Un articolo di Cinzia Sasso, pubblicato oggi su Repubblica, dà notizia dell’allarme lanciato giorni fa da Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale dei Trapianti: nonostante l’aumento dei donatori, il numero dei trapianti calerà del 3%. Il calo sarebbe significativo soprattutto in Lombardia. Il motivo? Le maggiori resistenza da parte dei familiari. Al cui insorgere non sarebbero alieni, si sostiene nell’articolo citando Ignazio Marino e fonti dell’Aido, i dubbi sulla definizione di morte sollevati dall’interno del mondo cattolico, e segnatamente dall’articolo di Lucetta Scaraffia pubblicato in prima pagina sull’Osservatore Romano lo scorso 2 settembre.
Allarme trapianti
24 commenti
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in effetti meglio dei morti viventi che dei vivi che potrebbero continuare a vivere no?
beh solo altre vittime sulla coscienza dei gerarchi cattolici.
Va detta una cosa: gli organi si prelevano a cuore ancor battente, altrimenti sarebbero inutilizzabili. Se mi sbaglio mi corriggerete. Ricordo quando Celentano si espresse contro la donazione degli organi (supportato anche da alcune argomentazioni di Gaber). Ci fu qualche credente che telefonò in radio per dire che in caso di donazione d’organi non si sarebbe potuti risorgere come le Scritture affermano (col proprio corpo materiale) e che quindi era contrario.
Hanno fatto un danno colossale, soprattutto quella donna che vorrebbe rivoluzionare i criteri per stabilire se uno è morto oppure no ma non sa nemmeno da che parte cominciare perchè non sa nemmeno quello che dice (in tutte le interviste fa sempre una figura da vergognarsi per lei).
Adesso tra predicatori folli e gente che crede ciecamente a qualcosa se viene da certe fonti molta gente morirà.
Qui si sta mettendo in gioco la civiltà!
Per coerenza queste persone dovrebbero dichiararsi, in caso di necessità, contrari a ricevere un organo donato, al pari dei Testimoni di Geova che non accettano le trasfusioni di sangue.
Non vorrei apparire cinico, ma chissà se col bisogno qualcuno non cambierebbe opinione.
nel mio testamento biologico
consegnato e controfirmato da parenti e conoscenti
ho indicato espressamente anche la disponibilità a donare organi per un trapianto.
Visto il miserabile stato in cui mi trovo, non so a cosa servirà,
ma l’ho indicata.
E’ una opportunità da non perdere durante la redazione del testamento biologico,
mi sembra.
personalmente non ritengo la vita così interessante da essere vissuta a tutti i costi
quindi per quanto io sia antireligioso e anticlericale ho lasciato scritto di non essere trapiantato di nulla e di non trapiantare nulla dal mio corpo
non intendo prolungare più del necessario la mia permanenza in questo mondo né accollarmi la responsabilità di farla continuare a qualcun altro
vivo con questo senso di colpa da quando ho realizzato ciò che aspetta a mio figlio ché insieme alla vita gli ho donato le sofferenze e la morte
forse con un’altra donna non sarebbe accaduto ma lei lo voleva e nell’entusiasmo di inizio matrimonio è andata
non posso pensare di vivere senza mio figlio è ovvio e morirei all’istante per salvarlo
ciò non toglie che io figli non ne volevo, ché l’esistenza è dolore
la chiesa è stata contraria all’espianto delgi organi fino a metà degli anni ’80 adducendo proprio l’argomentazione fornita da Aldovaldo.
sembra impossibile a noi razionalisti ma purtroppo c’è ancora tantissima gente che crede al giorno del giudizio e al risorgere dei morti, e come risorgerebbero se hanno donato cuore fegato e altro? 🙁 tantum religio potuit suadere malorum…
Si’, anche a me vien da dire che dovrebbe valere la reciprocita’: non sei disposto a donare, non sarai iscritto nelle liste dei trapianti in caso di necessita’
Ma e’ un eccesso, una reazione a caldo.
In caso di necessità, che siano messi in fondo alle liste d’attesa.
La questione di coscienza per la quale si oppongono all’espianto dalla propria persona deve valere anche per una persona altra.
Ma quelli che credono nel giorno del giudizio non si chiedono come faranno i cadaveri decomposti o ridotti a ossa da secoli a risorgere?
E i cremati?
O i loro santi a cui sono state amputate varie parti del corpo durante il loro “martirio”?
Comunque se non sbaglio le cremazioni sono in aumento…
Mi risulta che in lista per i trapianti, in attesa di organi compatibili, ci siano anche preti e prelati. Si cancellino o parlino chiaro a favore della donazione!
bè, i cremati non risorgeranno perchè non hanno rispettato il rito della sepoltura, credo.
x Rathko 61
col cavolo che lo faranno, ne si cancellano ne vogliono far sapere che la cattiva scienza diabolica dei trapianti è l’unica che può salvare loro la pelle visto che dio se lo sono inventato e i miracoli non esistono, anzi loro avranno la precedenza sugli altri…
@ rolling stone
Condivido totalmente, ottima scelta!
Hai dato una buona idea da seguire.
Celentano e Gaber? Ma ROTFL!
Quella di morte cerebrale è una definizione stabilita da una commissione di esperti nel momento in cui il trapianto d’organo ha cominciato a diffondersi (1981), sostanzialmente perché i precedenti criteri per stabilire la morte di un individuo (sostanzialmente la morte cardiaca) non permettevano di ottenere organi trapiantabili.
La questione dell’espianto di organi da una persona in stato di morte cerebrale è molto, molto simile a quella del non accanimento terapeutico e dell’eutanasia. Non c’è un confine netto, se non per convenzione.
Ovvio che la Chiesa cattolica sia in una posizione scomoda, condannando nettamente l’eutanasia e addirittura la sospensione dell’accanimento terapeutico come nei casi Welby ed Englaro, ma approvando la pratica dell’espianto.
Secondo me, l’unica soluzione possibile (dal punto di vista di chi si trova a fine vita) è quella del testamento biologico: ciascuno deve poter essere in grado di mettere nero su bianco la propria volontà ed avere la certezza che verrà rispettata.
Certo, ci sono da considerare anche il punto di vista di chi è in attesa di un trapianto per potere continuare a vivere, e di chi ha fatto del trapianto di organi la propria professione.
E’ un problema complesso e non lo si può certo risolvere gettando un anatema su chi non se la sente di donare i propri organi (o quelli di un famigliare) o obbligando tutti a diventare potenziali donatori.
P.S:
Per chi è convinto che la definizione di morte cerebrale sia una questione non controversa né problematica, ho trovato nella letteratura medico-scientifica questo articolo, che può essere un punto di partenza per un approfondimento:
Truog RD.”Brain death – too flawed to endure, too ingrained to abandon.”
J Law Med Ethics. 2007 Summer;35(2):273-81. Review.
disponibile in pdf su:
http://www3.interscience.wiley.com/cgi-bin/fulltext/118497579/PDFSTART
@ strangerinworld
Accidenti, mi dispiace per tuo figlio. Questo è il principale motivo per cui non voglio figli. Chi sono io per arrogarmi il diritto di costringere qualcun altro a vivere, senza avere alcuna garanzia sulla sua futura felicità?
Nel caso dei trapianti, il discorso è diverso, perché nessuno (a parte i bambini) è costretto a subire un trapianto contro la sua volontà. E’ una scelta personale, che in certi casi posso anche non condividere, ma non sta a me decidere per gli altri.
@ Cris
“La questione dell’espianto di organi da una persona in stato di morte cerebrale è molto, molto simile a quella del non accanimento terapeutico e dell’eutanasia. Non c’è un confine netto, se non per convenzione”
Non è esattamente così: la persona cerebralmente morta non è più in vita, anche se il cuore batte, mentre nell’accanimento terapeutico o nella scelta dell’eutanasia, “caso Welby”, la persona è viva. Questo concetto deve essere chiaro!
“E’ un problema complesso e non lo si può certo risolvere gettando un anatema su chi non se la sente di donare i propri organi (o quelli di un famigliare) o obbligando tutti a diventare potenziali donatori.
Nessuno è obbligato a donare niente, se non su volontaria dichiarazione, ma prima di esprimere volontà o meno alla donazione, si dovrebbe fare almeno un piccolo sforzo di informazione, giusta e corretta!
In un modo o nell’altro la Chiesa è da 2000 anni che uccide, oggi come nel passato, è la colpevole del genocidio più grande della storia.
@ Fania
Il punto che volevo sottolineare è che quella di morte cerebrale è una definizione.
La persona cerebralmente morta non è un cadavere, è una persona che viene dichiarata non in vita in base a dei criteri stabiliti per convenzione.
Ci sono casi di donne incinte cerebralmente morte che sono state tenute in… vita(?) per settimane per portare avanti la gravidanza.
Sono d’accordo sulla necessità di una informazione corretta, ed è proprio per questo che ho indicato un articolo scientifico sul tema.
@ Cris
“donne incinte tenute in..vita(?)”
Non sono tenute in “vita”, non sono “vive”. Il loro corpo viene idratato e ventilato per permettere di ossigenare i tessuti e conseguentemente, in questo caso, il bambino che portano in grembo.
Certo che la morte cerebrale è una definizione, ma è stata definita sulla base di appronditi studi medico/scientifici. Con lo stesso criterio allora, dovremo mettere in discussione tante altre definizioni mediche. Il punto è, a mio avviso, che si potrà ridiscutere di “vita” o di “morte” solo qualora verranno stabiliti altri criteri che andranno a modificare l’attuale definizione di “morte cerebrale”.
Mai saputo che la Chiesa sia stata contraria ai trapianti.
(Di don Gnocchi una cosa che tutti sanno è che ha donato le cornee.)
E soprattutto con delle motivazioni così assurde.
PS: perchè una cosa sia lecita mica ci vuole preventivamente un qualche documento.
Ringrazio la testimonianza di chi ha sinceramente ammesso che nessuno ha il monopolio della felicità o dell’infelicità
Li ricorderò in modo particolare nella messa di mezzanotte.
@ Don Alberto
Gradirei essere escluso dal suo “ricordo in modo particolare nella messa di mezzanotte”, perchè temo di riempirmi di sfoghi strani e passare un brutta notte, grazie.
@ Ivo
Tranquillo, non eri compreso.