Mafai: «Il testamento biologico e l’ondata neoguelfa»

Segnaliamo un commento di Miriam Mafai, dal sito di «Repubblica». A partire dall’utilizzo delle nuove tecnologie per la cura e il concepimento, sono emersi interrogativi e dibattiti sul piano etico. Mafai sostiene che è bene discutere «senza preconcetti e chiusure», ma «soprattutto, senza timidezze o subalternità nei confronti delle gerarchie, quasi si ritenesse la Chiesa cattolica l’unica o la più autorevole depositaria di quei principi etici di cui tutti riconosciamo l’importanza e la necessità ma che non tutti decliniamo nello stesso modo». Mafai si chiede perché «solo nel nostro paese, l’attività del legislatore debba essere condizionata in ultima istanza dal giudizio del Vaticano», non solo sul tema del testamento biologico, ma anche per la procreazione assistita, sostenendo che da parte della Chiesa non vi è «nessuna nuova disponibilità» al dialogo. Anzi, «vedo invece avanzare» conclude Mafai «anche per le incertezze e le debolezze della cultura laica, una pericolosa “ondata neoguelfa”».

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14 commenti

SLizard

Wow, sempre meglio! Oggi è una giornata piena di sorprese… 🙂
Diritto di morire, astrologi cialtroni, attacchi alla chiesa… Molto bene!

L.

Third Eye

Ma è facile rispondere alla Mafai: l’ignoranza genera indolenza e l’indolenza fame di risposte facili; le risposte diventano sempre facili quando sono acriticamente prese da un gran numero di soggetti, meglio ancora se da tempo immemore e quindi passate per verità pressoché indiscutibili, perché tanto se discuti sei solo “il solito ipercritico a cui non va mai bene niente” e “poi è sempre stato così” <_<…

Bruno Gualerzi

L’ondata neoguelfa – in realtà uno tsunami – ci ha già raggiunto, e lo sbarramento laico si è dissolto prima ancora di essere invaso dalle acque.
Grazie quindi, a maggior ragione, a Miriam Mafai… anche se resto del parere che certe scelte esistenziali non possono essere fatte oggetto di norme legislative, sia pure orientate a salvaguardare la libera scelta. Troppo alto il rischio della ‘interpretazione’ esterna.

Barbara

Grande Miriam!!ce ne vorrebbero di più di giornaliste/i come te.
Ha ragione di sostenere l’esistenza dii ncertezza e debolezza della cultura laica,ci vuole più CORAGGIO!!

ignazio

Di tanto in tanto si leva una voce giusta. Grazie Miriam.
Tutti Gibellini, contro ogni integralismo!

Manlio Padovan

Se non vado errato, ma mi pare proprio di no, Miriam Mafai è quella che scopri in età molto molto matura (e ne scrisse un libro) che il PCI era come una parrocchia dove bisognava fare tutto quello che voleva il suo parroco e lei ubbidiva al parroco, allora. Mentre chi lo diceva in tempo passava per qualunquista, la Mafai è sempre passata per una intellettuale…ed io degli intellettuali che non affondano la spada e mai colpiscono con vera serietà, ne avrei le scatole piene. Perché non dice che tanto a destra, quanto a sinistra, a cominciare dal vertice più alto siamo in mano ad una banda di lecchini del Vaticano? Che il nostro Stato non è uno Stato sovrano? Tante belle parole lasciano il tempo che trovano, servono solo ad incoraggiare altre parole e basta.

giuseppe

Dite a questa … signora che in Repubblica Ceca (io ci ho vissuto) le parole del Papa occupano le prime pagine, esattamente come in Italia.
Solo una giornalista di Repubblica potrebbe esprimere considerazioni tanto stolte quanto infondate! Che sia membro (anzi membra…altrimenti si incazza per il trattamento non paritario) dell’uaar?
Buon anno a tutti

patrizia

E’ vero, troppi guanti di velluto nelle esternazioni anticlericali, e poi quei pretini in tutte le trasmissioni e in tutte le opinioni. Anche Radio 3 è diventato un ricettacolo di pretacci.

stefano

x Giuseppe

in Germania Francia Inghilterra Svezia Danimarca Norvegia ecc. le parole del gonnellone occupano l’ultima pagina dopo lo sport, quando va bene.

Nietzsche---

ecco tornato il troll preferito dall’UAAR…
“Dite a questa … signora”
E ecco tornati anche i suoi semi-sottili metodi di offendere chi non la pensa come lui 😉

Otto Permille

In realtà non si è ancora capito da quali fonti la chiesa tragga il proprio sapere. Dalla Bibbia no, in quanto il 90 per cento del testo biblico non pare supportare l’insegnamento ecclesiatico. Altrettanto si può dire del Vangelo, che è solo un testo offerto al commento, ma i cui principi non sono quasi mai praticati. Sembra anche che Gesù non avesse nessuna intenzione di fondare una chiesa, visto che era convinto che il mondo sarebbe finito di lì a poco e che il giorno del giudizio era vicino. Quindi, ancora, da quale fonte il papa trae il materiale per formulare giudizi? Semplicemente da altri papi, teologi, elucubratori e commentatori di sacri testi, ossia da una macchina completamente autoreferenziale, dove un popa o un vescovo ritiene qualcosa come “vero” solo perché lo ha detto un altro perfettamente identico a lui. Questo è il concetto cattolico e papalino di “verità”

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