Elia Enrico Richetti, rabbino capo di Venezia, muove una dura critica a Benedetto XVI, proprio con un recente editoriale sul mensile gesuita Popoli: con il nuovo papa, sostiene il religioso, la Chiesa sta cancellando gli ultimi “cinquanta anni di storia” del dialogo tra cattolici ed ebrei. Gli esponenti religiosi ebraici per questo non parteciperanno alla prossima Giornata sull’ebraismo indetta dalla Cei per il 17 gennaio.
Il rabbino critica la reintroduzione della preghiera del venerdì santo per la conversione degli ebrei. Secondo Richetti, una risposta chiara della Conferenza episcopale” sul perché fosse stata reintrodotta la formula tanto contestata, “sia pure sollecitata, è mancata”. La Chiesa ha glissato, sostenendo che “la speranza” dalla preghiera Pro Judaeis è “puramente escatologica”, rinviata alla “fine dei tempi” e che “non invita a fare proselitismo attivo”. Richetti espone l’insoddisfazione dei rabbini italiani: “Se io ritengo, sia pure in chiave escatologica, che il mio vicino debba diventare come me per essere degno di salvezza, non rispetto la sua identità. Non si tratta, quindi, di ipersensibilità: si tratta del più banale senso del rispetto dovuto all’altro come creatura di Dio”. Inoltre il rabbino, riprendendo le recenti affermazioni di Benedetto XVI “in merito al dialogo, definito inutile perché in ogni caso va testimoniata la superiorità della fede cristiana”, afferma: “è evidente che stiamo andando verso la cancellazione degli ultimi cinquant’anni di storia della Chiesa. […] In quest’ottica, l’interruzione della collaborazione tra ebraismo italiano e Chiesa è la logica conseguenza del pensiero ecclesiastico espresso dalla sua somma autorità”.
Rabbino di Venezia: “Benedetto XVI cancella 50 anni di dialogo”
54 commenti
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Ratzinger durante questi pochi anni di pontificato è stato una nemesi per la Chiesa visto che ha letteralmente stracciato il velo di fintà bontà ed umanità abilmente tessuto da Giovanni Paolo II facendo vedere quanto è realmente marcia ed ubriaca di potere.
Ma è ovvio che una religione come quella cattolica deve sempre e comunque ribadire la propria superiorità. In generale credo che valga per tutte le religioni. Se tutte le religioni sono uguali, che senso avrebbe aver fede in un particolare sistema dottrinale e dogmatico? Che senso avrebbe credere? Il dialogo tra le varie confessioni può senza dubbio avvicinare gli uomini ma è chiaro che distrugge le religioni.
per nemo:
d’accordo con te, sottoscrivo
e aggiungo anche che – secondo me – quelli che propagandano il “colloquio tra religioni” confondono tra religione, cioè dogmi, e filosofia.
(e qui mi aspetto una strigliata – amichevole, s’intende – di bruno gualerzi!).
nemo qui non si tratta di ribadire il concetto di superiorità ma di convincere l’altro a convertirsi alla propria religione per “salvarsi”, che è molto diverso; non si può dialogare con chi pensa che tu debba per forza cambiare e “finalmente” essere “illuminato” da qualcosa in cui non ti riconosci! Il problema comunque si pone per il cattolicesimo visto che il proselitismo è alla sua base..nell’ebraismo invece le conversioni sono molto difficili e non rientrano assolutamente nella sua “missione”.
Mi pare scontato che l’appartenenza ad una religione sia frutto del fatto che questa scelta sia migliore delle altre, non mi pare tanto questo il problema.
Secondo me ci può essere rispetto per evitare scontri, ma il dialogo su base teologica no…al massimo si può discutere su iniziative comuni di solidarietà e cose del genere.
sono molto contento che la rigidità e la sclerosi intellettuale di Ratzinger abbia prodotto tali risultati che sono chiaramente controproducenti per la stessa Chiesa Cattolica.
Ho tanto idea che i casi sono due: o la disgraziata generazione di Ratzinger lascia il passo a gente più giovane e coraggiosa in grado di vedere possibilità di comunione laddove oggi invece ci sono solo motivi di contesa oppure tra qualche secolo il cattolicesimo finirà.
In entrambi i casi abbiamo solo da guadagnarci.
Avendo inventato che il loro GESU’ ;era il super eroe, er più tra tutte le religioni,
non possono ammettere che le altre religioni anche se più antiche, possono essere migliori.
Avendo altresi obbligato i propri seguaci, a credere obbedire e combattere.
Volenti o nolenti hanno dovuto digerire che il sommo pontefice è infallibile e insindacabile,
che la terra era piatta che le scoperte scientifiche erano e restano in maggioranza
opere del demonio .Che tutti x guarire devono raccomandarsi a DIO il loro DIO,
UNICA ESSENZA salvivica unica entità che può guarire tutti i mali, magari andando nei luoghi di culto dove raccomandarsi a madonne e santi di intercedere x la propria guarigione,
avendo con l’invenzione dei luoghi mariani costruito unoi dei più grandi busines al mondo,
che gli rende una marea di euri. NON POTRANNO MAI DIRSI RELIGIONE COME LE ALTRE.
Peccato che un altro rabbino, Di Segni, sia di parere opposto…….
“Il dialogo ebraico-cristiano e’ un processo difficile e necessario, che deve andare avanti malgrado le difficolta'”. Lo comunica in una nota Riccardo Di Segni, capo rabbino della Comunita’ ebraica di Roma, in merito alle polemiche sollevate dall’editoriale a firma di Elia Enrico Richetti, capo rabbino di Venezia, per il mensile dei gesuiti ‘Popoli’.
“Mi risulta – aggiunge Di Segni – che il rabbinato italiano fino ad oggi abbia partecipato al dialogo, mettendo in evidenza i problemi, senza eccessive asprezze polemiche.
Ritengo che papa Benedetto XVI abbia dato e continui a dare un suo originale e determinante contributo a questo incontro, anche se le sue posizioni non sempre sono condivisibili dal nostro punto di vista”.
( fonte AGI e AdnKronos)
Ecco un tratto fondamentale della religiosità. Si offendono se qualcuno di un altro credo prega per la loro conversione. Cavolo quanto sono permalosi!!!! Per la mia conversione prega una signora, parole sue, almeno una volta al giorno ma io non ci tengo, non me ne importa un fico secco. Inutili ha dirgli che io non ho bisogno di credere, che mi faccio sempre una ragione delle cose intorno a me. Non mi sognerei di dire a questa persona “tra noi dialogo chiuso”. Che poi forse andrebbe anche contro il volere del loro dio.
Il crocifisso, che adorna le aule dei tribunali, delle scuole e degli ospedali, sta a rammentare la vicenda di chi è stato causa (o pretesto suo mal grado) delle persecuzioni patite dai sedicenti cristiani. Tuttavia, le varie comunità israelitiche italiane non hanno mai alzato troppo la voce contro questa (onni)presenza, che implicitamente rinfaccia loro l’accusa di deicidio.
Per questo non riesco a provare sentimenti di empatia in tale vicenda.
Chiarisco: patite dagli ebrei a causa dei sedicenti cristiani.
Caro Richetti, se il rispetto è dovuto all’altro solo in quanto creatura di un dio, allora l’umanità di per se stessa conta veramente poco…
Se i cattolici pregano per la conversione degli ebrei, non dovrebbero offendersi se i non credenti “pregano” per il loro rinsavimento. Non credo nei miracoli, ma magari prima o poi qualcuno illuminerà anche i loro cervelli.
Per superiorità di una religione intento proprio la sua pretesa di costituire una via privilegiata: verso la salvezza per esempio o come guida etica e morale. E’ vero che l’ebraismo non ha una forte tendenza a far proseliti. Ed è anche vero il cattolicesimo ha una componente dogmatica abnorme. Se le religioni sono da intendersi come “insiemi di persone”… allora è chiaro che possono ogni tanto concordare su qualcosa, ma nell’accezione più ampia del termine dubito che possa esistere un “dialogo”. Insomma concordo con Kappa 😉
Io ho un amico musulmano che prega il suo dio affinchè siano concesse a me e alla mia famiglia salute e prosperità. Lui sa perfettamente che io non faccio altrettanto nei suoi confronti. Non gli ho mai proposto di abbandonare la sua religione, nè lui mi ha mai invitato ad abbracciare la sua fede.
Questi sono i religiosi con cui mi piace dialogare. Quelli che rispettano il fatto che il mondo è bello perché è vario… Ce ne fossero…
Se la religione davvero si riducesse alla contemplazione del “creato”, all’amore per l’umanità e per la vita e alla speranza che tutto ci vada sempre meglio… credo che potremmo tutti considerarci religiosi. Ma una religione del genere sarebbe disperatamente inutile per la stragrande maggioranza dei credenti che conosco 🙁
E’ evidente che in tutte le raltà (fede, politica, religiosa, agnostica) esistono posizioni varie, perchè essendo umane essere rispecchiano la “pasta” di colui che le porta. E’ per questo che non si può fare di ogni erba un fascio. Solo così si spiega come il rabbino di venezia e quello di roma abbiamo posizioni diverse, eppure sono ebrei entrambe. Quello che non si spiega è il fondamentalismo cieco e rabbioso che si vede in giro, non solo nelle religioni ma anche altrove. Questo è il 1° nemico da combattere, e lo si combatte con proposte concrete: fatti…non parole !!!
E’ un bel problema. Le religioni per loro natura non rispettano chi non appartiene ad esse, poi però curiosamente esigono rispetto. Per i musulmani tutti gli altri sono “infedeli”, per i cristiani sono peccatori, ecc. Diceva bene John Lennon: “immagina un mondo dove non vi sia alcuna ragione per uccidere e morire e dove non vi sia nessuna religione. Nessun Paradiso sopra di noi.” Un mondo in cui si viva per l’oggi, non in vista di chissà quale vita futura…
@ Alberto Tadini
E perchè mai dovrei strigliarti, sia pure ‘amichevolmente’? Tra l’altro, più che strigliare, sono sempre stato strigliato.^_^
‘Dialogo tra le religioni’, cioè confronto tra dogmi (e personalmente tra i ‘dogmi’ non metto solo quelli religiosi in senso stretto)? Ovviamente sarebbe solo ‘dialogo tra sordi’, cioè tutto fuorché dialogo. Il dialogo,
o si riesce a farlo passare cogliendo di ogni religione quel tanto di ‘umano’ (cioè riferibile alla condizione umana) che pure c’è… non può non esserci perchè, proprio chi come me, e credo come te, non crede in nessuna ‘rivelazione’, sa benissimo che le religioni esprimono solo ciò che l’uomo ‘vorrebbe essere ma non è’ perchè non accetta i limiti della condizione umana,
oppure ci sarà sempre e solo lo scontro. Dal quale si uscirebbe tutti perdenti.
@ nemo
“Il dialogo tra le varie confessioni può senza dubbio avvicinare gli uomini, ma è chiaro che distrugge le religioni”.
Se, come dicevo più sopra rivolgendomi ad Alberto Tadini, il dialogo avviene a certe condizioni, solo il dialogo distruggerebbe, appunto le religioni. Ti par poco?
Non può esserci dialogo perchè ogni religione ritiene di essere depositaria della Verità.
Potrebbe esserci semmai qualche blanda forma di rispetto dei credi diversi dal proprio, con una desistenza dal voler convertire ad ogni costo,ma la storia anche recente ce ne ha indicato l’impraticabilità.
Tutto il balletto del dialogo ad impulso della Chiesa cattolica post conciliare è stato un fallimento; Benedetto 16° ne accelera la fine e, tutto sommato, non è un dramma ,stanti l’inconsistenza e la pericolosità insita nei dogmi da una parte e nei credi assurdi di tutte.
I dialoghi sull’aria fritta.
E se la lettura dell’articolo di Tadini fosse invece in chiave politica?
Se fosse una risposta indiretta alla posizione della ccar sul problema dei palestinesi?
Vi pare un ipotesi peregrina?
@Bruno Gualerzi: no, non mi pare affatto poco! Anzi tutt’altro! E credo proprio che sia questo il motivo ti tanta resistenza …
MA insomma il VATICANO IN PRINCIPIO INVENTO’ I GHETTI PER TENERCI DENTRO
LA STIRPE DI GESU’, POI DURANTE GLI ANNI INVENTò I POGROM X UCCIDERLI DANDO LORO
LA COLPA DI ESSERE GLI ASSASSINI DI DIO.
INFINE QUANDO FURONO EMANATE DAL FASCISMO E FIRMATE DA CASA SAVOIA
LE INFAMI LEGGI SUL RAZZISMO ESSI TACQUERO E DURANTE LO STERMINIO
NEI CAMPI NAZZISTI ,CHE CAVOLO FECE IL CAPO DEI CAPI DELLA SETTA CATTOLICA????
ma che buffonate…mache dialogo!!! non ci credono nenchce loro, possono andare insieme ad assisi quanto vogliono, ma alla fine ognuno avrà il loro dio più forte di quello degli altri, come quando giocavo da piccolo coi pupazzetti ed il proprio si credeva il migliore. ora visto che questo pontefice è palesemente meno falso (non è complimento) del precedente, iniziano a venir fuori le critiche…ma non è cambiato niente, è così da secoli.
Per onestà intellettuale devo dire una cosa: l’ebraismo, pur essendo il padre del dio cristiano e islamico, non ha mai rotto le scatole agli altri. Sarà perchè si ritengono il popolo eletto, ma non fanno proselitismo. Al di là delle questioni teologiche hanno dato un notevole contributo alla scienza e al pensiero scientifico.
Gli altri ci vorrebbero al rogo materialmente, questi vivono e lasciano vivere.
E’ una doverosa precisazione per chi non è intollerante.
A mio avviso tramite il precedente pontefice la chiesa ha perso parte della sua storica “rigidità”, ed hanno cercato di “rimettere le cose a posto” con l’attuale papa.
Naturalmente, se prima allarghi il pugno e poi torni a stringerlo, non puoi non aspettarti problemi.
O forse li cercavano proprio i problemi? Chissà?
@Ernesto 50:
“l’ebraismo, pur essendo il padre del dio cristiano e islamico, non ha mai rotto le scatole agli altri.”
In effetti da questo punto di vista il cristianesimo è paragonabile ai testimoni di geova (solo che questi magari “rompono” la Domenica mattina, ma non insistono e non sbeffeggiano chi non la pensa come loro, per esperienze personali) ed alla religione musulmana (solo che utilizza la violenza non più fisica ma psicologica e, soprattutto, politica).
Hanno scoperto l’acqua calda! Il dialogo ecumenico è una buffonata come dice bene lorenzocer. Ma che dialogo ci puo’ essere tra esponenti di differenti fedi monoteiste? Se sono tutti fermamente convinti che sia la propria fede ad essere portatrice dell’unica Verità le convergenze potranno essere solo di carattere marginale, somigliano più ad uno spot che ognuno fa per i propri fedeli (che già di quelli degli altri se ne infischiano), è il marketing del “volemose bene” tanto per spacciare per buona una forma ipocrita di maturità delle religioni stesse, sembrano dire “ehi guardateci siamo monoteisti ma facciamo gli equilibrisiti per evitare di scannarci in pieno 2008! Wow! (che poi non è vero perchè al di la della politica di facciata ogni chiesa ha la sua politica vera e spesso non si fa scrupolo di finanziare guerre religiose), ma la sostanza sarà sempre la stessa e cioè la pretesa di superiorità di una fede rispetto ad un’altra.
@nemo
Non solo riguardo la palestina, ma non dimenticarti le recentissime discordie riguardo la santificazione di pio xii (papa durante la 2 gmondiale)
Ai tanti amici che – per la solite ragioni che più o meno tutti condividiamo – negano la possibilità di vero dialogo tra le religioni, chiedo: cosa si propone in alternativa? Che si lascino scannare tra di loro? Se fossero alcune piccole sette senza seguito, potrebbe anche essere una soluzione, ma la stragrande maggioranza della popolazione mondiale si riconosce in una qualche religione… per non parlare delle ideologie vissute religiosamente.
Francamente ribadire solo l’impossibilità del dialogo mi sembra più ancora che sterile, sommamente pericoloso. Dialogo a qualunque costo, allora? Altrettanto sterile e alla fine anch’esso pericoloso in quanto sarebbe solo fonte di finte concessioni, puramente tattiche.
Non vedo altra possibilità che quella di puntare, come dicevo, su quel tanto di ‘umano’ che comunque le religioni – opera pur sempre di uomini che hanno espresso esigenze umane dando risposte più o meno assurde – conservano. In ogni caso demonizzarle significa solo riconoscerne la sacralità.
la iena e il leone si siedono a l tavolo della pace e si raccontano che non hanno nulla l’uno contro l’altro perchè la savana è piena di gazzelle pronte da sbranare. Ma, in cuor suo, sia il leone che la iena, sa che qualche parente suo è stato azzannato dal parente dell’altro.
E’ la legge della savana bello! Questi si squadrano, ma non mostrano mai le spalle.
Noi atei non siamo carnivori, certe cose non le possiamo capire….oppure le capiamo benissimo! Poveretti, MI FANNO UNA TENEREZZA CHE LI PRENDEREI A SCAPPELLOTTI E POI A DORMIRE SENZA CENA!
Poichè si tratta di una mera disputa teologica senza altre implicazioni, possiamo stare tranquilli che non scoppierà alcuna guerra fra vaticano e comunità ebraiche.
Chiunque conosca bene la Storia (con la “S” maiuscola) sa perfettamente che la religione è sempre stata solo uno strumento per spronare i soldati ignoranti a morire. Le motivazioni sono sempre state politico-economiche. Tant’è vero che molto raramente un comandante è caduto sul campo. E mai un politico o un capitano di industria (che anzi se ne stavano sempre ben lontani dal fronte).
Ma poi il papa perchè accusa di fini escatologici un’altra religione quando tutto l’interesse che ruota intorno al cattolicesimo, da parte dei fedeli è dato esclusivamente da un tornaconto personale? Non promettono forse piu’ il paradiso, la beatitudine, un’altra vita (eterna) e attico con vista mare??
Appunto perché sono ateo e razionalista e quindi libero da condizionamenti, convinto che una religione e una chiesa che la organizzi siano una via per mantenere l’uomo servo, non mi stupisce il fatto che ci siano molti uomini che preferiscano lo stato di servitù, di condizionamento, e quindi accettino – anche perché più comodo – una religione e una chiesa che esercitino su di loro condizionamenti culturali e morali.
Preso atto del fatto che la religione c’è e pure la chiesa cattolica, la differenza tra me e un appartenente a una religione o suddito di una chiesa è che io ammetto la sua esistenza, lui/lei non ammette la mia, e quindi rivendica il suo primato, in forme diverse da individuo a un altro e da un’organizzazione a un’altra.
Preti e Rabbini parlano la stessa lingua, si trovano d’accordo quando c’è da opporsi a chi – secondo loro – attenta alla loro influenza e al loro primato, ma sono pronti a beccarsi e a prevaricarsi quando le loro sfere di influenza arrivano a collidere (dai tentativi di conversione alla rissa tra monaci nel santo sepolcro… ah! che spettacolo impagabile).
In questo meccanismo (ahimè millenario) io sono convinto che se ci deve essere una religione e una chiesa, a questa, per sopravvivere, conviene essere rigida, spietata, pragmatica, decisa, intelligente, lucida.
Sono tutte qualità che ha Joseph Ratzinger, il quale per questo (e anche per il fatto che è una persona culturalmente di altissimo livello) gode di tutto il mio rispetto, come di un nemico duro e corretto con il quale è stimolante battersi.
Il “pastore tedesco” sta buttando alle ortiche tutta la nauseante melassa ecumenica woitjliana, i raduni oceanici, il karaoke clericale, la papamobile e i defilé di stole intessute d’oro e brillanti e – soprattutto – ha dato un taglio alla vomitevole politica della fabbrica dei santi, dei bacetti al nemico, delle scuse a tutto e tutti, anche a chi non ne ha bisogno o non c’entra niente.
Ratzinger è stato il primo a capire che il dialogo interreligioso è una burla, ma che è una parola d’ordine che bisogna tenere sempre in bocca in pubblico – salvo lavarsi i denti a più mandate in privato – quando si ha a che fare con dei gonzi come sono i politici.
E di questi fanno parte i rabbini, con la loro compagnia di associazioni ebraiche, che adesso stanno cercando spunti dappertutto, anche nella sorella/nemica chiesa cattolica, per tenere sempre acceso il comodo motore dell’antisemitismo, finire sulle prime pagine dei giornali, tenere sempre viva la loro influenza e, nel caso presente, giustificare i crimini dello stato di Israele.
per zerco:
scusa non ho capito il nesso tra anisemitismo rabbini e israele.
se non sbaglio mi sembra che vi siano sette ebraiche ultraortodosse che condannano l’esistenza di israele (e mi pare siano quelle invitate dall’iran a una conferenza anti israele a teheran).
penso anch’io che il dialogo interreligioso sia una burla, anche perchè se ogni religione pretende di essere depositaria dell’unica verità…
più che d’accordo con bruno gualerzi quando dice che è neccessario puntare su quello di umano che hanno le religioni.
e tra le cose umane penso ci sia anche il rispetto per gli altri uomini.
La morale è sempre quella: azioni e proposte pure da coloro che sono puri perchè agnostici !
Francamente mi sembra una disputa comunque stucchevole e del tutto inutile. Ma di cosa stiamo parlando ? del competere di due confessioni sulla reciproca supremazia su un unico gregge.
Una confessione che si prefigge di convetire gli aderenti dell’altra perchè, ciascuno pensa che il suo credo sia superiore all’altro.
Roberto
b16 ben incarna la chiesa cattolica di oggi. Adornato di costosi orpelli, pretende denaro, affetta superiorità, rifiuta ogni forma di dialogo, e volta le spalle a tutti, compresi i propri fedeli. Hubris!
Sai Bruno io ho fatto un intervento molto simile a quelli che tu porti come esempi. Sono daccordo con quello che dici e che -in fondo- il dialogo tra le religioni sia comunque ausicabile visto che esse sono un fatto ed esistono che ci piaccia o meno. Pero’ personalmente quando scrivo che il dialogo tra monoteismi è inutile non mi sento di negare il dialogo tre le religioni ma, semplicemente, ponendomi da ateo come un osservatore esterno ne prendo solo atto. E questo credo che sia con buona probabilità lo spirito di chi, come me, avanza quel tipo di critica. Per il resto, ripeto, la pensiamo allo stesso modo
zuffe tra teocrati che ci riguardano fino a un certo punto
Chiedo scusa, mi accorgo adesso che sono intervenuto in parte equivocando. Avevo – senza tenere nel dovuto conto il contenuto della notizia – affrontato il tema del dialogo soprattutto puntando sul dialogo tra credenti e non credenti, dando per scontato che il dialogo tra le religioni, se tale veramente fosse, porterebbe, come afferma ‘nemo’, alla loro estinzione.
Forse però ha ugualmente una sua validità quanto detto, perchè – come riconosce ‘statolaico’ – uno scontro tra le religioni (e per me ogni guerra è a suo modo guerra di religione) sarebbe esiziale per tutti… e allora occorre fare ogni sforzo per evitarlo. Ebbene, solo il non credente (inteso non solo in senso strettamente religioso, ma anche ideologico) ha le carte in regola per intervenire – nel modo che dicevo, pur sempre valido – perché il dialogo avvenga fuori dal confronto fra dogmi.
Almeno come posizione da adottare di fronte a queste dispute.
per Alberto Tadini
il nesso tra rabbini e antisemitismo a cui alludevo è quello dell’utilizzo che fanno dell’arma più potente a loro disposizione nella lotta politica e ideologica, intesa in senso lato (il confronto anche polemico tra gruppi di opinione per ottenere maggiore visibilità e influenza nella dialettica democratica): l’accusa di antisemitismo. Sono appunto gli ebrei (ma più che i rabbini mi riferisco ai portavoce delle varie organizzazioni delle comunità ebraiche europee e americane) i possessori dei diritti dell’antisemitismo, marchio di infamia che si può attribuire all’uno o all’altro individuo, gruppo, popolo o stato per negargli rispettabilità democratica ed eventualmente tenerlo in scacco. Le democrazie (o, meglio, le classi politiche) allontanandosi nel tempo i totalitarismi del 900 e i nazionalismi dell’800, sono alla ricerca di valori di cui possano fregiarsi per dare sostanza ideale alla loro legittimità. Nell’epoca del paventato “scontro di civiltà”, il non essere antisemiti è assurto a valore fondante della democrazia. Gli ebrei a livello locale, gli israeliani a livello globale sono i possessori dei diritti dell’accusa di antisemitismo, perciò hanno buon gioco a usarla come spada di Damocle che fanno pendere sulle teste altrui per consolidare l’identità del loro gruppo e ritagliarsi un ruolo influente nel gioco delle opinioni o nelle strategie politiche. Il presentarsi come giudici della legittimità democratica altrui li rende simili a quelli che, dopo la seconda guerra mondiale, si rifacevano ai valori dell’antifascismo come fondamento della Repubblica italiana. In Italia dopo il ’45 “antifascista” equivaleva a “democratico”, come oggi per essere democratico, in Eurasia, devi dimostrare di non essere antisemita.
Curioso è che questo ruolo degli israeliani e degli ebrei della diaspora non è di coloro che sono sopravvissuti all’olocausto, ma delle generazioni successiva. Mentre l’antifascismo sta scomparendo con i suoi protagonisti, il “controantisemitismo” si sta irrobustendo proprio con il venir meno di chi ha vissuto da protagonista la vera storia del razzismo e degli altri disvalori: con loro viene a mancare una reale memoria storica e la possibilità di contestualizzare i fatti.
Si spiega così lo stillicidio di accuse di antisemitismo – palese o larvato – alla chiesa cattolica, a Pio XII, a Benedetto XVI, le visite alle sinagoghe, i viaggi a Gerusalemme annunciati e disdetti, le prese di posizione di tutto il contorno di canea politica.
Si spiega così che il più continuo indossatore di kippà e più assiduo e compreso visitatore di musei dell’olocausto al mondo sia il capo di una formazione politica che discende dal partito fascista, unico nella storia d’Italia a perseguire una politica della razza, e il più solerte affermatore del diritto all’autodifesa di Israele in ogni sua azione, anche indifendibile, sia il capo del governo dell’unico paese che nella sua storia ha programmato e attuato lo sterminio degli ebrei.
Penso che anche la polemica del rabbino di Venezia si possa leggere in questo quadro… e penso che anche in queste vicende, se ci fosse un po’ più di ateismo ci sarebbe meno retorica e meno rancore.
Beghe fra monoteisti…
per zarco:
beh, mi pare proprio che la nostra repubblica sia nata dalla lotta antifascista. (e ne sono felice). Lo dicevano anche ottimi presidenti come Pertini.
Penso invece che la germania, almeno dal punto di vista di classe politica, non molto dal punto di vista società, abbia superato con una feroce autocritica l’antisemitismo nazista (willy brandt che crolla in ginocchio davanti al monumento della resistenza di varsavia non te lo ricordi? mi ricordo di averlo visto in tv e – anche se molto giovane – mi ha colpito moltissimo!)
non sono neppure d’accordo con te riguardo al “copyright dell’antisemitismo”. per esempio non sono israeliano, non sono ebreo, non sono rabbino ma dico e sostengo che hamas sia antisemita, anche perchè lo sento dire da loero.
non penso che gli stati democratici di oggi siano alla ricerca di una loro legittimità. molti avevano questa legittimità da tempo, magari dopo una guerra (penso all’irlanda, alla svizzera). non credo certo tu voglia intendere i vari “stan” che sono nati dopo la dissoluzione dell’urss, e che sono solo proprietà di qualcuno.
il controantismitismo, come lo chiami tu è anche nato nella generazione “dopo”.
lo stesso primo levi ha sempre detto che il trauma è stato tale che i sopravvissuti hanno faticato a capirlo loro stessi a farlo capire. in certi casi hanno addirittura cancellato i ricordi. capisco allora che la “reazione” attuale sia mantenere un ricordo del genere come memento per evitare il ripetersi di cose simili. e poi pnsa che l’olocausto è un prodotto europea, dove si è sempr pensato alla superiorità europea nei confronti degli altri continenti. l’equivalente in cambogia è sì ricordato ma non nello stesso modo, quasi fosse un fatto “minore” perchè non nato in europa.
per le accuse di antismitismo alla ccar (e non solo) beh, credo ci stiano tutte. l’espressione “popolo deicida” è della chiesa.
scusa – scusate tutti – la lunghezza e il fatto che forse sia “off topic”, meglio, in italiano, un po’ fuori argomento
Oremus pro perfidis Judaeis… Preghiamo per i perfidi giudei. Così suona in origine la preghiera. Dirò che c’è una cosa che da sempre crea un profondo imbarazzo alla chiesa cattolica, ossia il fatto che Gesù Cristo non sia stato considerato proprio da coloro che avevano i mezzi culturali, esegetici ecc. per valutare e comprendere il personaggio. Una ragione di questo c’è ed è questa: gli ebrei, Gesù Cristo, non l’hanno mai visto, visto che il personaggio è stato inventato a Roma e dintorni (Alessandria) da gruppi da ebrei già romanizzati in combutta con intellettuali gnostici. Quindi l’obiezione che da sempre si è fatta alla chiesa è proprio questa: come è possibile che un popolo nel cui seno è nato un personaggio così prodigioso, in grado di fare miracoli e persino di risorgere, non si sia nemmeno accorto della sua esistenza e lo abbia addirittura crocifisso. Qui c’è sotto puzza di qualcosa… Allora la chiesa come si è difesa? Si è difesa divulgando la rappresentazione dell’ebreo malvagio per natura, deicida, ingrato e perverso.
A proposito di stermini di razze consiglio la lettura del bel libro di Jarred Diamond – Il Terzo Scimpanzè – dove questi argomenti vengono trattati in cornice etnologica e dove spiega come l’olocausto è così particolare perchè è tuttoall’interno dell’occidente, ossia parte di noi stessi. Tanto per esemplificare; noi europei occidentali durante tutta la colonizzazione degli attuali Stati Uniti, abbiamo sterminato circa 10 milioni di nativi americani trattandoli come selvaggi, ossia diversi da noi e senza diritti.
Per il resto credo anch’io che la disputa teologica pretinorabbinica sia un problema tutto interno alle rispettive gerarchie e di conseguenza non me ne pùò fregar di meno.
Altro problema è invece il dialogo culturale-politico-sociale fra esseri umani con retroterra così diversi. Ma questo è parte del nostro bagaglio di non appartenenza a nessuna chiesa parafrasando il titolo del bel libro di Giulio Gioriello.
Ottopermille è interessante il tuo commento. Allora mi viene da dire “e meno male che erano il popolo eletto!” 🙂 Insomma anche questa che ci hai fatto notare è un’incongruenza frutto di errori grossolani… praticamente questi raccontano la storiella di un popolo che è eletto da Dio, l’unico vero Dio, il LORO Dio, che poi li libera dall’Egitto li mantiene a manna per decenni, passa il tempo manda sulla terra suo figlio e sono proprio i discendenti di quel popolo tra i grulli che non lo riconoscono anzi lo fanno crocifiggere e si maledicono pure: se li è scelti intelligenti, eh!
@ Ernesto 50 che scrive:
“Al di là delle questioni teologiche hanno dato un notevole contributo alla scienza e al pensiero scientifico.”
rispondo:
stai facendo una grossa confusione tra ebrei in senso etnico ed ebrei in senso religioso.
La stragrande maggioranza degli ebrei che ha dato un “notevole contributo alla scienza e al pensiero scientifico” sono atei o agnostici o panteisti del dio/natura di Einstein.
IMVHO i confini tra ateismo e panteismo, ad alto livello filosofico, sono assai labili.
Esempio:
«Se per “Dio” si intende la serie di leggi fisiche che governano l’universo, senza dubbio Dio esiste.
Ma è un Dio che non appaga dal punto di vista emotivo…
Non ha molto senso pregare la legge di gravitazione universale».
Il mio scomparso amico Carl Sagan, ateo razionalista ebreo americano
Tra tutte le etnie, gli ebrei sono forse quella che ha la più alta percentuale di non credenti (oltre 40 %) anche se poi, come Einstein ed altri, festeggiano le date tradizionali ebraiche (il panettone e la colomba le mangio anch’io).
Dammi un elenchino di bigotti rabbinisti che ha dato un “notevole contributo alla scienza e al pensiero scientifico”.
Grazie
Il rabbino di Venezia e il papa: è soltanto una scazzottata fra cartomanti.
Alla fine nessuna di queste religioni ha pieta’ per l’umanita’,tutte le religioni lottano per la supremazia e se ne fregano se anche i loro affiliati ne soffrono,tanto e’ il disegno intelligente che lo pretende.
Ma Ratzinger non concepisce il dialogo… solo il monologo… Un po’ come avrebbe voluto fare alla Sapienza…
Sarebbe stato un’ottimo comico solista…
Oh, suo Dio… “un’ottimo” con l’apostrofo…. Scusate, qui sono le 8:32 del mattino e io ho sonno…
E’ una quesione di numero di abbonati…
per Alberto Tadini
chiedo scusa per lo spazio fuori tema, ma questi argomenti sono troppo interessanti.
Mi sembra che concordiamo su questo punto: chi ha vissuto il fascismo o il nazismo, chi ha vissuto l’olocausto, ha cercato di superarlo. Questo è accaduto all’Italia, alla Germania e agli ebrei che, per costruire una nuova convivenza, hanno sostanzialmente rimosso quegli eventi (in particolare la Germania), come si rimuove un incubo per affrontare una nuova giornata. Questo è naturale: dopo un disastro si cerca la discontinuità, sia a livello di organizzazioni statali (Italia e Germania, che del disastro ebbero parte attiva) che di individui o famiglie (gli ebrei, che tragicamente ne furono parte passiva). Al di là del gesto di Brandt (che ricordo anch’io) la società tedesca sopravvissuta al nazismo e alla guerra aveva completamente rimosso il ricordo e la stessa parola di quei fatti di cui pure i singoli furono protagonisti attivi. Dall’altra parte gli ebrei sopravvissuti alle leggi razziali (io ne ho conosciuti alcuni) hanno per lo più cercato di cancellare il ricordo degli orrori, proprio come disse Levi, oppure di trasmettere la memoria in un modo “esorcistico”, comunque slegato dalla cronaca e dall’attualità, proprio come fece Levi.
Il fascismo, il nazismo, l’antisemitismo hanno cominciato ad essere utilizzati per la lotta politica dalla generazione successiva alla fine della guerra, che non ha vissuto quegli orrori, che non ha provato sulla sua pelle cosa voleva dire dittatura o razzismo. Quei concetti sono diventati spettri, slegati dalla memoria storica critica, quindi concetti retorici, da agitare per colpire un avversario politico, che neanche lui ha vissuto quel periodo.
La retorica antifascista è diventata martellante con il ’68, ad opera degli allora ventenni: sono questi, e non i loro padri che hanno fatto la guerra o sono stati partigiani, a sfoderare l’appellativo di fascista contro l’avversario politico di turno, a stabilire l’equivalenza democrazia=antifascismo, utilizzando in modo strumentale e improprio la memoria e la storia. In un paese che, nato dalla lotta antifascista (meglio, “anche” da quella) era già stato ricostruito grazie alla rimozione dello spettro fascista.
Gli ebrei (della diaspora e israeliani) hanno incominciato a utilizzare la memoria dell’olocausto e lo spettro dell’antisemitismo per scopi politici ben dopo il 1945. Secondo me hanno cominciato dopo il 1967 e l’affermarsi dello stato ebraico come potenza regionale espansiva: le azioni del giovane stato (politicamente e strategicamente pericolose) avevano bisogno di un supporto ideologico nei confronti dei loro potenziali alleati; questo è stato trovato nell’olocausto, uno spettro per far riemergere dall’abisso il senso di colpa dell’antisemitismo ed avere pertanto dalla propria parte l’Europa (che infatti da qual momento non ha mai più potuto dire di no ad alcuna richiesta di appoggio di Israele). I giovani ebrei europei hanno agito di conseguenza e i loro richiami all’antisemitismo si sono fatti sempre più potenti quanto più la loro patria ideale aveva bisogno di appoggio nelle opinioni pubbliche. Perciò Israele e gli ebrei della diaspora hanno costruito la loro identità e la loro influenza sull’olocausto e sul “controantisemitismo”.
Perché infatti, veniamo a un secondo punto, l’antisemitismo è un fenomeno puramente, solamente, specificamente europeo: nato (e qui rientriamo in tema) in ambito religioso, fatto crescere dal cristianesimo, formalizzato dalla chiesa cattolica, è maturato ed esploso in ambito culturale e politico, sempre e comunque nella nostra cara vecchia Europa con la sua goffa, ipertrofica propaggine americana.
L’antisemitismo è un’idea tutta nostra, europea, non è un concetto asiatico, mediorientale, africano, né arabo (non foss’altro perché gli arabi sono semiti anche loro). Non è un prodotto della loro cultura: neanche l’islam radicale ha avuto il tempo, il modo e gli apporti culturali e scientifici (non dimentichiamoci che il concetto di razza in Europa ha avuto anche una genesi dalla teorie linguistiche, oltre che biologico evoluzionistiche, che l’islam non ha) per elaborare un’idea razziale antiebraica. Per questo io non considero Hamas un movimento antisemita: è fondamentalista e violento, ma è antiisraeliano non antisemita; il suo progetto, pur intriso di religione (che, ovviamente, aggrava tutto aggiungendo quella componente di odio che solo le “tre grandi religioni monoteistiche” sanno creare così bene) è tutto politico. Neanche Ahmadinejad è antisemita, è un tribuno esaltato in cerca di consenso interno ed esterno su temi “facili”, ma i continui paragoni con Hitler dei vari Nierenstein, Pacifici, Ferrara, Henri-Levy (per non dire Wolfowitz, Bolton, Abrahams, Bush, Rice, Clinton…) sono assurdi e denotano l’ignoranza di chi li fa e – almeno a me – fanno capire che se lui è folle, chi lo vuole fermare lo è ancora di più. Perché utilizza strumentalmente e in modo artefatto gli spettri antichi della nostra storia europea per creare consenso attorno a un progetto politico strategico al quale noi (che facciamo questi assurdi paragoni) siamo interessati.
Concludendo con il tema: il rabbino di Venezia accusa larvatamente il papa di antisemitismo. E’ proprio un caso che lo faccia adesso, mentre Israele bombarda Gaza?
@Bruno Moretti Turri
Concordo pienamente con la tua critica, ne sono cosciente. Non sono riuscito in breve ad esplicitare compiutamente il mio pensiero, tenendo presente che è molto facile far confusione di piani parlando degli “ebrei”. So benissimo tutto questo, così come è una vita che devo spiegare alla gente che cosa è il dio di Einstein, che lui cita spesso. Riassumendo potremmo dire che il dio di Einstein è paragonabile alla “monade” di Leibniz. Ma so che detto così in 2 parole può essere interpretato in svariabili modi. Ma la cosa certa di Einstein che il fisico, suo allievo e maggiore biografo, Abraham Pais, ad una domanda diretta che trovi su uno stupido libro di cui ora non ricord il titolo, in cui si arla di scienza e religione, risponde con un netto “NO, EINSTEIN NON CREDEVA IN NESSUN DIO TRASCENDENTE”
( scusami della brutta scrittura, ma di getto i miei sono come degli appunti che per porli in modo più corretto devo rivedere, e qui non si può fare).
Uscito dal seminato per cercare di spegare correttamente 1 cosa ( lo so da sempre, la mia capacità di “Sintesi” è molto scarsa), vengo al dunque del mio pensiero sugli ebrei e la religione ebraica. Faccio mia completamente la tua asserzione sugli ebrei che sono la etnia meno confessionale al mondo, con tutto ciò che ne discende ( a proposito grande Carl Sagan condividiamo ottime letture). Sugli scienziati di origine ebrea sono sempre rimasto estasiato da quanto, in proporzione al numero degli ebrei, abbiamo dato al mondo scientifico e matematico ed al pensiero razionale. Tutto qui. Da qui la confusione che ne discende. Altra divagazione: sono sempre stato estasiato da un popolo, gli ungheresi, che così piccolo, con una lingua da radici così lontane da tutte quelle europee, abbia dato contributi notevoli alla scienza di base ed alla matematica ( Mi fà impazzire la vita di Paul Erdos). Riprendendo il discorso io ho affermato che, dal punto di vista prettamente religioso, l’ebraismo, rispetto alle altre 2 monoteistiche, è una religione non invadente(forse perchè si ritengono il popolo Eletto? Bene, affari loro), non sta ì tutti i minuti di tutti i sacrosanti giorni a ripetermi cosa è bene e cosa e male, e di conseguenza come devo vivere. Delle diatribe dottrinali ho già affermato che sono fatti tutti interni alle gerarchie religiose. Chi le vuole spostare da quell’ambito commette un grave errore metodologico.
Per il resto sugli ebrei e sull’ebraismo ci vorrebbe un convegno tutto nostro ( nostro, per me, intendo all’interno delle persone Atee e Agnostiche).
Storicamente, a parte gli ultimi 60 anni, non si può non dire che gli ebrei non abbiano pagato duramente il fatto di essere nati ebrei, e ciò solo per colpa del cristianesimo perlomeno per il mondo occidentale. Sono una minoranza, come noi e gli omosessuali ed altre minoranze. E come tali mi stanno simpatici.
Altra divagazione: posso discutere con tutti, ma mi arrabbio solo con i preti che vengono qui facendo finta di voler discutere ed invece rompono. Per me i peggio sono quelli come don Mario che con la loro bontà (vera o presunta non mi interessa) vengono qui a fare il loro bravo discorsetto ma ci infilano la luce ed il respiro di dio e la chiamano “esperienza”. Quelli vanno combattuti duramente, ovviamente solo in modo dialettico, perchè insinuano la possibilità che si possa discutere con loro mentre in realtà niente è più falso di questo in quanto loro vanno dritti per la loro strada, non hanno mai “Dubbi”. Mentre io ci convivo tutti i giorni con la consapevolezza che anche le verità scientifiche sono solo parziali e domani quasi tutto il mio mondo può essere travolto, come uno tsunami. Ma loro hanno paura degli tsunami perchè possono travolgerli mentre io ne vedo la incommensurabile bellezza, fonte di rinnovamento e di vita. A loro interessa la loro singola miserabile vita personale, mentre io sono cosciente che la mia singola miserabile vita personale è solo quel battito di ali della farfalla che scatena uragani dall’altra parte del globo. E quando è finita, E’ finita. Punto.