Trentino, croci in vetta: le regole cattoliche non rispettano le regole

Gli alpinisti trentini avevano mostrato qualche dubbio sul proliferare di simboli religiosi in cima alle montagne. La Pastorale del Turismo dell’arcidiocesi ha colto la palla al balzo, emanando, come riporta Avvenire, un decalogo che disciplina materiali, tipologia, testi da utilizzare. Indispensabile, inoltre, è ritenuto il confronto con le parrocchie del posto. Le istruzioni così minuziosamente riportate sembrano però trascurare un dettaglio: la richiesta di autorizzazione da parte delle amministrazioni locali.

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22 commenti

vincent vega

Vabbè è chiaro, non è una dimenticanza. Si presuppone già che le amministrazioni locali obbediscano senza fiatare.

Toptone

I cattolici le regole sono abituate ad infrangerle o a cambiarle a piacimento, se non fanno comodo. Oppure a chiedere “obiezioni di coscienza”…

gianfranco

pregherei gli alpinisti di smobilitarle. voglio vedere poi chi risale a mettercele…

Focaral

Io da una gigantesca croce di metallo sulla vetta di una montagna starei distante. Soprattutto durante un temporale.

Rothko61

Nelle montagne trentine sono cattolici anche i funghi, le mucche nei pascoli, le funivie…
Nella città del concilio la chiesa cattolica è ancora una potenza che nessuno può scalfire, anche in ragione del suo immenso patrimonio immobiliare ed azionario.
Le croci sulle vette sono poca cosa… e nessuno le toccherà, purtroppo.

Manlio Padovan

Beh! non ha detto Poletto che la legge di dio prevale su quella degli uomini? Perché allora lamentarsi se manca la richiesta di autorizzazione?

Druso

Ce ne sono talmente tante da essere diventate riferimenti quotati per noi geologi….
Per quanto sia favorevole a toglierle, ho il timore che non sarebbero sostituite da altri oggetti di facile riconoscimento, quotati in carta, utilissimi durante un rilevamento.

alby

Il problema purtroppo non è solo per le vette montane ma anche ben più in basso; mi viene subito in mente la mega croce luminosa sulla collina di Verona che durante la notte deturpa il romantico paesaggio della città scaligera. altre croci sparse per colline, paesi, campagne in posti ben visibili e luminosi. Ecco un tipico caso di impatto ambientale a cui i beni ambientali dovrebbero opporsi.

agnese l'apostata

c’è solo da rimuoverle!chissà rivenduto a un ferrivecchi quanto può fruttare un attrezzo del genere?

Otto Permille

Se facessero le croci con i bracci mobili potrebbero almeno essere sfruttate per produrre energia eolica. Con sopra il crocifisso l’impatto del vento sarebbe ancora più positivo.

Andrea

Immagino che questo serva ad impedire manifestazioni anche sui picchi alpini ed appeninici, con buona pace di Maroni.

Lorenzo A.

andiamo a fare escursionismo armati di seghetto.

facciamo la bonifica del territorio.

Felipe

“Philosophia naturalis scrive:
22 Gennaio 2009 alle 0:54
Da vecio alpinista dico:
ripuliamo tutte le vette da tutti gli idoli.
W Mountain Wilderness!”
———————————————-

Magari, giù tutte le croci!
Da un socio di Mounbtain Wilderness! 😉

Stefano Bottoni

@ Lorenzo A.

“andiamo a fare escursionismo armati di seghetto”

Altro che seghetto: quelle croci sono così grandi che occorrerebbe una motosega. Ve ne sono alcune che mi fanno veramente domandare come cavolo abbiano fatto a piazzarle.
Per fortuna, anche se abito vicino al pinerolese, io preferisco il mare (quello emiliano).

ateismo

Non c’entra con le croci, ma ci si avvicina comunque (piccolo OT).

Dalle mie parti, su una strada che faccio spesso per andare a lavoro, nella natura incontaminata dei monti svetta un gigantesco muro, costruito ad hoc, che ospita un pacchianissimo “GESU’ TI AMA”. Ed è scritto talmente grande, e stona così tanto col paesaggio, che uno rischia pure di distrarsi dalla guida. Senza contare una gigantesca statua del cristo “modello rio de janeiro” a pochi passi da casa mia, nel centro abitato, lontano da qualsiasi chiesa…

Eh se la natura potesse parlare…

AM

neanche la motosega, ci sono delle strutture in acciaio che secondo me sono anche state calcolate, cercate “vetta” in google immagini

Lorenzo Galoppini

Sulla vetta del Corno alle Scale, sull’Appennino Toscoemiliano, a quota 1945 m., dove spero di andare a sciare fra qualche settimana, c’é una mega croce di ferro alta almeno 10 metri. La vidi l’unica volta che ci sono stato, nell’estate del ’95: un’escursione molto lunga e suggestiva, che offre panorami spettacolari.
Torno a ripetere che secondo me quello delle croci sui monti é un problema secondario, così come quello dei crocifissi nei luoghi pubblici, che non danno fastidio tanto con la loro presenza fisica, quanto per quello che rappresentano: il vero problema é proprio tutto quello che sta dietro a quelle “opere” e che le ha messi lì dove stanno. Una volta drasticamente ridimensionato questo marciume intollerabile, come in un qualunque paese normale, civile e democratico, anche i suoi simboli automaticamente sparirebbero da sè.

STEFANO

ma dai..avete sempre le solite risposte preconfezionate. Che si debba fare richiesta ai comuni è scontato…non avete capito che quel “disciplinare” non è altro che un codice etico interno.

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