Caso Englaro, Sacconi insiste e rilancia

Il ministro del lavoro Maurizio Sacconi ha prontamente risposto all’amministratore della casa di cura “Città di Udine” e, soprattutto, al giudice Filippo Lamanna, che avevano ribadito la disponibilità ad accogliere Eluana Englaro (il primo) e l’esecutività del provvedimento di interruzione dei trattamenti forzati inflitti alla donna (il secondo). Intervistato a Bruxelles, Sacconi ha dichiarato che “certi comportamenti difformi da quei principi [quelli contenuti nel suo atto di indirizzo, NDR] determinerebbero inadempienze con conseguenze immaginabili”.

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25 commenti

Kaworu

non potrebbe iniziare a lavorare il ministro del lavoro?

così, giusto per dare il buon esempio anzichè perder tempo a rompere gli zebedei.

Otto Permille

Al tempo del fascismo i cognomi dei gerarchi finivano spesso in “acci”. Forse tale desinenza serviva a terrorizzare il popolo (Farinacci, Bombacci…). Adesso i cognomi dei nuovi gerarchi finiscono in “oni” (Berlusconi, Veltroni, Sacconi…). Segno di tronfia supponenza? “oni” come “pall… oni” (gonfiati)? Oppure come…

TalebAteo

il vero volto degli integralisti: minacce, ritorsioni, violenza

proprio come quando nel medioevo ti tagliavano la testa e poi chiedevano a loro dio schifoso di perdonare la TUA anima

bisogna resistere con ogni mezzo: il medioevo non devo tornare

stefano

ma se sul fatto si è già espressa la cassazione e la corte costituzionale,le autorità giuridiche di più alto grado in italia,che presupposti ha per tali minacce?

eraldo

Papà Englaro, secondo me, dovrebbe far cessare il martirio della figlia staccando il sondino a casa propria e, immediatamente dopo, denunciare il ministro per vergli impedito di operare in una struttura pubblica. Di fronte ad una sentenza definitiva della Cassazione l’operato del ministro costituisce un vero e propio abuso di potere. L’Uaar dovrebbe pubblicamente associarsi nella denuncia di quel mascalzone ponendo la sua struttura legale a disposizione di Englaro

stefano

tutto rientrato.
la giustizia almeno stavolta vince.
e Sacconi se lo piglia in c. lui e i suoi mandanti di nero vestiti.

antonietta

sacconi, ministro del lavoro, andasse a lavorare: a zappare, guadagnandosi il pane con il sudore della fronte, come prescrive il suo dio invece di minacciare le persone buone che già hanno tanto da pensare e da soffrire

watchdogs

non si potrebbe nutrire forzatamente sacconi finché non scoppia?

pastafarian

non si potrebbero denunciare le persone che tentano di opporsi alla sentenza della cassazione per istigazione a delinquere?

TalebAteo

OT:
lo so che sono un piantagrane e che e’ OT, ma se leggete le notizie vedete cosa ci stava a fare a Bruxelles questo individuo: era li’ che a caldeggiare una certa leggina che portava l’orario di lavoro max settimanale da 48 a 65 ore. Ed uno che vuole tornare al periodo nero della rivoluzione industriale, quando i ragazzini nelle miniere lavoravano 14 ore al giorno e schiattavano sotto i carrelli, viene a fare la morale ad una nazione.
Con minaccie in stile mafioso, per giunta.

Sara

Che fascisti, fatti e finiti. Siccome sanno di non avere ragione e di avere pure tutti contro (a parte il vaticano, ovviamente), passano alle minacce per farsi grossi. Davvero, che paese miserabile che è diventata l’Italia.

Bruno Moretti Turri

Il ministro del “lavoro” è un fannullone a 14.000 euro al mese, che va in pensione con 2,5 anni di anzianità di fannullonismo.

E noi paghiamo…

San Gennaro

Da anni e anni si aspetta una legge in materia.
Nel giro di 1 sol giorno il ministro si sveglia dal letargo ed emana un atto di indirizzo (?!).
Non per venire incontro ai bisogni del popolo.
Non per pietà verso una sfortunata persona.
Ma per mostrare la propria deferenza ai vatiCANI;
per mostrare il cipiglio del potere
e ringhiare contro chi glielo minaccia.
Per far tintinnare una ritorsione stile mafioso
contro una clinica dalla schiena diritta.
Per costipare i sudditi vaticaliani
nella salamoia cattomafiosa.
Possiate trascorrere i vostri ultimi 20 anni
in compagnia di tubi, flebo e sondini;
non in coma vigile o vegetativo,
ma ben coscienti, e inchiodati
a un capezzale degno di un fachiro.

El@nS

Ma chi, Sacconi? Quello cui Marco Biagi aveva scritto una lettera lamentandosi di non avere una scorta adeguata e chiedendogli di intervenire con la massima urgenza con il Prefetto di Roma e il Ministero dell’Interno perché questa venisse trasformata in una “scorta vera e propria”? Togliere una scorta e’ piu’ facile di togliere un sondino….

piero

fascisti: o si fa come vogliono loro o si fa come vogliono loro

sti.ca1970

sacconi, sacconi….
perchè non vai a vendere un pò di panettoni?
Perche non ti dedichi al volontariato…
facci un bel regalo, sacconi, togliti dai c…..i!!
E’ volgare, ma è quello che penso.

Sergio

Nessuna pietà e rispetto per una famiglia, nessun rispetto di un corpo ormai e definitivamente spento, diventato per una Chiesa un simbolo di lotta per ribadire che comanda lei. Un pretesto puro, una questione di principio e di potere.
Io sono convinto che nessuno, ma proprio nessuno di quelli che vogliono impedire l’«omicidio» di Eluana sarebbero disposti ad accudirla anche una sola settimana. Questo ingrato compito è delegato ai professionisti, ai professionisti del dolore, del masochismo, cioè alle suore (che lo fanno con piacere, dicono).
La suora che accudisce Eluana potrebbe ritenersi profondamente offese da queste parole. Le direi che i costi per le cure assurde prestate a quel corpo inerte (che non è più una persona) avrebbero salvato la vita di tante persone.

mauro cassano

Da parte del ministro Sacconi si adotta un comportamento che oltre ad esorbitare dalle sue funzioni, può compromettere seriamente il principio di marca liberale della separazione dei poteri (Montesquieu, tanto per intendersi, nell’Esprit des lois asseriva che “pour qu’on ne puisse pas abuser du pouvoir il faut que, par la disposition des choses, le pouvoir arrête le pouvoir). In questo caso si vorrebbe prevaricare sul potere giudiziario assoggettandolo a quello esecutivo. Ma ciò cozza con il dettato costituzionale da cui si evince claris verbis che i giudici sono soggetti soltanto alla legge (art. 101 Cost.). Il fatto di lasciare immutato il quadro costituzionale, facendo pressioni sui vertici delle cliniche, costituisce un atto minatorio degno di una cosca mafiosa (ben si comprende chi, come Marco Travaglio, preferisce adoperare l’espressione “cosca” in luogo di “casta”) piuttosto che di un ministro della Repubblica, rispettoso delle leggi esistenti. La Cassazione non ha inventato alcuna norma giuridica, né ha introdotto l’istituto dell’eutanasia (che pure si armonizzerebbe con la Costituzione e con le leggi ordinarie a patto che il comportamento del medico – in presenza di chiare ed esplicite condizioni – fosse scriminato dagli artt. 579 e 580 cod. pen.; ma questo è un altro discorso) e l’autorizzazione alla cessazione delle cure per la signora Englaro è in linea con il dettato costituzionale, in particolare con gli articoli 13 e 32, relativi il primo alla libertà personale che è inviolabile (e in essa è ricompreso il diritto all’autodeterminazione del soggetto in ogni fase della sua esistenza), il secondo disciplinante il diritto alla salute: in particolare quest’ultimo costituisce un corollario del primo prevedendo che:

“[…]
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non per disposizione di legge.
La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

Lo Stato deve, orbene, arretrare quando la volontà dell’individuo si provi si sia formata in modo libero e incondizionato e sia possibile – come nel caso della signora Englaro -ricostruirla in sede giudiziaria. E’ certo difficoltoso per i giudici decidere in assenza di un quadro normativo più chiaro, ovvero in mancanza di una legge regolatrice del testamento biologico (o carta di autodeterminazione o volontà anticipate – trovo che la polemica del filosofo Possenti sull’espressione “testamento biologico” sia un’inutile micrologia). Ma occorre rammentare che in Italia è stata ratificata nel 2001 la Convenzione di Oviedo che espressamente allude all’autodeterminazione del paziente. Sarebbe opportuno che fosse sviluppata meglio e che il contenuto di detta convenzione fosse meglio specificato, ma ciò è compito del Parlamento, che sul punto da troppi anni “nicchia”.

Massi

Altro che “equilibrio dei poteri”, le leggi per loro sono sempre a personam (per gli amici e per i nemici), perché “loro sono la legge”.
Ma questo a ben guardare consegue dalla deriva dei partiti, ormai diventati tutti personali (di un qualche “uomo della provviudenza” di turno) e quella è conseguente a sua volta del dominio che le immagini masmediatiche sono capaci di sovrapporre ai contenuti: come per la pubblicità (di cui vivono): non importa dire bene o male dell'”oggetto” propagandato, l’importante è dirne bene il nome.
Ovviamente, con questo veltrusconalismo involutivo la destra ci va a nozze (e ne cresce a dismisura).
Ma cosa c’incastra la sinistra?

Bruno Gualerzi

Titolo, più o meno, di un tg di poco fa (Rai o Mediaset non ho fatto caso, tanto…):
“Miracolo. In coma come Eluana, si risveglia e torna a vivere”. E chi vuol capire capisca…
Questo nel titolo non c’era, ma il messaggio poteva essere meno chiaro?

fab

Sono i comportamenti di Sacconi a essere difformi da quanto stabilito dalle sentenze. Possibile che per lui non ci sia alcuna “conseguenza immaginabile”? Tipo La Russa che gli vomita in faccia fino a fine mandato?

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