Un altro caso recente fa convergere l’attenzione sul tema eutanasia. Una donna abruzzese di 58 anni, residente a Castel di Sangro (AQ), malata di cancro che riceve solo 250 euro mensili di pensione per invalidità, ha chiesto verso Natale l’eutanasia perché non riesce ad ottenere l’indennità di accompagnamento che le permetterebbe ricevere delle cure adeguate a Pescara, sentendosi abbandonata dalle istituzioni e abbattuta a livello esistenziale. L’Asl ha negato l’indennità, concedendo solo rimborsi spese per i viaggi poiché mancherebbero i requisiti legali e sostenendo che non c’è stata alcuna richiesta ufficiale. Il comune dove la donna risiede si è interessato al caso, fornendo degli aiuti e la popolazione, sensibilizzata, sta raccogliendo fondi. Angelo Spina, vescovo di Sulmona, parla di «grido di dolore» di una persona «che reclama il diritto alla vita e non alla morte». La donna però si sarebbe rivolta anche al parroco locale per chiedere aiuto, senza successo.
L’Aquila: donna indigente malata di cancro chiede eutanasia
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E’ assurdo!!
Nessuno la aiuta?
Ma in Italia l’assistenza sanitaria è un diritto! Un cittadino italiano non dovrebbe bussare a tutte le porte per ottenere ciò che gli spetta secondo la costituzione… Non c’è veramente limite ai danni della burocrazia…
infatti. la questione non è se debba o no avere l’eutanasia, ma il fatto che la chieda a causa di una situazione che in un paese civile non dovrebbe nemmeno verificarsi!
per quanto penosa possa sembrare questa storia mi sembra che la signora stia usando in maniera strumentale il tema dell’eutanasia per ottenere la possibilità di cure mediche.
in pratica non esistono le condizioni base per l’eutanasia, non è nelle condizioni di welby o eluana, ed anzi mi sembra che sia chiara la volontà di proseguire con le terapie.
penso che questo uso distorto di un tema così delicato come l’eutanasia sia una cosa odiosa, dettato certamente dalla disperazione ma istigato da vescovi e preti pronti a tutto pur di avversare il cammino dell’autodeterminazione dell’individuo.
questa donna è disperata, ma non vuole morire, è chiaro come il sole, cerca aiuto per le cure mediche.
Concordo perfettamente con Daigoro, a parte l’ultimo paragrafo. Non possiamo dire che sia stata istigata dal clero. Anzi, forse in questo caso è stata lei a usare i preti come cassa di risonanza.
Ho appena sentito la notizia al tg3 ed ho anche visto quanto siano infami le istituzioni, infatti la ASl ha deciso di rivedere il caso della signora ed il comune si è attivato, ma questo solamente dopo che la donna ha minacciato di farla finita con l’eutanasia e con una copertura mediatica dell’accaduto, altrimenti secondo me non se la sarebbero filata di pezza!
Questo caso è totalmente diverso dalle richieste razionali e consapevoli di eutanasia! La donna ha voluto fare una provocazione, è evidente che vuole curarsi se sta chiedendo l’accompagnamento. Tutto ciò fa soltanto il gioco degli oppositori di ogni forma di testamento biologico…
La donna però si sarebbe rivolta anche al parroco locale per chiedere aiuto, senza successo.
Quest’ultima frase dice già tutto
È già il secondo o terzo caso di persona che, per chiedere aiuto a vivere, parla provocatoriamente di “eutanasia”.
Io capisco anche che in effetti la (doverosa) attenzione si riesca ad ottenerla solo ricorrendo a tali stratagemmi; però per la battaglia per il diritto a morire dignitosamente è un vero disastro…
Questa donna non sta chiedendo aiuto per essere curata, ma per ricevere l’indennità di accompagnamento. Cioè, soldi.
Strano che il prete non abbia potuto aiutarla per questa richiesta, considerando la ricchezza del clero.
“Questa donna non sta chiedendo aiuto per essere curata, ma per ricevere l’indennità di accompagnamento. Cioè, soldi.”
No, questa donna (una volta tanto vedere un tg serve) chiede l’indennità per avere i soldi che servono per i viaggi necessari a curarsi in un altra città… perchè dove abita non fanno la chemio…
Se non gli danni i soldi non può curarsi…
Forse io la vicenda l’ho letta in modo diverso, oppure è stata recepita da altri in maniera distorta………
Questa donna, malata di cancro al polmone, quindi con una speranza di vita molto ridotta, percepisce un assegno di circa duecento euro al mese che le dovrebbero consentire di sopravvivere oltre che di pagare le spese per i viaggi presso l’ente ospedaliero dove deve effettuare la chemioterapia. La sua richiesta è relativa ad avere un accompagnamento che le consentisse di affrontare il viaggio ed il periodo in cui i malesseri indotti dalla chemio la rendessero non autosufficiente. Inoltre qualcuno mi spiega se una persona invalida e gravemente ammalata può vivere con duecento euro al mese. La signora in questione ha semplicemente manifestato la volontà di non sottoporsi più alle cure, cosa daltronte perfettamente leggittima, dato che stante così le cose anche la sua è ormai una vita poco meritevole di essere vissuta……..casomai non si tratterà di “eutanasia”, dato che la morte che ne deriverà non sarà ne bella ne indolore.
in effetti penso anch’io che questo non faccia altro che il gioco degli oppositori del testamento biologico, però d’altronde come biasimare questa donna? Voleva attenzione e ha pensato bene di ottenerla sfruttando uno di temi più dibattuti in questi tempi.
A mio avviso, la vicenda dimostra le ulteriori bischerate che la nostra classe politica ci propina quotidianamente: penso che, spesso, abbiate sentito anche voi esponenti politici dire che bisogna incidere sul bilancio dello Stato tagliando le spese cd. “sociali” (assistenza sanitaria compresa), perchè, a loro dire, siamo uno dei Paesi più “assistenzialisti” del mondo…Beh, mi sembra che questa vicenda dimostri tutto il contrario…o mi sbaglio?
Non voglio assolutamente sollevare alcuna critica nei confronti di questa signora: mi sembra che abbia già le sue “belle gatte da pelare”…e, come lei, penso che in Italia si trovino molti altri nella sua situazione ed il sistema “Italia” dimostra , proprio in questi casi, le sue maggiori carenze…
Oltretutto, mi chiedo, dato che i pro-chiesa, i pro-life, i pro-pastori della solidarietà, quando vengono criticati per tutti i soldi e privilegi che percepiscono dalla Stato italiano, rispondono dicendo che sono loro ad occuparsi dei bisognosi, dove sono i “maestri” della solidarietà?
Infine, vorrei sottolineare sul come si possa parlare di “assistenza sanitaria gratuità”, se, per certe tipologie di trattamenti sanitari, non vi è una copertura di tutto il territorio nazionale e, quindi, non rientrano nella voce “gratuita” anche quelle attività strumentali volte al completamento del trattamento (come, nel nostro caso, gli spostamenti e la permanenza nel luogo ove il trattamento si esegue)…e non stiamo parlando di un banale raffreddore…
La signora HA TUTTO IL DIRITO DI CHIEDERE L’EUTANASIA. Ma in questo paese di m…a tutto deve essere fatto sotto il rigido controllo della ccar. Che schifo!!!!!!!!!!Che vergogna!!!!!!!!!!!!!
che dire ormai al peggio non si ha mai fine….In un paese in cui politici al governo e no, s’inchinano al VAT, in cui tagliano le spese per la scuola pubblica ma aumentano i finanziamenti per quelle private, vogliono tagliare anche la spesa sanitaria pubblica ma intanto loro vanno all’estero a farsi curare. Piena solidarietà alla signora!
Ha tutto il diritto di chiedere l’eutanasia… Perchè con un tumore al polmone, nell’impossibilità economica di potersi adeguatamente curare adeguatamente, le si prospetta una morte molto, ma molto dolorosa… Quindi se nessuno la può aiutare a continuare a vivere perchè lei deve sopravvivere fino alla morte tra indicibili sofferenze? Lei non è un vegetale…
Perchè la CCAR non si muove in difesa di questa vita come si è mossa per la Engaro che non si può dire che sia “viva”? Dove sono i paladini della difesa della sacralità della vita dallo spermatozoo in su?
O forse non si muovono ancora perchè non è al momento ancora intubata e legata ad una macchina?…
Per conto mio ha totalmente ragione.
Concordo con Flavio appieno
E’ giusto che una persona possa godere di un diritto all’eutanasia, ma, in questo caso, mi sembra si sia al di fuori di una semplice richiesta di diritto, bensì c’è dell’altro…
Rievocando i casi “Welby” e “Nuvoli”, in queste circostanze, le due sfortunate persone richiedevano un diritto all’eutanasia, essendo di fronte ad una condizione di pseudo-vita che, da parte loro, non poteva essere considerata più una “vita” ed, oltretutto, i trattamenti sanitari, a cui venivano sottoposti, non potevano apportare alcun miglioramento della loro condizione…da qui, la loro richiesta di eutanasia.
Invece, in questo caso, mi sembra che non venga invocato un diritto di propendere per l’eutanasia, bensì la richiesta si profila come un obbligo, ossia, come una scelta forzata: perchè?
La risposta mi sembra semplice: il sistema “Italia” è pieno di carenze…
Ciò detto, se nei siti laici, siamo soliti parlare di “libertà”, mi pare doveroso sollevarsi contro uno Stato che non permette l’esercizio della libertà: in questo caso, noi abbiamo di fronte una persona a cui non viene data la possibilità di scelta (ossia, curarsi o non curarsi) ed è su questo punto che si consuma il dramma, ovvero, a me, non colpisce il fatto che questa signora abbia deciso per l’eutanasia, ma mi inquieta il motivo per cui l’ha fatto, che consiste ne fatto che, per lei, è una scelta obbligata non dovuta alla sua patologia, ma dovuta a fattori estrinseci che incidono sulla sua scelta di curarsi o meno…
Infatti, a differenza dei casi “Welby” e “Nuvoli”, se questa signora vorrebbe curarsi tramite chemio, ciò significa che il suo oncologo gli ha detto che il tumore è ancora aggredibile, ma non lo può fare: ci sta che, magari, pur sottoponendosi alla chemio, il tumore potrebbe non regredire ed, a quel punto, può darsi che la stessa propenda realmente e sentitamente per l’eutanasia, ma, a questo punto, almeno, avrà avuto la possibilità di esercitare una libertà che trova il solo limite della morte e non limiti estrinseci…
Quindi, in questo caso, non parlerei di diritto all’eutanasia, ma, a quanto pare, di obbligo nei confronti della medesima: e dove si consuma l’obbligo significa che non c’è discrezionalità…
E’ evidente che questa donna non chiede realmente l’eutanasia, ma chiede probabilmente un’assistenza più dignitosa.
L’operazione mediatica consiste nell’equiparare tutti i casi di richiesta di eutanasia a questo. Vedete?, dicono i preti, non serve l’eutanasia, basta solo un po più di assistenza. Quello che è vero in alcuni casi viene fatto passare per un assioma universale e indiscutibile
Visto che le spese di viaggio le vengono passate, poterbbe recarsi presso il CRO di Aviano (PN) ove esiste, annesso al centro stesso, una struttura privata e gratuita che permette di rimanere sul posto, sia per l’assistenza ai familiari, che alle persone nella situazione della signora.
Per il resto se io voglio morire nessuno mi deve intralciare!
…spero non sia il solo centro in Italia.
premesso che io ritengo che se questa signora decide di terminare le sue indubitabili sofferenze, il diritto a decidere è suo e solo suo….
scusatemi se mi permetto ma…. due lire io e due lire tu, magari possiamo riuscire ad aiutarla noi, se invece è questo ciò di cui ha bisogno?
se la proposta vi pare fuori luogo siete liberissimi di ignorarla.
@cesare
“La donna però si sarebbe rivolta anche al parroco locale per chiedere aiuto, senza successo.”
Mi sembra che sia la società LAICA, i cittadini, che una volta informati stano mettendo in piedi una catena di solidarietà.
La chiesa ha girato la testa dall’altra parte, come sempre fà quando non c’è ritorno d’immagine,
In merito all’assistenza in Italia posso solo dire che è delirante. Due casi.
IO: quando avevo 15\16 (1996\97) io mia madre vivevamo con si e no 600.000 lire al mese (300 euro). Mi madre arrotondava con lavori saltuari. Quando chiedemmo aiuto l’unica cosa che ottenemmo fù la minaccia di mettermi in istituto. In compenso il comune forniva GRATUITAMENTE acqua, luce, vestiti e cibo al compo nomadi i cui abitanti avevano solo un problema: NON AVEVANO VOGLIA DI LAVORARE.
SEMPRE IO 2 ANNI DOPO: facevo volontariato assistendo una persona malata di sclerosi. Aveva una pensione di 600 € e un figlio. Il comune le passava solo dei pasti preconfezionati. Nessuna assistenza (infatti ero io a lavarla, vestirla, prepararle la cena, ecc) per lei, ne per il figlio di 17 anni. Il ragazzo ha dovuto lasciare la scuola e iniziare a lavorare per poter pagare affitto, bollette, cibo, cure.
Morale? L’aiuto lo ottieni solo se c’è il ritorno d’immagine del buonismo più bieco e se fai parte di una comunità che può fare seri danni se le autorità non concedono quel che si vuole.
Oh non parliamo poi di preti & caritas… la risposta fù non sei una di noi, crepa.
Siamo sempre al solito, la negazione del diritto di poter vivere dignitosamente o, nella im possibilità, di poter rifiutare una vita invivibile. C’è sempre qualcuno che vuole ridurci ad animali da riproduzione, in base a furori religiosi che, quando tocca a lui, accantona con disivoltura, “lasciate che torni al Padre”, vi ricordate?
Quanto alla signora in questione, non posso che esprimerle la mia solidarietà, chi può criti carla se usa l’espediente dell’eutanasia per forzare la mano a chi vuole negarle ciò che le spetta di diritto? Finchè ha una speranza, è giusto che combatta per la sua vita, solo lei può scegliere se accettare o rifiutare una vita penosa.
Non credo che questa vicenda possa nuocere alla causa della libertà di scelta, in quanto rivela chiaramente, a chiunque voglia capire, quanto siano meschini gli argomenti dei di fensori della vita ad ogni costo, imposta agli altri.
In quest’orrendo Paese si nega tutto a chi la vita la vuole lasciare per ben evidenti motivi (Welby e Nuvoli) e si condanna a morte chi la vita se la vuole tenere (questa signora).
Quale colpa orrenda gli italiani hanno commesso per essere così mal governati?
Davvero è tutto riconducibile alla piaggerìa dei politici verso il Vaticano??
indipendentemente dall’eutanasia …
è tragico che nel 2009, un capo dello stato che si riempie la bocca di frasari imparati a memoria sulla costituzione e sullo stato di diritto, in un paese che dice di essere democratico, sia incapace di darsi delle priorità che non siano il rifinanziamento della guerra e nuovi armi.
Potremmo fare un elenco…
Secondo me non è più auspicabile che lo stato si faccia carico di tutte le faccende di mutuo sostegno pubblico.
Resistere per l’ autodeterminazione, e di dire basta, non vogliamo più giocare a questo gioco.
Creare spazi pubblici non statali.
Utopia, certo, ma senza l’utopia è tutto più difficile.
Non è possibile chiamarla ancora democrazia questa cosa, non lo è mai stata secondo me,
e non è possibile continuare a chiedere l’elemosina allo stato!!!
Pure io io sto nella merda per questi bastardi…per ragioni più effimere, ma sempre in una condizione precaria e senza futuro sono, tant’è che devo sperare nel cinema per avere un briciolo di giustizia, capito bene – nel cinema.
Vi sembta normale?
E’ normale che uno stato abdichi?…In fondo non c’ho mai creduto a questa porcata giuridica chiamata “STATO”.
Io auguro a tutti un futuro più dignitoso senza soffrire più del dovuto e senza fare gli eroi o i martiri per qualche idea, o peggio sacrificati per qualche progetto ambizioso chiamato FILM!