Il Vaticano si spende per le casalinghe

Durante la conferenza stampa di presentazione del sesto congresso internazionale delle famiglie cattoliche, che si svolgerà a Città del Messico dal 13 al 18 gennaio, il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha chiesto un “giusto riconoscimento” economico per il lavoro delle casalinghe, o per essere piu’ precisi delle “madri casalinghe”, “perché non si capisce come possa valere di meno se svolto da una madre anziché da una colf”. “Le famiglie e le loro associazioni devono essere interlocutori della politica”, ha proseguito l’alto prelato, che ha incitato i cattolici di tutto il mondo a battersi con tutta la loro forza, in quanto “obbligo morale”, contro la diffusione di leggi “che permettono, con molta facilità l’aborto, come pure il divorzio rapido e l’eutanasia”. Antonelli ha anche preannunciato l’avvio, in Europa ma possibilmente in tutto il mondo, di una petizione “per il sostegno della famiglia fondata sul matrimonio e per la tutela della vita dal concepimento fino al suo termine naturale”.

Le parole di Antonelli sul sostegno economico alle casalinghe hanno incassato l’immediata approvazione del ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna: si tratta di un appello – ha commentato- che va “accolto con piacere e attentamente ascoltato”. Anche Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc, ha espresso sostegno alle richieste della Chiesa Cattolica: “si ricorda ancora una volta ai politici – ha osservato – che la famiglia ha bisogno di giustizia fiscale, di sostegno e solidarietà sociale, di appoggio morale e culturale”.

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79 commenti

Rego

Razionalmente ed obbiettivamente, dico che questa affermazione della chiesa mi piace!
si chiacchiera tanto e ovunque, ma alcune volte la chiesa va dritta al punto… a prescindere dagli interessi nascosti.

chiericoperduto

Particolare forse trascurabile: Il Cardinale Antonelli non ha detto chi paga questo stipendio..
“madri casalinghe”. Perchè? se una donna è casalinga senza essere madre il suo lavoro domestico vale meno? oppure se è madre-lavoratrice dalle 8 alle 18 e casalinga dalle 18.01 alle 23 (come la maggior parte che non si possono permettere di andare avanti con il solo stipendio del marito) non richiede ancora più impegno personale?
Mettendola sull’ironico, dare uno stipendio alle casalinghe comporta un badge per timbrare l’ingresso in cucina, il riconoscimento di straordinario notturno quando il bebè si sveglia la notte, riposi compensativi, assicurazione infortuni, stabilire una gerarchia aziendale.
Si aprirebbero anche fronti finora sconosciuti come assenteismo, scioperi, rivendicazioni sindacali, mobbing.
Qualsiasi marito a questo punto fuggirebbe di casa!
Ritornando ad esser seri il cardinale pare rimasto ancorato ad una antica concezione della casalinga che oggi non esiste più: oggi esistono i casalinghi (uomo e donna) che al termine della giornata lavorativa iniziano questa attività, ognuno secondo le proprie capacità.
Ad esempio io e mia moglie, entrambi lavoratori, siamo entrambi anche casalinghi perchè una volta a casa io vado a ritirare la figlia dall’asilo, la accudisco fino a sera, apparecchio la tavola, cucino la cena (il pranzo tocca alla moglie), riassetto la cucina, dopocena faccio la lavatrice, metto fuori la spazzatura ed intrattengo i bimbi fino alla nanna. Mia moglie lava i piatti, spazza, rifà le camere, da la pappa al bimbo piccolo e stende la biancheria al mattino prima di entrare al lavoro. E tutte le altre cose che non stiamo ad elencare. Allora che si fa?? lo stipendio casalinghe del vaticano ce lo dividiamo a metà?
Conclusione: lavoriamo entrambi perchè non possiamo permetterci diversamente. A parte le anziane, oggi chi è casalinga non lavoratice spesso lo è perchè il marito si può permettere di tenere a casa la moglie. Gli diamo pure uno stipendio?

Mauro Ghislandi

Tanto per confondere le acque, l’appello era rivolto a “tutto il mondo”, ma in realtà è rivolto principalmente all’Italia, dove infatti non si sono fatti attendere le parole di plauso dei politici nostrani. Tutto in regola, nulla di illlegale, ma occorre ricordarselo quando si va a votare.

Asatan

Un uomo single assume e paga una colf perchè pulisca casa, faccia la spesa, cucini,lavi e stiri gli abiti. Benissimo che gli uomini sposati inizino a corrispondere un identico stipendio alle loro mogli casalinghe.
Non vedo perchè dovrebbe essere lo stato a pagare per quello che è un contratto privato fra 2 cittadini. Ne per un libera scleta fatta da alcune donne.
Verissimo che il lavoro delle casalinghe non vale meno di quello delle colf (è lo stesso lavoro dopotutto), ma la nora è che chi usufruise di un servizio paghhi per esso …. non la collettività.

lorenzocer

famiglia, matrimonio, famiglia, vita, famiglia, famiglia ….. sempre le stesse parole, sempre gli stessi “soggetti da tutelare”… arriveremo al punto che il singolo uomo pensante non sarà più considerato soggetto di diritto…

nemo

Personalmente trovo inquietante questo intervento di Antonelli. Proposte apparentemente ragionevoli vengono comunque innestate su presupposti “religiosi”, avulsi dalla realtà. Una realtà edulcorata e sfuocata che ignora volutamente e con una faccia tosta incredibile, coppie di fatto e single, insiste sulla vita umana fin dal concepimento e sul concetto di “fine naturale” che semplicemente non si sa più cos’è!

Emme

Uno dei plus che le religioni abramitiche offrono ai loro adepti (maschi) è la sostanziale riduzione in schiavitù della controparte femminile. Questa proposta altro non è, solo è infiocchettata in maniera da apparire più accettabile a prima vista. Questo “stipendio” è un’incentivo a stare a casa e non altro, ovvero ad un ruolo tradizionale e sottomesso della donna. Che succede se l’uomo stà a casa, e la donna lavora ? Lo stipendio è sempre dovuto o no ?

Ricordare ai nostri politici l’art3 della nostra costituzione pare esercizio inutile ormai:

—-
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
—-

Non mi pare che uno “stipendio alle casalinghe” vada nel senso dell’uguaglianza, alla partecipazione all’organizzazione sociale, politica ed economica del paese. D’altro canto, se in una data famiglia una donna decide di rimanere a casa, non ho nulla in contrario. E’ una scelta che rispetto, solo non capisco perché debba finanziarla.

I sussidi, in termini di beni e servizi più che in termini di erogazioni monetarie, antrebbero dati a quei soggetti (singoli individui, o nuclei familiari) con un disagio dimostrabile oggetivamente; ma questa è un’altra storia.

cesare

La proposta è certamente apprezzabile, ma è bene riflettere anche sull’altra faccia della medaglia. La chiesa vede nell’emancipazione della donna – che avviene soprattutto attraverso il lavoro extradomestico – una minaccia alla famiglia “tradizionale”. La proposta in questione sembra essere fatta anche con l’intento di riportare o di trattenere le donne entro le pareti domestiche, rivalutando il loro ruolo di “angeli (poco sesso, come sempre) del focolare”.

Mangiapreti

Io non ho ben capito chi dovrebbe pagare le casalinghe … i mariti? (ma ho paura che intenda con le tasse: allora è folle … e pure ladro)
Cmq non sono fessi: le casalinghe sono il loro principale mercato dove riescono a vendere la loro religione (e in più viene trasmessa ai figli).

Ivo Mezzena

Cara ministra Carfagna, puoi ascoltare tutti gli appelli che vuoi, ma i tuoi doveri di ministra non dovrebbero essere stimolati da quello che dice la Chiesa.

nessie

Questa proposta mi irrita per molte ragioni, provo a sintetizzare:
a. non è praticabile dal punto di vista economico, a meno che la gerarchia vaticana decida di rinunciare all’ottopermille e a tutti i privilegi economici.
b. è discriminante in quanto riferita solo alle donne. Infatti proviene da maschilisti ammuffiti e paternalistici.
c. la visione sottesa è: donne a casa a far figli per contenere la bomba demografic.a islamica.
d. chiusa in casa la donna non è economicamente indipendente, non si emancipa, perpetua – involontariamente – lo schema di controllo patriarcale/religioso.
e. quindi non divorzia, non usa anticoncezionali, non abortisce nel caso, non si autodetermina….
f. per quel che mi riguarda voglio essere pagata per il mio lavoro e non per fare la governante. Dallo Stato – risorse permettendo – mi aspetto sostegno per esercitare il mio diritto al lavoro.
g. siamo sei miliardi, troppi. Sono per una decrescita demografic.a.
h. sono per un sostegno ai redditi dei cittadini più bisognosi, indipendentemente dal fatto che siano in famiglia o singoli.
i. and last but non least, che vadano a lavorare!
buon sabato 🙂

Mr.Hubble

..ha detto “termine naturale della vita”..e la ENGLARO che è attaccata alle macchine?!?!…

babaciu

Un paese civile dovrebbe tutelare le persone in quanto tali,non solo chi decide di formare una famiglia.

Mr.Hubble

@Mauro Ghislandi

Troppe cose dobbiamo ricordarci quando andiamo a votare..cito solo l’assessorato al clero..

Kaworu

chi dovrebbe pagarle le casalinghe?

il marito?

no ma scusate, posso ridere per questa grandiosa idea? 😆

Sab

in quanto facente parte della categoria mio malgrado (non ho più un lavoro) trovo la cosa interessante

mi vien solo tristezza al pensiero che questa proposta parta dalla chiesa e non dai nostri governanti, come sarebbe giusto
ovviamente resterà puro nulla: noi casalinghe non produciamo e non producendo non abbiamo diritto a nulla: noi altre si lavora per la gloria (degli altri)

e, per la cronaca, non tutte le casalinghe vanno a “quel” mercato eh

Sergio

@ Nessie

“g. siamo sei miliardi, troppi. Sono per una decrescita demografic.a.”

Piccolo aggiornamento: alle ore 11 e 19 di sabato, 10 gennaio 2009, la Terra era popolata da

6’753’775’749

persone. Era, perché nel frattempo se ne sono aggiunte altre (due circa ogni minuto secondo).
Spero che apprezzerai la differenza tra 6 miliardi tondi e 6,75 miliardi. Sono 753 milioncini e rotti in più (che abbisognano di un po’ di tutto).
La decrescita ci sarà, ma temo che non sarà indolore. Ricordi i 230’000 spazzati via in un attimo dal padreterno (travestito da tsunami) qualche anno fa? Be’, è un assaggio di ciò che ci attende (sempre per volontà del padreterno). Però sarà anche un po’ o tanto per colpa nostra (mannaggia).
D’accordo su tutto il resto che hai scritto.
L’andamento della popolazione mondiale “minuto per minuto” può essere seguito per esempio su questo sito tedesco (ce ne saranno altri, ma io mi sono notato questo indirizzo):

http://www.weltbevoelkerung.de/info-service/weltbevoelkerungsuhr.php?navanchor=1010037

La cifra appare in alto dopo alcuni secondi, magari anche mezzo minuto.

Danielenogod

Trovo insopportabile questa stucchevole, viscida leccata di c..o alle casalinghe. E’ una delle solite trovate pubblicitarie alle quali siamo abituati. Peraltro è evidente che in questo appello è racchiusa tutta l’irritazione che la chiesa prova davanti all’emancipazione femminile. Per la chiesa la donna perfetta è quella sottomessa al marito e al parroco, che gravida dice il rosario mentre lava i piatti allattando e controllando che non attacchi il ragù di carne… Ah! dimenticavo lo svago!… La tv è accesa su telepace e alla radio parla padre Livio…

AM

La Repubblica di San Marino prevede già un contributo per le/i casalinghe/i e non è stata certo un’idea del clero…

Sergio

Lo stipendio per le casalinghe, secondo le intenzioni del Santo Padre e della Chiesa, sarà ovviamente in forma di assegno. In soldoni: tasse. O cosa credevate? La moltiplicazione dei pani e dei pesci è una vecchia storella. Meglio l’ottopermille garantito e altre entrate.

Però è lo stesso una notizia allettante (come si evince anche da qualche commento). Una donna può pensare: mo’ mi sposo e mi sistemo, anche economicamente. Se fossi donna ci farei un pensierino… Ma l’assegno lo voglio congruo, eh? Mica un elemosina.

Furba però la Chiesa. Ormai è la vera sinistra italiana (quoziente familiare per la tassazione, stipendio alle casalinghe: cavolo, è proprio all’avanguardia). Purtroppo è anche sinistra.
Ah, attenzione! Stipendio solo alle casalinghe. Le donne che lavorano, non fanno figli, non si sposano ecc. non hanno bisogno di assegni. Contribuiranno col loro lavoro ad assicurare l’assegno alle buone madri di famiglia, tutte casa e chiesa.

rego

Secondo me è giusto sostenere le casalinghi/e…
perchè?
Si risparmierebbero enormi costi sociali sullo sbando dei giovani.
Tuteleremmo persone che comunque svolgono un’attività.
La famiglia “tradizionale”, e se vogliamo l’UNICA NATURALE, che che ne dicano chiesa o radicali, è l’unica che produce nuove persone fisiche, e le accompagna fino alla maggiore età…
è ovvio e scontato che tutte le persone fisiche vadano tutelate, … poi in questo caso non c’è discriminazione sessuale, se entrambi i sessi possono essere casalinghi…. o pensate che solo le donne possano farlo? se è così allora a discriminare siamo noi!

Bruno Moretti Turri

Per popolazione mondiale e molti altri disastri dell’umanità senza ratio
in real-time vedasi in italiano il sito
http://www.worldometers.info/it/

ricordando le parole di uno dei nostri padri intellettuali più nobili:
“La sovrapopolazione è un pericolo di gran lunga maggiore dell’arsenale nucleare. Per non morire di guerra atomica basta non premere mai quel bottone, mentre per morire per le conseguenze dell’esplosione demografica basta non fare nulla.”
Isaac Asimov

Manlio Padovan

La stupidità della politica fa intervenire razionalmente chi per principio è irrazionale.
Un’altra dimostrazione che la politica, così come la conosciamo, è perfettamente inutile.

TalebAteo

@rego

“Si risparmierebbero enormi costi sociali sullo sbando dei giovani.”

Io sono nato e cresciuto da due dipendenti e non sono per niente uno sbandato. Invece le bestie che facevano i fatti loro e per togliersi di mezzo i ragazzini/e li mandavano a giocare in mezzo alla strada, hanno creato eserciti di sbandati, ignoranti pronti a gridare goal come unico mezzo di presenza sociale.
Trovo non solo offensivo il parallelo figlio di donna che lavora=sbandato/deviato ma anche becera propaganda retrograda.

“è ovvio e scontato che tutte le persone fisiche vadano tutelate”

allora se e’ tanto ovvio, anizcche’ parlare ad ogni secondo di famiglie o di madri o di padri, solleticando l’istinto di protezione di un genitore e pigliandolo per la gola, paralte semplicemente di PERSONE, PER-SO-NE. Capito?
Ti ricordo che le famiglie sono fatte di persone. Creare nella societa’ le condizioni, strutturali, educative, infrastrutturali per la !!!realizzazione dell’individuo!!!, in termini di studio, qualifica, opportunita’ lavorative, significa automaticamente creare una societa’ di gente felice, famiglie comprese. Altro che l’elemosina invocata dai poveri bigotti baciapile.

dysphoria_noctis

contando che anche chi è single e convive in una coppia di fatto in teoria i lavori domestici li fa (a meno che non vogliano vivere in una porcilaia per propria volontà, of course), finanziamo tutti i 60 milioni di abitanti presenti nel territorio italiano? e con quali soldi, quelli del Monopolino?

ma mi faccino il piacere, mi faccino!

Maria

1) Non si capisce perchè un cardinale debba dettare l’agenda politica al Parlamento e questo debba essere sempre ansioso di esguire come un fedele cagnolino;

2) Da una parte non si riconosce alle donne che lavorano lo stesso diritto, dato che il ministro Brunetta vuole equipararne l’età di pensionamento agli uomini, mentre alle casalinghe andrebbe addirittura uno stipendio (già ora ai dipendenti va un sussidio sotto forma di assegno per il coniuge a carico). La donna che lavora non fa anche da badante agli anziani, genitori e suoceri, e domestica, quando torna a casa? Inoltre, anche se non avesse il tempo o la voglia o la capacità, non dovrebbe pagare una badante?

3) E’ strano che certe proposte arrivino quando si svuotano le chiese, con una società che, faticosamente per l’ingmbrante peso della zavorra rappresentata dalla chiesa, va verso la modernità. Forse sperano di tornare ai tempi dio-patria-famiglia, come va ripetendo ad ogni apparizione pubblica il buon Tremonti, con le donne che, anzicché essere impegnate, vanno ogni pomeriggio in chiesa come le bigotte di una volta (illusi, con tutti gli amanti disponibili su internet).

4) E’ un insulto la motivazione addotta dal cardinale che una buona madre è quella che sta a casa e che chi è figlio di una donna che lavora va incontro più facilmente a devianze. Certe argomentazioni le ho sentite solo da cafoni ignoranti.

fabio

veramente geniale; una buona mossa da spin doctor. apperentemente una proposta molto civile, che nessuno non puo` non condividere. insolitamente scandinava. in realta` una mossa per rinforzare il concetto di famiglia come nucleo compostao da moglie marito e possibilmente prole, dove la donna non fa parte del mondo lavorativo, e in modo che questo non succeda, il governo si sforza di elargire un piccola somma per arrotndare lo scarso salario del patriarca. un apparente mossa progressista per rinforzare il nucleo che assicura potere e controllo di questa cosca criminale di cui il papa e` a capo.
chissa` se sarebbe disposto ad elargire una mancetta per il mio compagno maschio, che in questo momento svolge fuzioni di casalinga

nessie

Grazie Bruno 🙂

Sergio, hai ragione avrei dovuto scrivere: siamo quasi sette miliardi, troppi.

Rego, scusa ma “in questo caso” si parla esplicitamente di “madri casalinghe”. Il concetto di “famiglia naturale” è ridicolo. A meno di voler ridurre il concetto di famiglia a una funzione procreatrice escludendo la funzione sia solidaristica che educante. Funzione non legata al genere dei componenti, ça va sans dire.

saluti

p.s. il punto i. è riferito ai camicioni neri

Ema

Sorgono alcune problematiche:

1)Definizione di casalinghe con figli
2)Dove si trovano i soldi con questa crisi?

Visto che per casalinghe penso si intenda “DONNA SPOSATA con uno o +figli”, la cosa non mi sembra molto equa ne molto vantaggiosa: suppongo si eascluderebbero tutte le donne con figli che non hanno contratto matrimonio(ossia conviventi) e sicuramente tutti i possibili casalinghi!!!.

Inoltre sarebbe un suicidio economico: incentivare le donne a non lavorare e a fare figli significa che poi queste donne non producono reddito e allo stato si riducono le entrate…

In tutto ciò il ministro lo sa che prima di parlare di aiuti economici deve sentire il suo amico Tremonti?

Invece di assentire con entusiasmo a cose solo dannose per lo stato(ma non per le finalità della chiesa) io le proporrei di riflettere. Se si vuole fare realmente qualcosa per la famiglia le strade sono due principalmente:

-Aiuti economici ai GENITORI con figli in base al numero di figli(ma non certo il famoso “bonus bebè” che non aiuta quasi nessuno: 500 euro sarà il fabbisogno di un neonato per i primi 3 mesi forse) per un numero congruo di anni: 0-13 anni

-Infrastrutture dedicate alla famiglia(e questo penso sia il punto + importante)

Ultima cosa: è vero che nel mondo siamo tanti, forse troppi, ma non è l’Italia che deve diminuire il n° di nascite, l’Italia anzi deve incrementarli per riuscire forse un giorno a migliorare la situazione demografica disastrosa!

Arcturus

Che strane risposte si leggono in questi post! Vi dirò la mia opinione, che in parte concorda con quella di nessie. Premesso che a me della “famiglia” in quanto nucleo tradizionale e blablabla NON ME NE IMPORTA UN FICO SECCO!, perché la mia libertà è soprattutto libertà da schemi precostituiti, io credo che in una repubblica fondata sul lavoro, SI DEVE ANDARE A LAVORARE. Il lavoro, nel senso proprio e civile del termine, è il collante sociale che dà senso alla collettività; il moto stesso, reale e metaforico, che porta verso il lavoro (ANDARE verso l’esterno) è la base della dinamica sociale. E chi lavora DEVE essere retribuito. Se un certo tipo di struttura familistica arcaica, sessista, stantia, maschiocentrica, misogina e reclusiva (perciò antisociale) prevede, anzi prescrive la reclusione delle femmine all’acquaio, saranno faccende amare solo di chi sceglie e si riconosce in una tale struttura. Ma non può essere un discorso generale. Secondo me le casalinghe non esistono: esistono le DISOCCUPATE (magari anche un po’ pigre). Un discorso di retribuzione che riguardi una tale “categoria” deve essere tutto interno al gruppo che si vuole riconoscere in questa struttura: perciò sostentatore (anche tradizionale, peraltro) della casalinga-disoccupata deve essere il marito-padrone-datore di lavoro. Oppure la chiesa stessa, che fa questi bei discorsetti del cavolo: sostenti, con il suo 8×1000, le casalinghe-disoccupate cattoliche. Che poi la ministra Carfagna esprima il suo interessamento, beh, che dire… la battuta sull’acquaio, appunto, viene talmente facile che è meglio non dirla nemmeno.

Daniela

io sono d’accordo con nessie, e aggiungo come una proposta del genere infarcita di retorica e maschilismo è inaccettabile, e poi è insostenibile dal punto di vista economico

Matteo

D’ accordo con nessie e Daniela.
Aggiungo un’ altra osservazione: con un sistema simile la casalinga diverrebbe una sorta di dipendente statale, e come tale qualcuno dovrebbe assicurarsi del suo operato. Qualche autorità irromperà in cucina a vedere se la pasta è cotta bene o se il bagno è splendente? 😀 “mistero della fede”

#Aldo#

Aggiungo, in breve, che ai miei occhi una cosa del genere si configura a tutti gli effetti come una “tassa sul celibato”, con l’aggravante della subdola presentazione in forma indiretta. Magari c’è ancora qualcuno in circolazione (anziano) che si ricorda in cosa consisteva la tassa sul celibato…

Roberto AURELI

Sostegno alle famiglie, alle casalinghe…….per tutte/i le altre/i ciccia !!!!!! La (sacra) famiglia UNA, SANTA……Non ci trovo niente di positivo anzi è la solita ministra ideologico-culturale. Nessun affrancamento nessun principio di autodeterminazione la donna è tale solo se casalinga, madre, santa etc…..per tutte le altre l’inferno.

Che schifo !

Roberto AURELI

luz

@Nessie
Sottoscrivo. La proposta irrita parecchio anche me.

1) E’ un invito alla donna a tornarsene a casa, diventare economicamente dipendente e perciò ricattabile, d’altra parte basta dare un’occhiata agli ultimi 2000 anni per vedere come la donna, il vaso vuoto di Aristotele, l’Imbecillus sexus dei Romani, la bestia da soma delle riforme agrarie, é stata oggetto di tutela giuridica quasi esclusivamente in virtù delle sue capacità riproduttive;

2) L’individuo titolare di diritti/doveri dov’é finito?Se é single o se é lui , come nel mio caso, che, lavorando in casa col computer fa il casalingo ( si diverte proprio, a me verrebbe la depressione ), mentre io lavoro fuori?Che fanno?Niente assegni?Mi precettano e mi mettono il grembiulino?

3Ma cosa ne sanno questi delle fatiche di tutti i giorni?

Simone Blasetti

Beh, non dimentichiamoci che la Madonna era casalinga. Lavava, stirava, ammirava, apprettava, tirava a specchio i pavimenti, e se si permetteva di dire qualcosa veniva immediatamente zittita da Gesù. Ovviamente non andava ai cortei femministi facendo quel famoso gesto e dicendo il corpo è mio e me lo gestisco io… perché glielo gestiva l’Arcangelo Gabriele ^_^

Sandra

Il vaticano, ancora e sempre, mira a entrare nel cuore delle persone passando dal portafoglio. Lo stato non fornisce asili nido? ma ci sono i loro, e non appena qualcuno osa pensare a portare via 130 dei 500 milioni di sovvenzione annui alle scuole private (in maggioranza cattoliche), voila’ che ne rispuntano 120.
C’e’ crisi? Manca il lavoro? Mais c’est facile, le donne a casa, e con un sostegno economico, cosi’ fatti due conti, visto quanto guadagni a lavorare (magari in fabbrica o al supermercato), una volta tolte le spese di trasporto-asilo-scuola-babysitter, e in piu’ torni a casa e ti trovi tutto da fare, forse conviene stare a casa. E quando la casalinga si annoia…beh, si potra’ trovarle una bella occupazione sociale di volontariato in oratorio, dove potra’ intrattenere i bambini, raccontando storielle o vendendo torte (casalinghe).
Bel populismo, complimenti. E’ vero che in italia si puo’ dedurre fino a un massimo di 1550 euro all’anno per la colf…..buum. In francia, dove lo stato VUOLE davvero fare la sua parte di aiuto alle famiglie, il 50% del costo di colf e baby-sitter e’ deducibile dalle tasse. Questo porta il vantaggio di portare alla luce il lavoro nero, valutare il lavoro di colf e babysitter anche dla punto di vista professionale, e da’ la scelta alle donne se lavorare fuori (sapendo bene quello su cui possono contare) o se restare a casa.
E poi quali casalinghe, mi chiedo? Le mogli di impenditori o professionisti, che si annoiano per il troppo shopping? E’ a loro che andra’ l’aiuto, in base alle dichiarazioni dei redditi dei loro mariti?
La chiesa potrebbe smettere per piacere di impicciarsi della nostra vita? E’ davvero oltraggioso che questi diano i loro consigli per la crisi (su repubblica), dopo essersi riempiti la pancia.

Massi

Donna, angelo del focolare.
A casa! A casa! Con assegno ma a casa.
I soldi li potrebbero recuperare dai risparmi sull’istruzione delle donne: un po’ di leggere e scrivere, un po’ di economia domestica e non serve altro… a già dimanticavo, il burka.

Kira

Notare che i nostri cari hanno parlato di casalinghe, non casalinghi.
Ebbene, è solo uno squallido tentativo di far rimanere le donne a casa, una proposta maschilista e che certamente serve alla chiesa per tenere sotto controllo la modernità che sta avanzando nella nostra Italia. In questo modo le donne saranno facilmente ricattabili, ed avremo meno professioniste donne, in quanto si potrebbe sviluppare la vecchia mentalità che tutti conosciamo. Non crediate che metteranno uno stipendio vero e proprio, se l’attueranno, scommetto per un massimo di 300 euro mensili. Ed attenzione, ancora una volta solo per le persone già sposate e preferibilmente con figli. Che la chiesa vada a farsi una rollata ( per mascherare ciò che davvero ho in mente )! Io cucino e compro Nelsen, così i piatti li lava lui. Nella coppia entrambi devono contribuire in equo modo.

don alberto

“colf e babysitter anche dal punto di vista professionale, e da’ la scelta alle donne se lavorare fuori (sapendo bene quello su cui possono contare) o se restare a casa.”

Come fanno le colf e babysitter a lavorare “fuori”?

Kaworu

@don alberto

beh se io sono una colf e vado a far la colf a casa di un’altra famiglia lavoro fuori casa.

se stai ad analizzare il termine “fuori” come “all’esterno”, beh manco un’impiegata lavora fuori 😉

TalebAteo

una preghiera: ignoriamo il troll, non facciamo come al solito che ogni discorso lo si fa andare a farsi friggere per seguire i rebus di fancassisti in malafede, ok?

prevenire e’ meglio che curare, dicevano i saggi.

Sandra

Nel senso che escono di casa per andare a prendere i bambini degli altri, li portano a casa, danno loro la merenda, fanno fare i compiti….io la babysitter l’ho fatta, se vuole le faccio anche un disegno….lo sa che lei e’ spiritoso?
Era abbastanza ovvio, ma forse non mi spiego bene per scritto, che la scelta di cui parlavo era relativa alle donne che hanno l’alternativa di lavorare “fuori” (inteso fuori casa propria) o essere casalinghe (cioe’ lavorare dentro casa propria). Anche una colf puo’ decidere di lavorare “fuori” nel senso che – per fare i mestieri, tanto per essere chiari, aspirapolevere, vetri, pavimenti letti, ecc. – deve uscire di casa per svolgerli in casa d’altri. Il succo e’ che come al solito in italia e’ tutto fumo negli occhi: adesso se ne parlera’, bla bla, e le femministe da una parte, quelli che diranno che barba con le femministe, quelli che diranno che la famiglia e’ allo sfascio perche’ i bambini tornano a casa e non hanno una figura di riferimento (da associare ai nostri valori tradizionali ecc. ecc). Cosi’ come al solito di perdera’ l’occasione, facendo la solita cagnara, di rimboccarsi le maniche e cercare di organizzare la vita in modo pratico ed efficiente, per tutti, invece di polemizzare a vanvera. In francia le donne sono aiutate nella pratica quotidiana, (dico donne ma intendo eventualmente anche papa’ single laddove ce ne sono), c’e’ meno lavoro nero, spesso gli aiuti domestici (anche per anziani) sono reclutati presso agenzie, il che fornisce anche una garanzia professionale. In altri paesi, in svizzera tedesca e francese da quello che so, ci sono anche le “tages mutter”, cioe’ donne che a casa loro (cioe’ lavorano da “dentro”, se segue la contraddizione) ospitano bambini, ad esempio dopo la scuola, e dove la mamma li torna a prendere. Sono aiuti molto concreti, forse un po’ sperimentali, ma meglio di niente, sia per la donna che lavora che ha difficolta’ a gestire il tempo tra fine della scuola e rientro, sia per la donna che magari non ha avuto possibilita’ di studiare, o che per il momento e’ costretta a casa, forse da una recente maternita’, ma che vuole guadagnare.
Mi sembra comunque che la mancanza cronica di proposte sensate della nostra classe politica, questa specie di vuoto cosmico, venga sempre ben riempito da chi tra l’altro non ha nessuna esperienza in materia di gestione domestica. Il suo commento, del resto, ne fornisce una dimostrazione.

don alberto

@ Kaworu
Ma allora, almeno per la colf, non potrebbe prendersi il suo (fantomatico, effettivamente chi paga?) stipendio e badare alla sua famiglia? invece che lavorare da altri facendo sempre la “casalinga”?

giulio

@Nessie
Il tuo intervente è fantastico, complimenti in ogni parola che hai detto…sottoscrivo tutto

Andrea

la Chiesa si conferma una delle poche istituzioni umane che si dedica sempre per i più deboli

myself

Comunque io ultimamente sento sempre meno persone intenzionate a mettere su famiglia, in particolare ad avere figli. Qualche cattolico potrebbe pensare che siano le persone più tristi del mondo e anche le più cattive… guarda caso è proprio il contrario.

Sandra

E cosi’ fu scritto:
L’idraulico si occupi dei tubi della sua famiglia, invece che lavorare per gli altri e fare sempre l’idraulico.
Il sarto si occupi degli abiti della sua famiglia, invece che lavorare per gli altri e fare sempre il sarto.
Il panettiere si occupi del pane della sua famiglia….

Una societa’ di piccoli omini il piu’ possibile autosufficienti, al piu’ dediti al baratto, io ti riparo il lavandino tu mi dai cinque uova lei mi pulisce la casa loro mi imbiancano la cucina….

Un villaggio primitivo. Sopra tutti lo stregone, a dire cosa e’ giusto e cosa no. In cambio di servizi rigorosamente gratuiti. Il potere, il caro vecchio potere.

JJR-Antonio

“…Ma allora, almeno per la colf, non potrebbe prendersi il suo (fantomatico, effettivamente chi paga?) stipendio e badare alla sua famiglia? invece che lavorare da altri facendo sempre la “casalinga”?…”

Caro don, non sarebbe la stessa cosa…
Se la colf lavora per un’altra famiglia, quest’ultima gli versa i contributi e le paga lo stipendio ed anche le tasse sul lavoro…
Nel caso, invece, “lavori” per casa propria le cose sono due:
1) o è il marito a versarle contributi, stipendi e tasse;
2) oppure lo fa lo Stato…
Ciò detto, nel primo caso, si può notare che la donna rischia ancora di più di essere dipendente dal marito, perchè – parliamoci chiaro – se la casalinga, allora, non svolge bene il proprio lavoro, dunque, è suscettibile di licenziamento (senza nemmeno dover millantare la minaccia di divorzio)…
Nel secondo caso, invece, come funzionerebbe? Mi sembra chiaro che la donna lavorerebbe, in sostanza, per lo Stato e non per la famiglia: quindi, la casalinga potrebbe benissimo stare fuori “a fare shopping” senza mettere mai mano in casa, continuerebbe a prendere il suo stipendio (ed al marito andrebbe più che bene, dato che, anche se non fa niente per la casa, porta comunque “ciccia” a casa)…solo che quel lavoro è retribuito dallo Sato, quindi, da tutti i consociati e nessuno può controllare, bensì solo il marito può farlo, ma, in teoria (come ho già detto), a lui può andare bene anche così, dato che i soldi non ce li rimette lui…

emiddio

mi sono fatto il MIO letto stamattina:STATO VATICANO PAGAMI 1€!

ho lavato la MIA auto: STATO VATICANO PAGAMI 4€!

ho cucinato a MIO figlio: STATO VATICANO PAGAMI l’ora lavorativa!

STIAMO SCHERZANDO?! il lavoro di casalinga/casalingo (il maschile nn l’hanno previsto) NON HA VALORE ECONOMICO! è cero se chiamassi la COLF o la BABYSITTER dovrei pagare…ma una MADRE NON è NE UNA COLF NE UNA BABYSITTER!

cavolata vaticana perbenista e maschilista..VOGLIONO CHE LE DONNE STANNO A CASA..ECCO TUTTO!

CandyFruit

io dico che lo stipendio della casalanga è di esclusiva competenza del marito che si avvale della sua opera, infatti, il marito deve mantenere la moglie che non ha mezzi propri di sussistenza e si tratta di un obbligo derivante dal matrimonio, giiuridicamente azionabile. se il marito vuole la moglie a casa, perché è un tradizionalista, ne deve sopportare anche le spese…

simona bencini

A.A.A. ragazza nubile , con figlio completamente a carico, con gatto ,con pesci rossi, con casa a cui tener dietro, impiegata a tempo pieno , che vorrebbe le giornate di almeno 36 ore per poter far tutto cerca marito per poter fare la casalinga e prendere lo stipendio da “nonsisa’chi” …..
ma che lo stato cominciasse davvero ad aiutare chi ha bisogno invece di dare i soldi ai preti ed alle suore che dicono che sono poveri (hanno fatto voto di poverta’, io non l’ho fatto ma anche se mi faccio il mazzo sono povera lo stesso!)

rego

@ TalebAteo
mi sa che urli tanto perchè sai di non aver ragione… almeno su molte cose che dici.

CandyFruit

le attività casalinghe non sono lavoro, sono atti di mera autoconservazione, sarebbe assurdo remunerarle, lo stato stato farebbe meglio a prendere misure per facilitare l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro vero. è ovvio che quella della chiesa è pura demogagia dietro cui si nasconde la volontà di riaffermare la maternità e lo stare in casa come funzione principale della donna. se una cosa del genere accadesse, che lo stato retribuisse le donne per stare a casa, la socità inizierebbe a pensare che quello è il lavoro della donna, nei posti di lavoro tra un uomo e una donna, si preferirebbe assumere l’uomo piuttosto che la donna la quale ha uno stipendio assicurato se solo si degna di sposarsi e svolgere anche le incombeneze domestiche del marito. sarebbe un modo per istituzionalizzare una arcaica divisione dei ruoli fortunamente superata dalla storia. comunque non c’è da preoccuparsi perché credo che nessuno stato potrebbe permettersi di pagare stipendi alle casalighe, si tratta delle solite provocazioni reazionarie.

Giuseppe C.

Sono sostanzialmente d’accordo con quanto afferma nessie (10 Gennaio 2009 alle 10:48).
La scelta di avere dei figli si scontra spesso con l’inefficienza dei servizi in Italia (asili, “ammortizzatori sociali”, sostegno alle famiglie in senso lato…).

I due interventi di Sandra (10 Gennaio 2009, 14:53 e 15:57), sono interessanti perche’ facendo riferimento ad altre realta’ europee danno il senso della misura del disastro italiano.

Il prete Arcangelo Rigazzi che gestisce il centro di accoglienza «Alma Mater» si spende per gli immigrati 😉

Siracusa, bufera sul Centro immigrati
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/09/siracusa-bufera-sul-centro-immigrati.html

lacrime e sangue

ROVESCIAMO IL PROBLEMA… COSA SI PERDE UNA CASALINGA CHE NON LAVORA?

1) Le relazioni sociali esterne = il contatto con altre persone rispetto alla sua cerchia familiare ristretta, con il loro carico di idee e opinioni = ricchezza e diversità di pensieri

2) Il parlare con “esterni” consente l’allargamento delle conoscenze, anche giuridiche, che le permettono di difendersi da soprusi di varia origine, soprattutto interni alla famiglia

3) la “sorellanza” – non occupiamoci ora del polo maschile – cioè la comprensione di una “unità” delle problematiche femminili, condivise da tutte o molte donne

4) l’autostima, data dalla possibilità di eseguire lavori che danno opportunità di carriera e di crescita professionale (lavare, stirare, cucinare: sempre la solita roba tutta uguale tutti i giorni)

Ho di certo dimenticato qualcosa, ma certamente i catto-preti del sito mi ricorderanno la bellezza intellettuale, etica, morale ed escatologica di pulire la casa con la candeggina, sempre che a farlo sia una femmina, quella ROBA a metà tra un animale e una costola, come simbolo della pulizia dell’anima. E della schiavitù al maschio-padrone.

zorn80

@Sergio

Ho visto il sito tedesco… ammazza è preoccupantissima la crescita, sembra che sta scaricando velocissimamente un file 😀

kundalini444

Poi succederebbe che le “casalinghe” con questo “stipendio” non farebbero altro che passarne una metà alla colf ucraina (che si accontenta di poco perchè è povera) per fare gli stessi servizi che faceva la madre di casa gratis, e mettersi in tasca l’altra metà.
Ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri, figli comunque meno curati!

Non aveva più senso l’assegno familiare? Almeno è un contributo fisso per chi ha figli… maschio femmina, sposato o convivente che sia. Lo stato deve si occuparsi dei bambini all’interno delle famiglie, ma non imponendo un modello (mamma a casa a cucinare e lavare, papà al lavoro a guadagnare lo stipendio, domenica tutti a messa) bensì permettendo a ciascuna “famiglia” (nel senso più ampio e quindi meno tradizionale del termine) di gestirsi come meglio crede l’educazione dei figli e l’organizzazione della casa.

Questa manovra invece vuol mettere l’accento su un fatto molto pericoloso : le famiglie TRADIZIONALI vanno approvate e aiutate, le altre no?
E’ vero che nella maggior parte delle famiglie sono le donne e madri a occuparsi della cucina del bucato e della casa. Questa situazione però, dovuta alla cultura legata ancora all’epoca in cui la donna era sostanzialmente sottomessa all’uomo (inculcata dalla religione: “il marito è il capo della moglie come Cristo è il capo della chiesa”), oggi sta finendo e DEVE finire! Lo stato avrebbe il dovere di incentivare la parità tra i sessi offrendo opportunità alle donne che vogliono USCIRE dallo schema tradizionale di schiave-casalinghe, e non il contrario!

Se vuoi davvero premiare uno schiavo, dagli la libertà! Se gli dai una paga, lo stai solo rendendo più felice di restare schiavo

fabio

Evviva.
Se è vero come è vero che alla parole seguono i fatti e se ho capito bene, il Vaticano, attingendo dalle sue casse, finanzierà il sacro lavoro svolto dalla donna in seno alla famiglia, sicuramente seguirà il riconoscimento della famiglia di fatto, della coppia gay, il diritto alla vita (e ovviamente alla fine consapevole della stessa), alla contraccezione e chissà forse pure dell’aborto.
Ma ho capito bene?

watchdogs

A me fa particolarmente ridere questa frase: “perché non si capisce come possa valere di meno se svolto da una madre anziché da una colf”. Non ha alcun senso, non è che il lavoro svolto da una madre vale meno, solo è fatto per sé e quindi non c’è il corrispettivo in denaro per avere fatto il lavoro. Come se io fossi un patito del bricolage e pretendessi di essere pagato da mia moglie per i lavori che faccio, “perché non si capisce come possa valere di meno se svolto da un marito anziché da un professionista”

watchdogs

per sé e per la famiglia, pagato da mia moglie o da chicchessia… ma insomma spero si sia capito il senso

Mun Rafun

Voglio sentire anche lo Stato di San Marino cosa dice a tal proposito. Tanto lo Stato italiano non esiste più.

don alberto

@ lacrime e sangue
Niente di quello che temi: solo due chiacchiere senza polemiche.
Tra l’altro penso che un aiuto alle donne che lavorano sia venuto proprio dagli asili parrocchiali, con le suore disposte a tenere i bimbi praticamente dalle 7 alle 20.

Kaworu

@don alberto

ma in quale asilo?

io andavo dalle suore e dopo le quattro fuori dalle balls e tanti saluti, chiudevano il cancello.

(non è per far polemica, è che la mia personale esperienza non corrisponde).

oltretutto si pagava profumatamente e c’erano altre “gabelle” obbligatorie tipo offerte (molto poco spontanee) e vendita obbligatoria di biglietti per le recite e la lotteria che costavano pure tanto.

diciamo non una cosa alla portata di tutti.

don alberto

@ kundalini444
“cultura legata ancora all’epoca in cui la donna era sostanzialmente sottomessa all’uomo (inculcata dalla religione: “il marito è il capo della moglie come Cristo è il capo della chiesa”)”

Per la verità la cultura in cui si inserisce il cristianesimo era simile alla talebana attuale: ci sono testimionianze di mariti romani che non hanno avuto nessuna grana per avere ucciso le mogli, “roba” loro.
Il cristianesimo è un tantino diverso.
Basta non tagliare le citazioni (specialità da lasciare ai tdg).
Per esempio, prima della frase citata c’è un:
“Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo”
ed è seguito, per spiegare che tipo di “potere” deve essere quello del marito/Cristo, da un:
“E voi mariti amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei” (in assoluta controtendenza con tutte le culture del tempo -e di un bel po’ di quelle di oggi).
Che paura ci sia ad avere un “capo” che ti ama “da morire”, non si sa.

don alberto

@ Kaworu
-Non era certo obbligatorio (ma quegli asili che conosco, lo fanno)
-E’ una cosa fatta “a proprio rischio e pericolo”, fuori orario=non coperti da assicurazioni (presumo), potrebbero aver avuto delle grane.
-Le insegnanti laiche, timbrano il cartellino, ovviamente; bisogna vedere se tra le suore centenarie ce ne poteva essere qualcuna almeno solo ottantenne che riusciva a stare dietro ai pargoletti …

Kaworu

@don alberto

beh le mie non erano centenarie, al massimo direi sessantenni 😉

comunque con quel che si pagava di retta quasi quasi ci stava pure la baby sitter personale per ogni bambino.

questo per dire che non generalizzerei… bene se alcune suore (ma anche alcuni asili laici) fanno così, ma non è l’eccezione a confermare la regola…

nessie

Alberto:
“Che paura ci sia ad avere un “capo” che ti ama “da morire”, non si sa.”

Io lo so e non ho paura, semplicemente, non mi interessa avere un “capo” che mi ami o no “da morire”.
Puoi solo prenderne atto.

Buona domenica 🙂

WoV

Non ho capito, chi lo pagherebbe, il marito?
Lo Stato è ridicolo…se no mi deve pagare anche la mia colf..

Sandra

lacrime e sangue, e’ giusto quanto dici sui vantaggi del lavoro femminile, pero’ soffermati anche a pensare a quale tipo di lavoro. C’e’ da fare una distinzione, che vale per uomini e donne: c’e’ chi fa il lavoro che ha scelto e che da’ soddisfazione, e chi lavora perche’ deve, con fatica e senza soddisfazione, ne’ umana ne’ professionale.
Nel primo caso, di un lavoro che “retribuisce” al di la’ dello stipendio, e’ ovvio, per uomini e donne, che e’ senz’altro meglio che starsene a casa. Faccio pero’ un distinguo sui rapporti umani, che possono essere non positivi al di la’ dell’interesse per il tuo lavoro.
Nel secondo caso, che e’ quello dei lavori umili o ripetitivi, sinceramente non vedo molti vantaggi, a parte, e cio’ e’ innegabile, l’indipendenza economica, che certo non e’ poca cosa.
L’autostima per chi fa un lavoro umile di solito e’ molto bassa.
A questo punto si dovrebbe parlare di tutela della donna, per esempio di alimenti che le spettano anche quando sia lei a decidere di andarsene, e sia senza lavoro. Basterebbe guardare cosa succede oltralpe, ma sembra che i nostri politici abbiano il collo corto. La donna che non lavora, in francia, in svizzera, in olanda, non e’ costretta a subire, e certo nessuna chiesa si sogna di venir fuori a dire di dare lo stipendio alle madri casalinghe. La paghetta, praticamente, per fare la brava bambina ubbidiente.

Sono andata a vedere il sito di una scuola privata dove una mia conoscente ha mandato la figlia: l’orario e’ 8.15-16 estendibile max alle 16.30 se si hanno fratelli alle elementari. Ho cercato altre scuole private in citta’, ma non ne ho viste con orari flessibili quanto quelle statali, che hanno pre- e post- scuola per la scuola dell’infanzia, fino alle 18.30. Invece, chi sa cosa manca sempre nei siti delle scuole private cattoliche dove ho cercato gli orari? La retta! Che invece si trova in alcuni dei siti delle scuole cattoliche private all’estero….meditate, gente, meditate.

lacrime e sangue

@Sandra
Lavori che non piacciono e che non danno soddisfazione ce ne sono molti. Anche i rapporti tra colleghi possono essere avvelenati, MA, MA…
Ma anche nelle peggiori situazioni, mentre sei lì che mugugni, senti per caso il discorso della collega che dice “Quell’avvocato divorzista è un drago! Ha fatto ottenere a mia cugina anche le mutande del marito…” oppure del collega “Hanno inventato il pillolo/la pillola/. Se ci facciamo una s….a non mi resti incinta” Magari non subito, però registrate le informazioni, dopo mesi o anni puoi decidere di usarle.
Non usi nessuna informazione se sei chiusa in casa a lavare i piatti e scodellare figli. La TV non informa e tuo marito ti preferisce lobotomizzata.
Se poi sei pure straniera e non parli Italiano, sei fritta…

Per quanto brutto, noioso, ripetitivo, il lavoro fuori casa è comunque capace di metterti di fronte a persone e idee diverse da quelle circolanti in famiglia. Perfino il mobbing può essere utile, se ti mette in contatto con il mondo sindacale, medico, femminista, giudiziario etc.

Ricordiamo poi i dati ospedalieri: le donne alcolizzate sono prevalenti nella categoria delle casalinghe. Insomma, la casalinga annoiata e depressa si attacca alla bottiglia più frequentemente della lavoratrice fuoricasa.

San Giovese

Solita storia:
le donne a casa a far figli e far da mangiare…

#Aldo#

Kundalini44: “Lo stato deve si occuparsi dei bambini all’interno delle famiglie […]”

Non lo darei tanto per scontato. Anzi, sosterrei con convinzione il contrario. Oggigiorno mettere al mondo dei figli è una scelta, non una fatalità, ed ognuno dovrebbe farsi carico delle proprie scelte. Perché mai chicchessia dovrebbe essere tenuto a pagare per le scelte altrui senza aver alcuna voce in capitolo in per quel che riguarda quelle stesse scelte?

kundalini444

@don Alberto
Sono d’accordo che il cristianesimo costituisce un passo in avanti rispetto al vecchio testamento e alla condizione della donna nel mondo antivo. E’ infatti vero che, secondo i vangeli, Cristo trattava le donne alla pari e anzi sedeva con esse alla stessa tavola. Una condizione della donna senza dubbio rivoluzionaria.
Purtroppo però SanPaolo, il fondatore del cristianesimo come lo conosciamo, si guardò bene dal recepire questo modello avanzato e infatti nel nuovo testamento, nelle LETTERE per la precisione, si trovano precetti tutt’altro che egalitari nei confronti delle donne. E così in tanti altri padri della dottrina medievali.

Il cristianesimo, insomma, avrebbe potuto davvero essere, venti secoli fa, il riscatto della donna; ma non lo è stato. Fino al 1948 in Italia le donne non hanno nemmeno votato… sempre cittadini di serie B e questo, mi spiace dirlo ma penso sia proprio vero, è dovuto al nefasto influsso della religione sulla cultura.

Il messaggio della chiesa cattolica PER SOLI PRETI MASCHI è fin troppo chiaro: diamo alla femmina tutta la dignità di questo mondo, anzi diamole un POSTO SUO in cui possa trovarsi bene e perfino essere retribuita, purchè RESTI AL SUO POSTO e non alzi la testa.

Che paura c’è ad avere un padrone che ti ama da morire? La paura di non poter scegliere di NON AVERLO il padrone! Un rapporto di amore VERO non è compatibile con la servitù o con la subordinazione. Un rapporto di amore VERO può essere basato solo sull’uguaglianza, all’opposto dell’amore cosidetto “divino” che viene sempre dall’ALTO VERSO IL BASSO.

Questo amore paternalistico, di un Dio o di un Padre o di un Marito o di un Prete che ti amano tantissimo, ma che non sono tuoi pari, non è vero amore, e lo lascio ai feticisti della sindrome di Stoccolma. Per me l’amore è vero solo se basato sull’uguaglianza.

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