Secondo uno studio comparativo internazionale sull’appartenza religiosa, elaborato dalla fondazione no profit tedesca Bertelsmann Stiftung in 21 paesi (che ha coinvolto 21.000 persone, di cui 1.000 in Italia), l’89% degli italiani si dichiara cattolico (il 44% “profondamente”), anche se nelle scelte di vita tende ad allontanarsi dalle direttive della Chiesa – specie per le questioni sessuali, etiche ed educative (solo il 42% afferma che la fede influisce sull’atteggiamento personale verso la sessualità).
Il 55% dice di recarsi a messa almeno una volta al mese e il 47% di pregare una volta al giorno. L’85% crede in Dio e il 67% nella vita dopo la morte. Anche tra i giovani sotto i 30 anni vi sarebbe una diffusa religiosità (più della media della componente anziana). I dati forniscono l’immagine di un paese profondamente religioso (in Europa sarebbe il primo), su livelli simili a quelli di Usa, Polonia e Spagna, rispetto a quelli più secolarizzati (Francia, Austria, Germania, Gran Bretagna, dove i religiosi sarebbero il 60%-70%).
Il dottor Martin Rieger, che ha partecipato allo studio, afferma che la religiosità italiana ha un “profondo radicamento strutturale” e che “è possibile supporre che, anche in futuro, la società italiana continuerà con la massima naturalezza a essere religiosa”. Enzo Pace, docente di sociologia delle religioni presso l’Università di Padova, avverte: “Benché gli italiani continuino a sentirsi cattolici, solo una minoranza può essere identificata come rispondente alla figura ideale del cattolico. […] Il cattolicesimo costituisce, in senso stretto, la religione di una minoranza alla quale fa capo un terzo degli italiani. Intorno a questo nucleo, che con il passare del tempo va configurandosi come il nocciolo duro del cattolicesimo militante, si dispongono, in cerchi concentrici sempre più ampi, altre figure rappresentative della modernità religiosa, le quali, pur avendo mantenuto alcune caratteristiche del retaggio cattolico, risultano più vicine all’ideale del fedele indipendente”.
Commento al titolo di presentazione sul risultato di questo studio: “Italia paese più religioso, almeno esteriormente”.
Titolo più che corretto dovendo rispecchiare ciò che emerge dalla ricerca… ma ritengo che questa ‘esteriorità’, reale dal punto di vista della testimonianza di fede in una religione, in realtà non sia per niente tale se la si analizza dal punto di vista della mentalità religiosa. Del resto, la dimensione superstiziosa, nella quale si identifica in genere questa esteriorità, cosituisce pur sempre lo zoccolo duro di ogni religione praticata.
Diverso il discorso sulla religiosità intesa come ‘ascolto’ dei tanti paradossi connaturati alla condizione umana.
Cari i miei ricercatori,
dovete sapere che noi ci coltiviamo la serpe in seno!
Eh sì, abbiamo in casa nientepopodimeno che il rappresentante di dio in terra.
Ora, questo dubbio privilegio produce un qualche effetto che è inutile stare a ricercare con indagini raffinatissime nel campo sociologico.
Sapete, basta che il suddetto rappresentante una mattina starnutisce prima di colazione che lo sentiamo direttamente al nostro tavolinetto. Ci verrebbe di dirgli: “Salute!”, ma ecco che gli parte pure un bel ruttino, che, anche quello, subito registriamo tra gli eventi considerevoli del giorno, e ci chiediamo: “Non sarà mica un messaggio che viene direttamente dall’alto?”.
E poi te lo vedi circolare per istrada, commentare qualsiasi evento e circostanza, ammonire che i corretti comportamenti li conosce solo lui e che voi non siete che pezzi di m… da coltivare con attenzione.
Insomma, una disperante presenza di cui liberarsi è ben difficile.
E allora ci arrendiamo, diventiamo più convinti di lui della verità di quello che ci racconta, e allora la nostra vita civile si modella sulle di lui convinzioni, e restiamo ancorati a quelle dubbie certezze.
Piuttosto, perchè non ci aiutate a capire cosa fare per spedirlo da qualche altra parte sulla faccia di questa piccola terra?
In fondo, anche gli altri cattolici del mondo avranno un po’ il dovere pure loro di sorbirselo, no? Sempre a noi tocca il fardello?
Perchè non facciamo un po’ a turno?
Con tanti ringraziamenti, a ben rivederci…
Bellissimo: “l’89% degli italiani si dichiara cattolico” … poi … “L’85% crede in Dio e il 67% nella vita dopo la morte.”
a costo di essere monotono…
guarda caso gli stati piu’ secolarizzati sono quelli in cui la qualita’ della vita e’ migliore, mentre quelli ancora religiosi, ma ormai proiettati verso la laicita’, con oculate scelte politiche antioscurantiste (vedi Spagna) registrano un miglioramento della qualita’ della vita.
Il parametro per misurarla, ancorche’ non del tutto esaustivo (come potrebbe esserlo un arido numero?) e’ l’indice di sviluppo umano,
http://it.wikipedia.org/wiki/Indice_di_sviluppo_umano
non certo il pil, che piace tanto a quelli che volevano portare l’orario di lavoro settimanale a 65 ore… e che se magnano i 3/4 del pil, lasciando alla gente il tempo libero ed i soldi strettamente necessari per “rendere grazie a dio e cantarne le lodi”.
Leggermente OT, ma non troppo, segnalo questo articolo apparso sul Manifesto di due giorni fa (http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2008/mese/12/articolo/43/?tx_ttnews%5BbackPid%5D=16&cHash=07b6f12f64) a proposito della benedizione natalizia alla scuola di Concorezzo (Mi), a cui parte del collegio docenti si era opposta, purtroppo invano, essendo minoranza.
L’Italia è un paese superstizioso. Ed il cattolicesimo è capace di soddisfare questo bisogno di superstizione. Ai più fa sentire bene, anche se poi gli italiani sono dei prodigi a credere in una cosa per poi agire in tutto altro modo. L’Italia è eraclitea, ovvero l’emblema di molte contraddizioni.
Ma i mille italiani intervistati dove li hanno trovati? nelle stanze del viminale? o hanno fatto le domande per telefono e hanno beccato tutte le ultraottantenni d’italia?
Questo studio dimostra soltanto che l’unico criterio serio dal punto di vista LAICO per valutare la religiosità delle persone o delle comunità è quello della PRATICA, non della dottrina o della professione di fede.
In Italia si può continuare a parlare di maggioranza cattolica solo perché ormai perfino le gerarchie considerano la pratica religiosa un aspetto secondario rispetto ad altri fattori, come l’identitarismo politico conservatore, o il pagamento dell’ 8 x mille. Si capisce quanto sia diventato facile essere considerati cattolici dal fatto che per questo anche solo lasciarsi sfilare il portafoglio dalla tasca è sufficiente.
I dogmi vacillano ed ecco perchè tutti i potenti, tra cui Fini che ho visto ieri al tg presentare un libro del famosissimo “filosofo” (scherzo ovviamente) Aznar, sul pericolo del RELATIVISMO…mah
Io pensavo che il pericolo attuale dell’occidente fosse il razzismo e la regressione verso regimi e censure..specialmente in Italì
E l’indifferenza (atteggiamento tipicamente cattolico di fronte alla cosa pubblica repubblicana: il contrario dell’asservimento dello Stato alla CCAR) a che anello va collocata?
Per l’appunto solo esteriormente: esposizione di crocifissi di tutte le dimensioni ed in tutti i luoghi, immagini di cristi, madonne, santi di vario genere e natura, riti, rituali, messe, processioni etc etc etc. Poi se ai cattoltalebaniteopitechi se gli fai una domandina sul Vangelo, non sanno risponderti! Tranquilli cari fedeli, il vostro Dio non guarda nel vostro cuore, ma nei vostri atteggiamenti. Andrete tutti in Paradiso. Garantito!
Chiedere a una persona se è religiosa è una perdita di tempo. E’ molto più utile osservare come si comporta. – Ludwig Wittgenstein-
Tanti si reputano cattolici, ma non si comportano da tali.
Allora non sono cattolici! Forse qualcuno dovrebbe informarli…
@Danx
e dico mai, mai nessuno che urli cio’ che va urlato contro l’ASSOLUTISMO?
Certo, scrittori importanti e, direi, sempre illuminati, ne hanno parlato, ma in tv, sui giornali si da solo eco ad un vecchio sclerato che va contro il relativisimo. E la cosa triste e’ che ha seguaci. Proprio come nei regimi totalitari, fondati sull’assolutismo.
“Anche tra i giovani sotto i 30 anni vi sarebbe una diffusa religiosità (più della media della componente anziana”
Allora come mai c’è il calo delle vocazioni?
@ mangiapreti:
non mi stupisce: quando ero adolescente mi definivo “praticante non credente” (se non andavo a messa la mia mamma si metteva a piangere).
La forza del ricatto sociale in Italia è fortissima: credo che nei paesini la gente vada in chiesa soprattutto perchè non andarci significa automaticamente esporsi come non inquadrato.
ecco spiegato l’89% di cattolici contro l’85% di credenti
@ Mangiapreti scrive:
Bellissimo: “l’89% degli italiani si dichiara cattolico” … poi … “L’85% crede in Dio e il 67% nella vita dopo la morte.”
Credo che tu abbia colto nel segno la fallacita’ di questo sondaggio/ricerca.
Spesso i risultati di queste ricerche sono falsati a seconda dei desideri del committente/esecutore. Tanto e’ che su Wikipedia si legge questa critica alla fondazione Bertelsmann Stiftung (che e’ finananziata dall’omonimo “media conglomerate”)
“Especially in Germany, the Bertelsmann Foundation has been subject to criticism for their engangement in the political field. Their engagement in politics is an explicit part of their agenda, and they have been active especially in educational politics and labour politics, where they became well known for promoting neoliberal ideas such as an increase of competition in education and research and for the introduction of tuition fees to the German university system.[4][5] While conforming with right-wing ideals, the foundation has been accused of by civil rights movements of channeling their concepts into reforms of public universities in order to eliminate traditional values such as free access to education and academic autonomy.”
Italia paese più religioso d’Europa.
E, non a caso, il più arretrato.
@ piersky
Il sondaggio non è poi così incomprensibile (dal momento che dio non esiste ma la Chiesa si): hai presente gli “atei devoti”, quelli che non credono in dio ma a cui va tanto bene “la tradizione” (il regime garantito dalla fede nell'”assoluto”).
@Mangiapreti
“Bellissimo: “l’89% degli italiani si dichiara cattolico” … poi … “L’85% crede in Dio e il 67% nella vita dopo la morte.””
Aggiungo: solo un italiano su tre devolve l’8×1000 alla Chiesa
L’ipocrisia di molti italiani si taglia a fette… e si vende a prezzo di costo.
Scusatemi…..ma secondo voi, l’ipocrisia esiste solo nel mondo dei credenti, nella Chiesa? Nel mondo ateo, no? Tutti santi?
@ rody74
è la pretesa di santità a generare l’ipocrisia.
Non credo che tutti i credenti si credano santi……..non farei di un’erba un fascio. Ci sono credenti che, proprio alla luce della loro fede, si vedono peccatori.
Cioè, voglio dire, per chi veramente ha fede, il confrontarsi con il Vangelo lo porta a vedere i propri limiti e le proprie mancanze e di qui a comprendere e non a criticare gli sbagli del prossimo…..il vero cristiano è questo. Forse c’è chi si crede santo perchè frequenta la Chiesa, ma non credo che tra i credenti non ci sia anche chi, proprio perchè si confronta con il Vangelo, non si vede peccatore e tutt’altro che santo.
… si chiamano sensi di colpa.
… inducono all’obbedienza.
… e sono diretti dall’alto verso il basso.
E’ la famosa “chiesa di popolo” di cui parla ruini. Ipocriti, conformisti, con un’infarinatura religiosa molto simile alla superstizione che viene dalla parrocchietta dove hanno giocato da bambini. Chiedigli se credono veramente che il pane e il vino diventino corpo e sangue di cristo durante la messa (si chiama transustanziazione ma è difficile che lo sappiano). Ti risponderanno: ma che c…o c’entra, ma cosa vai a tirar fuori…
Anche ruini sa bene chi sono, ma non gliene frega niente, anzi va meglio così. Altro che cristiani adulti! Bambini scemi devono restare. Così voteranno per il nano, pagheranno l’ 8X1000, battezzeranno i bambini e via andare.
Il cristiano che crede nella misericordia infinita del suo Signore non deve farsi prendere dal senso di colpa…..ma affidarsi a lui. Questo, si, porta all’obbedienza…..al suo Signore (e quindi alla Chiesa), ma perchè crede che questa obbedienza è la sua salvezza….
@ cesare
io si, ci credo alla transustanzazione nelle specie eucaristiche……
roby74 mi dà lo spunto: di tutto quell’impressionante 89% quanti credete che saprebbero spiegare che cos’è la transustanziazione, dogma inevitabile per un cattolico? Secondo me, non più del 20%, esagerando.
Dato che dire di credere in qualcosa senza sapere in che cosa è mentire, stimo che un 15-18% degli italiani possa realisticamente affermare di essere cattolico. Per gli altri credo che bisognerebbe inventare un aggetivo su misura.
@ roby74
Dai, intrattienici un po’ sulla chimica della transustanziazione.
@Giorgio & roby74
Io quel parolone non lo avevo mai sentito nominare (transustanziazione), e mi sono prontamente documentato.
Ma come è possibile che un’ostia, si possa trasformare nella carne di qualcuno mai esistito (Gesù)?
Non è un paradosso?
E’ un pò come dire, che facendo un certo rito, riesco a trasformare un pezzo di pane nel legno con cui è stato costruito Pinocchio da Geppetto, cosa impossibile, visto che non è esistito Pinocchio.
Ciaoa tutti
@ Andrea
Vorrei fosse chiaro che la mia richiesta era volutamente sarcastica.
A me tutti questi storici antichi “per sentito dire”, gli statistici da mercato rionale e questi teologi improvvisati da wikipedia fanno sganasciare dal ridere…
La chimica della transustanziazione è fantastica…
@ roby74
c.v.d.
si parla di cattolici à la carte 🙂 chiaramente, gente che va alla messa ma divorzia tranquillamente o abortisce altrettanto allegramente.
una religiosità appunto esteriore, di facciata solo per non passare male con il vicino di casa.
@roby74
certo che c’è ipocrisia anche tra gli atei; pensa agli “atei devoti” stile Zichichi o Ferrara, sono proprio quelli che piacciono a voi cattolici…
@ fab
questo vuol dire che, secondo te, si è cattolici solo se si sa esattamente cosa è la transustanzazione (cosa che neanche i teologi secondo me conoscono fino in fondo)…….e non se, per caso, si ha una mentalità evangelica?
robi 74,
sei l’unico cattolico che non è entrato nei blog insultando e volendo insegnare a noi ateacci quant’è bello credere. te ne riconosco il merito e ti ringrazio per la tua discrezione e cortesia
Per me però sono tutte superstizioni (a livello di fede personale) e giochi di potere (a livello istituzionale)
ciao
X roby 74
visto che la faccenda della transustanziazione ha avuto un certo seguito di interventi qui nel blog ti propongo un altro quesito: se chiedi ai cristiani ruiniani (la “chiesa di popolo”) che cos’è il dogma dell’immacolata concezione cosa pensi che ti risponderanno? Scommetto che i più ti diranno: significa che la madonna è vergine. Tu sai bene che non è così, ma credo che nè a loro interessi molto saperlo nè a ruini che lo sappiano.
@roby74
1) Per me, si è cattolici se si sa che cos’è il cattolicesimo.
2) Se i dogmi sono inutili per essere cattolici, davvero non si capisce che ruolo possano avere, in assoluto.
3) Sapere non è capire; infatti, si può sapere che cos’è la transustanziazione, come anche una formula chimica o gli scacchi, senza per questo capirla.
4) Dato che o si è una cosa o non la si è, la transustanziazione non è qualcosa da capire, ma soltanto da esporre a parole.
5) Anche se la comprensione fosse un’attività adeguata alla questione, i teologi non mi sembrano le persone più adatte per capire alcunché e pazienza se si offendono.
oh beh gli italiani sono cattolici à la carte.
del resto ho una collega di università cattolicissima.
cattolicissima perchè non ha abortito.
ma non abbastanza cattolicissima da aspettare il matrimonio prima di perdere la verginità.
scommetto quel che volete che si sposerà con l’abito bianco (e il bambino che porterà le fedi) 😆 giusto per ribadire l’illibatezza. forse non ha capito di quali buchi però.
sempre che prima non metta il bambino in lavatrice e finisca in galera, dato che mi han detto che si sta un po’ pentendo di questa scelta.
ma ognuno sceglie le rogne da grattarsi del resto 😉
… però “siamo belli dentro” (sorriso).