In Valle d’Aosta giovani meno praticanti di tutta Italia

La ricerca Giovani allo specchio. Una ricerca in Valle d’Aosta (Milano, ed. Franco Angeli, 2008), condotta dall’Università della Valle d’Aosta sulla popolazione di questa regione, mette in luce come i giovani valdostani siano i meno praticanti di tutta Italia. Giuseppe Giordan – ricercatore di Sociologia all’Università di Padova, che ha curato la ricerca – spiega che “il loro rapporto con la religione è estremamente problematico: si identificano a livello etnico-culturale con il cattolicesimo, ma presentano un tasso di secolarizzazione molto alto e non partecipano ai riti”. Solo il 15,7% dei giovani valdostani ad esempio assiste regolamente alla messa domenicale (rispetto al 21% della media italiana). Le parrocchie rimangono “centro di aggregazione e riconoscimento comunitario”, ma “le vecchie agenzie di socializzazione non funzionano più”. La ricerca è stata condotta tra 2006 e 2008 su circa 4.000 studenti delle scuole superiori.

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28 commenti

Fede

Il 21% dei ragazzi italiani va regolarmente a messa?
Oddio speravo fossero almeno al di sotto del 10%.

Andrea77

In Italia il cattolicesimo non è solo religione, ma un fatto culturale identitario. Ecco perchè molti che per il loro comportamento non si dovrebbero definire cattolici, in realtà si definiscono tali. Ed è anche uno dei motivi per cui l’autorità religiosa della chiesa cattolica è così forte: questione di numeri.

Gustavo Dandolo

@Fede
Credo che “regolarmente” per il 21% della “media italiana” significhi a natale e a pasqua

N2RT

Bisognerebbe far capire che a quale fattore culturale identitario si adferisce quando si parla di cristianesimo. A conoscere la storia della Penisola, si scopre che l’identità cristiana ha fatto non poche vittime nel Paese. Una su tutte l’inquisizione. Ma ci si può metter dfentro di tutto, dalla distruzione dei templi antichi a quella delle statue (quanti edifici ci sarebbero ancora come il Pantheon se non ci fosse stata l’opera di spoliazione di tutto ciò che era “pagano”???), gli accordi per saccheggiare Roma e l’Italia da parte di stranieri, l’evangelizzazione forzata contro qualsiasi libertà personale, la schiavitù, l’opposizione nei confronti di aborto e divorzio, nonchè riguardo i referendum più recenti, gli sfratti nei confronti di indigenti o di famiglie nel Comune di Roma, le pretese di presenza forzata negli edifici pubblici, la conversione nei paesi del terzo mondo dando in cambio viveri e medicine,…. Ce ne sono di cose….. Davvero è a questo che un giovane vuole fare riferimento????

Spesso sento persone che dicono di sentirsi cattolici come tradizione culturale: poi mi tirano fuori il Rinascimento, il Risorgimento, il Diritto Romano…..
Senza rendersi conto che non c’entrano un granchè con la tradizione cattolica…

Ci vorrebbe maggiore informazione, ad iniziare dal fatto che la religione cristiana è una religione tra le più recenti, giovane ed importata dal medioriente, e che la “donazione di Costantino” è un falso storico di portata COLOSSALE e che la Bibbia va considerata mitologia e non storia (certo che se uno ci vuole credere, può anche farlo), come molte altre affermazioni, dall’esistenza (non storicamente provata) di Gesù ai primi martiri (chissà perchè alcuni si chiamavano Sant’Apollo, Santa Venere, Santa Diana….), e che la religione cattolica è stata costruita ad hoc in base al luogo in cui si trovava, adattandosi di volta in volta secondo le necessità: poi mi vengono a parlar male della New Age… Ma perfavore!

Chiedo venia per lo sfogo….

piero

a trieste il dato provinciale è del 10%, battiamo Aosta!! (finalmente questa città ha qualscosa di cui andare fieri!)

Barbara

@N2RT

Hai ragione ma fino a che i politici di destra e sinistra,i mass-media ci boicottano facendo il servi ossequosi nei confronti del Vaticano la nostra lotta sarà dura,ma comunque dobbiamo andare fino in fondo!!

Stefano Bottoni

“La ricerca è stata condotta tra 2006 e 2008 su circa 4.000 studenti delle scuole superiori”

Ah, ecco l’arcano! La dimostrazione di come l’istruzione stemperi le nebbie della superstizione. Infatti, se andiamo a guardare le statistiche riguardanti le persone che più assiduamente assistono alle messe e alle processioni, troviamo in stragrande maggioranza persone dalla bassa scolarizzazione.
Sarà per questo che b16, non molto tempo fa, ebbe a criticare la “sete di conoscenza”?
(domanda retorica)

Giacomo

mi pare strano che il 21% dei giovani italiani vada a messa, pensavo/speravo fossero meno, non è che il numero è gonfiato?
ciao a tutti
G.

cesare

Il dato statistico considerato isolatamente forse non dice granchè. Ma se visto in parallelo con il livello di istruzione (come è stato accennato in un post precedente) e con il livello di benessere, che probabilmente in Val D’Aosta è più elevato che nel Mezzogiorno, forse ci potrebbe anche far pensare che dove c’è più benessere e più istruzione, lì c’è anche meno superstizione. Ovvero che dove c’è più miseria e ignoranza lì la superstizione trova ampio pascolo.

Miao

Nel mio paese di 4000 abitanti c’è un istituto comprensivo e una sola parrocchia.
Tenendo conto che nell’istituto comprensivo ci sono 2 sezioni per ogni classe, con una media di 25 alunni ci dovrebbero essere almeno 400 bambini in età scolare. Cui vanno a sommarsi i ca. 75 della scuola materna e i circa 250 che vanno alle superiori. In altre parole circa 700 giovani.
Tutte le volte che ho assistito ad una funzione religiosa nell’unica parrocchia del paese non ho mai contato più di una trentina tra giovani, adolescenti e bimbi.
Altro che 140 giovani… che da soli riempirebbero la chiesa.

E vi parlo del cattolicissimo abruzzo…

Saranno statistiche fatte al rovescio? Partendo da un risultato noto cerco un campione che lo soddisfi.

Chinsky

Mi piacerebbe che un sondaggio riguardo l’istruzione i valori e il rapporto con la religione venga condotto su tutti i giovani d’Italia. Anonimo, chiaramente.
Sono sicura che i dati darebbero belle sorprese.. anche perchè il 21% dei giovani non va regolarmente a messa, basta guardarsi attorno per rendersene conto. Neanche i ciellini ci vanno piu’.

Chinsky

Errata corrige: mi piacerebbe che un sondaggio “venisse” e non “venga”..

Otto Permille

La VdA è una delle regioni con il più alto tasso di benessere (anche immeritato, visto che è un benessere a spese dei contribuenti delle altre regioni). Più le persone stanno “da dio” e più se ne impipano della religione. Per questo è assai probabile che la più alta concentrazione di atei sia in vaticano. Li ci si gode la vita ancora di più che non nella VdA.

Giacomo

P.S. una massima di paolo villaggio che ho letto in questo sito recitava:
dubito che una persona intelligente come il papa creda in dio…..

Rothko61

“il loro rapporto con la religione è estremamente problematico: si identificano a livello etnico-culturale con il cattolicesimo, ma presentano un tasso di secolarizzazione molto alto e non partecipano ai riti”.

Mi rendo conto che sintetizzare in poche righe una ricerca sia difficile ma le parole virgolettate mi lasciano perplesso.
Innanzitutto, posso comprendere l’identificazione culturale ma mi riesce arduo capire come ci si possa identificare con il cattolicesimo a livello etnico!
In secondo luogo considero la secolarizzazione, termine che tutti pronunciano con accezione negativa ed espressione schifata, una delle esperienze più positive degli ultimi anni.
Terza e ultima considerazione, credo che si debba chiarire cosa si intende per “partecipare ai riti”. Se significa semplicemente entrare in chiesa, allora forse i dati sono attendibili. Se vuol dire ascoltare le letture, pensare alle litanie che si ripetono a memoria, ascoltare l’omelia, ecc. ecc., allora credo che anche tutte le altre regioni siano su livelli molto più bassi.

Aldovaldo

La colpa è dei capelloni, delle minigonne, del grammofono e aggiungerei dei telefonini, di internet, della playstation, della tv, degli mp3. Insomma con tante cose interessanti da fare chi vuoi che vada più a perdere un ora di tempo in chiesa ad ascoltare sempre le stesse prediche che non convincono più nessuno? E’ la secolarizzazione Razzinga, e tu non ci puoi far niente!

Vassilissa

Purtroppo non è così vero che dove si sta bene si crede di meno. Sto pensando all’Alto Adige dove c’è un buon tenore di vita ma la religione è molto presente.
Ma forse lì c’è il fattore identità.

Aldovaldo

@Vassilissa
In linea di massima è così, salvo eccezioni. Anche negli USA il senso religioso è maggiore nella parte centrale più povera, meno istruita. In Italia credo che al sud il senso religioso sia molto più forte che al nord.

MicheleB.

Identità è una parola grossa e spesso usata a sproposito: moltissime delle nostre abitudini collettive sono soltanto questo: abitudini. Un’ abitudine culturale non porta necessariamente ad una identificazione; si fa anche solo perchè “si fa”, perchè “sta bene”, perchè è “normale”
Compreso l’andare in chiesa la domenica. Bisognerebbe poi vedere in che modo questi sondaggi misurino la pratica religiosa.
OT: questa mattina ho spedito la richiesta di sbattezzo. Meglio tardi che mai. Anche questo fa statistica.

giancarlo

Beh, quando ero poco più che adolescente andavo in chiesa per seguire ed incontrarmi con le ragazzine finita la cerimonia religiosa.
Ma parlo di quaranta anni fa…
Chissà forse qualcuno lo fa ancora!

stefano

ricordiamoci che la Val d’Aosta risente di un marcato influsso culturale francese e si sa che oltralpe il cattolicesimo ha sempre avuto vita dura.

bardhi

@Vassilissa

in Alto Adige pero c’è da distinguere fra citta e paese, in una delle chiese degli quartieri con maggioranza etnia italiana il percentuale degli giovani alle messe di domenica è ancora piu bassa, circa 5%, nel quartiere a maggioranza tedesca l’età media scende leggermente.
Non conosco bene la situazione negli paesi ma sembra che la partecipazione degli giovani è piu alta. Qua e da fare una considerazione pero, i giovani di città preferiscono la gita fuori porta alla messa quelli degli paesini si trovano gia “fuori porta”……..
anche se riconosco che “Gott, und Heimat” per vari motivi è ancora presente in Sudtirolo

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