere diverso per la chiesa.
>alla maggioranza dei milanesi evidentemente non interessa!!!
ne prendo atto. e con ciò? mica sono rattristato, anzi!
conosco gente che si è sposata solo ed esclusivamente per far piacere ai genitori, dopo aver sbandierato coerenza e “NO! in chiesa mai!”. l’ho trovato triste, e la cerimonia è stata triste.