Scoperta una stella simile al sole «adolescente»

A mille anni luce dalla Terra c’ è una stella che si comporta come il nostro Sole quando aveva solo 500 milioni di anni, un’epoca in cui sulla Terra si stavano avviando i processi che avrebbero portato alla vita. La stella è stata ribattezzata CoRoT-Exo-2a, dal satellite che l’ha scoperta.
Lo studio delle variazioni intrinseche della stella è stato condotto da un gruppo internazionale, guidato da astronomi dell’Osservatorio Astrofisico di Catania, con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana Asi. Le osservazioni di CoRoT hanno condotto così ad un risultato inatteso dagli scienziati, cioè l’esistenza di un mini-ciclo delle macchie la cui area totale varia con un periodo di soli 29 giorni.
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47 commenti

Bruno Gualerzi

Quando apprendo queste notizie, mi torna sempre alla mente una nota barzelletta (che spero non sia già stata raccontata da Berlusconi).
Un astrofisico sta tenendo una conferenza avendo come tema l’estinzione delle stelle, e in particolare del sole. Riferisce che recenti ricerche danno con buona approssimazione la ‘morte’ del sole fra 5 milioni di anni. Dalla platea un ascoltatore, con l’aria stravolta, si alza e chiede visibilmente angosciato:
“Scusi, fra quanto tempo ha detto che il sole si spegnerà”?
“Più o meno fra 5 milioni di anni”
L’interrogante, emette un sospiro di sollievo, si asciuga la fronte, e mentre si rimette a sedere del tutto rilassato, esclama:
“Che spavento! Avevo capito cinquantamila anni”!

Sandra C.

E chissà quanti altri soli “adulti” ci saranno di cui non siamo ancora a conoscenza che magari irradiano di calore altre forme di vita intelligenti più di noi sicuramente.

Sergio

L’hai raccontata male (Totò sì che le sapeva raccontare).
Naturalmente il sole si spegnerà tra cinque m i l i a r d i di anni. E la vecchietta si era spaventata perché aveva capito milioni e non miliardi (è un po’ difficile mi sembra scambiare milioni o miliardi con cinquantamila). E poi temo che davvero l’abbia già raccontata Berlusconi.

Scherzi a parte io trovo sempre interessanti queste notizie di astronomia. Ci fanno capire la nostra assoluta irrilevanza nel cosmo. Invece il papa e i suoi amici vanno in brodo di giuggiole e si dicono estasiati per l’immensità e l’ordine del cosmo (il disegno intelligente!). In realtà nelle profondità siderali avvengono tragedie inimmaginabili: scontri di galassie, una galassia fagocitata da un’altra, sconquassi mai visti, altro che l’esplosione del Krakatoa o di Santorini, o l’onda anomale di quattro anni fa (230’000 morti all’istante – a petto di una cinquantina di “miracoli autentici” a Lourdes in 150 anni). Tutto previsto, tutto voluto da Lui? Certo che tirare i fili di cento miliardi di galassie, in ognuna delle quali gironzolano miliardi di stelle – trecento miliardi nella nostra Via Lattea – e stramiliardi di pianeti, è opera degna di un Dio.

Bruno Gualerzi

@ Purtroppo devo darti ragione. Non so raccontare le berzellette… ma speravo di riuscirci scrivendone. E poi, dài, confrontarmi proprio con Totò…

Detto questo, condivido in pieno il resto del tuo intervento.

don alberto

@ Sergio
-Il papa non è così cretino da credere alla panzana del “disegno intelligente”, uno o due anni fa l’Oss. Romano l’ha stroncata.
-Evidentemente: “Hai voluto la bicletta? Pedala!” vale anche per il capo lassù.

Sergio, Webmaster UAAR

C’è sempre la speranza che la nuova civiltà che si potrebbe formare prescinda da divinità varie. Siccome tuttavia dovrà passare verosimilmente attraverso stati primitivi, ho paura che una qualche forma di pensiero superstizioso lo svilupperanno (a meno che il nuovo pianeta abitato sia privo di stagioni, che sembra siano all’origine delle religioni, tutte sviluppatesi nell’emisfero boreale…).

Rothko61

@ don alberto

Il “disegno intelligente” è l’unica artificiosa teoria per tenere in piedi il creazionismo. L’hanno elaborata gli pseudoscienziati cattolici per non seppellire i vostri testi sacri.
Capisco che il papa non ci creda (non ho mai creduto fosse scemo), ma allora le ipotesi sono due: o crede ad Adamo ed Eva e ai loro discendenti incestuosi o all’evoluzionismo darwiniano.
Tertium non datur.

Daniela

fanno sempre piacere queste informazioni di carattere scientifico, mi piacerebbe che nel sito si trovasse un’intera sezione dedicata alla scienza, ma so che questo implicherebbe un lavoro ulteriore da parte di chi lavora per il sito.

don alberto

@ Rothko61

Il “disegno intelligente” al massimo è una discutibile teoria filosofika (come trovata scientifika è da attribuire ai fondamentalisti protestanti).
Io la ritengo pericolosa perchè, se presa sul serio, finisce per dire che chi non ci crede o è cretino o è in malafede (come molti qui dicono dei credenti), e questo è contro la fede della mia ditta: l’ente supremo non ha voluto prove inoppugnabili della propria esistenza, altrimenti l’uomo non sarebbe libero.
(continua)

don alberto

Non se per “creazionismo” io e te intendiamo la stessa cosa.
Io credo in un creatore; quanto ai tempi e ai modi dell’evoluzione del corpo umano (la “storia della carne” disse un mio ragazzo) è affare della scienza.
A un certo punto è avvenuta l’ominizzazione (con lo sviluppo del cervello, penso dica tu, con l’infusione dell’anima, dico io).
(Nessuno sano di mente pensa che il creatore abbia fatto di punto in bianco il maschio e la femmina, come ho letto qui in qualche vecchio post)
Quando il sapiens è diventato sapiens sapiens (vado a naso)?
Antropologi e filosofi hanno le loro teorie: è sufficiente l’elaborazione di manufatti? la sepoltura dei morti? l’arte? mah?
(continua)

don alberto

Per la questione-incesto non so cosa dirti: c’è stato un permesso speciale valido per la prima generazione? ci sono stati più ceppi? (ma qui vado fuori dalle mie competenze e conoscenze, sono per sempre un parroco di campagna).

Certo uno dei più grandi paleoantropologi del suo tempo fu pierre theilard de chardin (tra l’altro scopritore dell’homo pekinensis): grande scienziato, e teologo forse dicutibile… di sicuro un grande mistico.
Nessun “materialista” ha mai parlato e nobilitato la materia come lui: dalla materia, al vivente, al pensante, al punto omega (il cristo cosmico)!

… e io ogni giorno a messa faccio evolvere la “materia” (il pane e il vino) nella “divinità” …

(fine)

jsm

fai EVOLVERE la materia in divinità?!?!?!

non ho mai sentito un uso del termine evoluzione più bislacco di questo..

Bruno Moretti Turri

@ Daniela

Qui siamo nel mio campo di specializzazione.

Sulla dimensione e sulla rilevanza dell’uomo nel cosmo
un piccolo regalino a te e ai lettori curiosi e intelligenti di questo blog.

Le dimensioni dell’Universo, delle stelle e dei pianeti
(lezione di umiltà scientifico-epistemologica)
http://cfivarese.altervista.org/Dimensioni_Universo.html

N.B.: cliccare anche i vari link.
Buona lettura!
(Lettura sconsigliata ai credini iddioti antropocentrici.
Rischiano una crisi di identità).

Rothko61

@ don alberto

Libero di credere a quello che vuoi. Del resto da millenni la maggior parte dell’umanità crede a dei di varia matrice.
Certo che se tu un giorno riuscirai a leggere con il cervello anziché con la fede (fede che, a quanto mi par di capire, ti sei plasmato a modo tuo, non esattamente in linea con i dettami e dogmi della tua ditta) le cose che tu stesso scrivi (es.: l’ente supremo non ha voluto prove inoppugnabili della propria esistenza, altrimenti l’uomo non sarebbe libero), allora ti farai una gran risata.
Ma so che quel giorno non verrà.
Come spiega bene Dawkins, sapiamo bene che voi ci credete davvero e che la vostra mente è talmente intrisa delle baggianate che vi inculcano da bambino che ogni alternativa è per voi inconcepibile. Siete senza dubbio in “buona” fede (è il motivo per cui ritengo con Dawkins la religione pericolosa quando insegnata in età infantile: può creare danni irreparabili- E’ un discorso troppo lungo e complesso per il blog. Se vuoi approfondire, leggiti “L’illusione di dio” del suddetto).
Ciao

don alberto

@ Rothko61

-Non me la sono plasmata io, è il concilio vaticano I:
Dio ci ha dato argomenti (NON prove) convincenti della sua esistenza(per la nostra ragione), ma non cogenti (per rispetto della nostra libertà).
E’ chiaro che è letteratura fantastica, ma in ogni caso, che il gatto di pinocchio non calzi gli stivali delle 7 leghe, e che la zia di gianburrasca non abbia i capelli turchini, non è inutile saperlo.

-Quello che ti ho scritto è solo per convincerti (e a questo ci terrei) che l’ID, con buona pace di mons Schonborn, NON è nè scienza, nè teoria ufficiale della ditta, ma una trovata dei fondamentalisti protestanti che ha rischiato di compromettere i rapporti nella comunità scientifika (che la ccar non c’entri niente è stato affermato anche al Darwin day di Ferrara, cui non ho mancato di partecipare, perchè tutto ciò che riguarda l’uomo mi affascina).

Ciao

don alberto

@ jsm
A me invece un giovanotto è venuto a ringraziarmi alla fine della messa per un’omelia in questo senso (eravamo nella chiesa parrocchiale, a un camposcuola).
Sai, devi avere pazienza, siamo dei matti evoluzionisti, ma non poi così pericolosi come dicono …

don alberto

@ Rothko61
Scusami, ma sono in vena di ricordi.
Il cervello mi auguro di usarlo sufficientemente; e poi: ho avuto l’esperienza della ‘fede ricevuta’, poi ‘sempre ricercata’ e ‘approfondita’, fino ad arrivare all’esperienza di quel ‘minimo di fede’ che ti fa capire che … ‘NON hai la fede’.
E questo a 14 anni dall’ordinazione, cioè: sapevo che quello che dicevo e facevo era vero, ma non avevo la fede-comunione con Dio …
Poi, visto che un po’ cretino lo sono, il capo mi ha spedito fuori strada con l’auto, mi sono rotto un po’ la testa (pochi punti, niente di grave), ma, come si dice “ho trovato la fede”.
Quindi la vedo un po’ dura fare dietro front: ci sono già passato.

PS: comunque “Ma so che quel giorno non verrà”, non si dice, non si deve mai perdere la speranza.

Ancora ciao

Bruno Gualerzi

@ don Alberto
Sei sicuro che sia dipeso dal ‘capo’ la tua uscita di strada (era per caso ‘via Damasco’)?
Non voglio più di tanto fare dell’ironia (solo un pò) su vicende che hanno segnato una vita, ma un pò di psicanalisi – che naturalmente non spiega tutto – potrebbe farti vedere sotto altra luce certi incidenti accaduti in circostanze di particolare crisi esistenziale.
Credo di sapere – basandomi su tante tue prese di posizione aperte alla conoscenza scientifica come anche in questo post – che non rifiuteresti la spiegazione psicanalitica (un incidente inconsciamente ‘voluto’), non vedendo in essa alcuna contraddizione con un intervento, diciamo, dall’esterno… ma mi interessava sapere se hai quanto meno considerato l’evento anche sotto questo aspetto.
Se sei ancora alzato, ti auguro buona notte.

milacas

Per don alberto

‘Non se per “creazionismo” io e te intendiamo la stessa cosa.
Io credo in un creatore; quanto ai tempi e ai modi dell’evoluzione del corpo umano (la “storia della carne” disse un mio ragazzo) è affare della scienza.
A un certo punto è avvenuta l’ominizzazione (con lo sviluppo del cervello, penso dica tu, con l’infusione dell’anima, dico io).
(Nessuno sano di mente pensa che il creatore abbia fatto di punto in bianco il maschio e la femmina, come ho letto qui in qualche vecchio post)’

Certo, l’essere umano è veramente complesso: abbiamo qui addirittura un prete (ossia uno che dovrebbe insegnare il catechismo e diffondere il cristianesimo) che nello sforzo di dimostrarsi ‘aperto’ dimentica di appartenere ad una organizzazione basata sul peccato originale (trasmesso a tutta l’umanità) redento da un salvatore morto in croce e resuscitato proprio per la nostra salvezza. E quale ominide l’avrebbe commesso poi questo peccato? boh! La cosa per il don non sembra così importante.
Non inventi, per favore la figura del prete agnostico! Vada tranquillo a pregare al suo santuario di Loreto, che come lei sicuramente crede non è altro che la casa di maria di nazareth portata in volo dagli angeli! E cerchi di non manifestare le sue bislacche teorie in pubblico. Se la sente Amorth è perduto! Lasci il mestiere di pensare a chi non deve portare il fardello di 2000 anni di menzogne.

Nifft

@don alberto
Non sarei così spregiudicato nel parlare di evoluzionismo, se fossi in te. Ti ricordo che Theilard de Chardin venne scomunicato da persone da te giudicate (per fede) infallibili.

Sergio

Finalmente don Alberto ci ha fatto una bella predica (di solito si limita a qualche breve battuta). Devo dire che mi sembra persona intelligente, amabile, disponibile, aperta ecc. Insomma tutto il contrario di un prete “classico” (me lo immagino in pullover e jeans – non mi dica che porta la tonaca!).
Però poi lo stesso “cade” negli errori di sempre, per es. quando fa questa osservazione:
«L’ente supremo non ha voluto prove inoppugnabili della propria esistenza, altrimenti l’uomo non sarebbe libero.»
Non sarebbe libero di cosa? Di affermare o negare la sua esistenza? Ma sono cose assolutamente prive di senso. Dio avrebbe creato un essere lasciandogli la libertà di credere o non credere che lui esista? A che scopo? Gioca a nascondino, appare e non appare, gli dà prove o segni della sua esistenza – ma non inoppugnabili! – perché lui sia libero di fargli la riverenza o meno, ma se poi non gliela fa apriti cielo, s’incavola di brutto e lo sbatte addirittura all’inferno per l’eternità. No, Alberto, non ci siamo.
La prima donna teologa cattolica, Uta Ranke-Heinemann, collega di studi di Ratzinger, ha lasciato dopo una vita di studi la Chiesa cattolica. Fra le altre cose ha affermato che l’inferno non esiste. In effetti trovo anch’io l’invenzione dell’inferno una delle cose più orrende e diaboliche inventate dalla mente umana. E qualche cattolico c’è stato, e in tempi remotissimi (Origene) a rifiutare l’eternità delle pene. Abbiamo poi aspettato il XX secolo per risentire questa “eresia” con il povero Papini che ha rischiato per questo la scomunica.
Insomma, ancora un piccolo sforzo verso un po’ di umanità (come Uta).

Lubomir

milacas
“nello sforzo di dimostrarsi ‘aperto’ dimentica di appartenere ad una organizzazione basata sul peccato originale ul peccato”

Nel peccato originale la coscienza dell´uomo
Eugenio Scalfari – La Repubblica
fonte Eugenio Scalfari – La Repubblica
Il Serpente invogliò Eva a cogliere il frutto dell´albero proibito (quello della conoscenza); la donna lo porse ad Adamo e insieme lo mangiarono; Dio vide la loro trasgressione e mandò i suoi Arcangeli a scacciarli dai giardini dell´Eden dove fino ad allora avevano trascorso beatamente tra piante, fiori e animali la loro innocente esistenza.

Tra le innumerevoli pitture che ritraggono questa scena drammatica all´inizio della storia della nostra specie, la più intensa è quella dipinta da Masaccio nella chiesa del Carmine a Firenze, con le due creature derelitte e piangenti, condannate alla fatica, al dolore, alla fragilità della carne peccatrice e, soprattutto, alla coscienza macchiata dal peccato. Dal peccato originale che soltanto la discesa in terra del Figlio avrebbe riscattato – non cancellato – e che tuttora grava su di noi se il sacrificio del Cristo non continuerà ad assumerlo su di sé fino alla fine dei secoli e al giorno del Giudizio.

Così la Genesi racconta. Sono state date molteplici interpretazioni a quest´affascinante favola sacra che costituisce il fondamento delle grandi religioni monoteiste e così la specie umana si distingue da tutte le altre forme viventi per il sigillo di un peccato originale che ne segna il percorso, illuminato dalla speranza della salvezza e dalle opere che ad essa conducono con l´assistenza della grazia divina. La trascendenza di Dio ha nel peccato originale la sua prova, la vita dell´al-di-là la sua spiegazione, la morte la sua sconfitta.

Il racconto della «cacciata» è pieno di incongruenze, tra le quali giganteggia l´ingiustizia di Dio. Perché i nati prima della discesa in terra del Figlio devono essere esclusi dalla grazia e dalla salvezza? Perché quelli nati in luoghi del pianeta dove il messaggio evangelico non è mai arrivato patiscono egualmente questa esclusione?

Dov´è la bilancia della giustizia? Dov´è la pietà e la carità? Ma anche queste obiezioni hanno le loro risposte: le creature non hanno alcun titolo per disputare con Dio sui criteri che ispirano la sua condotta e le sue decisioni. Soprattutto non hanno alcun titolo per applicare all´Onnipotente i loro propri criteri di giustizia. È la risposta terribile che il Signore di tutte le cose create dà a Giobbe, che ha osato giudicarlo alla stregua del proprio metro di giudizio. E Giobbe ne resta infatti annichilito, schiacciato nella polvere con la quale fu creato.

Malgrado le incongruenze del resoconto biblico, il peccato originale grandeggia al centro della storia dell´uomo, ne costituisce il marchio distintivo sia per chi è animato dalla fede sia per chi non ne ha affatto.
Io non sono credente e il mio cielo è vuoto di presenze trascendenti. Eppure anch´io sono fermamente convinto che il peccato originale sia il marchio che ci distingue dal resto dei viventi che ci circondano. Noi siamo infatti la sola specie che ha perso l´innocenza. Noi siamo tutti colpevoli, battezzati o non battezzati, credenti o non credenti. Il peccato è la nostra condanna. Anzi il nostro vanto.
Ma qual è il peccato? Questa è la questione da porre e sulla quale ora ragionare.

[* * * ]

Il peccato nasce insieme alla soggettività. Nasce insieme all´Io. Il peccato nasce insieme al pensiero capace di pensare se stesso e di pensare l´Essere. Il disastro è il pensiero che ci pone, almeno con una gamba ed un braccio, fuori dall´animalità.

Gli animali, e i bambini, non peccano. Sono forme pure che obbediscono a istinti e pulsioni. Percepiscono stimoli di piacere e di dolore e reagiscono guidati da mappe cerebrali arcaiche, midollari, quelle che i primi filosofi e i primi teologi chiamavano «anima sensitiva» concentrando in un sostantivo e in un aggettivo il complesso delle reazioni delle fasce nervose e muscolari.
Gli animali e i bambini non hanno mangiato o non hanno mangiato ancora i frutti dell´albero della conoscenza, perciò sono innocenti, quali che siano le loro azioni. Non sono liberi poiché la libertà senza Dio è un concetto vuoto, una parola priva di senso. Non sanno che cosa sia la speranza, ignorano il tempo, ignorano la morte. Non conoscono Dio.

La grande architettura teologica del cristianesimo ha a lungo dibattuto l´atteggiamento da tenere nei confronti di questa sterminata moltitudine di anime sensitive che Dio ha creato senza far loro il dono della coscienza. Non sapeva dove metterle, quelle anime sensitive. Le carcasse dei loro corpi era facile farle ritornare alla terra («in pulvere reverteris») ma le anime? Le anime imperfette? Declinate soltanto all´accusativo e mai alla prima persona del verbo? Dottrina e tradizione confinarono queste anime nel limbo, dove sarebbero andate anche le anime «perfette» che, per circostanze accidentali, non avevano ricevuto il battesimo.

Su queste ultime si è aperto un dibattito recente in seno alla Chiesa, che non ha ancora trovato una sua definitiva conclusione. La tendenza fin qui prevalente sembra portare verso l´abolizione del limbo per quanto riguarda le anime prive di battesimo. È possibile che per esse si effettui una sorta di trasloco dal limbo alla fascia inferiore del Purgatorio, sebbene lo stesso Purgatorio si trovi in qualche modo «sub iudice». Si tratta di concessioni che la Chiesa fa alla modernità con un´idea assai mediocre e bislacca della modernità.

Per quanto riguarda invece le anime sensitive dei bambini il problema è più complesso e diventa più complesso ancora se si risale ai feti e addirittura agli embrioni. Feti ed embrioni contengono capacità biologicamente evolutive. In potenza si tratta di persone. In potenza, ma non in atto.
Possono ricevere un sacramento? Possono essere collocate nel limbo? Possono traslocare in Purgatorio? Per un bambino non ancora evoluto a livello della soggettività e quindi ancora pienamente innocente, un trasloco dal limbo al Purgatorio sarebbe abbastanza paradossale secondo la logica cristiana; dovrebbe infatti scontare una pena senza aver commesso alcun peccato. E non parliamo dei feti e degli embrioni.

Concederete, cari lettori, che questo complesso di domande, per altro assolutamente logiche, configura un quadro grottesco o almeno bizzarro, per certi aspetti perfino comico, che dimostra dove possa arrivare la teologia quando si perda in architetture di penalità e benefici, di perdizione e di salvezza, per non parlare del sistema delle indulgenze così gelosamente amministrato per secoli dalla Gerarchia e tuttora operante, che alimentò largamente l´erario pontificio e provocò lo scisma più drammatico della Chiesa di Occidente.

[* * * ]

Lasciamo da parte questa favolistica (per altro pertinente al tema) e torniamo al peccato originale. Da quanto fin qui abbiamo svolto risulta che esso coglie in pieno la condizione umana.

Abbiamo visto che il peccato nasce nel momento in cui la mente dell´uomo ne elabora il concetto. E lo elabora gradualmente, insieme ad un gruppo di altri concetti strettamente connessi tra loro: Dio, l´Essere, la Morte, il Tempo, il Destino, il Caso. La Natura. Gli Altri. Insomma la Metafisica. E insieme alla Metafisica l´Etica.

La Conoscenza. Il pensiero astratto. La Filosofia nel suo complesso sistemico. Senza dimenticare che la mente fa pur sempre parte del corpo o meglio è una funzione del corpo e di un suo organo particolare: il cervello.
Dunque il peccato è cosa nostra, nasce dalla nostra umanità. Non può nascere in nessun altro cervello che non abbia elaborato l´Io e la soggettività. Il peccato originale consiste nella soggettività che può anche esprimersi con la parola «responsabilità». Il soggetto e la sua coscienza sono responsabili. Verso gli altri e principalmente verso se stessi. La responsabilità implica un giudizio di congruenza.

La persona responsabile cessa, nel momento stesso in cui acquista questa sua condizione, di essere innocente per definizione. Esce dal cosiddetto stato di natura dove tutte le forme sono innocenti ed entra nello stato civile dove convive con gli altri, si confronta con gli altri. È oggettivamente responsabile degli altri come gli altri lo sono di lui. È colpevole tutte le volte in cui tradisce quella responsabilità e torna ad essere innocente tutte le volte in cui se l´assume.

Questo tuttavia è un genere particolare di innocenza, un´innocenza limitata e sempre a rischio. Resta il peccato originale di essere così come siamo, cioè soggettivi e declinati al nominativo, alla prima persona singolare del verbo. Nominati Io. Questo è il peccato originale. Nostra condanna e nostro vanto.
[* * * ]

Siamo anche liberi? Il fatto di essere muniti di coscienza e di avere acquistato la capacità e il bisogno di conoscenza ci affranca dalla coazione degli istinti?
Dio – secondo uno dei pilastri della fede cristiana – ci ha concesso il libero arbitrio che è l´altra faccia della responsabilità. Secondo questa tesi noi possiamo liberamente scegliere tra il Bene e il Male e siamo responsabili di queste scelte di fronte a un Dio trascendente che è al tempo stesso giudice e misericordioso. Giudica il peccato, accetta il pentimento.

Dunque siamo liberi, almeno stando all´insegnamento biblico ed evangelico. Ma quell´insegnamento ha tenuto presente la figura psichica dell´Io e la sua razionale capacità di scelta tra Bene e Male? E di quale Bene e Male si parla? Il tema della libertà pone insomma un gruppo di questioni estremamente intricate che culminano in una domanda che tutte le riassume: la specie umana è in grado di distinguere il Bene dal Male e di scegliere con libero giudizio?

Abbiamo già visto che questo problema non si pone per nessuna delle altre specie viventi che, mancando di soggettività, sono animate da istinti primari e ripetitivi. Non è così per l´uomo, ma è pur vero che anche l´uomo è animato da istinti. Essi provengono dalla regione dell´inconscio, quella che è stata definita la regione del sé o dell´«es» per distinguerla dall´io. Distinzione schematica, utile come strumento conoscitivo nelle scienze che studiano la psiche ma insufficiente a fornire una descrizione adeguata dei processi che avvengono all´interno dell´individuo.

L´io non è una figura psichica separata dall´«es»; in un individuo nulla è separato e tutto è interconnesso e interagente. Gli istinti e le pulsioni che lambiscono l´io, spesso lo invadono piegandolo ai loro bisogni e al «conatus vivendi», cioè allo sforzo di vivere, anzi di sopravvivere, che costituisce l´istinto primario di tutto il mondo dei viventi e di ogni individuo che ne fa parte: alberi, animali, uomini.

Si instaura dunque una dinamica continua tra istinti, pulsioni, intelletto, della quale la coscienza – cioè la consapevolezza di sé – rappresenta il luogo di mediazione. Più vigile è la coscienza più aumenta la probabilità che l´intelletto razionale tenga a freno gli istinti e ne selezioni la qualità. Scelga quali siano utili alla sopravvivenza e quali siano invece trasgressivi e distruttivi.

La conoscenza è guidata da un duplice richiamo: la sopravvivenza dell´individuo e quella della specie, l´egolatria e la solidarietà. I due richiami sono spesso contraddittori ed è lì che si determina la scelta, è lì in quella scelta, che l´individuo decide. La dinamica ininterrotta costituisce la trama di ciascun vissuto.
Possiamo definire Bene il momento della solidarietà e Male il momento dell´egoismo, anche se si tratta di definizioni molto azzardate.

Una sola cosa è certa: questi processi avvengono in presenza del nostro peccato originale che, lo ripeto ancora una volta, consiste nella soggettività, nel pensiero che può pensare se stesso, nostro vanto e nostra condanna. Orgoglio della nostra autonomia e rimpianto della perduta innocenza.

don alberto

@ Nifft
Non mi risulta che il geniale gesuita sia mai stato scomunicato.
In rete ho trovato questo: “…la proibizione cui fu costretto Teilhard
di Chardin di pubblicare scritti che non fossero di natura prettamente scientifika…”, presumo una precauzione dei suoi superiori, se: “… questa proibizione «a protégé Teilhard d’éventuelles condamnations»” (presumibilmente del Sant’Uffizio).
Mettere un attimo in stand by teologi un po’ spericolati è prassi normale, a quasi tutti i grandi precursori del vaticano II è capitato: la verità non è subito così evidente.
(Una “evoluzione” era già stata presagita da sant’agostino -ti risparmio per brevità la citazione)

don alberto

@ Bruno
Sono sguillato su una lastrina di ghiaccio e, da povero prete- o meglio: da prete povero-, non avevo l’ABS (adesso invece sì); non stavo guidando in modo tanto spericolato, da poter avvalorare la tua ipotesi.
Nel suo testamento mio padre scriveva che se un giorno avessi sentito una botta in testa, era lui che mi stava badando.
Delle due ho pensato a questo (sul momento ho pensato, che potevo baciarmi i gomiti, visto che dall’altra parte non stava venendo nessun TIR …).

don alberto

@ Milacas
L’ultima cosa che farei è il ruffiano “per dimostrarmi aperto”, visto che, delle due, sono più portato a prendere a calci gli alveari (con quel che ne consegue).
Quanto al cd. peccato originale, per me è stata la crocifissione di quell’ominide che faceva il falegname e poi si è messo ad andare a spasso per la palestina con 12 sfaccendati come lui; quando l’ho detto a Biffi, non ha fatto una piega, perchè per lui è stato il peccato degli angeli, come vedi sul rogo sarò un buona compagnia.
PS: la teologia, come tutte le favole, evolve.

Daniela

per bruno,
interessante il sito, grazie, lo sto per l’appunto visitando.

Daniela

per don,
gli argomento come te li ha dati? Spediti tramite il piccione viaggiatore?

don alberto

per Daniela
Essendo un po’ duro di comprendonio, mi espliciti il soggetto sottinteso?

don alberto

@ Daniela
-per l’evoluzione basta la ragione.
-per il peccato originale, mi intriga attiquattroventisette: c’eravamo “tutti”, ma lui ci aveva già perdonati (era proprio matto!).

Sergio

Se non sbaglio non sono ammesse in questo blog lunghe esposizioni di teorie o lezioni di qualsiasi tipo. Concisione e chiarezza sono inoltre un segno di rispetto verso l’interlocutore.
Le lezioni vanno fatte in altra sede.

don alberto

@ Sergio

“Non sarebbe libero di cosa?”
Di “amarlo”. “Con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta le mente e con tutte le forze””.

“Gioca a nascondino”
Sì, hai presente: “Prendimi, dammiti, cuccurucù?”
(forse una donna capirebbe meglio, lei che “sceglie l’uomo che la sceglierà”)

“se poi non gliela fa … lo sbatte addirittura all’inferno per l’eternità”
No!
matteo 25, 31-40 (l’amore concreto); romani 2, 14-15 (la coscienza); vaticano II: “la provvidenza non nega gli aiuti necessari alla salvezza a chi non è arrivato alla conoscenza di dio e si sforza di seguire una vita retta”
(continua)

don alberto

questo PS ti farà trasecolare.
Dio creò l’uomo “liberrimo consilio”, e secondo vari teologi l’ “immagine e somiglianza” nella quale l’uomo è creato consiste proprio nell’essere libero; il falegname disse: “la verità vi farà liberi” (giovanni 8, 32) e quella volpe di biffi si creò il motto: “uBI (F) FIdes, ibi libertas”.
Libertà che a volte si paga a caro prezzo anche nella ditta (a quale santo non è stato fatto sputare sangue dai superiori, dai confratelli, dall’autorità?), ma che essendo libertà “di” amare, trova sempre la possibilità di esprimersi (piccolo esempio: don milani, mandato in esilio tra le capre, non ci parla forse ancora, più che se fosse stato promosso in una parrocchia del centro storico?)
(fine)

don alberto

Ultimo (?) PS
Sull’inferno.
quando si legge danto (inferno 3, 6) si rimane con i denti in mano (l’ “amore” !?), e i padri del vaticano II si sono rifiutati di “dogmatizzare” che ci sia qualcuno (con buona pace di vari veggenti), neanche giuda (do you remember Mazzolari? “nostro fratello giuda”), ma non che non esista.
Che dire? Che la libertà è vera libertà, e che il rovescio della medaglia -cioè che è “possibile” dannarsi- conferma che va presa sul serio.
Che poi dannarsi sia “probabile”, con l’arbitro che in campo fa un tifo spudorato per la propria squadra ed entrando a gamba tesa contro gli avversari, penso sia è difficile … .
(Anche la letteratura fantastica deve avere una sua logica …)

leo

Concordo perfettamente con Sergio, l’idea di un luogo di punizione e sofferenza eterna è quanto di più crudele e ingiusto la mente umana sia stata capace di partorire.
Come possono essere giudicate per l’eternità azioni commesse in un tempo finito?
Quale uomo con un minimo di cuore può credere ad una pena e sofferenza eterna?

don alberto

Un signore si irritò molto che su un treno di lusso non erano servite delle paste.
Alla prima stazione il capotreno scese e gliele portò.
Il signore le prese con malgarbo e disse: “Avrei preferito tenermi la mia rabbia!”

don alberto

Per gli accademici della crusca:
“fossero” e non “erano”, “gliene” e non “gliele”

Sergio

No, Alberto, non ci siamo, non ti capisco. Alcune tue osservazioni mi sembrano eretiche rispetto all’insegnamento della tua “ditta” (come ami dire tu) o per lo meno curiose. Ma finora non hai detto qualcosa che mi abbia colpito o che mi abbia davvero rivelato qualcosa. Anzi mi sembri che ti arrampichi talvolta sugli specchi. Il paradosso ha una sua funzione legittima, ma non mi piacciono le persone che amano comunicare solo per paradossi (più che comunicare vogliono brillare o confondere le idee del prossimo).
La libertà per me non esiste, siamo tutti – anche Dio – sottomessi alla dura necessità (Giove non può mutare il fato – e anche il Sommo Giove di Dante non può che agire secondo la sua natura). Ma quale sarebbe la natura di Dio? Il boss dice che Deus caritas est. Che noia, che barba, che scemenza. Dove la vedi la caritas in questa valle di lacrime?
Mah!
C’è un teologo cattolico che io apprezzo moltissimo, ma non in quanto teologo, bensì come persona: Eugen Drewermann. Anche lui, sospeso a suo tempo, ha lasciato la Chiesa come la Ranke-Heinemann (dunque un ex cattolico, anzi un eretico). Fa anche il terapeuta (gratis). Quando leggo Drewermann, teologo come te, non mi sento mai preso per i fondelli. Capisco sempre quello che leggo, e apprendo tantissime e bellissime cose sull’uomo. Perciò continuo a frequentarlo, anche se crede in Dio. Il teologo non mi interessa, o molto poco, ma il conoscitore dell’animo umano moltissimo. Le sue interpretazioni psicanalitiche delle fiabe di Grimm sono per me stupende (credo che alcune siano state tradotte anche in italiano). Drewermann ha contato molto per me (e continua a contare). Da uno come Drewermann nessun ateo avrebbe mai qualcosa da temere. Ratzinger, Ruini, Biffi, Bagnasco, Bertone e compagnia bella invece sono – mi spiace dirlo – uomini di potere – e ho detto tutto.
Ciao, buon anno!

Sergio

@ Alberto

Ho visto sul catologo elettronico BOL che sono disponibili in italiano molte sue opere (non però i poderosi trattati teologico-filosofici). Sono tradotte alcune interpretazioni delle fiabe di Grimm. La mia preferita è “La fanciulla senza mani”.
Fra parentesi una delle opere di Drewerman ha per titolo “Glauben in Freiheit” (Credere in libertà). Un bel titolo (anche se io non credo nella libertà). Mi piace perché la fede non può essere imposta: imporla è violenza. Ma quando mai la fede non è stata imposta? L’islam contempla la pena di morte per gli apostati. Come il cristianesimo l’altro ieri.

leo

L’idea che una colpa finita possa meritare una punizione infinita è grottesca e la dottrina che un essere lodato per il suo amore e la sua infinita misericordia possa in qualsiasi modo esserne coinvolto, o peggio possa averla decretata, è oscena.
E’ semplicemente inaccettabile che una persona con la coscienza funzionante possa trovare moralmente accettabile tale idea.
Se esistesse un dio, non condannerebbe alla sofferenza eterna nemmeno il più esecrabile e degradato essere umano. Ciò sarebbe precisamente contro ogni suo presupposto attributo.
Quasi tutte le religioni stressano il fatto che dio è giusto, ma è requisito fondamentale della giustizia che la punizione sia proporzionata al crimine; l’inferno è, per definizione, infinitamente sproporzionato comparato a qualsiasi azione che l’uomo può compiere.
Ha molto più senso la teoria di una salvezza universale, come proposta da Origene nei primi secoli del cristianesimo prima che si facesse strada la Chiesa Romana.

don alberto

@ Sergio
Grazie dei suggerimenti, ma temo che siano al di sopra delle capacità intellettuali mie e dei miei “poveri campagnoli” (come direbbe vincenzo de’paoli).
Anche te direi che mi stai sopra di molte spanne.
Grazie e buon anno anche a te.

don alberto

ancora @ Sergio

-Ti chiedo, innanzitutto e soprattutto, scusa se ti sei sentito preso in giro, non era certo mia volontà.
Ho davanti uno schermo, che non aiuta a capire chi ho di fronte e a calibrarmi su di lui.
Scrivo con uno stile, come dire, che possa adattarsi a tutti (che poi vuol dire non soddisfare nessuno…).
-Eresie? Non sono così intelligente. (E non dire niente di nuovo è una garanzia di ortodossia)
-Paradossi? Confondere le idee? Quello che dici è più che legittimo: a pentecoste gli apostoli si sono subito presi degli ubriachi, e a paolo ad atene, sai come è andata.
(continua)

don alberto

-La libertà. Non riuscivo a capire perchè ho scritto quel post, assolutamente OT, sulla libertà.
Poi ho capito: nell’ambiente diciamo: “divina intuizione”.
-Che noia, che barba. Che noia l’orgasmo? (Deus caritas est, n. 3)
-Dove la vedi la caritas? Temo che la risposta sia banale: nel cuore trafitto di cristo in croce.
-Drewermann. Un confratello mi aveva prestato un suo libretto. Ma mi permetti di essere in stato di esaurimento permanente e strisciante (già i post di oltre cinque righe mi mettono in crisi)? Forse in altro momento l’avrei sfogliato. (Però il discosrso delle favole mi interessa, se non altro mi diverte la faccia che fanno quando spiego perchè Cappuccetto è “rosso”).

Se non ti offendi e poichè non porti maschere sul volto: “che il Signore ti benedica, ti custodisca, faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia, rivolga a te il suo volto e ti conceda pace” (benedizione di aronne).
(fine)

don alberto

@ leo
“Se esistesse un dio”

Proposizione ipotetica del 3° tipo, presumo.
Se hai già la risposta prima di fare la domanda, non c’è nulla da aggiungere se non: beato te.

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