Usa: nuovo Congresso rispecchia maggiore diversità religiosa

Le recenti elezioni statunitensi registrano alcuni cambiamenti nella composizione religiosa del Congresso, monitorati dal Pew Forum. I protestanti sono, dagli anni Sessanta e dalla presidenza Kennedy, in netto calo nel Congresso (da circa 3/4 al 54,7%), avvicinandosi alla quota registrata nella società (51,3%). I cattolici sono invece cresciuti, arrivando al 30% dei seggi del Congresso (sono il 23,9% della popolazione, in netto aumento questi ultimi anni, soprattutto grazie all’immigrazione dal Centro America). Ebrei e mormoni sono entrambi l’1,7% della popolazione, ma ben più rappresentati nel Congresso (rispettivamente, l’8,4% e il 2,6%). Buddisti e islamici (ancor meno delle due minoranze appena citate) cominciano ad essere rappresentanti nel Congresso, con 2 eletti per ogni confessione.
Cinque membri del nuovo Congresso non hanno definito la propria appartenenza religiosa. Solo Pete Stark, democratico eletto nel collegio di Fremont (California del Nord), ha dichiarato apertamente di non essere credente – probabilmente il primo caso nella storia del Congresso – ricevendo ad una settimana dal suo annuncio pubblico ben 5.000 e-mail di sostegno da tutto il mondo. Stark comunque afferma che la sua posizione in materia religiosa non è stata importante per l’elezione.

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