Uno studio pubblicato sulla rivista The Journal of Experimental Social Psychology ripropone ancora una volta l’annosa controversia dei rapporti tra scienza e religione. La nuova ricerca, condatta da Jesse Preston e Nicholas Epley, formula l’ipotesi che l’opposizione sia in qualche modo automatica, in quanto prodotta da differenti meccanismi cognitivi. Secondo questa interpretazione, religione e scienza sono destinate a restare perennemente in competizione sulle risposte da dare ai grandi interrogativi della vita, con la religione che tende a fornire le risposte (inevitabilmente irrazionali) alle domande a cui la scienza non sembra (ancora?) in grado di rispondere.
Scienza e religione, il contrasto è automatico?
24 commenti
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Beh, Schopenhauer ci era arrivato già da un pezzo…
O SI PENSA O SI CREDE
Prima ancora che nel merito (ossia, se la scienza sia o meno in grado di affrontare certe domande), il contrasto insanabile riguarda il metodo: la scienza cerca risposte che non sono mai definitive e sempre soggette a verifica, l’esatto contrario della religione che fornisce risposte non verificate e supportate solo dall’autorità.
interessanti
le risposte ‘inevitabilmente irrazionali’
su cose di cui nessuno sa nulla di nulla,
a cominciare dalla loro stessa esistenza.
un’ipotesi scientifica, per essere considerata tale, deve dare la possibilità di essere confutata almeno nelle sue ipotesi ausiliarie, i dogmi, al contrario, per definizione non possono venire confutati e vanno quindi accettati così come sono.
più semplice di così…
Sancendo i dogmi, ed affermando che a dio niente è impossibile, la religione ha rifiutato tutto il resto.
Non credo di capire.
Per me è solo una questione di metodo, accettare il metodo scientifico o no.
L’opposizione è automatica sul metodo
La scienza è progredita solo da quando ha applicato sempre il metodo scientifico.
Mi sembra che nessuna religione proceda con questo metodo.
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
« Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato. »
(Albert Einstein, lettera a Max Born del 4 dicembre 1926)
Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile. Esso consiste, da una parte, nella raccolta di evidenza empirica e misurabile attraverso l’osservazione e l’esperimento; dall’altra, nella formulazione di ipotesi e teorie da sottoporre nuovamente al vaglio dell’esperimento.
per stabilire una realtà oggettiva, sensibile, lo scenziato ricorre al confronto di ipotesi che partono tutte su un binario paritario davanti a quest’ultimo, osservatore di un fenomeno.
sarà la sperimentazione a chiarire quale delle ipotesi formulate per spiegare il fenomeno è la più convincente.
nel monoteismo tutto si basa su verità aprioristiche stabilite su una fenomenologia astratta, basata sulle testimonianze di testi sacri e sulle parole di padri della fede vissuti migliaia di anni fa, sui miracoli ecc.
paragonare la scienza alla fede, porre il pensare e il credere addirittura sullo stesso livello è praticamente impossibile.
Le religioni ragionano come il marchese del Grillo. Ve la ricordate quella bellissima battuta di Alberto Sordi quando gli chiedono “perchè”? E lui: perchè io sono io e voi non siete un c….
La ricerca intorno al rapporto scienza-religione a mio parere non dovrebbe, allo stato attuale, puntare tanto a verificarne ciò che ormai è assodato, cioè l’inconciliabilità usando come cartina di tornasole l’uso inconciliabilmente diverso dello strumento razionale (uso questa espressione per rispettare in qualche modo, pur non credendoci, l’assunto teologico che anche alla fede si arriva con la ragione), per cui questo strumento o lo si usa in un modo (quelle della scienza) o nell’altro (quello che dovrebbe supportare la fede) giungendo pertanto ovviamente a ‘conoscenze’ a loro volta inconfrontabili e quindi utilizzabili per finalità completamente diverse. Riterrei molto più interessante e utile indagare invece quanto di ‘teologico’ sia ancora surrettiziamente presente tanto nel metodo quanto negli obiettivi propri della scienza.
Lo so che è un discorso complesso, e che anzi molti frequentatori del blog considerano inutile, ma io credo che servirebbe a rendere la scienza molto più autonoma dalla fede di quanto attualmente non sia. Ritengo sempre rilevante il fatto che il padre del metodo sprimentale l’abbia elaborato credendo di non uscire in sostanza dalla dimensione teologica… soprattutto usando gli strumenti concettuali ereditati pur sempre da una cultura teologica.
(A parte il sottoscritto che, con mezzi certamente inadeguati, ha cercato di delineare le linee di tendenza secondo cui muoversi per una ricerca del genere, ho degli amici che la stanno conducendo con la strumentazione storico-concettuale richiesta… giungendo a risultati abbastanza sorprendenti. Per esempio a proposito della cibernetica)
direi come il conte Mascetti di amici miei 😉 “la supercassola prematura con scappelamento a destra con la sbiriguda…”
la fede rende vere cose che non lo sono, altrimenti non servirebbe.
la scienza va in cerca di cose vere; di quelle false,non sa che farsene.
A me pare che religione e scienza cerchino di dare risposte a domande diverse.
Più che “in competizione” direi che “corrono strade diverse”.
(poi capita sempre che qualcuno faccia confusione)
x il don
non penso proprio.
la religione (cattolica) si fa anche gli affari altrui e sconfina in campo scientifico pur non avendo nessuna cognizione per discutere con biologi, genetisti e fisici.
x Stefano
Nella discussione “scientifica” non si fa “teologia”.
Si portano (o almeno si cerca) argomenti razionali, “alla pari” con gli altri, mica si fa appello agli articoli di fede.
scienza e religione sono in contrasto, perchè il metodo scientifico nel corso dei secoli ha più volte dimostrato come i dogmi ( uno su tutti, la visione geocentrica dell’universo ) siano solo il frutto di una visione miope della realtà…ed il papa e soci sanno benissimo che man mano che cresce il patrimonio scientifico dell’umana, con proporzione inversa viaggia la loro credibilità….
si alimentano di processi mentali differenti. in teoria non si escludono a vicenda. in pratica la teologia soffre di una forte perdita di spazio nel dibattito filosofico a causa dello sviluppo del pensiero scientifico. e come ogni gigante morente reagisce provocando imprevedibili danni.
Io non riesco a capire come ancora si possa “dibattere” su questa faccenda.
La scienza serca di dare risposte che la religione
HA GIA’ DATO
Quando poi la scienze trova la risposta, questa è diversa rispetto a quella che la religione aveva dato.
E la religione è costretta ad aggiornarsi.
E’ tutto qui ! Che c’ è da discutere ancora ?
Basta ascoltare le sparate sulla scienza di b16 (ma un qualunque credente è lo stesso) per convincersi.
anche a me piacerebbe dubitare dei miei dubbi, ma non ci riesco proprio: ne sono certo!
(il che mi sembra destituire di ogni fondamento scientifico la fatwa ricerca)
@don alberto
Risposte diverse alle stesse domande, solo che per le questioni scientifiche esiste il collaudato metodo scientifico e per le questioni etiche esiste l’etica laica che è 10.000 volte superiore a quella religiosa perché si basa sulla vita reale e attuale delle persone e non su fantasie di migliaia di anni fa eventualmente rimodellate.
Mi spiace dirlo, ma il Journal è drammaticamente fuori strada.
L’opposizione tra scienza e religione non è affatto prodotta da differenti meccanismi conoscitivi. Questa opposizione sarebbe soggettiva, in quanto ogni persona possiede i suoi meccanismi conoscitivi.
Invece, l’opposizione è semplicemente dovuta alla contrapposizione netta tra l’oggettività della scienza da un lato e la soggettività della religione dall’altro.
L’oggettività della scienza risiede nell’utilizzo della ragione, che deve essere (altrimenti non sarebbe ragione) universalmente valida e quindi oggettiva. La Terra è rotonda per tutti, non solamente per alcuni.
La soggettività della religione risiede nella fede, che è senza ombra di dubbio individuale. Ogni essere umano ha la sua interpretazione di fede. Io per esempio, ne sono totalmente immune. Se mi confronto con altri, che credono al soprannaturale, risulto quindi essere una conferma a quanto detto sopra.
@Alien
Credo che la ricerca (e non il Journal ) intendesse proprio quello che dici tu per “meccanismi conoscitivi”: solo in forma politicamente corretta.
@alien e @Michele
Fermo restando che i risultati della ricerca in oggetto sono pienamente condivisibili (anche se un pò scontati, come purtroppo succede spesso nella ricerca psicologica), non bisogna mai sottovalutare il fatto che la mente “costruisce” la realtà (i significati e il senso) e dunque anche la presunta “oggettività” della scienza deve sempre fare i conti con le mappe idiografiche dello scienziato (anche quando questo impiega procedure di ricerca razionali, replicabili e verificabili), la cui soggettività può addirittura deformare i risultati stessi della ricerca sperimentale (in particolare quella su animali e persone), come hanno dimostrato i fondamentali lavori di Robert Rosenthal e Coll. sulle profezie che si autorealizzano (a rigurado cfr. P. Watzlawick, “La realtà inventata”, Feltrinelli, pp. 87-104).
@ Aldovaldo
Ho scritto “domande diverse”. Non sei d’accordo?
Alla scienza chiedo tante risposte a tante domande, alla filosofia/religione in fondo ne chiedo solo una.