Tra qualche giorno l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) potrebbe decidere di ammettere in Italia l’uso della pillola abortiva RU 486, dopo che già in febbraio era stato espresso un parere favorevole (purché l’uso sia in linea con la legge 194 e solo in ambito ospedaliero).
Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, contesta l’eventuale decisione positiva dell’Aifa, sostenendo: “non possiamo fare più niente per bloccare un farmaco che a nostro parere espone a molti rischi. Ma è una truffa dire alle donne che è sicuro e che rende l’aborto facile”.
La distribuzione della pillola avverrà solo in ospedale, con l’obbligo di almeno un giorno di ricovero e sotto controllo medico.
RU 486: Aifa deciderà a giorni
40 commenti
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“Ma è una truffa dire alle donne che è sicuro e che rende l’aborto facile”.
In quanto a sicurezza è di gran lunga preferibile a qualsiasi mammana, c’è da chiedersi poi cosa significhi “aborto facile”, ipocrita.
La vera truffa e’ che tale Eugenia Roccella sieda in parlamento, anzi lavori pure nel governo.
Non e’ stata eletta dal popolo, perche’ non ci sono preferenze, non ha esposto un programma politico, non e’ possibile contattarla in maniera efficace, sicura (cioe’ senza finire in una lista di proscrizione, pensate agli insegnanti che chiedevano udienza alla papessa gelmini e si vedevano chiedere i documenti dalla digos), non esiste, in itaglia, il rapporto locale del deputato/candidato colla popolazione. Anche nell’opposizione lo fa solo qualcuno.
E’ in fondo un’altra manifestazione della autoritaria educazione religiosa che segna il nostro paese: appena hanno poco poco di importanza si comportano tutti come papi, badesse, priori, rettori, monsignori e cardinali… e pontificano… sugli altri.
la RU486 non espone a nessun rischio.
è adottata in tutti i paesi civili europei dove mi risulta che le donne non siano geneticamente dissimili dalle donne italiane.
Ma la Roccella almeno lo sa che il periodo di ricovero(poche ore, non un giorno intero) sarebbe necessario dopo l’assunzione della prostaglandina e non dopo aver assunto la RU-486?
Sarebbe una cosa stupenda.Eviterebbe alle donne l’intervento chirurgico. Magari fosse vero!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
la Roccella non lo sa o se lo sa fa finta di non saperlo.
se non ricordo male da giovane fu una brillante attivista radicale per i diritti civili ma l’italia è il paese dove il paraculismo è nato e prospera senza limiti…
È incredibile le stupidaggini che vengono dette contro questa pillola.
Qui da noi in Spagna è ammessa ormai da milti anni e nessuno medico ha argomenti scientifici contro di essa. Idem in Germania, Francia e Regno Unito.
In Italia sembra che stiamo tornado a tempi precedenti a quelli dei lumi.
x iging
x iging
scusa mi è scappato un invio 🙂
è appunto quello che ho detto io.
le donne sono uguali geneticamente in ogni parte del mondo quindi se la ru486 non ha mai dato problemi alle francesi o alle spagnole non può essere certo nociva per le donne italiane, ma qui comandano i preti e i politici sottomessi ai preti quindi per la ru486 dovremo aspettare l’anno 2450 o giù di lì.
aggiungiamo l’ignoranza cronica degli italiani riguardo la cultura in generale e completeremo il quadro tragico della situazione antropologico-sociale che stiamo vivendo.
Bene. Autorizzata!
Siamo un paese civile a singhiozzi…ci faremo l’abitudine.
….io premetterei che ogni farmaco può avere controindicazioni(chi + chi – qualcosa hanno)…..ma non basta certo questo per impedirne l’uso altrimenti non ci si curerebbe più(ovviamente chi crede è libero di scegliere la preghiera come unia PROPRIA cura).
Il fatto che si posso utilizzare solo in ospedale sarebbe anche una cosa positiva(per non banalizzare l’aboro in se….e con l’educazione che spesso si ha potrebbe avvenire) se non ci fosse il rischio OBIETTORI!!!
Cmq vedremo cosa decideranno….
Esiste da anni negli altri paesi europei, già è strano che noi dovevamo sperimentarla daccapo. Mi fa piacere che stia per essere finalmente ammessa.
la Roccella è una che nella sua vita deve aver fatto e letto molto poco sul sesso, per prendere tutte queste cantonate ogni volta che apre bocca…
Non so se la Ru496 sia del tutto esente da rischi, ma in ogni caso immagino che, parlando di truffe, la più grande di tutte sia dire che l’utilizzo del preservativo non previene affatto la diffuzione dell’AIDS, come fanno certi asini in tonaca…
Oddio, ho scritto “diffuzione” anziché “diffusione…. Chiedo venia.
«La distribuzione della pillola avverrà solo in ospedale, con l’obbligo di almeno un giorno di ricovero e sotto controllo medico.»
Queste restrizioni creano inutili difficoltà e costi aggiuntivi (un giorno in ospedale sotto controllo medico non è gratis).
Qui da noi invece si acquista in farmacia (senza ricetta), ma deve essere subito assunta in presenza del/la farmacista (o di una commessa). Dopodiché la donna esce. Punto. Niente forche caudine.
@stefano
“aggiungiamo l’ignoranza cronica degli italiani riguardo la cultura in generale e completeremo il quadro tragico della situazione antropologico-sociale che stiamo vivendo.”
Concordo.
Queste due frasi rappresentano attualmente la CAUSA dei problemi dell’Italia (e io aggiungo anche l’ipocrisia e la tendenza di tanti a fregare il prossimo). Il comportamento del Vaticano, i delinquenti che fanno politica ecc…. sono gli EFFETTI che bisogna combattere quotidianamente. E’ purtroppo frequente la confusione tra causa ed effetti.
Ricordo che durante l’ultima campagna elettorale spagnola un ministro di Zapatero rispose così al Vaticano, che giudicava negativamente l’operato dello stesso Zapatero: “Il Vaticano deve capire che in Spagna la società è cambiata”.
Nessun farmaco è innocuo al 100%. Pare comunque che l’aborto chirurgico offra, allo stato dei fatti, più margini di sicurezza.
@Sergio
qui da noi dove?
quoto TalebAteo…
la vera truffa e la roccella e i suoi compari di governo e di opposizione visto che non li ha eletti nessuno e si sono autonominati…o sono stati nominati dai partiti
E’ la dimostrazione pratica che i diktat del Vaticano servono solo a rallentare, non a fermare le nuove scoperte mediche e scientifiche. Sono mesi che Benedetto XVI e company starnzazzano contro la RU486, ma è ben difficile che alla fine tale ostruzionismo paghi. Specie quando l’oggetto in questione è comodamente disponibile oltre confine…
Purtroppo tale atteggiamento miope e arrogante renderà la vita difficile ad un sacco di gente, specialmente alle fasce sociali più deboli e svantaggiate (vedi donne immigrate). Ad ulteriore vergogna di Santa Romana Chiesa e dei suoi manutengoli.
A tutti.
Ho appena letto “La Deriva” di Stella&Rizzo.
Fatelo anche voi e capirete perchè quello che avete fin’ora detto è tutto giusto e sacrosanto 🙂
Specie sulla crassa ignoranza della maggioranza (scusate la cacofonìa) degli italiani.
Adesso scoppia la bagarre. Però è una piccola conquista che vale un Perù. In ultima istanza spero, come credo sperano tutti, che nessuna donna si trovi mai nella condizione di doverne fare uso, però è importante questa cosa come una battaglia di cultura. E’ però importante insistere con le campagne informative sui metodi anticoncezionali incominciando dalle scuole superiori. Negli anni 70 c’era un interesse superiore nei giovani e negli studenti per questi problemi.
Finalmente, avremo l’Inti aifa|
Otto Permille:
«E’ però importante insistere con le campagne informative sui metodi anticoncezionali incominciando dalle scuole superiori.»
Ma la Chiesa osteggia categoricamente anche la contraccezione. La contraccezione è anzi ora messa addirittura sullo stesso piano dell’aborto: il male è infatti anche nell’intenzione contraccettiva. Un rapporto non aperto alla procreazione “è male”. Una volta lo scopo del matrimonio era soprattutto la procreazione. In tempi più recenti la Chiesa aveva mostrato delle aperture verso la sessualità come un bene in sé.
Ora con Ratzinger, ma già con GP II, stiamo proprio tornando al più cupo medioevo. Sembra essere un vero dogma (pronunciamento papale in questioni di morale) che l’embrione, anche di pochi secondi, abbia la dignità della persona.
Sotto Ceacescu l’aborto era proibito per questioni demografiche e le studentesse incinte erano sorvegliate speciali. Di questo passo avremo situazioni romene anche in Italia, con medici e farmacisti obiettori e con le ronde cielline a difesa degli embrioni. Anche a Gaza ci sono le ronde, e le donne che abortiscono rischiano la vita.
@ Matteo
In Svizzera
Finalmente avremo la nostra Inti Aifa!
E il vaccino antinfluenzale invece sarebbe una cosa seria?
E vai Benito XVI, deliziaci con le tue raffinate prediche filosofali e le tue condanne moralesche!
mondo essere in konfuzione per colpa di ateismus comunismus relatifismus.
Uaar dofrebbe essere kiuso da autorità italianen 🙂 per propakanta immorale contro me che essere rappresentante di Tio in terra.
Got mit uns 🙂
firmato Benetekto il Glante.
Io spero vivamente di sbagliarmi ma credo che chi in questo momento sta esultando per la notizia dovra’ presto tornare con i piedi ben piantati per terra. Purtroppo, e anche su questo stesso blog piu’ volte si e’ affrontato l’argomento, le moltissime donne di questo scriteriato Paese gia’ devono affrontare vergognosi calvari fatti di vessazioni e quant’altro, solo per riuscire ad ottenere la ricetta per ”la pillola del giorno dopo” che e’ cosa ben diversa dalla RU486…… Solo fino a pochi mesi fa’si e’ denunciato la preoccupante situazione in cui gravano la stragrande maggioranza dei consultori italiani o peggio quanto sia mostruosamente complicato in molti ospedali accedere ad un intervento di I.V.G a causa di scarsita’ di medici non obbiettori con la conseguenza di liste d’attesa kilometriche o ancora peggio, i pellegrinaggi dal sud al nord e tutte le conseguenze che comportano….. e il famigerato federalismo leghista, in questo caso infiggera’ un bel colpo di grazia a tutte le asl del meridione. vorrei sapere da voi perche’ questa pillola arrivera’ dove altri metodi hanno avuto difficolta’. vorrei anche io credere che tutto questo possa avvenire davvero ma purtroppo non c’e’ limite all’ingiustizia ,le donne continueranno a pagarne le conseguenze….. come al solito!!!!
@Ema
Ancora con la solita cantilena del “non banalizzare l’aborto”? Ma cambiate nastro una volta per tutte! Il fatto di evitare un intervento chirurgico che in quanto tale comporta sempre dei rischi (di gran lunga superiori a quelli di una medicina, per non parlare poi del decorso) non significa banalizzare un bel niente. Il fatto di pensare prima alla propria sicurezza, alla propria vita, alla propria SALUTE, che genere di banalizzazione implica? Perchè per le donne è sempre qualcosa di negativo e di egoistico, invece quando sono gli uomini ha cercare di salvarsi la pelle o di sentire meno dolore possibile, o di correre meno rischi possibili diventa la cosa più giusta e lecita di questo mondo? E se poi la posso assumere tranquillamente a casa mia (come fanno in Francia se non ho capito male) perchè sprecare i soldi pubblici per un’inutile ricovero con quello che costa alla sanità? Diamo quel posto a chi ne ha veramente bisogno! E perchè dover stare in ospedale quando me ne posso stare tranquilla e per i cavoli miei nel mio letto senza dottori infermieri e obiettori fra le balle? A mio personalissimo avviso i commenti come il tuo stanno solo ad indicare la tipica demonizzazione a cui le donne sono tutt’ora soggette.
Per quanto riguarda la notizia: si tratterà del solito compromesso all’italiana. Magari sì, la si potrà avere, però ci saranno le solite trafile burocratiche infinite con tanto di terzi gradi inutili e ripetuti, di incontri casuali con quelli del movimento per la vita e magari con obiettori che non faranno che rallentare ulteriormente quanto di per sé già inutilmente lento e complicato. Io opterei per la capatina oltre confine e ci metterei una bella croce sopra!
I numeri! I numeri mancano. Una critica senza numeri è una critica inutile. Di un farmaco deve essere valutata l’utilità, cioè il confronto tra benefici e rischi (e le statistiche non mancano, visto che in altri Paesi questo farmaco è già in uso), non l’eticità.
Mi pongo fuori dal coro,un coro che ritengo meschinamente ideologico:ma vi siete resi conto tutti che state parlando di un diritto all’aborto e lo state paragonando a quello per gli anticoncezionali?Le due cose sono esattamente agli antipodi.La nobile corrente di pensiero dell’ateismo(a cui sono orgoglioso di appartenere)non credo che abbia come fine la soppressione della vita umana,ma anzi la sua esaltazione.Il becero,schifoso ed ipocrita femminismo ha solo rotto le palle e tutte le donne dovrebbero riflettere prima di atteggiarsi a vittime innocenti della società.
Sai, giovanni leone, hai proprio ragione. Che barba con il femminismo. Viva i maschi! I campioni del senso di responsabilita’! Propongo che nel caso, deplorevole e meschino, in cui la femmina, che e’ limitata e in fondo non e’ colpa sua, non voglia o non possa crescere un figlio non desiderato, l’alto compito educativo sia attribuito per legge al padre del bambino, che ormai e’ possibile individuare tramite l’esame DNA. E senza scappatoie, si intende, dura lex sed lex: del resto gli uomini non sono mai sfuggiti al senso del dovere verso i figli.
@giovanni leone
Quando troveranno un modo per far sviluppare il feto fuori dal grembo materno separando la vita di questo da quello della donna (immagino già le proteste della Chiesa), allora ti darò ragione. Ma per ora non è giusto dare al feto priorità rispetto alla donna che lo porta in grembo. Le donne sanno sicuramente che possono partorire nelle strutture pubbliche senza riconoscere il bambino che sarà quindi dato in adozione. Quindi l’aborto non è la sola alternativa. Ma ripeto: la vita del feto è legata a quella della donna e vedere la donna come un contenitore, un’incubatrice senza alcun diritto e senza possibilità di decisione e autodeterminazione sarebbe un grave errore. Per questo esiste una legge, la 194, che semplicemente cerca di dare equilibrio alle cose, realizzare un compromesso tra i diritti della madre e quelli del futuro bambino. Certo che se consideriamo persona l’ovocita appena fecondato, la donna tornerà ad essere un vaso di terra per far germogliare il seme dell’uomo come ai tempi di Tommaso d’Aquino.
@iging
Non preoccuparti se torniamo a prima dei lumi:
ci saranno i roghi cattolici a darci un po’ di luce.
Vorrei replicare a Sandra e ad Aldovaldo.Cara Sandra,sbagli a considerare la donna limitata,semmai è esattamente il contrario,è assolutamente superiore all’uomo perchè ha la responsabilità di coordinare tutti gli aspetti della vita sociale.Di questa responsabilità però ultimamente ha fatto un pessimo uso con questi risultati purtroppo.Come giustamente osserva Aldovaldo se il bambino non è desiderato,lo si può partorire e “abbandonarlo”presso strutture a ciò deputate;non si ha comunque il diritto di ucciderlo!Per quanto concerne il secondo aspetto concordo in pieno sulla tua proposta:non faccio discriminazioni di genere e,laddove la madre non voglia o non possa educare il bambino l’uomo deve assumersi questo compito.Caro Aldovaldo,è vero che la vita del feto e quella della donna sono legate,ma la donna può decidere,il feto no.La 194 non realizza un compromesso ma una discriminazione e regala un ennesimo privilegio alle donne che la società,a mio parere,vittimizza demagogicamente, troppo spesso.Io non vedo la donna come un contenitore,ma come l’espressione suprema della vita.Forse però le donne sono troppo egoiste per comprenderlo..
x Giudi
“E perchè dover stare in ospedale quando me ne posso stare tranquilla e per i cavoli miei nel mio letto senza dottori infermieri e obiettori fra le balle?”
Tranquilla?
Ad un certo punto ti verrà male alla pancia, dovrai andare in bagno, dove lì abortirai tutta sola!
@G.Leone
In linea d massima posso essere d’accordo quando dici che se il bambino non è desiderato,lo si “abbandonare”presso strutture a ciò deputate, quello che mi suona un po’ strano e’ la facilita’ con cui si dice “lo si può partorire”… significa tenere un bimbo nove mesi nella pancia, avere un travaglio… il parto non e’ sempre cosi’ “bello” come lo si descrive. Come l’aborto e’ doloroso, lo puo’ essere anche un parto (con tutti gli annessi e connessi) non voluto. Non scordiamocelo.
@ giovanni leone
Considera una donna che è stata violentata ed è rimasta incinta. Dovrebbe essere costretta a portare avanti quella gravidanza? Portare in grembo per 9 mesi il risultato, la prova tangibile della violenza subita? La costringiamo a nove mesi di violenza? Ad un trauma psicologico dal quale sarà difficile risollevarsi? Se fosse lei a decidere sarebbe diverso, verrebbe rispettata la sua volontà, la sua scelta. E ciò non contrasterebbe con il percorso di “recupero” delle sue forze interiori, della sua autostima, ecc. Ho voluto di proposito citare un caso estremo per farti capire che non è giusto costringere nessuno a fare una cosa che non vuole. La 194 tutela i diritti del bambino, infatti permette l’aborto entro i tre mesi ed entro i 5 mesi in casi particolarmente gravi. La Chiesa dice che la vita inizia col concepimento. Non è vero. La vita è un continuum, non inizia, può solo finire. E spetta a noi purtroppo decidere in modo piuttosto arbitrario quando l’embrione può cominciare a considerarsi essere umano. E lo facciamo mediante la legge 194.
Fai conto che scoppiasse un incendio e che dovessi scegliere tra salvare un adulto e una provetta contenente un ovocita fecondato. Chi salveresti? Ovviamente l’adulto. E se dovessi scegliere tra un adulto e un bambino di 5 anni? La scelta sarebbe molto più difficile perché sono entrambi esseri umani e tutti li percepiamo in tal modo. Interpoliamo considerando la donna e il feto che porta in grembo. La Chiesa un tempo dava priorità al feto perché non essendo battezzato sarebbe finito all’inferno (trasformato poi in Limbo e poi in Paradiso). Ma ogni persona di buon senso darebbe priorità alla madre. Questo esempio era giusto per farti capire qual è la percezione dell’individuo, percezione che si traduce nel nostro senso etico. Prova ora ad applicare il ragionamento all’aborto. La 194 risponde nel modo migliore a quella che è la comune percezione dell’individuo e il relativo senso etico. Ogni tentativo di estremizzazione non può che portare a problemi etici ben più gravi. Siamo costretti a scegliere il male minore.