Segnaliamo un documentario davvero interessante e ben fatto sullo sbattezzo, realizzato da Stefano Sotgia, che ci aveva contattato qualche mese fa proprio per girarlo e per cercare un volontario. Il cortometraggio, intitolato Uscire dal gregge (come l’omonimo libro scritto da Raffaele Carcano, segretario UAAR, e Adele Orioli, responsabile delle iniziative giuridiche UAAR) ha come filo conduttore lo sbattezzo del giovane Paolo Ferrarini, con interviste ad un parroco, a Raffaele Carcano e Adele Orioli, oltre che spezzoni girati proprio durante la giornata dello sbattezzo. Il filmato è disponibile su Current Tv e dura circa 16 minuti.
Sbattezzo su Current Tv
19 commenti
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Bello!
L’ho messo anche nel mio myspace, sperando che si diffonda nel web e la gente sappia che lo sbattezzo esiste!!
davvero un bel documentario, complimenti a tutti quelli che hanno contribuito a realizzarlo
Bello, interessante, da diffondere.
Complimenti!
😉
Bello. Da diffondere.
bello… complimenti!
Capisco che bisognava tenersi buona la famiglia per avere il filmino, ma i nove anni glieli ha portati via lei, non la chiesa.
bellissimo ben fatto, più sbattezzati e meno dalla catto chiesa fregati.
Alberto, Alberto…
Mi imbarazza un po’ puntualizzare quello che per uno scrutatore d’anime come te, dovrebbe essere un fondamentale: quello è il vissuto di Paolo, tu puoi prenderne solo atto, e se vuoi veramente porti in ascolto (ti piace molto questa parola, scommetto) senza giudicare, parti da lì senza discutere.
O sei più interessato a identificare colpe?
saluti e buon anno
…e alla famiglia chi li ha portati via?
ok amici, va bene, bello il documentario, ma guardiamo la realtà..
quante persone lo vedranno? 1000, 5000 10.000?
milioni di italiani sono bombardati ogni giorno da servizi,
interviste, citazioni, interventi..
qualche settimana fa, mizar, approfondimento “culturale” su rai due
in onda verso mezzzanotte, nalla stessa puntata:
servizio su una “poverina” con le stigmate
servizio su lourdes con testimonianza di claudia koll..(si scrive così? si, no, chissenefrega)
servizio su giovanni XXIII ( il papa buono.. perche gli altri?..)
perfino jerry scotti quando gli capitano le domande sui vangeli
quasi si cala i pantaloni..
non se ne può più!
dovremmo pretendere dalla rai uno spazio per gli atei e gli agnostici
possibilmente non alle tre di notte.
che ha che non va il mio commento delle 11:27?
Solo tre gatti si interessano di questa notizia, ma siete veramente atei o siete lì per fare?
per fra-casso,
è vero questo documentario è una goccia nel mare, però non ci deve scoraggiare ne tantomeno inibire, l’uaar è cresciuta molto questi anni, fa cultura e aiuta a diffondere i valori del razionalità e dello scetticismo. La tv generalista? Tra una decina di anni sarà morta sepolta.
credo che tu abbia ragione Daniela.
però finchè la tv generalista non sarà morta e sepolta,
per me ( e parlo veramente a titolo personale) è
abbastanza frustrante sentire tante idiozie a ruota libera.
comunque ammiro e invidio il tuo atteggiamento positivo.
@ nessie
Mi pare si debba proprio partire dalla famiglia.
Se, oltre a dire che il battesimo dovrebbe essere un atto libero, che si potrebbe rimandare almeno all’adolescenza, se sai come rifiutare -educatamente e senza finire sul giornale- il battesimo a chi “non crede, ma lo fa perchè il figlio sia uguale agli altri”, a chi lo fa per convenzione, a chi non ti dice che non gli passerà neanche per la testa di educarlo cristianamente (ma te lo fa capire), ti ascolto.
Il tuo commento è stato bloccato perchè conteneva una parola proibita: “identi f i c a re”.
Buon anno!
Alberto:
Paolo dice che quel periodo di militanza nelle file di CL gli ha rubato nove anni della sua vita. E questo è tutto.
Poi tu parti pure da dove ti pare, anche da Adamo ed Eva 🙂
saluti
p.s. il prete del mio paesello si è rifiutato di battezzare mio figlio perché io e il padre, sposati civilmente e dichiaratamente atei, non potevamo assicurare un’educazione religiosa a nostro figlio. Ancora mi pesa aver ceduto alle pressioni della suocera.
ohi…, rifiutare il battesimo è visto come una punizione, allora ho provato a “rompere l’assedio” proponendo la sua posticipazione per una bimba di una coppia ‘di chiesa’ (ovviamente niente di fatto, ma ho saputo di un caso analogo andato a buon fine).
Adesso qualcuno comincia a non richiederlo, è chiaro che mi dispiace, ma almeno ho qualcuno da “portare come esempio”.
PS @ nessie
Se vuoi credermi, la parola “colpa” non fa più parte del mio vocabolario da un pezzo.
Serve solo a soffrire e a far soffrire (in uscita e in entrata).
Ciau.